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venerdì 3 ottobre 2008

Antica favola cinese


Se non possiamo ammazzare qualcuno che non ci piace, possiamo sempre colpirlo con la nostra satira (Ricci & Co., Altan i nsegnano, ma il vero insegnante è Lucio Apuleio il Saturnino, e anche Giovenale, vedi sotto: carattere saturnino).

Gli accendini cinesi, comunque sia, costano poco, ma non funzionano per niente.



Un giorno Ping Hsiao si reco dal maestro Lao Tse (che significa Vecchio-Bambino, non vecchio rimbambito). Lo trovò in giardino, assorto nella contemplazione della natura. Il maestro si accorse che il discepolo nascondeva una spada sotto le vesti, e gliene chiese il motivo. «Sto andando nella capitale per uccidere Hua Wu, l'infame, abominevole, perfido ministro dell'Imperatore - spiegò Ping -. Pagherà il fio delle sue malefatte».Il saggio Lao Tse non si scompose. «Molto bene - replicò -. Dopodiché ti sarà versato piombo bollente nell'ano, cera bollente nelle narici e olio bollente nelle orecchie, mentre un aguzzino farà stridere un gessetto su di una lavagna».«Sono preparato alla morte. E perfino al gessetto», disse Ping.«E come la mettiamo con i sette mesi di retta che ancora mi devi? Poi, ammesso e non concesso che tu riesca a immergere quella spada nel malvagio cuore di Hua, protetto, com'è noto, da guardie del corpo la cui circonferenza toracica equivale a quella della mia capanna, non saranno passati trenta secondi che l'imperatore avrà già nominato un ministro ancora più infame, abominevole e perfido di Hua».«Non può esistere un essere più malvagio di Hua», replicò Ping.«Non hai conosciuto la mia ex moglie, figliolo».«Maestro, una donna, per quanto malvagia, non può diventare ministro».«E' vero. Ma io ti stavo parlando della mia ex moglie - precisò Lao Tse -. Assomiglia a una donna come io assomiglio a un bufalo d'acqua. Ed è molto più nociva di Hua. Almeno lui non cucina».«Maestro, questa è bieca satira misogina».«Naturalmente, figlio mio. Siamo in Cina, il paese più misogino del mondo. Se vuoi della satira femminista vai a cercarla in ... a... oddìo, non mi viene in mente un paese in cui si faccia satira non maschilista. Rimanendo entro la nostra galassia, almeno».Ping Hsiao era irrequieto. «Io non voglio la satira, di nessun genere. Voglio uccidere Hua Wu, l'infame, abominevole, perfido ministro dell'Imperatore e liberare il popolo dall'oppressione».«Ragiona, Ping. Per te è più importante uccidere Hua, o rendere felice il popolo oppresso?»«Rendere felice il popolo, certo. Togliere la vita a un essere umano, non mi dà alcun piacere».«Ah no? A me ne darebbe eccome. Ma sbudellare quello stronzo di Hua come un coniglio e drappeggiargli le interiora intorno al collo è facile, riportare il sorriso sulle labbra dei contadini sfruttati no. Meglio così. Di solito sono sdentati come pettini usati. E voglio proprio vederli sorridere, quando saranno investiti dall'ondata di repressione che si scatenerà dopo l'omicidio del ministro!».«A questo non avevo pensato, maestro». «Stammi a sentire, Ping. C'è un solo modo per risolvere il problema Hua e rendere più sopportabile la dura vita del popolo. Ed è proprio la satira. Insomma, devi farlo ridere».«Ma chi deve ridere, Hua o il popolo?»Lao Tse non rispose, e si immerse nella contemplazione dei ciliegi in fiore, con l e mani aperte come un santo ed un sorrisetto sulle labbra.«Maestro - insisté il discepolo -, chi devo fare ridere?»Il suo interlocutore lo fissò con immutabile serenità: «Con sette mesi di retta ancora da pagare, ragazzo mio, non puoi pretendere che io scenda nel dettaglio. Ma ti elargisco un'altra perla di saggezza: mentre il saggio pensa, il mulo sciolto scappa».«Dove vuoi arrivare, maestro?»«Io non lo so, ma il tuo mulo dev'essere già arrivato a Nanchino. E' un'ora che si è slegato dalla staccionata. Non te n'eri accorto?»Ping Hsiao salutò in fretta il maestro Lao Tse, gettò a terra la spada e corse alla ricerca del mulo. Il giovane era molto turbato. Cosa aveva voluto dire il saggio? Per riportare la serenità nel paese, chi doveva far ridere? Un ministro divertito e rilassato sarebbe più clemente e umano? O il popolo, ridendo dei potenti, saprebbe affrontare con più coraggio le difficoltà dell'esistenza? O forse Lao Tse aveva bevuto troppa acquavite di riso? Nessuna traccia del quadrupede fuggitivo. Ping Hsiao si rassegnò ad affrontare i cento giorni di cammino che lo separavano dalla lontana capitale. E così, nel dubbio si perse cavalcando nella notte dei tempi."

Aforismi di Lao Tse

Chi vince gli altri è muscoloso, chi vince se stesso è forte.
È meglio accendere una lampada che maledire l’oscurità.
Quando due amici si comprendono completamente, le parole sono soavi e forti come profumo di orchidee.
Quello che il bruco chiama la fine del mondo, il maestro la chiama la nascita di una farfalla.
Se hai un problema e puoi risolverlo è inutile che tu ti preoccupi, se non puoi risolverlo è altrettanta inutile la tua preoccupazione.
Un viaggio lungo mille chilometri inizia con un piccolo passo.

SATURNO Pessimismo, malinconia, serietà, cinismo.Saturno è il pianeta dell'oscurità, del freddo e della morte. E' il principio della restrizione e della delimitazione. In questo senso, Saturno è il principio di realtà, dal momento che nessuno di noi può sfuggire al fatto che siamo fisicamente mortali e limitati e definiti dalle circostanze attuali delle nostre vite. Come signore del tempo, Saturno governa i tempi assegnati delle nostre vite,tagliandone il filo con la sua falce quando viene il tempo stabilito. Diversamente da Giove, non "c'è modo di cavarsela", quando si ha a che fare con Saturno. Come dio dell'agricoltura Saturno rappresenta l'idea che "come abbiamo seminato, così raccoglieremo". Quando Saturno è coinvolto, a meno che facciamo piani in anticipo e i necessari preparativi e il lavoro necessario, e abbiamo la pazienza di aspettare, non raggiungeremo i nostri obiettivi.

La saggezza arriva come risultato dell'età, dell'esperienza del riconoscimento realistico delle limitazioni. Nella teoria medievale degli umori, il malinconico era il più sfavorito e detestabile. Scuro di carnagione, nero di capelli e di volto, soggetto alla tristezza, abituato a poggiare la testa sulla mano, sempre abituato a misurare e contare beni materiali.


(astrologia occidentale: Acquario, Capricorno)
Rigidi e conservatori più di ogni altra tipologia umana, i saturnini sono caratterizzati dalla presenza incessante di preconcetti, giudizi di parte e comportamenti arroganti.
Tale posizione di chiusura rispetto rispetto al mondo esterno genera nel tempo a livello fisiologico una marcata tendenza alla sordità cronica.
La loro disponibilità a lasciare esprimere solo ciò che è in loro, facilita la nascita e la proliferazione di malattie dell'apparato muscolo scheletrico.La paresi e l’arteriosclerosi sono la fermata conclusiva di chi irrigidito sulla propria posizione persevera a seguire la sua indole saturnina.
Saturno = inizio e fine, durata, avarizia, duro lavoro, neo, co­stanza, pipistrello, civetta e basilisco sono creature saturnine. Il Vecchio e l'Eremita.