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giovedì 13 dicembre 2012

“ L’uomo può fare ciò che vuole, purchè lo voglia”


“ L’uomo può fare ciò che vuole, purchè lo voglia”  Leon Battista Alberti

( Leon Battista Alberti architetto, scrittore, matematico e umanista italiano; fu inoltre crittografo, linguista, filosofo, musicista e archeologo: con Leonardo una delle grandissime figure dello scienziato- artista tra le più poliedriche del Rinascimento)

Leon Battista Alberti nasce sotto il segno dei Pesci ( tenendo conto della precessione degli Equinozi, non l’Acquario) il 18/02/1404, con Sole e Venere in Pesci, Saturno Mercurio e Giove in Acquario, trigono una potentissima Luna congiunta Nettuno e Plutone, in Gemelli.

 Nel mio post precedente ho riportato integralmente la visione esoterica di Alice Bailey dell’ottava fatica di Eracle, l’eroe per antonomasia, nell’impresa di sconfiggere L’Idra di Lerna, che  si abbina al quadro astrale attuale, ricolmo di energie che si diramano dal segno astrologico dello Scorpione. Quest’ultimo nell’iconografia popolare si identifica con la formula, soldi, sesso, potere. In campo sessuale è ovvia l’analogia tra le teste dell’Idra che si alzano e ricadono con la ambivalente forza e funzione sessuale maschile. . Per quanto riguarda il danaro la crisi monetaria mondiale continua tranquillamente, come un virus che si autopropaga nonostante le cure, a fare il suo corso distruttivo. Nel quadro politico presente invece in Italia nel fatidico mese di Dicembre 2012, quelli che molti temono rappresenti la fine del mondo, questa iconografia assume effetti fortemente caricaturali, nel “ritorno della Mummia” a cui stiamo, purtroppo, assistendo. Altra analogia, a parte quella riportata 'Il ritorno della mummia': titolo a tutta prima pagina il quotidiano francese Liberation, è la storia del personaggio al confine tra realtà e fantasia, le Cid Campeador, XI secolo, nella Spagna invasa dai Mori e dalle lotte intestine per il potere.

La leggenda narra del condottiero Rodrigo Diaz de Bivar (Vivar) detto El Cid Campeador, il più grande eroe di quella terra. Imbragato in un supporto di ferro nascosto dalle vesti, seppur morto, Rodrigo Diaz de Bivar detto El Cid Campeador, entra nel campo di battaglia, getta lo scompiglio fra i Mori che già pregustavano la vittoria, sconfinando nella leggenda.

Le energie dello Scorpione rimandano a tutte le emozioni negative a cui possiamo pensare, rabbia, gelosia, invidia, terrore, rancore, odio. Leonardo fu grande studioso della Fisiognomica e gli si attribuiscono sia la frase, “gli occhi sono lo specchio dell’anima, che gustose descrizione di come il corpo ed il volto tradiscono i moti dell’anima. Il Cenacolo di Leonardo, opera somma di tutto il suo sapere in questo campo, fu dipinto tenendo presente la disposizione astrologica dell’anno, con Gesù (Sole) al centro, da Ariete a Bilancia alla sua sinistra e gli altri tra cui Giuda alla sua destra, considerato del Segno dello Scorpione.

www.symbolon.net/cenacolodileonardo/

 “In realtà diventa ambigua l‟identificazione di Pietro e di Giuda tra Scorpione e il Sagittario; ma quale dei due è lo Scorpione, e quale dei due il Sagittario? Cioè: a fianco a Giovanni c‟è Giuda – e quindi dovrebbe essere lui lo Scorpione – però di fatto a fianco alla testa di Giovanni c‟è quella di Pietro. Le mani di Pietro sono raffigurate in due posizioni molto diverse e il fatto è interessante. Con una mano Pietro sta chiamando Giovanni perché chieda a Gesù chi è il traditore; mentre l‟altra mano è in una posizione strana perché è girata verso l‟indietro con un coltello in mano. È una mano strana che emerge dietro a Giuda con un coltellaccio in mano. È proprio quella che vuole richiamare il pungiglione dello Scorpione; quindi è meglio immaginare Pietro come scorpione. Giuda invece, come Sagittario, sarebbe colui che lancia la freccia e colpisce. Attenzione però! I due sono messi strettamente insieme, in sovrapposizione; le due teste sono ravvicinate e questo vuol dire che la figura di Pietro e quella di Giuda in qualche modo si assomigliano. Sono traditori tutti e due; uno è il primo, l‟altro è l‟ultimo, ma in realtà sono traditori tutti e due e sono sovrapposti, interscambiabili come posizione e rappresentano due segni con connotazioni negative.”

Un uomo può far tutto purchè lo voglia rappresenta bene le energie dello Scorpione, sempre che il nostro destino ce lo permetta. Un altro film e sequenze di scene che richiama queste energie dello Scorpione è naturalmente l’ultimo Samurai, con Tom Cruise, la cui trama è all’incirca la seguente: I samurai combattono per le tradizioni e per l'Imperatore a cui sono fedeli fino alla morte e contro gli ideali occidentali del commercio e della tecnologia, voluta da politici e generali opportunisti. Il capo dei ribelli samurai, Katsumoto, si incontra con l'Imperatore Meiji ma questi è troppo debole per opporsi al volere del Primo Ministro Omura ed ai politici. Katsumoto viene arrestato e come da tradizione gli spetta il suicidio rituale. Ma Algren, un capitano americano, alcolizzato  che cerca di guadagnare soldi e fuggire da un ricordo terribile e opprimente, e i samurai lo liberano e lo convincono a morire, non per suicidio, ma riguadagnando l'onore combattendo. Tutti sono consapevoli che le spade dei samurai sono ben poca cosa al confronto con le mitragliatrici e i fucili dell'esercito e nella battaglia finale, nonostante i ripetuti colpi di fucile e di mitragliatrice, i Samurai resistono con onore vendendo cara la pelle, non dichiarandosi sconfitti nemmeno dopo pallottole su pallottole piantate nei loro corpi; alla fine Katsumoto supplica Algren di dargli il colpo di grazia, e Algren esegue. L'ultima parola che il ribelle Samurai rivolge all'eroe americano è: "perfetti, sono tutti perfetti", alludendo ai fiori di ciliegio oggetto di una precedente conversazione, e muore tra le braccia del capitano americano. I soldati dell'esercito regolare giapponese, assistito al supremo sacrificio del leader ribelle, riscoprono le loro tradizioni ed i loro valori e si inchinano commossi davanti al cadavere di Katsumoto. Algren, graziato, viene riportato vivo davanti all'Imperatore. « - Tu pensi che un uomo possa cambiare il suo destino?

- Io penso che un uomo fa ciò che può finché il suo destino non si rivela. »

(Dialogo tra Katsumoto e Nathan Algren)

 

 

mercoledì 14 novembre 2012

L'IDRA DI LERNA


Nella Luna nuova in Scorpione di quest’anno  si ravvisano i termini dell’antico mito LE FATICHE DI ERCOLE, in particolare l’uccisione dell’Idra, un mostro con nove teste di serpente, di cui la centrale era immortale. Il corpo dell’Idra era quello di un drago gigantesco e senza ali. Qualsiasi testa venisse tagliata, subito ne rispuntavano due. Il sangue e il fiato dell'Idra erano veleno mortale. 

Erasmo da Rotterdam nei suoi Adagia paragona la guerra all'Idra di Lerna. «Quinetiam bellum e bello seritur, e simulato verum, e pusillo maximum exoritur, neque raro solet in his accidere quod de Lernaeo monstro fabulis proditum est». (E poiché guerra genera guerra, da guerra finta nasce guerra vera, da guerra piccina guerra poderosa, non di rado suole accadere ciò che nel mito si racconta del mostro di Lerna)

Nelle parole fatidiche di Alice Bailey, nella sua opera omonima, viene spiegato il significato delle Fatiche di Ercole, e dell’ottava fatica:

“ Le dodici fatiche compiute da questo mitico eroe rappresentano il cammino che il discepolo compie sulla Via, preparandosi al successivo ciclo di Iniziazioni che porteranno alla liberazione finale.

Nella fase del discepolato, la volontà dell’anima s’impone sulla natura inferiore, attraverso la libera scelta di una disciplina in grado di accelerare quella crescita evolutiva comunque assicurata dalle leggi di natura.

In tal modo, nel corso di una innumerevole serie di esistenze, le forze latenti negli esseri umani saranno scoperte ed utilizzate in armonia con gli scopi divini che si dispiegano sul piano delle ère di cui è costituita una manifestazione universale.

Nel caso specifico, Ercole attraversa i dodici segni dello zodiaco, da Ariete fino a Pesci, esprimendo le caratteristiche di ciascun segno ed acquisendo nuova conoscenza.

Egli, cioè, utilizza i dodici tipi di energia con cui la coscienza del Divino si esprime nella forma, riportando una vittoria sulla materia e pervenendo all’autorealizzazione.

Si tratta di un lavoro che ciascuno di noi è chiamato a compiere, per controllare le forze insite nella natura umana e divenire dapprima servitori dell’umanità ed infine Salvatori del mondo.

Nell’astrologia esoterica, si parla di quattro costellazioni che caratterizzano le prove fondamentali che un discepolo deve con fatica superare; esse costituiscono la cosiddetta Croce Fissa nei cieli su cui deve immolarsi il discepolo sulla Via interiore e sono quelle del Toro, del Leone, dello Scorpione e dell’Acquario.

Ora, nel mito, non a caso Ercole è raffigurato con un collo taurino, alludendo alla sua risolutezza; veste una pelle di leone; uccide i serpenti e l’Idra di Lerna; usa l’intelletto tipico dell’Acquario il cui motto infatti è “conoscere”.

Il suo cammino poi continua fino al Capricorno, in cui diviene a pieno titolo un Iniziato.

Vediamo ora di comprendere i significati di questo mito, andando oltre l’interpretazione letterale dello stesso.

Dunque Ercole, il cui primo nome era Alchèide (dal greco alché, forza, coraggio), per volere di Giove fu soggetto al potere di Euristeo, cioè al comando dell’anima, poiché in greco l’aggettivo euristenès vuol dire “onnipotente”; del resto, il nome Ercole o Eracle significa la gloria di Era ed Era rappresentava la psiche o anima (dal sanscrito svar, cielo). L’eroe greco, dunque, riusciva ad esprimere sul piano fisico il potere della sua innata divinità.

Inoltre, egli aveva un padre divino (Giove) ed una madre terrena (Alcmena), a significare la dualità di Dio nella manifestazione, dello Spirito e della Materia che s’incontrano nell’uomo, il quale ha il dovere di liberarsi dai vincoli che l’imprigionano nella dimensione terrena.

Ercole era un gemello, ma suo fratello era nato da un padre terreno (Anfitrione), mentre lui vantava discendenza divina; il che vuol dire che nell’uomo sussistono due aspetti: la personalità (fisica, emotiva e mentale) e la natura spirituale che con le sue intuizioni spinge al divino, attraverso una lotta che scaturisce dalla consapevolezza di questa dualità.

Ora si sa che Ercole ancora bambino uccise il suo gemello, nel senso che ben presto egli fu consapevole di non essere un’entità divisa, duale, ma un’unità di anima e corpo.

Ancora in culla, uccise due serpenti, cioè quelli della materia e dell’illusione che lo tenevano prigioniero; chiaramente, non si tratta del serpente della saggezza che si manifesta quando gli altri due vengono uccisi.

Si dice anche che egli fosse alto quattro cubiti, cioè che fosse consapevole di possedere, oltre ai tre aspetti della personalità, quello dell’anima.

Il mito narra che uccise anche i suoi maestri, cioè che ruppe con l’autorità esteriore, per seguire la sua strada. Del resto, Krishna nella Bhagavad Gita invita l’eroe Arjuna a fare lo stesso.

A diciott’anni, uccise un leone e 18 è un numero simbolico formato dal 10 (perfezione della personalità) sommato all’8 dell’energia cristica o del sé interiore.

Si parla poi del suo matrimonio e della nascita di tre figli, cioè dell’unione con l’anima che consta di tre aspetti: volontà, amore e mente spirituale.

Tuttavia, Era (Psiche o anima) lo fece impazzire con la sua gelosia, donandogli la famosa camicia intrisa del sangue del centauro Nesso; per cui, egli uccise i figli, gli amici e chiunque incontrasse; ciò allude alla fase del fanatismo, dello squilibrio e dell’ambizione spirituale che purtroppo caratterizza molti discepoli.

Ercole però guarì dalla sua follia, cambiò il nome terreno di Alchèide in Eracle, cioè assunse il nome dell’anima e s’apprestò a compiere le dodici fatiche.

Gli dèi allora gli fornirono gli strumenti per compiere il lavoro: Minerva una veste, cioè il compito stesso; Vulcano una corazza protettiva d’oro; Nettuno, dio delle acque, dei cavalli che simboleggiano una natura emotiva e sensibile asservita a fini divini; Mercurio una spada che allude alla mente capace di discriminare; Apollo, dio del sole, un arco e delle frecce per centrare il bersaglio ed arrivare alla meta grazie alla luce che fuga le tenebre.

Ercole, tuttavia, non padroneggiando ancora tutti quei doni divini, si arma di una semplice clava costruita con le sue mani e s’accinge all’ardua impresa.

L’OTTAVA FATICA

La Distruzione dell’Idra di Lerna

(Scorpione, 23 Ottobre - 22 Novembre)

Il Mito

Colui che presiedeva il Concilio, avvolto nella sua calma radiosa, pronunciò una sola parola.

Il Maestro udì l’aureo comando e convocò Ercole, il figlio di Dio che era anche figlio

dell’uomo. “La luce brilla ora sull’ottava Porta”, disse il Maestro. “Vi fu nell’antica Argo una

grande siccità. La ninfa Amimone supplicò l’aiuto di Nettuno che le comandò di colpire una

roccia. Così facendo, zampillarono tre ruscelli cristallini, ma subito un’idra vi stabilì la propria

dimora.

“Presso il fiume Amimone si trova la pestifera palude di Lerna. In quel malsano pantano

vive l’idra mostruosa, una piaga per tutta la campagna circostante. Ben nove teste ha quella

orribile creatura ed una di esse è immortale. Preparati a combattere contro questa bestia ripugnante.

Non pensare che i mezzi comuni possano servirti: distruggendo una testa ne appariranno

subito altre due.”

Ercole ascoltava pazientemente in silenzio.

“Un solo consiglio posso darti”, aggiunse il Maestro, “ Noi ci eleviamo inginocchiandoci;

conquistiamo arrendendoci; guadagniamo donando. Và, figlio di Dio e dell’uomo, va e

conquista.” Ercole passò allora per l’ottava Porta.

La palude stagnante di Lerna sgomentava tutti coloro che vi si avvicinavano. Il fetore

ammorbava l’atmosfera per uno spazio di sette miglia. Quando Ercole si approssimò, dovette

arrestarsi, perché il solo cattivo odore l’aveva quasi sopraffatto. Le fangose sabbie mobili rappresentavano

un rischio e più di una volta Ercole dovette ritirare subito i piedi per non essere

risucchiato da quel terreno cedevole.

Finalmente trovò la tana abitata dalla mostruosa bestia. Una caverna completamente buia

in cui l’idra si nascondeva. Ercole spiava giorno e notte la palude traditrice, ma attendeva invano.

Il mostro se ne stava nella sua fetida tana.

Ercole ricorse allora ad uno stratagemma: immerse le sue frecce nella pece infuocata e le

fece piovere direttamente nell’apertura della caverna dov’era la schifosa bestia. Ne segui confusione

ed agitazione.

L’idra si sollevò minacciosa con le sue nove teste sbuffanti fiamme. La coda squamosa

sbatteva furiosamente l’acqua limacciosa schizzandola su Ercole. Il mostro si ergeva dall’alto

dei suoi tre metri, cosa orrenda a vedersi, sembrava fosse costituita di tutti i pensieri più ripugnanti

ed osceni concepiti fin dall’inizio dei tempi.

L’idra si slanciò contro Ercole, cercando di avvolgerne i piedi. Egli si fece da parte e assestò

un colpo così potente su una delle teste che la staccò nettamente. Ma non appena

quell’orrida testa cadde nel pantano, subito ne crebbero altre due al suo posto. Ripetutamente,

Ercole attaccò il mostro inferocito che ad ogni assalto, invece di indebolirsi, diveniva sempre

più forte. Allora Ercole si ricordò quello che l’istruttore gli aveva detto: “Noi ci eleviamo inginocchiandoci”.

Gettando da parte la sua clava, s’inginocchiò, afferrò l’idra con le sue nude mani e la sollevò in alto.

Sospesa a mezz’aria la sua forza diminuiva. Rimanendo in ginocchio

Ercole tenne l’idra al disopra della sua testa affinché l’aria purificatrice e la luce potessero avere

il loro effetto.

Il mostro, forte nell’oscurità e nel fango del pantano, perse subito il suo potere non appena

fu investito dai raggi del sole e dal contatto del vento. Si scuoteva convulsamente e tutto lo

schifoso corpo era attraversato da fremiti. Ma il suo dimenarsi divenne sempre più debole finché,

infine, la vittoria fu completa. Le nove teste avvizzirono, poi con occhi vitrei e con un

ultimo rantolo si accasciarono riversandosi in avanti. Ma solo quando furono completamente

prive di vita, Ercole si accorse della testa mistica che era immortale. Mozzò allora

quest’immortale testa dell’idra e la seppellì sotto una roccia, mentre essa continuava a sibilare

ferocemente.

Al suo ritorno Ercole si presentò davanti al Maestro che disse: “La vittoria è stata completa.

La luce che risplende all’ottava Porta si è fusa ora con la tua.”

Francis Merchant

Introduzione

Ancora una volta troviamo delle variazioni nelle versioni del mito e non abbiamo quella

del Tibetano, che sarebbe stata un sicuro riferimento. La storia che la nona testa fosse in realtà

la testa immortale sembra essere scartata dal Tibetano, che affermava l’esistenza di tre volte

tre, cioè nove prove. La versione del mito seguita da Francis Merchant sembra più accurata

quando afferma che la testa mistica apparve quando le nove teste furono distrutte. Inoltre,

l’affermazione che questa grande testa fu seppellita sotto una roccia offre molti elementi di

riflessione. Forse l’uso della frase “nascosta sotto la roccia della volontà” è rivelatrice. Tutte

le versioni affermano che la testa fu seppellita in questo modo. In alcune si afferma che Ercole

bruciò le teste e che sia stato necessario per tale distruzione il fuoco divino.

In ogni caso, in questa prova suprema è impossibile negare la potente rappresentazione del

discepolo mondiale che si pone in ginocchio in tutta umiltà e solleva il mostro (tutto il male

accumulato, gli errori e i fallimenti del suo lungo passato) nelle altezze dello spirito dove, a

causa della propria natura, l’idra non può sopravvivere e quindi collassa e muore. L’uso del

fuoco, nella prima fase mantiene ancora quel simbolo all’interno del quadro.

Anche se il sesso, nelle prove di armonizzazione degli opposti e con la doppia reggenza di

Marte, ha un suo ruolo speciale, questo aspetto non è però sufficientemente evidenziato. Tutte

le paia degli opposti devono essere armonizzate in questo segno che è quello del discepolo

cosciente ed integrato e non certamente quello sordido di un uomo non evoluto, come si è

spesso pensato. Occorre inoltre distinguere in modo accurato tra le persone comuni che si trovano

sulla ruota ordinaria dello zodiaco e i discepoli che si trovano invece sulla ruota zodiacale

inversa. Tutto ciò è ovviamente presentato al lettore come materiale di riflessione e senza la

minima pretesa di autorità…

Analisi psicologica del mito

Ad Ercole fu detto di trovare l’idra dalle nove teste che viveva in un putrido e fetido pantano.

Questo mostro ha la sua controparte soggettiva. Essa dimora all’interno delle caverne della

mente e si sviluppa nei suoi tenebrosi e fangosi recessi non illuminati. Alloggiata nelle profondità

delle sotterranee e oscure regioni del subcosciente, talvolta silenziosa e talaltra dirompente

in una tumultuosa frenesia, la bestia vi stabilisce la propria dimora permanente. Non è

facile scoprirne l’esistenza. Lungo tempo passa prima che l’individuo comprenda che egli sta

nutrendo e sostenendo una così feroce creatura. Le frecce infuocate di un’aspirazione

infiammata devono essere tutte scoccate, prima che la sua presenza sia rivelata.

Combattere un avversario così formidabile è davvero un compito eroico per un figlio

dell’uomo, quantunque sia anche un figlio di Dio. Eliminata una testa, ne sorge subito un’altra

al suo posto. Ogni qualvolta un desiderio od un pensiero di bassa natura è estirpato, subito degli

altri lo sostituiscono.

Ercole fa tre cose: si accorge dell’esistenza dell’idra, si pone pazientemente a trovarla e infine

la distrugge. La discriminazione è necessaria per riconoscerne l’esistenza; la pazienza per

scoprirne la tana; l’umiltà per portare alla superficie i melmosi frammenti del subconscio ed

esporli alla luce della saggezza.

Fino a che Ercole combatté nel pantano, fra il fango e le sabbie mobili, fu incapace di vincere

l’idra. Dovette sollevare il mostro nell’aria, ossia trasferire i suoi problemi in un’altra

dimensione per poterli risolvere. In tutta umiltà, inginocchiato nel fango, dovette esaminare il

suo problema alla luce della saggezza e nell’atmosfera elevata dell’indagine del pensiero. Da

tali considerazioni possiamo dedurre che le risposte a molti nostri problemi ci arrivano soltanto

quando si raggiunge un nuovo punto focale d’attenzione e una nuova prospettiva.

Si dice che una delle teste dell’idra fosse immortale. Ciò vorrebbe significare che ogni

difficoltà, per quanto terribile possa apparire, contiene un gioiello di gran valore. Nessun tentativo

di dominare la natura inferiore e scoprire questo gioiello è futile.

La testa immortale, staccata dal corpo dell’idra, è seppellita sotto una roccia. Ciò implica il

concetto che l’energia concentrata che ha creato il problema rimane ancora, ma purificata, riorientata

e incrementata dopo che la vittoria è stata conseguita. Questo potere deve allora essere

giustamente controllato e incanalato. Sotto la roccia della volontà persistente, la testa immortale

diviene una fonte di potere.

Le Nove teste dell’Idra

Il compito assegnato ad Ercole aveva nove facce. Ogni testa dell’idra rappresenta uno dei

problemi che assilla la persona coraggiosa che cerca di raggiungere l’autodominio. Tre di

queste teste simboleggiano gli appetiti associati al sesso, al benessere e al denaro. La seconda

triade si riferisce alle passioni della paura, dell’odio e del desiderio di potere. Le ultime tre

teste rappresentano i vizi di una mente non illuminata: orgoglio, separatività e crudeltà.

Le dimensioni del compito intrapreso da Ercole sono dunque facilmente e chiaramente individuabili.

Deve imparare l’arte di trasmutare le energie che così frequentemente precipitano

gli esseri umani in catastrofiche tragedie. Le nove forze che hanno provocato indicibili carneficine

tra i figli degli uomini fin dall’inizio dei tempi, devono essere orientate in altro modo e

trasmutate.

Gli uomini, oggi, stanno ancora lottando per conseguire ciò che fu compiuto da Ercole. I

problemi che sorgono dal cattivo uso di quell’energia conosciuta come sesso, catturano la nostra

attenzione in infiniti modi. L’amore per gli agi, per il lusso e per il possesso materiale

aumenta rapidamente. Perseguire il danaro come un fine, invece che come un mezzo, condiziona

le vite di un’infinità di uomini e di donne. Il compito di distruggere le prime tre teste

continua dunque a sfidare i poteri dell’umanità migliaia di anni dopo che Ercole compì la sua

straordinaria impresa.

Le tre qualità che Ercole dovette esprimere furono l’umiltà, il coraggio e la discriminazione:

l’umiltà per vedere obiettivamente il suo impegno e riconoscere le sue carenze; il coraggio

per attaccare il mostro che giaceva avvolto alle radici stesse della sua natura; la discriminazione

per scoprire la tecnica da usare nel trattare il suo mortale nemico.

Scoprire la fogna ove ristagnano i desideri abbietti e gli impulsi egoistici che infestano la

natura del subcosciente è stato il lavoro della moderna psicoanalisi. Questa recente tecnica

conduce in superficie gli elementi nauseanti di impulsi repressi, ma molto spesso non va oltre.

L’individuo realizza che nelle aree sotterranee della coscienza è celato un mostro, ma si sente

frustato e disorientato nel trattare quel formidabile nemico.

Ercole invoca una luce ancora più luminosa e potente di quella della mente analitica. Egli, invece

di agitarsi continuamente nel pantano del subcosciente, cerca di elevare il suo problema

ad una dimensione superiore. Sforzandosi di vedere il suo dilemma nella luce di quella saggezza

che noi chiamiamo anima, egli l’affronta in una nuova prospettiva. Così facendo, spezza

la presa dell’idra e sottomette finalmente quella bestia.

La lotta contro l’idra, versione moderna.

Nel considerare i nove problemi che oggi e in quest’epoca si presentano a colui che cerca

di uccidere l’idra, si getterà un po’ di luce sulle strane forze che stanno operando in quel barile

d’esplosivo che è la mente umana.

1. Sesso. L’eccessivo pudore dell’epoca vittoriana e la morbosa indagine psicoanalitica sono

entrambi deprecabili. Il sesso è un’energia. Esso può essere inibito, esercitato incondizionatamente

o sublimato. La repressione e l’inibizione non sono delle vere soluzioni; la promiscuità

volgarizza la vita e rende l’uomo schiavo di una passione che lo domina. La sublimazione

implica l’uso dell’energia sessuale nello sforzo creativo.

La trasmutazione delle energie umane dischiude un campo di speculazione e di sperimentazione.

Nella scienza fisica, l’energia del moto può essere trasformata in elettricità e quella

del calore in movimento.

In quale misura, dunque, le energie umane possono essere reindirizzate? Innanzitutto,

l’energia della materia, rappresentata dal cibo, è ovviamente usata per produrre movimento.

Può l’impellente energia delle emozioni essere analogamente reincanalata nelle attività del

pensiero? Può l’energia delle tumultuose passioni trovare espressione nelle aspirazioni? Possono

gli sfoghi e le costrizioni della natura umana essere trasmutati in poteri benefici? Può

l’energia che produce il pensiero essere utilizzata come potere di sintesi in modo che ne risulti

un senso d’identificazione con tutti gli esseri viventi?

L’esperienza di Ercole indica che queste possibilità esistono e che colui che vuole soggiogare

l’idra delle passioni e della mente separativa, deve risolvere problemi di questa natura.

2. Benessere. Un eterno senso d’insoddisfazione sprona l’uomo verso altezze di conseguimento

sempre maggiori. Il benessere è spesso un freno a tale sforzo. Appesantito e imbarazzato

dai possessi, reso ottuso dall’ingannevole senso di benessere, lo spirito langue ed avvizzisce.

Il prigioniero del benessere affonda nell’apatia, dimenticando le lotte e le prove che affilano

la tagliente lama della lotta spirituale. La volontà di ricerca, l’impellente impulso a risolvere

il mistero sull’origine della vita, sono lungi dall’inclinazione narcisistica di fare del benessere

il movente centrale della vita.

3. Denaro. L’accumulo di denaro è la passione dominante che sottostà alle attività individuali

e nazionali. I valori umani ed etici non sono tenuti in nessun conto nel folle e ossessivo

sforzo di ammassare l’oro che conferisce potere. Ogni scelta è inevitabilmente determinata da

considerazioni finanziarie, anziché da convincimenti spirituali o da principi etici. L’ansia di

accumulare ricchezze è insaziabile: per quanto una persona possa averne, non desiste dal ricercarne

avidamente sempre di più.

Un effetto paralizzante di questa forma di distorsione mentale è l’egoismo. L’individuo che

soffre di quest’afflizione, troppo spesso desidera ricevere tutto e non dare nulla. L’universo

per lui esiste solo per prendere. Si considera come un punto di ricezione e non riconosce alcuna

responsabilità nel beneficare gli altri con quello che ha ricevuto.

Le ricchezze intellettuali e i tesori spirituali non meritano forse i nostri sforzi? Tutti posso78

no condividerli, e chi offre tutto quello che ha viene a trovarsi più ricco di prima. L’ansia di

acquisire beni materiali può essere, un giorno, trasmutata nel desiderio di ammassare conoscenza

e nella volontà di ottenere i gioielli dello spirito.

4. Paura. I fantasmi della paura tormentano i figli degli uomini in infiniti modi. Queste

forme illusorie li rendono perplessi e li spaventano, agendo come catene ai loro piedi e come

una grossa pietra legata attorno al collo. Molte persone si bloccano codardamente sotto

l’influsso delle strazianti paure del ridicolo, del fallimento, dell’incognito, della vecchiaia, del

rischio e della morte.

Possono tali paure essere eliminate? L’esperienza di Ercole suggerisce che si possono

vincere elevando la coscienza ad un livello d’integrazione più alto. Quando la vita di una persona

si focalizza su un proposito più elevato, le minacciose ombre della paura vengono respinte

verso la periferia del pensiero. Fino a quando i mostri indeterminati della paura s’aggirano

nel crepuscolo del subcosciente, essi avranno il potere di far impallidire le guance ed agghiacciare

il cuore.

Un soldato intento a sconfiggere il nemico, rischia la propria vita. Una madre che strappa

dal pericolo il suo bambino, dimentica le proprie paure. L’automobilista che si lancia

sull’autostrada a velocità vertiginosa, mette a repentaglio la propria vita per amore

dell’avventura. Queste persone hanno focalizzato la loro attenzione oltre il punto ove si trova

la paura. L’individuo orientato spiritualmente concentra il suo pensiero su un livello così rarefatto,

che la paura non vi può giungere.

5. Odio. L’odio ha le sue radici nella negazione. È l’opposto del desiderio di unione. Elevato

ad una dimensione più alta, l’odio è trasmutato nel ripudio di tutto ciò che è irreale.

Quando l’odio è spoglio d’ogni contenuto emotivo, può diventare un’energia che conduce

l’uomo a respinge la forma per amore della vita dell’anima. Sull’arco inferiore l’odio è sicuramente

distruttivo; sull’arco superiore, quando completamente purificato, può essere visto

come l’altra faccia dell’amore.

6. Desiderio di potere. Durante gli ultimi secoli l’uomo ha liberato l’energia del potere

molto di più che quella dell’amore. Come risultato si è avuto sbilanciamento e squilibrio.

Il potere, quando non è in correlazione con l’amore, è una forza che corrompe. Il motivo

di molte tragedie nei rapporti umani deriva dal desiderio incontrollato di dominare la vita degli

altri, di prescrivere e regolare la loro condotta. Colui che antepone considerazioni di potere

ai principi etici, genera una lotta perpetua. Gli alti ideali che per secoli hanno servito da faro,

fratellanza, cooperazione, idealismo, perdono sempre più il loro splendore a mano a mano che

il potere diventa il fattore predominante nella società.

Quando però è trasmutata, la volontà di potere diventa la volontà di conseguire e la volontà

di sacrificio. La dura ed egocentrica volontà si trasforma in benefico agente distributore di doni.

Allora, in verità, il potere serve l’amore e l’amore glorifica il potere.

7. Orgoglio. Le mura costruite dall’orgoglio incarcerano l’uomo in modo più sicuro delle

sbarre di una prigione. Legato dalle pesanti catene dell’autoesaltazione, guarda gli altri esseri

umani con condiscendenza. In tal modo egli indebolisce il legame che stringe tutti gli uomini

in un’indissolubile fratellanza. Ponendosi in disparte, oltrepassa sempre più il cerchio delle

simpatie umane.

Ercole lottando con l’idra s’inginocchia, simboleggiando con questa posizione lo spirito di

umiltà che deve essere raggiunto. L’esaltazione delle inclinazioni della personalità deve essere

sostituita dalla tendenza all’autosacrificio.

8. Separatività. La mente analitica divide e suddivide, attribuendo più valore alla parte che

non al tutto. Si dà importanza alle indicazioni della diversità, piuttosto che alla soverchiante

realtà dell’unità. Questo modo di pensare così frammentato è in contrasto con l’impulso alla

sintesi.

L’atteggiamento separativo è più conscio delle differenze tra gli uomini che non delle loro

somiglianze; concepisce le religioni come una serie di unità in antagonismo, piuttosto che una

singola espressione dell’impulso spirituale; considera l’opposizione delle classi nella società

più importante della comune umanità che rende fratelli tutti gli uomini; considera la terra come

una serie di nazioni diverse anziché come un mondo unito.

Ercole dovette considerare l’idra come un unico mostro, non come una bestia con nove teste

diverse. Fino a che cercò di staccare le teste una ad una non ebbe successo. Quando finalmente

la considerò un’unità, ne uscì trionfante.

Crudeltà. La soddisfazione che gli uomini provano a far del male ad altri è la testimonianza

dell’esistenza di tendenze malefiche che corrodono la mente. Il deliziarsi nel provocare

sofferenza ai nostri fratelli è una malattia. Quest’orribile testa dell’idra deve essere distrutta

una volta per sempre, prima che l’uomo possa dichiararsi umano. La vita moderna offre molti

esempi di brutalità e sfrenata crudeltà. In molte famiglie, i bambini sono insultati, ridicolizzati

e disprezzati da coloro che rifiutano di comprenderli. Mariti e mogli, con il divorzio, proclamano

ogni giorno al mondo di essere vittime di torture mentali. Tribunali e ospedali offrono

evidenti dimostrazioni dell’irrazionale piacere che gli esseri umani provano nel tormentarsi a

vicenda. “Noi lo facciamo per provare il brivido”, diceva ultimamente un giovane teppista,

“non per denaro.”

Questo mostro di crudeltà perde i suoi poteri quando è tenuto sollevato nell’aria, nella luce

della ragione e della compassione. Il compito di mutare l’energia della crudeltà in quella della

compassione attiva è ancora da effettuarsi. In due prove Ercole “uccise” quando avrebbe dovuto

amare, ma nel segno dello Scorpione egli conseguì questa trasformazione, estirpando

dalla sua natura una tendenza che lo avrebbe danneggiato in ogni sua futura impresa.

Questo è ciò che Ercole, psicologicamente parlando, ha conseguito in questa fatica. Ha fatto

penetrare la luce negli oscuri recessi del subcosciente, preda delle mostruose forze che

sguazzano nel fango degli impulsi subliminali e ha vinto i nemici che governano la sua stessa

dimora. Un processo di purificazione ha avuto luogo; Ercole è ora pronto ad affrontare la

prossima fatica, ove dovrà dimostrare la sua abilità nel controllare le facoltà e i poteri della

mente.

F.M.

Applicazioni alla Vita

( Riassunto di una conferenza di A. A. B.)

La fatica nello Scorpione è quella che, da un certo punto di vista, ha monopolizzato le nostre

risorse e continuerà ad essere così per un lungo tempo ancora poiché, diversamente da Ercole,

non abbiamo ancora sconfitto l’idra. La maggior parte di noi è ancora impegnata con i futili

metodi che Ercole impiegò all’inizio di questa prova.

Questo è, fondamentalmente, il problema dell’intera umanità ma, individualmente, noi

siamo così profondamente impegnati con la nostra propria evoluzione che dimentichiamo la

veduta più vasta. Se stiamo scalando la cima del monte in Capricorno, dobbiamo perdere di

vista la personalità e cominciare a funzionare come anime.

Nei nostri momenti più elevati sappiamo, teoricamente, quali dovrebbero essere il nostro

atteggiamento e le nostre azioni, eppure continuiamo a sguazzare nel fango. Perché? Per una

legge fondamentale, per la quale ogni cosa in natura evolve in maniera sequenziale, un passo

dopo l’altro, linea su linea, regola su regola. Se la nostra personalità si purificasse di colpo e

tutta la forza dell’anima si precipitasse in essa, ne potrebbe derivare un’esperienza devastante.

I nostri piedi vacillerebbero e verremmo spazzati via dal potere e dalla luce, dall’onniscienza e

dall’onnipotenza della nostra anima. Non sapremmo come utilizzare tutto quello che avremmo

avuto. Ciò non vuol dire però che tutto quello che dobbiamo fare è di starcene comodamente

seduti e lasciare che la legge agisca, abbandonare i remi ed aspettare che l’evoluzione ci conduca,

un giorno, a destinazione. Significa che, al momento, siamo sul campo di battaglia del

Kurukshetra e che abbiamo a che fare con l’idra nello Scorpione, poiché questo è il lavoro che

oggi incombe sull’umanità.

La vera prova dello Scorpione non ha mai luogo finché non siamo coordinati, fino a che la

mente, la natura emotiva e quella fisica non funzionino come un’unità. Allora l’uomo passa

nel segno dello Scorpione dove il suo equilibrio è sconvolto, dove i desideri appaiono indomabili

proprio quando egli pensa di essersene liberato, dove è oscillante e crede invece di essere

equilibrato. Era quasi sicuro che la sua mente stesse cominciando a controllare la sua personalità,

ma scopre invece che non è così. Studiando Ercole, scorgiamo noi stessi.

Ricordiamoci che ci sono tre cose che il discepolo deve fare nel segno dello Scorpione.

Deve dimostrare, non alla Gerarchia, né ad altri, ma a se stesso, di aver superato la grande illusione;

che la materia e la forma, non possono più avere presa su di lui. Ercole deve dimostrare

a se stesso che la forma è semplicemente un canale d’espressione tramite cui prendere

contatto col grande campo della manifestazione divina. Leggendo alcuni libri d’argomento

religioso si potrebbe concludere che la forma, l’emozione e la mente siano il male, cose indesiderabili

di cui disfarsi. Ma riflettendo sull’argomento è fondamentale capire il concetto che

senza forma fisica non avremmo più il mezzo per prendere contatto con quella divina espressione

che è il mondo materiale. Dio è in tutti gli esseri umani, in questo fisico, tangibile mondo

in cui viviamo, e se noi non avessimo una forma né alcuno dei cinque sensi, non avremmo

più i mezzi per percepire la divinità che dimora nella forma.

La personalità non deve essere né uccisa, né calpestata, ma deve essere riconosciuta come il

triplice canale d’espressione dei tre aspetti divini. Tutto dipende da come noi utilizziamo questa

triplice personalità, se per fini egoistici o divini. La grande illusione è l’utilizzazione della

personalità per fini egoistici.

Per riassumere l’intero argomento, nel segno dello Scorpione, il Sé è determinato ad uccidere

il piccolo sé per fargli apprendere il significato della resurrezione.

Che cos’è la morte?

Vi sono tre segni di morte nello zodiaco; tre grandi morti hanno luogo man mano che progrediamo

intorno al campo della vita. Nel Cancro abbiamo la morte dell’essere elementare

(l’uomo), affinché l’essere umano possa venire in esistenza. Attraversando lo Zodiaco si può

sempre dire: “Qui avviene la morte allo scopo di ...”

La morte è sempre un entrare in una vita più “completa”, in una più piena esperienza, in

una più ampia realizzazione e libertà d’azione. E’ la morte della personalità affinché l’anima

possa dominarla ed esprimere la vita attraverso di essa. Nei Pesci abbiamo la crocifissione, la

morte di un salvatore del mondo che ha adempiuto al suo compito in modo perfetto.

La morte, in astrologia, può significare diverse cose. Può forse significare che si sta per

morire. Questa è solo una delle interpretazioni. Forse si tratta di un’antica emozione, ormai

superata, che sta morendo; forse sono alcune idee ormai cristallizzate, dei dogmi, che hanno

governato per lungo tempo le nostre attività e che ora devono semplicemente aver fine e a noi

pare strano come abbiamo potuto ragionare in tal modo. Quella linea di pensiero è dunque

morta. È cosa buona avere una visione più ampia ed imparare ad interpretarla nei vari aspetti

della personalità.

Scorpione, Segno della Magia.

Fare magia non significa fare cose strane e insolite: vera magia è che l’anima si esprima

tramite la forma. La magia nera è l’uso della forma al fine di ottenere ciò che noi vogliamo

per la forma. La magia nera è puro egoismo. La magia bianca è l’uso dell’anima allo scopo di

elevare la condizione umana, utilizzando la personalità. Perché lo Scorpione è il segno della

magia?

Un antico libro dice: “La Vergine è la strega che prepara gli ingredienti che devono essere

pesati nella Bilancia e nello Scorpione il lavoro magico viene continuato.” Dal punto di vista

dell’aspirante ciò significa che nella Vergine si scopre il Cristo in se stessi, nella propria interiorità,

nutrito dalla forma attraverso le età. Nella Bilancia, si fluttua fra le paia di opposti, la

forma o la natura Cristica, finché non si raggiunge l’equilibrio tra spirito e materia. In Scorpione,

siamo messi alla prova per vedere chi trionferà: la forma o la natura Cristica, il Sé superiore

o il sé inferiore, il reale o l’irreale, la verità o l’illusione. Questa è la fondamentale

qualità dello Scorpione.

Costellazioni e Stelle

Il Toro, che è opposto allo Scorpione, è il segno del desiderio espresso in maniera predominante

sul piano fisico come sesso. Nel cuore dello Scorpione troviamo Antares, una delle

quattro stelle regali, una stella rossa. Il rosso è il colore del desiderio e questa è la stella più

rossa che vi sia in cielo, simboleggia il rosso del desiderio che sottostà ad ogni manifestazione

della vita divina.

In Gemelli, dove si raccolgono i pomi aurei, Ercole lottò anche con Antares. Qui, nello

Scorpione, ci troviamo ancora a fronteggiare una stella rossa. Perché? Perché il problema

dell’umanità in questo nostro grande sistema solare è quello dell’attrazione fra gli opposti (che

è il desiderio). Vi è sempre una dualità tra ciò che è desiderato e colui che desidera. L’Aquila

è permutabile con lo Scorpione. L’Aquila ha molto a che fare con gli Stati Uniti e la freccia

del Sagittario, il segno successivo, è anche dominante nell’emblema degli Stati Uniti. L’aquila

è l’uccello che sta oltre il tempo e lo spazio, e mentre Ercole lotta con l’idra, guarda in alto,

vede l’aquila e ricorda che egli è venuto in incarnazione e che dovrà volare indietro per tornare

nel luogo da dove venne.

Vi sono tre costellazioni connesse con questo segno che sono straordinariamente interessanti.

La prima è il Serpente, il serpente dell’illusione, il serpente che incontriamo nella Genesi

e che ingannò Eva. La seconda è Ofiuco, l’uomo che lotta contro il serpente. Nello Zodiaco

antico il serpente è rappresentato nelle sue mani. Egli lo afferra con entrambe le mani e pone

il piede sul suo cuore, che è la stella rossa del desiderio. Nel far questo, egli guarda verso la

costellazione che noi vedemmo nella Bilancia, la Corona. In tal modo abbiamo la personalità

simboleggiata da Ofiuco che lotta con il serpente dell’illusione, con la Corona tenuta dinanzi a

lui e verso cui aspira. La terza costellazione Si chiama Ercole e raffigura l’aspirante che non

guarda la Corona, ma l’Aquila. La personalità guarda la Corona e dice: “Sto attraversando

molte difficoltà, l’ambiente mi è ostile, le mie condizioni familiari sono difficili, ma un giorno

io otterrò la Corona”. Ercole, il discepolo, non si interessa della corona, ma guarda l’aquila,

l’aspetto spirito. E’ occupato con quel meraviglioso simbolo di luce emergente che rende possibile

ogni vittoria. Manteniamo dunque i nostri occhi fissi sull’aquila; facciamo scendere il

fuoco; non guardiamo in terra; centriamoci nella divinità.

A.A.B.

 

( LA NONA FATICA, quella successiva, è L’uccisione degli uccelli di Stinfalo (Sagittario, 23 Novembre - 22 Dicembre) che rappresenta la lotta contro l’estrema confusione, con la conseguente perdita di orientamento.)

martedì 9 ottobre 2012

SATURNO IN SCORPIONE 2012-2014


Saturno in Scorpione mette in evidenza il nostro inconscio collettivo. Inconscio collettivo è un termine usato da Jung per descrivere alcune forze primordiali che muovono l’uomo da sempre, come miti, religioni, sogni, archetipi, e che riuniscono ciò in cui l’uomo crede: “La Grande Madre, il Senex, Il Puer, Il Mare, il Diluvio, la Morte e Rinascita”, sono alcuni esempi. Scrive Jung:

«Gli archetipi: al mondo effimero della nostra coscienza essi comunicano una vita psichica sconosciuta, appartenente ad un lontano passato; comunicano lo spirito dei nostri ignoti antenati, il loro modo di pensare e di sentire, il loro modo di sperimentare la vita e il mondo, gli uomini e gli dei. L'esistenza di questi stati arcaici costituisce presumibilmente la fonte della credenza nella reincarnazione e nella credenza di "vite anteriori" » (Carl Gustav Jung, 1939, p.278).

Il periodo che dura due anni circa, da Ottobre 2012 a Dicembre 2014 con Saturno in Scorpione abbinerà la forza di Marte e Plutone alla strategia del Capricorno. Un periodo di lotta per la sopravvivenza, anche economica. Ma in primo piano sarà la lotta personale che ciascuno di noi dovrà affrontare con la Paura, l’Invidia, la Rabbia, le Passioni Distruttive, che, con l’aiuto di Saturno-razionalità, dovremo evitare per non cadere in pesanti disastri, anche economici, visto che astrologicamente lo Scorpione si oppone al segno del  Toro, il segno della ricchezza e dell’abbondanza. I sacrifici continueranno e ci vorrà tempo prima che l’economia globale, la struttura del mass-media-marketing, possa produrre altra ricchezza, quindi stagflation, recessione, stagnazione e problemi vari perdureranno finchè la struttura globale che regola l’economia non troverà un nuovo assetto, più giusto ed equilibrato. E’ finito quindi il periodo degli eccessi.  Il conto verrà presentato a chi ha tradito le aspettative e trovandosi in posizioni privilegiate non ha avuto la forza di sacrificare i propri interessi a favore della collettività. Il rapporto tra Scorpione e Saturno è spiegato bene, per assonanza, nelle parole di Albert Einstein:

 

 "The intuitive mind is a sacred gift and the rational mind is a faithful servant. We have created a society that honors the servant and has forgotten the gift." ~Albert Einstein

La mente intuitiva è un dono sacro e la mente razionale un fedele servitore. Abbiamo creato una società che onora il servitore e ha dimenticato il dono.”

 

La mente intuitiva è una voce sommessa che ammonisce che non si può star bene, se non stiamo “tutti” bene, e che è necessario sacrificare del nostro “io”, a favore anche degli altri, del bene collettivo, quindi.  Questo cambio sarà sempre più necessario a partire da chi è in posizione di comando, o leader, via via fino alla persona più umile. Fino ad ora però i sacrifici sono stati imposti da chi comanda, dai leader, solo ai deboli, mentre i potenti hanno cercato quasi esclusivamente il proprio beneficio personale o quello del gruppo, ignorando che siamo tutti, come si diceva ai miei tempi, “sulla stessa barca”.

Un transito di questo tipo, Saturno nel segno delle acque stagnanti ed infide,  presuppone fedeltà e affidabilità, come risultato di un lavoro lungo e meticoloso che ha l’obiettivo di sviscerare, attraverso un’attenta analisi dei pro e dei contro, i nostri errori del passato. A parte le accezioni negative e sinistre di Saturno nel corso del Medio Evo,  oggi si registra un’evoluzione: a partire dal Rinascimento viene riconosciuta a Saturno una “struttura concettuale positiva” legata a doti particolari, quali la genialità, la sapienza, la profezia. Tutte qualità decisive nelle nostre vicende  personali.  In realtà, Saturno è il pianeta del karma, dei limiti e della disciplina, che spesso ci costringerà a confrontarci con le nostre lezioni del passato e chiederà sempre più di fare uso della saggezza (Qualità dell’altro gigante dello Zodiaco: Giove)  prima di poter entrare in un nuovo ciclo. Come Giove, Saturno ha un sistema complesso di Lune, dieci Lune in tutto. La più grande,  Titano, ha la stessa dimensione di Mercurio. Come Giove, Saturno è secondo solo al Sole in potere gravitazionale,  e ciò lo rende un "peso" notevolissimo in termini di potere spirituale. Come Giove, Saturno è un maestro spirituale. Giove è l'espansione al potere,  Saturno la contrazione del potere spirituale. Sono i primi a risentire di questo effetto il Toro, l’Acquario ed il Leone, che spesso di spirituale hanno bene poco, ne favoriranno Cancro e Pesci. Dei pianeti spirituali, si può anche dire che sono le ottave superiori dei pianeti personali. Saturno è considerato l'ottava superiore della Luna, legati insieme attraverso il concetto di karma. Il simbolo di Saturno è una croce e sulla cima, una falce di luna. La Luna come anima, Saturno come Giudizio.

 
Spiritualmente, Saturno è associato sia con il chakra della radice e la corona. Come il governatore della radice, Saturno si riferisce l'elemento terra, il mondo fisico e tutte le prove e le limitazioni che vengono con l'essere nel mondo. Come il capo della serie planetaria e coronazione ultima, Saturno rappresenta la risoluzione del karma, ed il rientro (rinascita) in una maggiore coscienza collettiva.