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giovedì 31 gennaio 2008

IL CICLO DI SATURNO


IL CICLO DI SATURNO Uno studio di università inglesi e americane ha esaminato oltre 2 milioni di casi, arrivando inconsapevolemente a delle conclusioni "astrologiche". Se la vita comincia a 40 anni, per essere felici bisogna aspettare i 50. Con la mezza età si tocca il picco della depressione, che si risolleva in seguito. Ma le cause restano misteriose solo per gli "Scienziati". Il ciclo di Saturno è esattamente questo, 28 anni circa per una rivoluzione completa e sottomultipli di 28, 14, 7 rispettivamente per l'opposizione, 14, quadrato crescente, 7, quadrato calante 21. Nozioni estremamente note al mondo esoterico antico.
Andrew Oswald, uno dei due coordinatori della ricerca (warwick.ac.uk) ROMA - Se la vita comincia 40 anni, c'è poco da stare allegri. Indipendentemente dal tipo di vita che si conduce, la felicità rischia infatti di appannarsi proprio in prossimità della quarantesima candelina. La speranza è però anche qui l'ultima a morire e i lumi del benessere mentale si riaccendono poi passata la fase critica della mezza età. È questa, in sintesi, la conclusione di uno studio, unico nel suo genere, che ha coinvolto due milioni di persone di 80 paesi del mondo, condotto da Andrew Oswald dell'Università inglese diWarwick e David Blanchflower del Dartmouth College in USA.
LA FELICITA' HA LA FORMA DI UNA U - La forma della felicità, rivelano gli esperti sulla rivista di sociologia più citata al mondo "Social Science e Medicine", è dunque quella di una "U": ha un picco positivo in giovane età, poi cala fino a un minimo intorno ai 40 anni, per riprendersi in età avanzata. L'effetto contrario si ha per la depressione, che avrebbe il suo picco massimo proprio intorno ai 40 anni.
LE CAUSE RESTANO MISTERIOSE - Gli esperti hanno raccolto una mole enorme di dati a livello mondiale, Italia compresa, per esaminare se vi fosse l'esistenza di un trend comune a tutte le persone, indipendentemente da origine geografica e stato economico-sociale: «Alcune persone soffrono più di altre ma l'effetto accomuna tutti - ha dichiarato Oswald - single e sposati, uomini e donne, ricchi e poveri, con o senza figli; nessuno sa perché questo dato appare così costante». È possibile, ha aggiunto Oswald, che superati i 40 anni le persone acquisiscano quella maturità che le rende capaci di accettarsi per quel che sono, coi loro punti di forza e debolezze e che dicano addio così una volta per tutte a tante aspirazioni irrealizzabili. «Qualcosa avviene di misteriosamente profondo dentro di noi - conclude Oswald - e solo dopo i 50 le persone cominciano a riemergere da questo periodo "cupo"».
"Proprio come l'acqua scorre in discesa, la tendenza della natura in tutti è quello di prendere la via più facile. Tale direzione, però, non è il percorso di crescita personale di Saturno, pianeta associato al Capricorno,al diventare vecchi, alla depressione che ne consegue". "... in Saturno il doloroso battito e pressione costante sono necessari, in modo che si possa sviluppare e forgiare ciò che i buddisti chiamano il 'diamante dell'anima'." Mi piace questa citazione che esprime una realizzazione di vita. Durante il primo ciclo, il compito principale è quello di trovare un posto di potere nella nostra vita e percepire un paio di colonne di riferimento affidabili da cui prendere spunto, matrimonio e famiglia, lavoro, di solito- Da allora in poi 29-30, possiamo cominciare ad estendere le conoscenze spirituali e approfondire le varie possibilità che la nostra vita contengono - un processo che culmina nel secondo ciclo del ritorno di Saturno ritorno che avviene all'età di 58-59. Dopo questo punto di shock-assestamento, di solito inizia il il terzo e ultimo ciclo di consapevolezza ricomincia. Tuttavia, prima di essere in grado di definire chiaramente ciò che i cambiamenti e le sfide psicologica dei tre cicli, è necessario definire l'essenza di ciò che l'archetipo Saturno porta nella nostra vita personale.
Trovo bello e simbolico che il ciclo della Luna pregressa corre a stretto contatto con il ciclo di Saturno. Il progredire della Luna natale attraverso case e segni parla la nostra inestricabile connessione con i ritmi di vita - la sua ripetitività dei cicli ed i suoi limiti. Esso descrive la necessità di separare e di passare da un periodo di esperienza ad un altro, se vogliamo sviluppare la trama complessità e ordito del nostro messaggio karmico, a "seguire la nostra felicità".
L'archetipo di Saturno, tuttavia, contiene TANTE dimensioni di questo diamante interiore solilunare. Trovo Saturno archetipo profondamente paradossale. Da un lato, ciò che rappresenta Saturno, ci inchioda alla croce della materia, la prigione dell'Io nel mondo della forma. D'altro canto, quando le sfide di Saturno sono state pazientemente elaborate con onestà, e realismo possiamo arrivare a maturare un senso di libertà di spirito straordinario che può elevarci ai mondi superiori astrali, che sono il sito di immensa gioia - pieno il potenziale per la soddisfazione e la gioia. Questo senso di libertà non ha confinid perché non si riferisce alla materia a cui tutti siamo assoggetttati. Sono sicuro che questo è ciò che i buddisti intendono quando parlano di "diamante dell'anima".

giovedì 24 gennaio 2008

Non c'è niente di meglio


Non c'è niente di meglio
Scritto da pabloandres ® alle 17.21
Non c’è niente di meglio di una donna dolce, comprensiva, disponibile. Intelligente e poetica. Non c’è niente di meglio... e io l’ho trovata! :

lunedì 21 gennaio 2008

TREDICESIMA LUNA


Migliaia di anni fa gli Astrologi Babilonesi osservavano, trascrivendone l’eterno mutare, sempre uguale, delle fasi lunari,

falce/
luce/
falce inversa (
oscurità,
falce/
luce/
falce inversa )
oscurità
La parentesi chiusa è luna crescente ) , quella aperta è luna calante, gobba a levante, le fasi venivano incise con un punteruolo con un ideogramma su tavolette di argilla con questa nota:
“La donna è fertile in armonia con le fasi lunari”.

In tempi moderni, negli anni cinquanta, Il Dott. Jonas. armato di computer ed effemeridi riprende questo concetto e crea un metodo predittivo per il concepimento, basato sulla lunazione del concepimento. Ma sono i Babilonesi, poi i Caldei, ad averne la paternità, sia prima come lunazione, poi come mese, e quindi come calendario.
Si creavano così per astrazione il concetto di “mens”, mensile, le mestruazioni, il lunarismo femminile, e numericamente la fase tetramorfa lunare del quattro, 4x7=28 (2)
Noi tutti in occidente deriviamo la nostra mentalità, i nostri simbolismi, da simbolismi Accadici, Egiziani, Persiani, Assiro Babilonesi, Greci, Romani, dalla numerologia pitagorica e dai misteri orfici, in una lunga catena tramandataci dalla tradizione perenne, che persiste da 35,000 anni.
Tale data hanno alcuni reperti trovati in Accadia, l’attuale Armenia, considerata la culla della civilizzazione dove vengono elencati Sole e Luna, quadrati, croci, spirali, etc…. simboli astronomici, esoterici, religiosi, legati alla creazione da parte di dio unico e monoteista, di tutti simboli della creazione e della ricorrente tradizione esoterica. Ashur, il «Re degli dei», chiamato anche la «Grande montagna», prima di essere identificato alla città di cui portava il nome e ancor prima di incarnare gli istinti guerrieri del suo popolo, fu un Dio della natura. Nella teologia più antica è sposo della dea Sherua, poi sostituita da Mullissu. Il nome Ashur può significare buono, benefico o benigno. Il Dio era chiamato anche Ashar ed il suo nome era scritto con i cunei An (il Dio) e Shar (l’infinito). Asshar, il Signore dell’infinito era, soprattutto, il re guerriero, Dio del Cielo, della Terra, degli Inferi e degli umani. Era raffigurato come un uomo barbuto, intento a tirare l’arco. L’immagine di Ashur posta sopra un carro, seguiva gli eserciti combattenti. Il Dio lottava al fianco dei soldati, li aiutava a centrare il bersaglio nel tiro all’arco e li motivava alla vittoria, favorendoli in tutti i modi. In caso di conquista, nella città vinta si provvedeva subito a edificare un suo altare. Il nemico che non riconosceva la sovranità del Dio, era completamente annientato. Al momento dell’incoronazione, ogni sovrano assiro era considerato vicario del Dio, riceveva l’ordine divino di estendere i confini del paese, prometteva di far riconoscere la gloria del Dio e aggiungeva il prefisso Ashur al suo nome. La festa nazionale in onore della Divinità era celebrata all’inizio del nuovo anno e permetteva di stabilire le regole sociali e nazionali più importanti. I sacerdoti-astronomi babilonesi identificarono Marte in Nergal, il signore della «terra di non-ritorno», della guerra e della pestilenza. Sua consorte era Ereshkigal, sorella d’Ishtar. A volte, la sua figura si confonde con Namtar, oppure con Ninurta, dio della guerra nei miti arcaici. In epoca assira, era noto come Erragal, da cui derivò Erra, dio della guerra. Si suppone che il nome greco Herakles derivi da Erragal. Erede di Nergal nell’alta Siria fu Reshef, dio dell’oltretomba, della guerra, della peste e della morte. Vengono già alla luce, elencati con ordone, anche le astrazioni ed i concetti, sole-vita, buio come morte, resurrezione, salvazione, peccato, punizione, ricompensa, amore divino, bontà, che sono poi alla base di qualunque dogma religioso..
La bibbia come “il” libro sacro viene invece formulata molto dopo, dagli egiziani. Sacro specialmente all’inizio era tutto ciò che era buono e che veniva della natura, compreso, oserei dire al primo posto, il sesso sacro. Così per i Babilonesi come in Oriente, così come al Nord, al sud.. Popoli di ogni tipo o regione a suo tempo assurti alla gloria, certamente esistiti per lunghissimi periodi, in qualche modo, in sintonia con bisogni spirituali caratterizzati una fase ancora più lunga, ma sempre di tipo lunare, di inizio, luna piena, luna calante, luna nuova, ora non esistono più, ma le loro stesse idee resistono, le loro idee sono l’asse portante della Storia, le idee sono perenni. La loro popolarità di questa o di quella idea ora riempie solo i libri di storia. L’idea del Cristianesimo ad esempio l’esaltazione dell’amore come sofferenza, la”Passione”. Con la luna nuova, nel cosmico orologio dove un giorno è uguale a 72.000 anni, si sono destati i nuovi popoli, si sono mosse le rivoluzioni, e nuove idee, perché i vecchi ormai non c’erano più, né posto per le loro idee. Perenne significa qualcosa che non perisce mai. E ciò che non perisce mai è il cambio , il lunarismo, la fase, il periodo, la “mens”. Nel mondo delle forme materiali che noi vediamo e tocchiamo ma anche nel mondo più sottile delle energie e delle forze che muovono la materia non vi è, nulla di stabile, di perenne, di eternamente duraturo , che noi, con i notri limitati mezzi, occhi, orecchie, pensieri umani, possiamo cogliere. Possiamo solo cogliere la parte esterna della buccia, la polpa non ci appartiene. Non ancora.
Fase, segno , numero, codice, era, anno, mese, sono la buccia, la scorza, il rivestimento della realtà, perenne. Il simbolo, il numero non è la realtà, come la mappa non è il territorio. Per tutti i popoli la matematica è esattamente uguale, salvo uno. La Matematica Maya , derivata dal loro calendario (3), è infinitamente più lunga e complessa della nostra, quindi ha una diversa interpretazione del costante mutare, fluttuare degli eventi:
“Le fasi lunari sono regolate da frazioni. Dobbiamo ingabbiare tutte queste orribili orbite e stridenti frazioni in un formalismo di proporzioni fra cicli di differente durata: la nostra Aritmetica Sacra infatti non conosce l’uso della divisione. Solo la somma, moltiplicazione e sottrazione.”
Ed ecco il loro ciclo kin (giorno); uinal, una speciale testa di divinità che rappresenta ogni numero dall’1 al 13, cervo, coniglio, serpente, giaguaro, e così via…(1); : 1 uinal = 20 kin = 20 giorni; tun: 1 tun = 18 uinal = 360 giorni; katun: 1 katun = 20 tun = 7200 giorni; baktun: 1 baktun = 20 katun ... Tun, baktun, katun, uinal 7x9x14x18x19 . il conteggio lo sentivano nel corpo. C’erano giorni destnati all’azione, giorni destinati al nascondersi, giorni detinati a nascere e giorni destinati a morire. Il Il calendario Maya, costruito in cicli sempre più grandi, è una Grande Opera simile alla ricerca del minimo comune multiplo nella nostra aritmetica covenzionale di base. Esistono infatti delle iscrizioni Maya rinvenute su alcuni monumenti che fanno riferimento a date lontanissime nel tempo. Due date secondarie di due monumenti di Quiriguà e Copan in Guatemala, ad esempio, una, è collegata e sembra precedere di circa 90 milioni di anni la data corrispondente al nostro 761 d.C, l’altra, data di serie secondaria in un altro monumento, risulta antecedente di oltre 400 milioni di anni alla data di computo lungo su di essa riportata. “ I calcoli del computo sacro servivano al Sacerdote Maya, che all’alba del giorno dell’eclissi Venere-Quetzalcoatl, si apprestava a celebrare un rituale, impressionanate. Venerare il Dio Itzilopochtli (colibri di sinistra, ossia colibrì del sud, dato che il sud si trova a sinistra del sole, quando sorge) dio del Sole quindi a cui chiedeva la protezione per il suo popolo e offriva un fiume di sangue, quello dei nemici del popolo.
Il cerimoniale sacrificale azteco avveniva in questo modo: il prescelto, il nemico, la vittima scacrificale, dopo aver passato la notte prededente gozzovigliando, accudito e vezzeggiato, forse ubriacato da liquore di catus, veniva condotto dopo una sorta di lotta simbolica contro alcuni avversari, ormai esausto e senza speranze, ma magnificamente vestito in un turbine di colori e di piume, giallo rosso verde e blu, in cima alla piramide. Lì veniva immolato su un tavolo di pietra. Il sacerdote incaricato del sacrificio, assistito da altri sacerdoti minori che lo immobilizzavano squarciava delicatamente il petto della vittima sacrificale con un sottilissimo pugnale giallo e verde di pietra ossidiana e gli strappava con violenza il cuore, lo sollevava nel pugno per mostrarlo al sole che spunta dai vulcani azzurri. Doveva essere un’offerta ancora pulsante agli dei. Il corpo della vittima veniva generalmente eliminato, ma a volte poteva essere anche macellato e mangiato in salsa piccante, oppure la pelle indossata come maschera. Il rosso del sangue scorreva a rivoli brillanti lungo la scalinata.
Solo così gli Dei erano placati. In un solo giorno potevanno avvenire centinaia di questi gesti rituali, e duravano a volte settimane intere. Un bagno di sangue. Fino alla prossima eclissi di Sole-Quetzalcoatl. Per il loro modo di pensare, questi esseri umani volontari o meno per il sacrificio si erano guadagnati la morte gloriosa. Questo pensiero può far inorridire, ma anche le religioni ebraiche, dei sumeri, dei babilonesi, dalle credenze dei quali derivano le bibbie dei popoli più antichi del bacino mediterraneo, fondano la loro ideologia sui sacrifici umani. Il significato della parola acrificio era però diverso in passato. Uccidere come atto sacrificale non aveva nulla a chevedere come il termine sacrificio (annientamento e soppressione) è oggi inteso., Per questi popoli primitivi “religere”diventa “domianare” l’importante è l’atto di costringere le persone all’accettazione dei sacrifici umani. I sacrifici umani diventano una pratica rituale nei popoli circostanti e solo il dio degli ebrei, parecchio più avanti ne ha mitigato questo aspetto cruento e crudele. Le “coincidenze”, scoperte fra i miti della religione Sumera e Babilonese e la bibbia, ad esempio, non sono dovute ad un comune substrato culturale, ma sono dovute a copiature e deformazioni e forzature fatte dagli ebrei nel scrivere la loro bibbia e finalizzate a garantirsi dominio ed il possesso delle persone.
Il Dio Padrone impone quindi i riti anche in questa zona. A Nord come a Sud, ad oriente come in Occcidente. Abramo ed Isacco? Prima delirio di Lunarismo nella Storia; Abramo ed Isacco. L’uomo che diventa dio inventandosi una prova che dio chiede all’uomo. Per delirante, s’intende: colui che ha paura. Un dialogo tra sordi. Eppure è solo l’inizio. Qui si narra:
“Dopo questi fatti, iddio volle mettere alla prova Abramo e lo chiamò: “Abramo!”. Egli gli rispose: “Eccomi!”. E dio gli disse: “Orsù, prendi tuo figlio, l’unico che hai e che tanto ami, Isacco, e va nel territorio di Moria, e lì offrilo in olocausto sopra un monte che io ti mostrerò”. Si alzò Abramo di buon mattino, mise il basto al suo asino, prese con sé due servi e Isacco, suo figlio, spezzò la legna per l’olocausto e partì verso il luogo che dio gli aveva detto. Il terzo giorno, Abramo alzò gli occhi, vide da lontano quel monte, e disse ai suoi servi: “Rimanete qui con l’asino; io e il fanciullo andremo fin lassù; adoreremo e poi ritorneremo da voi”. Abramo quindi prese la legna dell’olocausto e la caricò sulle spalle di Isacco, suo figlio; prese poi in mano il fuoco e il coltello e s’incamminarono tutte e due insieme. Allora Isacco si rivolse a suo padre Abramo e disse: “Padre mio!”. Egli rispose: “Eccomi, figlio mio”. “Ecco il fuoco e la legna; soggiunse Isacco, ma l’agnello per l’olocausto dov’è?” Abramo rispose: “Iddio si provvederà l’agnello per l’olocausto, figlio mio”. E continuarono assieme il viaggio. Giunti sul luogo che dio gli aveva indicato, Abramo vi costruì un altare e accomodò la legna; legò poi Isacco, suo figlio, e lo mise sull’altare sopra la legna. Stese quindi la mano e prese il coltello per scannare suo figlio”. Ma l’angelo del signore gli gridò dal cielo: “Abramo! Abramo!” Egli rispose: “Eccomi!”. Allora l’angelo gli disse: “Non mettere le mani addosso al fanciullo e non gli fare alcun male: ora conosco che tu temi iddio, perché non mi hai negato il tuo figlio, il tuo unigenito”. Abramo alzati gli occhi, vide poco lontano un montone che era rimasto con le corna intricate in un cespuglio: andò a prenderlo e lo offrì in olocausto in luogo del figlio. Abramo chiamò quel luogo col nome: “Il signore provvede”, e perciò anche oggi si dice: “Sul monte, il signore provvederà”.” Genesi 22, 1-14. Per dirla alla Soreen Kirkergard è l’atteggiamento fideistico del cristiano che trasforma in eroico l’atto che la società definisce abietto, la psichiatria malsano, l’uomo umile, un atto di superbia. La superbia di Annliese la santa-schizofrenica è stata questa: “Dio, devo continuamente parlottare con me stessa “Signore del cielo, Iddio del cielo, Cristo, è meglio che tutti mi vedano e mi credano un mostro piuttosto che perda la fede in te”.” La perde però all’ultimo respiro come anche il centauro Nesso colpito a morte,, quando prima di lasciare questa valle di lacrime nell’ultimo respiro affannoso mormora:”Mamma, ho paura”. I gochini sono finiti, ora si fa sul serio. Questa frase spiega una breve vita fatta di tormenti, se non accettiamo di aver paura o cerchiamo consolazioni esterne alla terribile verità, siamo tutti destinati a morire, non usciremo mai vivi da qui. In questo senso se Annliese fosse nata in un ambiente buddista le cose sarebbero andate molto diversamente, perché il buddismo è una filosofia che permette il divenire, senza restare ancorati alla materia di cui è fatta la proria misera umanità, e senza perdere la dignità. Non una religione dogmatica che sfrutta, da Adam Kadmon, in poi, i materialissimi sensi di colpa di quei pochi che hanni insanguinato la terra, ingiustamente, e perversamente, per dimostrare le loro deliranti farneticazioni, che andrebbero raccolte solo nel Libero delle Favole.. Dio ha detto questo, Dio mi ha chiesto di fare quello. Tu sei colpevole!. Pentiti! Sei condannata! Delirio collettivo. La strada maestra della follia, nel caso di Annliese. Follia oppure santità? Me lo chiederà Daria, ma me lo chiedo anch’io. Dobbiamo sentirci tutti in colpa e sfoderare compassione oppure dire basta a queste fregnacce? Lasciare a Cesare quel che è di Cesare, e alla psichiaatria ciò che riguarda i malati di mente? La scienza divide le malattie in curabili, ed incurabili, come ad esempio il cancro. Il paraadigma della Scienza Umana è: “Nunca nada por definitivo”. Ciò che è vero oggi potrebbe non esserlo domani e viceversa. Madame Curie e la pennicilina, prima e dopo. Prima si moriva di polmonite, oggi, molto meno. L’esoterismo è accettare che tuto è definitivo, accettare la propria morte. Solo le religioni non accettano la morte, creando l’aspettativa, la fede, la speranza, di un dopo la morte. Così è impossibile capire che dietro la tende nulla è celato, e che il Tao Cosmico è indicibile. Il Tao cosmico è invisibile, impercettibile, innominabile, indiscutibile, inesprimibile; Il "Tao" esiste prima del cielo e della terra essendo la loro ragione e la loro sostanza, è l’unità di tutte le cose del movimento gnostico. Il Tao è invisibile e non udibile ma in esso esiste la forma ...è indivisibile, e non gli si po’ aggiungere nulla, tanto meno nomi, Il Tao che si può nominare Non è il Tao eterno.
Le manifestazioni patologiche inspiegabili di una giovane cattolica sono terreno fertile per il proselitismo malefico che si protrae ormai da troppo tempo da chi si fa troppo furbo. Amore è una parola abusata. In una vita segnata da molte malattie e sofferenze sopportate eroicamente, ma imposte dall’ambiente, trova posto anche un referto di "epilessia isterica" da parte di un valente psichiatra. La storia di questa donna, che fu anche anoressica, è la prova che la follia non può essere arricchita da una dimensione soprannaturale a beneficio della Chiesa. Aldilà dei singoli fenomeni, cioè, esiste qualcosa di più, ma non è la santità appunto. E’ la dimensione velenosa del credo religioso qualunque esso sia, che impedisce di vivere per permettere ad altri di controllare la nostra vita. Nella vita di questa donna bavarese c’è solo sofferenza, e nessun riscatto anche dopo morta. La morte è stata l’unica estasi che ha provato mentre era in vita, ma Dio od Il Diavolo non c’entrano per nulla. C’entrano gli uomini, gli errori umani, l’ottusità spaventosa della dottrina, ed il falso smercio di amore, un tentativo fallito di sublimazione e di idealizzazione dell’amore. Una malata, candidata all’uso del Litio, curata con preghiere che muore, ignorata dalla Chiesa Romana e dall’opinione pubblica, grida ancora vendetta.

martedì 8 gennaio 2008

ODI ET AMO


Scritto da pabloandres ® 19.15


Saturno opposto Urano

Per un pò avremo tutti questo dilemma. Saturno in Vergine, Urano in Pesci, contrapposti, ricordano il famoso carme 85 di Catullo. Poche certezze, se non solo questa che segue .

ODI ET AMO
CAIO VALERIO CATULLO. Carmina. Odi et amo (LXXXV)

Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris.
Nescio, sed fieri sentio et excrucior.

Ti odio e ti amo. Come possa fare ciò, forse ti chiedi.
Non lo so, ma sento che così avviene e me ne tormento.



Odio e amo. Forse mi chiederai come sia possibile;
non so, ma è proprio così, e mi tormento.
(Salvatore Quasimodo)

Odio e amo. Come questo sia possibile
mi sfugge, ma lo sento ed è uno strazio.
(Vincenzo Guarracino)

Odio e amo. Forse mi chiedi come io faccia.
Non so, ma sento che questo mi accade: è la mia croce.
(Francesco Della Corte)

Io odio e amo. "Come fai?" mi chiedi.
Non lo so. Ma lo sento e sono in croce.
(Franco Caviglia)

Odio e amo. - Esser può? - (tu forse dimandi). Lo ignoro;
Ma nel cuor mio lo sento, tanto che peno in croce.
(Guido Mazzoni)

Odio e amo.
Come sia non so dire.
Ma tu mi vedi qui crocifisso
al mio odio e al mio amore.
(Guido Ceronetti)

Odio e amo. Perché io faccia così, forse ti interessa sapere.
Non lo so. Ma sento che è così e sono in croce.
(Gian Battista Pighi)

Un altro modo di vedere ed interpretare l’0pposizione del Nuovo e dell’Antico. Dell’Antico di cui abbiamo una modesta visione (Saturno in Vergine) ed del moderno (Urano ion Pesci) nel quale plasma siamo immersi e in cui stiamo sprofondando, o annegando è anche quella del fenomenale scrittore di fantascienza Douglas Adams (Il ristorante al termine dell’universo, 1980):

Incipit
"Lontano, nei dimenticati spazi non segnati nelle carte geografiche del limite estremo à la page della Spirale Ovest della Galassia, c’è un piccolo e insignificante sole giallo. A orbitare intorno a esso, alla distanza di centoquarantanove milioni di chilometri, c’è un piccolo, trascurabilissimo pianeta azzurro–verde, le cui forme di vita, discendenti dalle scimmie, sono così incredibilmente primitive che credono ancora che gli orologi da polso digitali siano un’ottima invenzione."

"La bistromatica è una maniera rivoluzionaria per comprendere il comportamento dei numeri. Così come Einstein osservò che lo spazio non è un assoluto, ma dipendeva dal moto nello spazio dell’osservatore, e che il tempo non è un assoluto, ma dipendeva dal moto nel tempo dell’osservatore, si è ora scoperto che i numeri non sono assoluti, ma dipendono dal moto dell’osservatore nei ristoranti. Il primo numero non assoluto è il numero di persone per cui si riserva un tavolo. Tale numero cambia durante le prime tre telefonate al ristorante, e non sembra avere relazione alcuna con il numero di persone che effettivamente si presenta, o a quello che si aggiunge dopo lo spettacolo/partita/serata/party, o a quello di chi se ne va quando vede chi altro è arrivato.
Il secondo numero non assoluto è l’orario di arrivo, noto ora per essere uno dei più bizzarri concetti matematici: una recipriversesclusione, vale a dire un numero la cui esistenza può solo essere definita come l’essere qualcosa di diverso da sé stesso. Detto altrimenti, il tempo effettivo di arrivo è l’unico momento in cui è impossibile che arrivi una qualunque persona del gruppo. Le recipriversesclusioni hanno ora un ruolo vitale in molte parti della matematica, tra cui statistica e contabilità, e danno anche le equazioni fondamentali per descrivere la fisica del Problema Altrui.
Il terzo e più misterioso concetto di nonassolutezza sta nella relazione tra il numero di voci del conto, il costo di ciascuna voce, il numero di persone al tavolo e cosa essi ritenevano di dover pagare. (Il numero di persone che hanno portato del denaro è un semplice sottofenomeno).
I numeri nei conti dei ristoranti all’interno dei ristoranti stessi non seguono le stesse leggi matematiche dei numeri scritti su un pezzo di carta in una qualunque altra parte dell’universo. Questa singola frase fece l’effetto di una tempesta nel mondo scientifico. Lo rivoluzionò completamente. Si tennero tante di quelle conferenze matematiche in ristoranti così ottimi che molte delle menti più acute di una generazione morirono per infarto e obesità, e il progresso delle scienze matematiche fu bloccato per anni.
"Quarantadue!" urlò Loonquawl. "Questo è tutto ciò che sai dire dopo un lavoro di sette milioni e mezzo di anni?"
"Ho controllato molto approfonditamente," disse il computer, "e questa è sicuramente la risposta. Ad essere sinceri, penso che il problema sia che voi non abbiate mai saputo veramente qual è la domanda."
Provava dolore in tutto il corpo, dovunque premesse la mano. Dopo un po’ capì che questo succedeva perché era la mano a fargli male.
"Per un paio di settimane mi sono convinto di essere un limone. Mi divertivo a saltare in continuazione dentro e fuori da un gin tonic." " Dove diavolo hai..?" "..trovato un gin tonic? Bè, ho trovato un laghetto che era convinto di essere un gin tonic, e io ci saltavo dentro in continuazione. Oddio, che fosse convinto di essere un gin tonic lo pensavo io naturalmente. Ma potrei essermi sbagliato. Forse era solo la mia immaginazione."
"Avete mai conosciuto Eccentrica Gallumbits, la prostituta dai tre seni di Eroticon Sei? C’è chi dice che le sue zone erogene comincino a sei chilometri dal suo corpo reale. Secondo me invece cominciano a otto chilometri."
Quella ragazza è una delle forme di vita organica meno ottusamente inintelligenti che abbia mai avuto il dispiacere di non riuscire a evitare di conoscere.
Il Campo PA (Problema Altrui) è assai più semplice ed efficace, inoltre può funzionare per più di un secolo con una sola pila per torcia elettrica. Questo perché sfrutta la naturale tendenza della gente a non vedere ciò che non vuole vedere, che non si aspetta o che non è in grado di spiegarsi.
Il materasso sobobò "Sento provenire dai vostri diodi un messaggio intriso di tristezza" screpetò. "E questo mi addolora. Peccato che non siate più simile per temperamento a noi materassi. Vedete, noi conduciamo qui nella palude un vita tranquilla e ritirata, ci accontentiamo di garbazzare e scepetare e contemplare l’umidità in modo abbastanza plombesco. Alcuni di noi vengono uccisi, ma poiché tutti ci chiamano Lorro, non sappiamo mai distinguere una vittima dall’altra, così non siamo costretti a sobobare tutto il giorno."
Si chiamaca wowbagger l’eterno prolungato, ed era un essere che aveva uno scopo preciso nella vita, non un gran bello scopo come lui stesso era pronto ad ammettere, ma se non altro era uno scopo.
Il proposito in sostanza era questo: insultare l’universo. Il che significava insultare tutti i suoi abitanti. insultarli uno per uno, con offese personali, e (un progetto audace inbubbiamente) in ordine alfabetico.

Addio e grazie per tutto il pesce

I
Citazioni
Era chiaramente un uomo dalle molte qualità, anche se per lo più cattive.
Addio e grazie per tutto il pesce.
So long and thanks for all the fish.
Ford premette il pulsante contrassegnato dalla scritta Interruzione disponibilità di accesso, subentrata all’ormai vetusta Disattivazione operatività che tanto tempo prima aveva rimpiazzato la parola incredibilmente antidiluviana Spento. c. 5
Ci scusiamo per il disturbo.
Mark Knopfler ha la straordinaria capacità di far emettere alla sua Schecter Custom Stratocaster dei suoni che paiono prodotti dagli angeli il sabato sera, quando sono esausti per il fatto di essere stati buoni tutta la settimana e sentono il bisogno di una birra forte.

Praticamente innocuo
Uno dei problemi riguarda la velocità della luce e le difficoltà che comporta il tentare di superarla. Non la si può superare. Niente viaggia più in fretta della velocità della luce, con la possibile eccezione delle cattive notizie, che seguono proprie leggi specifiche. Di fatto, gli Hingefreel di Arkintoofle Minor cercarono di costruire astronavi propulse da cattive notizie, ma non funzionavano molto bene ed erano accolte così male quando arrivavano da qualche parte, che arrivare da qualche parte finiva per non avere alcun senso.


Citazioni
La prima cosa da capire a proposito degli universi paralleli... è che non sono paralleli. È importante rendersi conto che, a rigore, non sono neppure universi, ma è molto più facile cercare di capirlo un po’ più tardi, dopo che ci si è resi conto che tutto quello che si è capito fino a quel momento non è vero.
Tratto in buona parte da: Wikipedia
Wikipedia contiene una voce riguardante Douglas Adams