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mercoledì 29 febbraio 2012

MARTE IN SAGITTARIO


Amo ferocemente, disperatamente la vita e credo che questa ferocia, questa disperazione mi porteranno alla fine. Amo il sole, l’erba, la gioventù. L’amore per la vita è divenuto per me un vizio più micidiale della cocaina. Io divoro la mia esistenza con un appetito insaziabile. Come finirà tutto ciò? Lo ignoro......

(Pier Paolo Pasolini, “Il cinema in forma di poesia”)

IL PRINCIPIO DI TUTTI I MALI: MARTE IN SAGITTARIO
Il regista Pasolini, il filosofo Althusser, Pavarotti e Annliese Michel una ragazza tedesca colpita da mal caduco e comiziale? Cosa possono aver in comune? Un aspetto energetico doppio riconducibile alla posizione del pianeta Marte alla nascita (Nergal è il nome Babilonese dello stesso Dio della guerra, che era Ares per i Romani, Bima per gli induisti). In tutti questi casi, questo simbolo si colloca nel combattivo segno del Sagittario. Per quanto riguarda Big Luciano siamo sicuramente di fronte ad un Marte creativo, potente, eccentrico, evolutivo, fonte di energia apparentemente inesauribile, grazie al trigono Luna in Ariete, ed il trigono Ascendente in Leone, il sestile Sole in Bilancia, la passione per la musica, che non disturba affatto un meraviglioso Mercurio, la voce, potente ed equilibrata, a cavallo tra Bilancia e Scorpione. La Voce, chiaramente, un’energia esplosiva, uno sfogo pieno dei propri talenti, una voce divinamente potente, una gioia di vivere creativa ed evolutiva, generoso, teatrale, decò, flamboyant, dandy, la gestualità teatralizzata. L’energia Sagittariana viene qui pilotata, consacrata e devoluta all’arte, alla musica, alla passione, alla carriera. Da notare in tutti i sensi la “grandezza” gioviale. La phisique du role, la grancassa del petto, la stazza, la popolarità immensa, il patrimonio, la produzione, il riconoscimento, etc.. Tutto grande, enorme, fuori misura.. Ma in senso positivo. Ma Marte in Sagittario può essere grande nei due sensi, verso il cielo scagliando il dardo di idealismo o dando sfogo alle passioni più brutali e terrene. Costruttivo o distruttivo. L’asse Gemelli Sagittario con Pesci e Vergine, è chiamato la croce dell’instabilità. Il Tenore aveva un gusto a volte un po’ macabro, ha sempre qualcosa di eccentrico, ad esempio un capriccio, quello di disporre il suo “dopo la morte”, quello di immaginarsi nella bara defunto, un dettaglio rivelatore delle preoccupazioni di questo Marte in Sagittario per l' aldilà. Dispone di essere inumato nella bara di legno comunque con il frac, sciarpa bianca, cerone e trucco, pronto per la platea e per il concerto. E’ una chiave psicologica di Marte in Sagittario, che crede all’eterno, vivendo però nell’immediato, senza crederci mai proprio fino in fondo, un po’ per superstizione, un po’ per sfida. Crede e non crede a nulla, al punto che, visto che non siamo sicuri di nulla, e non lo sappiamo, e non lo sapremo mai, caso mai non dovesse succedere qualcosa d’altro, oppure il nulla nel “dopo”, meglio essere già pronti, vestiti a festa. Gli egiziani avevano una mentalità abbastanza simile, dipingevano la Dea Nut all’interno dei sarcofagi come sigillo, speranza di resurrezione. La religione, un insieme di credenze che influenzano gli individui sia a livello personale che nelle relazioni con gli altri, esiste da quando esiste l’uomo e nasce per tentare l’impossibile collettivo, cercare di dare un senso alla vita, contribuire a migliorare la coesione sociale, aiutare a ritrovare un senso di appartenenza. La parola “Religione”, infatti, deriva dal termine latino “Religo” che significa “Legare insieme”. Per legame si intende sia quello che si viene instaurando tra coloro che praticano lo stesso culto e sia quello tra l’uomo e il suo Dio. Nella mitologia egizia, da dove provengono tutte le religioni le Tre grandi Sorelle, Ebraismo, Musulmanesimo, e Cristianesimo, Nut o Nuit era la dea del cielo. Il motivo dichiarato della religione era, ed è, quello di organizzare e gestire il dopo la morte. Originariamente Nut fu la dea del cielo diurno, ma più tardi rappresentò il cielo in generale. Si pensava che il dio-sole, Ra, nel suo viaggio notturno, fosse da lei ingoiato dopo il tramonto, per essere partorito di nuovo all’alba. Nello stesso modo, Nut divorava e faceva rinascere le stelle, e per questo motivo era considerata una divinità legata alla resurrezione. Nell’iconografia è solitamente raffigurata come una donna nuda, ricoperta di stelle, Dipinti la raffigurano con un vaso d’acqua sulla testa, o si presenta nella forma di una mucca, il cui grande corpo forma il cielo, di un albero di sicomoro, o come una grande scrofa mentre divora i suoi piccoli, che simboleggiano le stelle. Le stelle sono state interpretate correttamente dagli antichi. Ad occhio nudo vedevano in Saturno il Grande Vecchio. L’era moderna dei telescopi conferma questa visione. Per il Marte di Pasolini invece le parole chiave sono sempre state omosessualità, violenza, contestazione, diversità, evidenziate da Marte di nascita strettamente quadrato Sole, Venere ed Urano in Pesci. Il quadrato è una dissonanza nella musica celeste, il divino cantore qui si è inceppato. E’ il Lato Delirante di Marte-Pasolini, è un Marte deviato, che lo faceva scrivere il suo emotivo rifiuto nel 1958 riguardo alla chiesa, alla religione come fatto sociale, come cuore spietato dello stato, nella poesia:
“A un Papa”
da “Umiliato e offeso (epigrammi)]
“Bastava soltanto un tuo gesto, una tua parola,/ perchè quei tuoi figli avessero una casa:/tu non hai fatto un gesto, non hai detto una parola./Non ti si chiedeva di perdonare Marx! Un’onda/immensa che si rifrange da millenni di vita/ti separava da lui, dalla sua religione:/ma nella tua religione non si parla di pietà ?/Migliaia di uomini sotto il tuo pontificato,/davanti ai tuoi occhi, son vissuti in stabbi e porcili./Lo sapevi, peccare non significa fare il male:/non fare il bene, questo significa peccare./Quanto bene tu potevi fare ! E non l’hai fatto:/ non c’è stato un peccatore più grande di te”.
Pier Paolo Pasolini (1958)
La teoria (ce n’è sempre una ricorrente) è che la religione sia un fenomeno sociale. L’altra, naturalmente contrapposta, è che la religione e la spiritualità, siano esclusivamente una questione privata, intimistica, di esclusiva pertinenza dell’individuo e del suo ristretto gruppo famigliare..Ora che in una vita segnata da violenza e molte malattie e sofferenze mal sopportate, è la riprova che la follia può essere arricchita da una dimensione soprannaturale? Aldilà dei singoli fenomeni, cioè, esiste qualcosa di più, la santità appunto? Nessuna crociata per Pasolini Santo?
Perdonare Marx, certo, stessa radice di Mar-te. Marte in Sagittario se non altro, è apolitico. Pasolini con questo Marte in XIIa Casa e Ascendente nel roccioso Capricorno, Sole nel sensibile e oceanico segno dei Pesci, invade tutto. Da maestrino gay anni cinquanta, si inalbera, si inorgoglisce, invade cinema, storia, letteratura, arte politica, religione, teatro, l’ipocrita società di quegli anni, i salotti, i viaggi culturali della sinistra, le aule dei tribunali collezionando 33 processi a suo carico, si espande a 360 gradi, ma si sente sempre più solo, straniero in terra straniera, il suo demone è la solitudine. Cerca i corpi. In una poesia, scrive: “Cerco i corpi senz’anima” Si sente lui senz’anima, anzi ha una anima solo attraverso la madre Susanna Colucci, anch’essa Maestra, a cui regala una parte secondaria ma importante , nel film Vangelo secondo Matteo, quella della Vergine, madre di Cristo. Invoca ripetutamente la madre nel momento della morte. La sua Luna è Mercuriale, in Gemelli, el campo opposto a Marte. I Gemelli sono il segno dell’Esaltazione di Plutone il pianeta del passaggio agli inferi, con accompagnamento angelico al momento della morte...
A parte scrivere poesie Marte, il pianeta del sesso, in Pasolini cercava consolazione adescando giovanetti davanti alla fatiscente Stazione Termini degli anni ’70 per rapporti fugaci, ma era passivo attivo, amava, nel gioco erotico, farsi picchiare, e la violenza sarà la sua nemesi:
“L’unica consolazione della loro miseria è solo ed unicamente il sesso; solo il sesso comprato a buon mercato per un quarto d’ora può dare al giovane borgataro come al padre di famiglia l’illusione del possesso.” Da un lato abbiamo male = potere = fascismo = carnefice = possedere sessualmente e dall’altro abbiamo bene = impotenza = comunismo = vittima = essere posseduti sessualmente, in una sorte di Trillo del Diavolo Ascendente e Discendente. Tartini l’ha detto e scritto, il Diavolo è bellissimo. Bisessuale, Risolve l’antitesi. Bramare o essere bramati? Tutti e due.
E fino all’ultimo cosi è stato, sesso sesso sesso, deviato e perverso fino all’ultimo fotogramma del suo ultimo film, 120 giornate di Sodoma e fino all’ultimo fotogramma della sua vita, il misterioso martirio di quel primo giorno di Novembre 1975. Martirio previsto da un Marte veggente, 13 anni prima, nel 1962. Presagio ampliamente previsto dal Marte in XII, La Luna in Gemelli è parecchio brava con i numeri, parecchio curiosa da informarsi magari presso un buon astrologo, essendo Mercurio il messaggero degli dei. Pasolini viene ucciso, o si fa uccidere, nella notte tra il 1mo Novembre ed il 2 Novembre, fase di Luna calante in Bilancia, congiunta Plutone e quadrata Marte in Cancro, segno questo lunare dell’equilibrio, ma anche della perdita di equilibrio, quindi della pazzia. La luce quella notte cedeva il passo all’avanzare dell’oscurità e giungeva rapidamente “l’autunno” del ciclo lunare. Come il buio copre la luce e ne allontana i raggi luminosi, così la Luna Calante delle Streghe propiziava tutti i riti anche violenti e gli incantesimi volti all’allontanamento di persone, ostacoli, malattie o presenze negative, sia sottili che tangibili; alla separazione, all’insinuarsi e al verificarsi della rottura, al netto distacco, all’avanzare della rovina e a quelle operazioni magiche volte a far decadere e cedere, come anche all’attacco e alla vendetta di gruppo.
Questa è quindi una fase lunare che può aiutare anche ad allontanare quelle parti di noi e quelle ombre oscure e striscianti insinuate in noi che avevamo potuto contemplare nella luminosità della fase crescente e piena e che ora possiamo quindi abbandonare. Lavorare con le divinità ctone plutoniche in questa fase 26 e 27 permette anche di conoscere meglio la propria natura e di apprendere i misteri della saggezza profonda, i segreti della Morte e del Calderone. Nel calderone diabolico c’era solo violenza. La Luna Calante si offusca e il cielo diventa completamente buio. Il momento del Passaggio all’altro mondo, nascosto nella profondità della terra è giunto e nell’oscurità della terra inizia un nuovo ciclo lunare. Una nuova luce.
“Sì, ho capito. Ma io non solo lo tento, quel pensiero magico, ma ci credo. Non in senso medianico. Ma perché so che battendo sempre sullo stesso chiodo può persino crollare una casa.”
Aveva detto esattamente queste parole in un’intervista poche ora prima del ritrovamento del suo cadavere. Da parte di una donna. La quale camminò verso quello straccetto fino alla distanza di pochi metri:
“Lasciano sempre spazzatura da tutte le parti.” Prima di capire che si trattava di un uomo. Del cadavere di un uomo.
Cosa rimane di noi e dei corpi dopo la morte, il Sagittario ci tiene a mostrarlo, dopo che Marte distruttivo ci passa sopra? Il segno del Sagittario tende a mostrare la sua ferita in tutta la sua drammaticità, al punto di esibirla.
Nella vita di Pasolini l’omosessualità maschile, fascismo, sadomasochismo, scatofagia, volgarità e poesia si intrecciano creando un gomitolo assurdo quanto ipnotico, un tessuto ad arazzo, un tappeto orientale multicolore strettamente ordito. Marte in Sagittario, filosofico quanto rozzo, trova stimolante (tratto dai suoi racconti) che i quattro Signori (probabilmente quattro angeli del cosmo deviati) compiono sevizie sui giovani, che arrivano a dover camminare a quattro zampe, nudi e latranti. Nel girone della Merda – narratrice la signora Maggi (Elsa De Giorgi) – viene raccontata ogni sorta di perversione anale e di conseguenza gli adolescenti vengono sodomizzati. Tutti poi partecipano ad un pranzo pantagruelico, la cui principale portata è costituita dalle feci di tutti gli astanti, appositamente raccolte. Nel girone del Sangue – narratrice la signora Castelli (Caterina Boratto) – i ragazzi vengono posseduti, seviziati e uccisi, in un crescendo di efferatezze; un’orgia di sangue compiuta da tre signori mentre il quarto osserva a distanza le torture con un binocolo. Nell’ultima scena due ragazzi collaborazionisti ballano assieme, lontani dall’orrore, parlando delle proprie ragazze che li aspettano. Da dove viene quest’orgia di violenza Centaurica? Ci si può anche leggere – ed è stato spesso fatto – un’allegoria contro il potere. I quattro “signori”, l’Eccellenza, il Presidente, il Monsignore, il Duca, rappresentano poteri sociali e politici, quello giudiziario, quello economico, quello religioso e quello dell’aristocrazia. «la sola vera anarchia è quella del potere» afferma il Duca: il potere non è niente più che un insaziabile appetito. Non esiste conseguentemente rapporto sociale che non sia rapporto di potere e che – questo sì è molto pasoliniano – non risponda alla logica della complicità conclamata tra vittima e carnefice. «Il Possesso è un Male, anche per definizione, è il Male: quindi l’essere posseduti è ciò che è più lontano dal Male, o meglio, è l’unica esperienza possibile del Bene...» Pasolini muore nell’intercapedine, nell’incertezza, nello spazio sottile tra un’incomprensione totale tra lui e l’altro lui, un insignificante borgataro diciassettenne, altrettanto violento e perverso anzi no, sicuramente più violento e perverso di lui, questa la logica del possedere ed essere posseduti, il male dell’anima.
In una lettera inviata all’amica Silvana Ottieri fine anni’40 Pasolini scriveva:
“E’ una cosa scomoda, urtante e inammissibile, ma è così; e io, come te, non mi rassegno.....io ho sofferto il soffribile, non ho mai accettato il mio peccato, non sono mai venuto a patti con la mia natura e non mi ci sono neanche abituato. Io ero nato per essere sereno, equilibrato e naturale: la mia omosessualità era in più, era fuori, non c’entrava con me. Me la sono sempre vista come un nemico, non me la sono mai sentita dentro”. In “Supplica a mia madre” scrive:
“ Sei insostituibile. Per questo è dannata/ alla solitudine la vita che mi hai data. / E non voglio essere solo. Ho un’infinita fame /d’amore, dell’amore di corpi senz’anima./Perchè l’anima è in te, sei tu, ma tu/ sei mia madre e il tuo amore è la mia schiavitù”. Ed ancora scrive: “Il mio amore è solo/ per la donna: infante e madre”.
Il poeta Dario Bellezza, certamente omosessuale, nel libro “Morte di Pasolini” era dell’avviso che Pasolini potesse amare le donne come uno stilnovista del trecento, ma che sessualmente era incessantemente attratto dai ragazzi delle borgate. In Pasolini si verificò quindi una scissione drastica tra la sfera affettiva e la sfera sessuale. Sentiva una sensazione di fusione talmente profonda nei confronti della madre, da avvertire in questo tipo di affetto il sentore di qualcosa di innaturale. Pasolini per preservare la purezza di questo sentimento nei confronti della donna che lo aveva generato e cresciuto non poteva che distogliere, spostare le sue pulsioni sessuali verso persone del suo stesso sesso. Amare una donna avrebbe significato cercare prima un’altra madre e poi avere un altro termine di paragone per la madre che lo aveva compreso e sostenuto. In questo senso l’intera opera omnia di Pasolini è un continua tentativo malriuscito (non è mai guarito da questi demoni) di autoterapia, una incessante automedicazione della propria interiorità ed allo stesso tempo è l’unica via per compiere un processo di individuazione, di accoglimento e di accettazione della propria Ombra, per dirla alla Jung. Il risultato artistico è ambivalente, ma comunque sotto gli occhi di tutti. Se Salò è una schifezza altre opere sono più apprezzabili. I suoi scritti quindi non sono mai lineari, perchè comprendono ed esprimono la complessità, la multilateralità e la frammentarietà della sua personalità; e la sua personalità era sfuggente ed irrisolta. Leggendo le sue pagine della sua totalità psichica è possibile percepire vagamente il senso globale, ma è controverso stabilire un’unita indissolubile, perchè nelle sue espressioni artistiche si avverte il continuo fluire di tutti i suoi stati psichici, mentali ed intellettuali mutevoli e con-temporanei. L’altalena del Centauro, mezzo uomo e mezzo cavallo, si sparge come fiume carsico in ogni direzione. Angosce di persecuzione, elementi fantasmatici, nuclei inconsci ed emozioni di tipo depressivo si amalgano con distinguo intellettuali sottili, con codici culturali dalla natura più disparata: si intrecciano razionalismo, illuminismo, religiosità ed un irrazionalismo, costituito da un vitalismo disperato e da una voglia costante di autodistruzione. Tutte queste caratteristiche, eliminato il bisogno d produzione artistica se non come maschera dell’orrore:
(Petrolio, Postumo del 1975)
“Adriana era preda di una regressione reale, che solo la sua cultura, e quella certa cristallizzazione misteriosa, che distingue la schizofrenia dei santi da quella dei matti, impediva che divenisse un sintomo preoccupante. Essa riviveva la ‘ripetizione’ al di fuori della coscienza che essa ne aveva come lettrice del miglior San Paolo mistico (dimentica innocentemente della sessuofobia sospetta e dell’antifemminismo di costui). L’alta qualità della rinuncia al mondo di Adriana, andava presa in considerazione… dal canto suo, divenne una monaca la cui pietà richiamò subito su di sé l’attenzione del mondo, che tanto crebbe, con gli anni, che finì col pretendere quella donna santa. Ed effettivamente sarebbe stato impossibile, (...) dimostrare il contrario.
Gli scrittori dotati, vedono tutto, prevedono tutto.
Hai letto bene? La bellezza salverà il mondo. Solo l’arte può farlo. Anzi l’Arte.

(tratto da: "La tredicesima luna.")

mercoledì 22 febbraio 2012

LA VIA DELLA SALUTE



Siamo entrati da pochi giorni nella stagione dei Pesci, l'ultimo segno astrologico, il più controverso, ma anche il più ricco di significati profondi. E'l'emblema, il glifo delle contraddizioni umane.
Ci sono due modi di affrontare la musica celeste ed i suoi simboli.
Il primo è quello convenzionale, seguendo il movimento orario, lo scorrere delle stagioni, l'Ariete, l'Alpha e L'Omega, la primavera, l'est e l'ovest, l'apparente ergersi dei pianeti, e la scrittura da sinistra a destra. L'altro, quello antioriario, è il controcanto, nel sistema eliocentrico che pone il Sole al suo posto, al centro, è il "vero, "reale" movimento planetario, e rappresenta il percorso dell'anima, dove finalmente gli ultimi saranno i primi.
Ed ecco che il segno Pesci, con il suo domicilio, la dodicesima casa, diventa il primo segno nel percorso verso risveglio, l'imbocco della via che porta alla salute dell'anima.
Nella iconografia tradizionale i Pesci e la dodicesima casa rappresentano gli ospedali, le istituzioni chiuse, le reclusioni, ed in senso più ampio tutte le situazioni drammatiche, di angoscia. Notava argutamente la Morpurgo, "i posti dove si rinuncia al nome e si ottiene in cambio un numero, una cifra". Le caratteristiche dei Pesci nella iconografia tradizionale riporta sempre caratteristiche estreme ed opposte, Dr. Jekill e Mr. Hyde è l'esempio più semplice e facile che viene in mente.
Come si può reagire alle situazioni tragiche nella vita? Nell'abbandono e nella rassegnazione, oppure nella ribellione e nella lotta? I Pesci sono muti e non danno risposta. Segno di paure incontrollabili, afferma che l'unica cosa da temere è la paura stessa. L'esempio Cristico (christus= icthus= pesce) si dipana tra un "perdona loro perchè non sanno quello che fanno" e un "ELI' ELI'LEMA SABACTANE", "Dio Dio perchè mi hai abbandonato".
I Pesci ripercorrono una tragitto fondamentale dell'esperienza umana riassunto nella tragedia del "capro espiatorio" a sfondo religioso.Il carattere straordinario dell'esperienza del sacro violento lascia inevitabilmente un ricordo duraturo nella comunità dei linciatori, che ne fanno oggetto di narrazione del mito. Quest'ultimo non è che il ricordo dell'insperata salvezza in un momento di estrema crisi; ovvio pensare che ci si aggrappi a tale mezzo per scongiurare nuovi scoppi di violenza o, qualora questi si siano già scatenati, per porvi termine. La religione arcaica altro non è che un insieme di pratiche volte a prevenire o reprimere la violenza intestina mediante la ripetizione controllata del meccanismo del capro espiatorio; questo spiega l'ubiqua presenza del sacrificio nel mondo primitivo. Cristo è Dio che si sacrifica per il mondo. Ma anche nel mondo di oggi, è cronaca di questi giorni, basta prendere nel senso giusto le parole di un "tecnico" arrivato quasi per caso" a posizioni di estremo potere che arringa le folle con "sacrifici, lacrime e sangue". Che è altro è se non rendere certi i "numeri" delle vittime sacrificali e quindi dei capri espiatori?
Si comprende così la funzione del capro-espiatorio di cui parla l'Antico Testamento, il quale porta via con sé, nel deserto o nella morte, non tanto i peccati quanto i desideri convergenti, e per questo violenti, dell'intera comunità.
Il tema del sacrificio andato storto è diffusissimo nella tragedia greca, dove appare chiaramente come un eccesso di violenza o una sostituzione impropria, possano scatenare esattamente ciò che volevano prevenire.
Quello che è certo che il tragico nel mondo di oggi appartiene più alla sfera del quotidiano che al mondo dell'arte. La tragedia, che ha radici molto profonde come forma d'arte, ha origini intorno al VI secolo a.C. nell'Antica Grecia, e si manifestava come esaltazione del sacro in onore del dio Dioniso, il quale veniva festeggiato con danze, canti e feste. L'origine del termine è avvolta nel mistero: secondo le teorie più accreditate la prima parte del nome va messa in rapporto con “tràgos” “caprone” e la seconda con “oidè” “canto”, infatti si pensa che probabilmente la tragedia è così chiamata o perché il vincitore della gara otteneva, per l'appunto, un capro come ricompensa (canto per il capro), oppure perché i coreuti indossavano delle maschere con sembianze caprine (canto dei capri).
Il tempo della tragedia è un presente assoluto "hic et nunc" che agisce in quella 'realtà alternativa' che è il momento teatrale. Lo spettatore della Grecia antica che assiste ad una tragedia vive una realtà che differisce da quella che sperimenta quotidianamente, ma che è altrettanto reale. L'atto teatrale, che accade in un tempo presente contemporaneo a quello di chi assiste, rende possibile qualsiasi evento imprevisto, esattamente come il presente dell’esperienza quotidiana, pur rifacendosi ai miti che in quanto tali sono eventi passati e immutabili. I Pesci sono quindi tutti gli eroi tragici,l'anonimo, i caduti senza nome. Questo senso eroico diffuso, nell'attore, non perde la sua facoltà di autodeterminazione: i testi tragici sottolineano la volontà dell'uomo come elemento determinante, mettendolo a confronto con una alternativa, opposta al suo destino, nella quale egli può ancora scegliere. E da qui l'abmivalenza del segno dei Pesci, considerato doppio mobile ed instabile. La contraddizione, all'interno dello schema astrologico è tra l'illusione e realtà, tra presente e passato. Nei Pesci prende forma il paradosso della coesistenza di due, o più, diversi universi temporali.
Il percorso obbligato del mito dei Pesci costituisce il destino dell'eroe tragico, iniziando la riflessione umana sul contrasto tra necessità e libertà, riflessione con la quale anche il mondo contemporaneo continua a confrontarsi. E' anche il confronto della giustizia divina, del rapporto dell'uomo e dell'intera stirpe umana con le divinità, che per i Greci sono potenti ma lontani ed inaccessibili. La tragedia rappresenta il dolore e l'infelicità dell'uomo che non accetta mai compromessi, mettendo in evidenza il ruolo dell'irrazionale, della passione e dei sentimenti.
Al tempo dell'antica Grecia, una tragedia veniva così inscenata: Un gruppo di 15 persone, chiamato Coro, narrava l'antefatto cantandolo. Successivamente dal coro si staccavano, emergevano e si materializzavano piano piano dai 2 ai 5 attori che inscenavano lo spettacolo.
Ma ben presto prende importanza l'attore (il "protagonista"), che viene affiancato da un secondo attore ("deuteragonista") e poi (ad opera di Sofocle) da un terzo ("tritagonista"). A causa dell'interazione tra gli attori, che dialogano tra di loro, ecco che il baricentro dell'azione si sposta sul loro dialogo. Il Coro tende a diventare quasi uno sfondo scenico, o per lo meno a perdere la funzione originaria, interagendo in modo complesso con l'azione. Iniziano a parlare in trimetri giambici, metro che produce una cadenza molto vicina al parlato e non sono accompagnati da musica, mentre il Coro è continuamente accompagnato dal suono del flauto. Il compito del Coro è anche quello di spiegare al pubblico azioni e reazioni che avvengono sulla scena, le quali, per motivi ovvi, non sono di facile e immediata comprensione; il Coro è neutrale rispetto agli attori e alle loro azioni, e svolge la funzione di "narratore". I cittadini greci infatti erano obbligati a partecipare agli spettacoli, in modo che tramite questi si arrivasse a quella purificazione dei mali e presa visione dei propri limiti che era chiamata da Aristotele catarsi. Oggi con la catarsi artistica praticamente assente il senso del tragico oggi non ha molte possibilità come forma d’arte, a meno di cercare il tragico in qualcosa di estraneo all’arte stessa, cioè le divinità di oggi, il danaro, le banche, gli spread, gli indici della borsa. Mai le divinità sono state così false ed illusorie. L’uomo d’oggi è infatti, secondo molti autori tra cui Steiner, è saturato da catastrofi e da atrocità di fronte alle quali reagisce spesso con indifferenza (il cui limite è rappresentato dall'opposto segno della Vergine, che indica il percorso della salute dell'anima come orientamento verso ordine, pulizia, armonia, e bellezza).

domenica 19 febbraio 2012

IL PREDICATORE E LA FARFALLA


Non ho seguito il festival di Sanremo, per tanti motivi tra cui il lavoro. Ma non l'avrei seguito ugualmente, come i 14 milioni di italiani hanno fatto, per un semplice motivo: di proteggere una certa sensibilità musicale e morale, per evitare le troppe critiche, che sono sempre sospette. Ma una considerazione va fatta. Il Festival è morto da tempo, da anni va avanti come mummia ingessata di un qualcosa che il nostro Paese non ha più da tempo, classe talento musicale, idee chiare, entusiasmo...etc...Rimangono brandelli di una struttura mastodontica che non serve più a nulla, perchè non ha un anima.Il tele predicatore e la farfalla, motivi e scale musicali improbabili, testi senza alcun senso,un palco senza personalità, una noia assordante, tutti gli accordi presto dimenticati, come gli inviti a pagare il canone sono veri i segnali che rimangono, il Festival va chiuso. L'Italia va in impasse su uno spacco, e su un vecchio cantante che si sostituisce alla politica. E' sempre così, invece di affrontare i veri problemi una società in crisi cerca maldestramente di andare avanti, facendo finta di nulla, e continuando il proceso involutivo, in attesa di una ormai improbabile rinascita. Povera Italia.

martedì 14 febbraio 2012

LA REGINA DEL POP


Mi ha molto colpito la scomparsa di Withney Houston, la Regina del Pop. La sua è una storia molto triste di auto-distruzione. Whitney Houston, nata il 9 Agosto del '63, Leone Ascendente Pesci, http://www.astrotheme.com/portraits/3dz576nkC4T6.htm
aveva un talento inesauribile, una voce unica e maestosa, rappresentato nel Quadro Astrale di Nascita dal trigono Sole congiunto Venere-Luna congiunta Giove in segni di Fuoco, Leone ed Ariete, e si è consumata anzitempo, devastata dal consumo di droghe, ed è morta all'età di 48 anni. Il destino tragico è insito nell'Ascendente Pesci, segno di estremi opposti, vita morte, successo caduta. La sua fortuna giovanile, tra gli ani '80 e '90, le ha portato fama successo, riconscimento, denaro, (Giove e Luna in Ariete lo dimostrano) ma era andato scemando nel tempo e lei ne aveva sofferto più del dovuto. La vita privata era in crisi. Non ha retto la sfida del tempo (Saturno retrogrado in XII in Acquario opposto Sole e Venere), lasciando addolorati tutti i suoi amici, i suoi famigliari, i colleghi ed un mondo intero di ammiratori.
Nel picco della sua fortuna Withney Houston era la ragazza d'oro dell'industria musicale. Dal 1980 a metà degli anni 1990, era uno degli artisti più venduti del mondo. Ha entusiasmato il pubblico con la voce apparentemente senza sforzo, potente e ineguagliabile con profonde radici nel gospel ma resa appetibile per le masse con una patina pop. Il suo successo la portò oltre la musica al cinema, dove ha recitato in successi come La guardia del corpo e Waiting to Exhale. Aveva la voce perfetta, e l'immagine perfetta: una cantante bellissima che aveva anche un sex appeal, ma senza mai richiami apertamente sessuali, come tante artiste venute dopo, mantendeno finchè ha potuto equilibrio perfetto (Marte in Bilancia). Ha influenzato una generazione di giovani cantanti, da Christina Aguilera a Mariah Carey, che quando è apparsa sulla scena cantava in modo molto simile a Houston, al punto che molti pensavano fosse Houston.
Ma alla fine della sua carriera, la Houston è diventata una storia splendida un ammonimento del pedaggio che si finisce per pagare con il consumo di droga. Appena le sue vendite di album sono crollate i successi hanno smesso di arrivare, la sua immagine una volta serena è stata sconvolta da un comportamento selvaggio e bizzarro apparizioni pubbliche che hanno creato confusione. Ha confessato di aver abusato di cocaina, marijuana e pillole, e la sua voce, una volta incontaminata divenne roca e rauca, incapace di arrivare alle note alte come aveva fatto in passato. "Il più grande diavolo sono io stessa. Possi essere sia la mia migliore amica oppure il mio peggior nemico", ha detto la Houston alla cronista ABC Diane Sawyer in un famigerata inteervista del 2002 un'intervista con l'allora marito Bobby Brown al suo fianco. E 'stata una tragica caduta di una superstar che è stata uno degli artisti più venduti nella storia della musica pop, con oltre 55 milioni di dischi venduti nei soli Stati Uniti.
Era nata per essere grande diva. Era la figlia del cantante gospel Cissy Houston, cugina della pop star anni '60 Dionne Warwick e la figlioccia di Aretha Franklin. La scelta di Houston di non seguire più le inflessioni soul di cantanti come Aretha Franklin ha attirato critiche da alcuni che la vedeva come tradire le sue radici nere di andare troppo verso melodie popolari per raggiungere un pubblico di bianchi. Questa critica sarebbe diventata un ritornello costante per gran parte della sua carriera. E' stato anche fischiata durante i Soul Train Awards nel 1989. Per dirla con le sue parole:
"Quando ho deciso di essere una cantante, mia madre mi ha avvertito che sarei stata sola per molto tempo. Fondamentalmente siamo tutti soli. La solitudine accompagna la nostra vita."

giovedì 2 febbraio 2012

NETTUNO IN PESCI (1684-1697, 1847-1862, 2011-2025)


Per molti anni in Acquario il pianeta Nettuno attraversava un lungo momento di esaltazione ed assorbiva l’ottimismo un po’ ingenuo rivoluzionario ed anarchico del segno; nei Pesci invece esso si ritrova nella sua costellazione di origine, stimolando la passività, l'empatia, gli elementi religiosi, sociali e psicologici a livello collettivo.

Faccio perciò seguito al mio post "Rientro di Nettuno in Acquario del 12.08.2011, in questa occasione dell'ingresso di Nettuno in Pesci del 4.2.2012.


NETTUNO IN PESCI E LA METAMORFOSI
« Due cose hanno soddisfatto la mia mente con nuova e crescente ammirazione e soggezione e hanno occupato persistentemente il mio pensiero: il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me. » Immanuel Kant

Questa citazione di Kant richiama verosimilmente l'opposizione tra due estremi, da una parte il segno della Vergine, Mercuriale, materialista, che studia gli atomi, i numeri, i batteri, e le idiosincrasie umane, e dall'altra i Pesci, domicilio di Nettuno, la sfera, l'enigmatica cifra dello Zero, il grande Uovo Cosmico, il Tutto racchiuso nella coscienza individuale, rappresentato dal viaggio della mente nello spazio sconosciuto, accompagnato dalla consapevolezza che prima o poi tutto ciò che è materiale si dissolve per lasciar posto a nuove realtà, alle soddisfazioni dello spirito, dell'anima, alle sensazioni, ai sogni. E' questo quindi lo spazio naturale (Pesci e XII casa) del pianeta nebuloso che ci traghetterà, si spera, verso una lenta trasformazione spirituale.
Lentezza, una delle caratteristiche di Nettuno che ha un periodo di rivoluzione 164,9 anni e soggiorna in un segno in media 14 anni.
E' rimasto nel segno dell'Acquario dal lontano 1995, con le conseguenze che tutti hanno visto, con rapidi cambi e sconvolgimenti vari, capovolgimenti, terremoti, e all'alba di un nuovo giorno, il mondo è di fatto addormentato. L'ingresso in Pesci segna questo stato di sonno profondo che dovrebbe portare al risveglio, ma solo nel 2025.
Nettuno ha un rapporto speciale con i transiti di Plutone, le loro orbite sono intimamente legate. Quando uno dei due pianeti è al perielio l'altro è all'afelio e viceversa. Nettuno nel 1886 è transitato al perielio , nel 1959 è transitato all'afelio, nel 2042 passerà al perielio e nel 2125 tornerà di nuovo all'afelio. Nettuno-Plutone sono in una risonanza orbita-orbita uguale a 3:2; ogni tre rivoluzioni di Nettuno, Plutone ne compie due. Infatti in questo momento, con Nettuno in Pesci, Plutone viaggia in un sestile armonico, nella prima decade del Capricorno. Questa è la base, di quel "si spera" che ho scritto prima. Con una buona dose di razionalità si possono superare le innumerevoli difficoltà che il mondo di oggi prevede di dover affrontare. La principale è l'instabilità dei massimi sistemi che l'uomo è stato capace di creare. Ci sono due simbologie ulteriori che si possono usare in concomitanza di questo processo di trasformazione.

1) Trasformazione attraverso il mito
Il "mito della rinascita" crea un confine con la massa ma solo per ribadire l'originalità e l'unicità dell'individuo nei confronti della massa. L'animale" zodiacale", i Pesci, sono metafora dello spirito guida, in questo caso l'uomo spirituale che, pur rimanendo nel mondo materiale, contemporaneamente si immerge nelle profondità dello spirito.
La vita di ogni uomo non è affidata solo al caso, a quello sviluppo meccanicistico che l'uomo oggi chiama scienza, ma è frutto di un karma personale che integra pulsioni e ragione, una forza misteriosa che muove dall'interno degli esseri fin dalla nascita, e che è visibile e conoscibile attraverso il Piano Astrale.
Platone nel mito di Er questo karma lo chiama "Daimon"": "Prima della nascita, l'anima di ciascuno di noi sceglie una immagine o un disegno che poi vivremo sulla terra, e riceve un compagno che ci guidi quassù, un daimon, che è unico e tipico nostro. Tuttavia è il daimon che ricorda il contenuto della nostra immagine, gli elementi del disegno prescelto, è lui il portatore del nostro destino." Il Daimon è la Potenza in Atto nell'anima dell'uomo che si manifesta in Tre Passaggi: Temperamento, Vocazione e Destino. Semplicemente legati all'Ascendente, Sole Luna, Saturno e Nodo Nord (nel caso di mistici, mentalisti, e artisti, anche Nettuno ha la sua forte influenza, ma prima della sua scoperta nel 1821, questo aspetto era ravvisabile solamente dalla Luna e dal Nodo Lunare Nord). . La vita di ogni essere è condizionata infatti dal Temperamento di nascita nel bambino, in grado di influenzare le risposte dell'individuo alle sollecitazione dell'ambiente. La filosofia dei quattro temperamenti elaborata nel Medioevo attraverso testi e manuali di matrice araba, ha una origine antichissima, risalente agli studi astrologici/filosofici compiuti dagli ebrei, dai persiani e dai Caldei. Il momento esatto della nascita disegna una sola e unica immagine o Carta del Cielo in cui è possibile rintracciare il segno astrologico che sale all'orizzonte chiamato Ascendente, che influenzerà in modo sottile ma evidente per tutta la vita l'azione, i comportamenti e le scelte dell'individuo. Per Plotino (205 - 270 A.C.), il maggiore dei filosofi neoplatonici, noi ci siamo scelti i genitori, il luogo e la situazione di vita adatti all'anima e corrispondenti alla sua necessità , per cui è l'anima che sceglie l'immagine attraverso cui evolvere nel suo Destino. Ma qual'è allora il Destino dell'anima? Il Destino dell'anima è di evolvere il temperamento che genera l'energia di base in un carattere: esso può essere dedicato alle esigenze del proprio ego, all'amore, alla guerra, all'arte (rispettivamente Sole, Venere, Marte, Luna), o altro. Passando attraverso il processo di identità, vocazione e coscienza dei propri limiti, e creando la "persona", maschera e “conoscenza di sè”, come Attore Principale di trasformazione nella nostra vita. Questi aspetti, considerati dagli alchimisti i Quattro Atti della Piccola Opera di nascita, sono trasformazione, trasmutazione e trasfigurazione della pulsione creativa in Vocazione, come per l'Artista.
Sempre in ambito di doppiezza, L'Arte di vivere, come direbbe Erich Fromm ,oppure il Mestiere (Il Male) di vivere, come direbbe Cesare Pavese.
I Pesci come ultimo segno, stimola l'immaginazione a sviluppare i doni "femminili " della fantasia creativa.
James Hilman (Il codice dell'anima, 1998) invita alla "redenzione" la psicologia contemporanea, colpevole di trascurare la visione "romantica" dell'essere in cui convivono bellezza, mistero, estasi, esperienze straordinarie, vocazioni improvvise e inesorabile destino. Anche la neuroscienza riconosce all'io autobiografico (il temperamento) il merito di ricostruire un senso alla vita, di ricercare un significato unitario alle esperienze e individuare i segni di quella "vocazione" che porta a compimento "l'immagine di nascita", il daimon, arteficie del destino dell'anima, in cui si ricompone quell'unicità "che chiede di essere vissuta e che è già presente prima di poter essere vissuta." (pag. 23).

I Pesci contestano il segno opposto, la Vergine, affermando che viviamo immersi in un mondo assurdo, quello "moderno, uraniano, americano/capitalistico/liberale/consumistico", che non appartiene al nostro DNA spirituale, che è di tipo romantico. Ancora molti invidiano l'uomo- eroe che si è fatto da sé, che si è ritagliato il destino da solo con volontà incrollabile. A questo mito si è adeguata la psicologia accademica, scientista e terapeutica che continua imperterrita a "spronare" l'io- centauro del segno Sagittariano (altro domicilio di Nettuno) a cercare dentro di sé le redini per controllare il carro e dirigerlo verso il sole lo Zenit, il più alto punto, la fatica dell'eroe, la realizzazione, incapace di delineare e far emergere il senso della vocazione vera, "quel mistero fondamentale che sta al centro di ogni vita umana.", ben rappresentato dalla filosofia Toaista. Il punto d'Inizio è l'assenza di polarità, maschile e femminile, Yin e Yang, ed è anche il punto di ritorno. Cosa che è evidente solo nel segno dei Pesci, segno dell'integrazione totale di tutte le polarità. Quando però si parla di daimon, demone personale, è fuorviante pensarlo in termini di un solo aspetto planetario, ma è giusto ricondurlo ad un discorso sinfonico fatto di molte parti, tra cui si riconoscono comunque, Luna e Saturno, Senex et Puer, Eracle e Marte, Dioniso, Apollo, in momenti diversi, come portatori del nostro destino...



2) L'altra simbologia che riconduce Nettuno al segno dei Pesci lo ritroviamo nella bellissima favola di Perrault, "Bella Addormentata". Descrive lo stato millenario di assopimento della coscienza individuale e collettiva rispetto alle verità annunciate dall'immagine di nascita. Nella favola una bellissima bambina nasce nella corte del Re e subito vengono convocate le fate madrine: Temperamento e Bellezza, il segno dell'ascendente di nascita, la Vocazione e la Ricchezza personale (Giove o il pianeta sull'ascendente di nascita) e il Destino e Felicità (Venere ed i nodi lunari). Purtroppo la terza madrina viene dimenticata, l'oblio è propriamente Nettuniano, e la maledizione di Saturno cade sul futuro della Principessa.
Solo il Tempo risolverà la crisi dell'anima, un ciclo di 14 e 18 anni (Saturno e Nodo Nord) un sonno profondo che coinvolge tutti. Negativamente in quegli anni emerge l'avidità, l'inganno verso se stessi e verso gli altri, lo stile di vita improntato sul cinismo e sulla disillusione. Trascorso questo lungo periodo di letargo il Daimon si allontana, finalmente il risveglio è possibile.
Per dirla usando le parole di Albert Einstein, eminente esempio del segno dei Pesci: "L'esperienza più bella e più profonda che un uomo possa avere è il senso del misterioso. È il principio alla base della religione, come pure ogni sforzo serio di arte e scienza. Colui che non ha mai avuto questa esperienza mi sembra, se non morto, almeno cieco. Per senso che dietro a tutto ciò che può essere sperimentata c'è qualcosa che la nostra mente non può afferrare e la cui bellezza e sublimità ci raggiunge solo indirettamente e di riflesso debole, questo è religiosità. "