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giovedì 30 luglio 2009

IL FUOCO DEL SAGITTARIO: LA FUSIONE



“Il vero amore non è né fisico né romantico.
Il vero amore è l'accettazione di tutto ciò che è, è stato, sarà e non sarà.
Le persone più felici non sono necessariamente coloro che hanno il meglio di tutto, ma coloro che traggono il meglio da ciò che hanno.
La vita non è una questione di come sopravvivere alla tempesta, ma di come danzare nella pioggia!”
Kahlil Gibran

In astrologia i segni di Fuoco sono tre: Ariete, Leone e Sagittario. La triplicità del Fuoco richiama il processo di combustione dell’ossigeno, compito principale dell’apparato respiratorio umano, che è rifornire le cellule dell’organismo di ossigeno ed allontanare l’anidride carbonica derivata dai processi metabolici... corrisponde quindi a quello che in alchimia è chiamata il processo di “calcinazione”.
Il consumo energetico dell’organismo umano, l’anatomia del respiro, che tutto pervade e ingloba, ha per centro operativo il diaframma, o IV chakra. Ci sono tre tipi di respiro, quello atletico assegnato all’Ariete, quindi del mantenimento di un livello alto del sistema basale, quello del Leone, adatto a sforzi brevi ma molto intensi e quello del del Sagittario, il respiro omnipresente della fusione…in un certo senso del fuoco già “maturo”. Curiosamente la “fusione fredda” è per noi moderni uno degli argomenti e motivo di parecchie polemiche nel mondo scientifico, degli affari internazionali e degli interessi economici, si tratta o no di un sistema che può funzionare, atto a risparmiare energie? Il concetto fondamentale della fusione fredda è quello dell’elemento catalizzatore, in questo caso il palladio. Il tempo dirà… Comunque sia il terzo segno di Fuoco è il “catalizzatore”, opera una combustione lenta, non utilizza il massimo del calore ma tende a fondere e forgiare le energie. Un esempio brilante di questa capacità di “fusione” è dato da Khalil Gibran, grande scrittore libanese-americano, spiritualista, artista, che essendo nato il 6 Gennaio 1883 alle 4 del mattino (per la verità ho trovato alcune biografie che riportano il 6 Dicembre), ha comunque fortissimi valori Sagittariani, Luna, Venere e Ascendente strettamente congiunti ai primi gradi del Sagittario. Mercurio, la scrittura, è dominante in Capricorno sulla cuspide della III casa, trigono Urano in Vergine al Medio Cielo, e Saturno e Plutone in Toro in VI casa. Questo bel triangolo perfetto è il dono della scrittura. Ma sospinto dai valori Sagittario che sono facilmente riconoscibili sia nella biografia e nel suo tema natale, nel suo “ forma mentis” e nelle sue opere letterarie. Il primo elemento è l’eclettismo, il secondo la bipolarità, che poi risultano in apertura mentale.
Nella biografia si nota che Gibran nasce in una famiglia libanese maronita, il padre era un agente delle tasse ed anche un ubriacone, Gibran stesso morirà di cirrosi epatica, cosa abbastanza frequente in chi ha forti valori Gioviali, con la tendenza agli eccessi nella dieta e nel bere. Il simbolo del segno è comunque l'arciere, un centauro, mezzo uomo-mezzo cavallo, che simboleggia la natura mirata del consumo energetico e quindi del fuoco. La funzione della coscienza più sviluppata di questo elemento è l'intuizione. La famiglia di Gibran è allargata, viaggia molto per tutta la vita, domina l’inglese, lingua acquisita, apre la mente ad influenze cristiane, si fa battezzare, dipinge, scrive, in amore è passionale.

Ciò si spiega con la natura Mutuabile e Doppia.
La qualità Mutabile rende instabili e naturalmente aperti alle influenze dell'ambiente, rendendo particolarmente "adattabili". Kahlil nasce in una famiglia povera, si da piccolo si deve aarrangiare per studiare. In particolare i nati con influenze del Sagittario hanno una visione della loro vita futura e dei loro obiettivi che muta continuamente.
Il Pianeta dominante è Giove che rappresenta la crescita e l'espansione, intellettuale e fisica, in ogni campo della conoscenza, ma anche una tendenza ad eccedere ad ingrandire le piccole cose: tutte le azioni di Giove avvengono in modo grandioso ed esagerato che, se non controllate, possono facilmente sfociare nell'esagerazione e nella stravaganza.
È inoltre il pianeta che, con Mercurio, domina i viaggi.
Giove è associato a fede, filosofia, religione e legge. In questo tema natale è collocato in Gemelli in VII casa, esaltando così le qualità Mercuriali.
È il pianeta che porta fortuna, ricompense e occasioni continue e frenetiche al fortunato Gibran.
In astrologia medica Giove viene associato al fegato, favorisce la circolazione, la crescita e il coraggio. Le patologie legate all'azione di Giove sono quelle legate alla eccessiva ingestione di cibo, al sovrappeso, all'eccessivo uso di alcool e affini.


Alcuni personaggi famosi nati con forti valori Sagittario sono:
Lautrec, A. Moravia, L. Bernini, C. Levi, M. Twain, W. Allen, N. Rota, L. V. Beethoven, W. Disney, G. Flaubert, Spinoza, K. Benz, G. Donizzetti, P. Mascagni, W. Churchill, Bob Marley,Jim Morrison.




“Con il Sagittario – scriveva Maria Maitan, astrologa d’altri tempi – si conclude la trilogia di Fuoco. Non è più la fiamma rossa, indomabile, irresistibile dell’Ariete, né la fiamma gialla del Leone, incanalata dalla volontà e consacrata alla grandezza dell’Io; questa del Sagittario è la fiamma azzurra che s’innalza verso le illuminazioni dello spirito. Possiamo distinguere i tre segni di Fuoco così: Ariete-calore, Leone-luce, Sagittario-fusione. L’energia sagittariana proietta verso uno scopo ciò che lo Scorpione ha saputo ammassare… il Sagittario è il segno della fusione, della riunione, della coordinazione, della sintesi”.

Gibran è Artista della sintesi di elementi diversi, come d’altronde il “leif motiv”, tutta la sua vita: Il successo (occidentale) di Gibran, infatti, si deve soprattutto al fascinoso sincretismo religioso che permea "Il profeta" (scritto nel 1923): su tutto prevale l'idea di una generica concezione della divinità, in cui vi si intrecciano immagini e simboli di ogni religione e filosofia (cattolicesimo, induismo, islamismo, mistici sufi accanto agli idealisti europei, romanticisti, Nietzsche e mistici arabi).
Per Kahlil Gibran l'esistenza è il tempo regalato per ricomporre la frattura esistente tra noi e Dio; quando nell'individuo bene e male, perfezione e imperfezione, piccoli sentimenti e grandi passioni riusciranno a convivere, ecco che nella coincidenza degli opposti si manifesteranno saggezza, perfezione e felicità.
La mistica di Gibran sfugge a ogni classificazione, il poeta parla per immagini ricorrendo a un mondo simbolico dai mille significati, che per la sua universalità sollecita l'uomo indù e il cristiano, l'ateo e il credente. Il suo successo deriva proprio dal suo porsi “ a cavallo” (non per nulla simbolo sagittariano) tra oriente e occidente, tra Beirut, Parigi e New York. Questi sono tipici valori Sagittariani di sintesi.

Dice Gibran in una delle sue lettere sull’arte:
“Tuttavia, mi è sovviene che l'arte - che è l'espressione di tutto ciò che fluisce, galleggia, si muove e diventa sostanza nell’anima - è più adatta e conforme al suo raro talento di ricerca - che è l'espressione di ciò che fluisce, galleggia, si muove e diventa una sostanza in società. Quello che ho appena detto non è altro che un appello nel nome dell'arte. Mi appello a voi perché desidero attirare a quell’ incantevole campo dove si trova Saffo, Elizabeth Browning, Olive Schreiner e le altre sorelle che hanno forgiato una scala d'oro e avorio tra cielo e terra.”
Giove governa anche la vista:
“L'aspetto delle cose varia secondo le emozioni; e così noi vediamo magia e bellezza in loro, ma, in realtà, magia e bellezza sono in noi.” Parola di Gibran.
E ancora:

"La poesia è il salvagente
cui mi aggrappo
quando tutto sembra svanire.
Quando il mio cuore gronda
per lo strazio delle parole che feriscono, dei silenzi che trascinano verso il precipizio.
Quando sono diventato così impenetrabile
che neanche l'aria
riesce a passare."

sabato 25 luglio 2009


LA SIMBOLOGIA DELLO SCORPIONE:
IL CORVO, IL PUNGIGLIONE, LA PALUDE

Nella vita tutto è segno, simbolo, santità, purezza, sacralità, religione omen, nunzio, novella, avvertimento. Tutto è dono e riferimento denso di significato, a volte, di mistero, di dolore, di avvelenamento.
Tutto lascia una traccia indelebile...una sorta di ammaccatura, un annuncio, auspicio, avvertimento, e allora quando parliamo di segni...astrologici, parliamo di segni del tempo, dello spazio e del cielo.

Dice Gibran:
"Bellezza è l'eternità che si contempla in uno specchio; e noi siamo l'eternità, e noi siamo lo specchio!"
Il cielo notturno ovviamente è "lo Specchio" per eccellenza.

Questa splendida rapsodia di segni, la nebulosa di segni che si falda e si ricrea. .e genera l’alternarsi del giorno e della notte, delle stagioni e delle maree, ma anche i buoni e cattivi, i Santi ed i Diavoli sulla Terra. Lo sfaldamento dei segni in una miriade di colori non finisce mai. La notte assoluta del cosmo è una tempesta di segni. Si tratta di camminare a ritroso sulle impronte già impresse, nel tracciato profondo di orme non umane, scritte nel cielo e nel passato.
Segni rinvianti e devianti, segni in bilico su un bivio, indicazioni che aprono un percorso sui bordi del senso logico. Il sodalizio con i segni, le congiunzioni, il solstizio dei segni al loro apogeo. I presentimenti dei segni. I segni assediati. I segni mancanti.

Per Edgar Allan Poe il segno è nelle piume di un corvo nero, l’effige stilizzata di un segno-corvo, la visitazione notturna di un volatile maledetto evocato in una celebre lirica. Il segno è un visitatore non invitato, una forza sinistra che bussa alla porta, un’ombra dietro la tenda, il presagio oscuro che annuncia con la sua nuda presenza un ritornello di silenzio carico di ambiguo mistero, una potenza diabolica dell’avvenire in uno specchio nero. L’ombra di un segno, un segno d’ombra.
La nascita di Edgar Allan Poe era appunto segnata da forti valori Scorpione. (Ascendente, Nodo Nord, Saturno, Nettuno congiunti in Scorpione, con Marte in XIIa casa, come vedremo dopo )

THE RAVEN (Il corvo)
"Siano queste parole d'addio" alzandomi gridai
"uccello o creatura del male, ritorna alla tempesta,
Alle plutonie rive e non lasciare una sola piuma in segno
Della tua menzogna. Intatta lascia la mia solitudine,
Togli il becco dal mio cuore e la tua figura dalla porta"
Disse il Corvo: "Mai più”

Ci sono anche segni Angelici, come l’apostolo Giovanni, mite e difensore della Giustizia (Bilancia), ma l’Apostolo dello Scorpione è Giuda, insieme Lucifero, il portatore della Caduta della Luce.

Nella dimensione cosmologica antica la cupola del "cielo" è suddivisione del cielo nei dodici segni zodiacali e i 12 Apostoli nelle le diverse interpretazioni mistiche basate su questa relazione, come nota J. Danielou, (I simboli cristiani primitivi, Roma 1990, pp.137 – 148).
Infatti: “…Vidi quattro angeli, ritti ai quattro angoli della terra, che trattenevano i quattro venti della terra…Ap. 7,1.) Il compito delle potenze angeliche è quello di far ruotare la volta celeste.


Lo Scorpione è dominato da Marte il pianeta della guerra:
in Senso FISICO, è sesso solitamente egoistico. Mentre il Toro ha energia sessuale calma, Scorpio è energia agitata perché legata a turbolenza interiore che si manifesta con la gelosia e possessività che celano una profonda insicurezza di fondo.
Egli è vendicativo perché reprimendo l’emotività accumula energia che poi scaglia usando il pungiglione.
Benessere fisico, Ricerca l’appagamento ai desideri materiali il cui perseguimento può diventare il fine di tutta la vita, questo lo rende un egoista ossessionato da accumulare beni materiali, mentre invece deve comprendere che il benessere materiale è solo il mezzo per raggiungere altri obiettivi. Denaro con il quale si identifica per sopperire ad un desiderio di sicurezza.
Emotivamente regola la paura che condiziona ogni attività dello Scorpione . Il desiderio di sicurezza genera la paura, la paura genera aggressività, dietro ogni aggressività si cela una paura. Deve capire da cosa è generata la paura che può essere anche per piccole cose, solo così potrà superare l’aggressività.
Odio o repulsione. Lo Scorpione è l’unico segno che conosce l’odio, la sua tendenza è sempre quella di porre l’attenzione sul peggio, sulle cose negative, mentre la prova consiste nell’imparare a scorgere anche i lati positivi.
Ambizione. Poiché spinto dalla insicurezza, ambisce a diventare sicuro, il che significa creare una situazione di predominio, invece deve ambire a una aspirazione di più alto livello spirituale.
Orgoglio della Mente (Esaltazione di Mercurio)
L’orgoglio intellettuale produce separazione per la presunzione di essere più intelligenti degli altri.
Separatività. L’altra tendenza di separatività proviene dall'atteggiamento di difesa con il quale si sente sempre in lotta contro qualcuno o qualcosa.
Crudeltà. Prova soddisfazione nel farla pagare agli altri anche se questo comporta fare loro del male, o addirittura fare del male a se stessi (sadomasochismo)

L’ottava Fatica di Ercole: la distruzione dell’idra di Lerna:

Ercole sconfigge l’idra inginocchiandosi ed elevandola dalla palude, significa proprio affrontare le brutture (che dimorano nella palude, il piano emotivo) di cui è capace l’uomo, non più dai piani fisico ed emotivo bensì dal piano mentale della coscienza. Colui che affronta le avversità dal piano emotivo, è perduto (Ercole non riesce a sconfiggere l’idra rimanendo nella palude). Usare la mente significa portare in alto, solo così lo Scorpione potrà diventare Aquila, l’unico animale che fissa la luce del Sole, cioè la Luce dell’Anima. Ercole (l’Anima) per superare la prova discrimina, pazienta, si inginocchia nella palude, ossia diventa umile. La meta è riconoscere ciascun difetto per poi vincerlo, le 3 note fondamentali dello Scorpione sono: Giudizio - forza, Inganno - trionfo, Guerra - pace.

Il suo mantra “noi ci eleviamo inginocchiandoci, conquistiamo arrendendoci, guadagniamo donando“.

Sant’Agostino nota questa impossibilità di cogliere la luce direttamente:
“noi non possiamo cogliere di Dio ciò che Egli è, ma solamente ciò che Egli non è, e come gli altri esseri si pongono in rapporto con lui.”[

L'Astrología, chiave della scienza occulta che fissa le ore e le date propizie, mette in rilievo per l’appunto la legge di Analogia che opera nel mondo. Il cielo di nascita corrisponde a un paesaggio interiore, una mappa tracciata da una Causa, la si chiami Caso o Necessità, o Creatore,non chiaramente percepibile, così come le radici di un albero non sono visibili ai suoi stessi rami, se non all’essere evoluto, all’Essere integrato in tutte le sue componenti.
L'Astrologia, oltre a riflettere questa legge di corrispondenza universale (esteriore = interiore) è basata anche sull'unitarietà del binomio osservatore-fenomeno, non potendosi scindere l'interprete da ciò che è interpretato. E' inoltre un processo basato su una struttura simbolica (simboli = significati proiettati) capace di racchiudere in sè verità o archetipi, idee-madre che ci parlano nel linguaggio del mito e del sogno.

Nell’esempio citato, Edgar Allan Poe, alla nascita Venere e Luna in Pesci congiunte in Va casa (l’arte) danno il massimo della permeabiltà, sensibilità e ricettività ai valori già citati, di incubo e distruzione dettati dallo stellium e Ascendente Scorpione.
Edgar Allan Poe (Boston, 19 gennaio 1809 – Baltimora, 7 ottobre 1849) scrittore intenso pervaso da una sorta di lucida pazzia, ha il gusto per il mistero, l'orrido, l'angosciante:
« Mi hanno chiamato folle; ma non è ancora chiaro se la follia sia o meno il grado più elevato dell'intelletto, se la maggior parte di ciò che è glorioso, se tutto ciò che è profondo non nasca da una malattia della mente, da stati di esaltazione della mente a spese dell'intelletto in generale » (da "Eleonora", 1841)
Ma non solo in senso lettarario. Il senso del tragico assorbe praticamente tutta la sua vita.


Nel 1846 la moglie morì di tubercolosi e ciò fece sprofondare lo scrittore nella più cupa desolazione. Dopo questa morte il genio dello scrittore fu travolto dal dolore e dal rimpianto, che egli affogò nell'alcool - ancor più di quanto già abitualmente facesse. L'estrema povertà in cui viveva, lo costrinse addirittura ad usare le lenzuola del corredo matrimoniale (portate in dote dalla sposa) come sudario per la moglie stessa.

« Voi chiedete: potete dirmi quale fu il terribile demone causa delle irregolarità tanto profondamente lamentate? Sì, dirò anche di più: questo fu il demone più grande che mai distrusse un uomo. Sei anni fa una donna da me amata come mai altro uomo amò una donna, disperatamente ebbe spezzata un'arteria mentre cantava ed io soffrii tutta l'agonia della sua morte… Come un folle avevo alterni intervalli di lucidità e durante questi eccessi di incoscienza assoluta io bevvi Dio solo sa quando e quanto. I miei amici preferiscono il vizio del bere piuttosto che bere al vizio: fu l'orribile, infinita oscillazione fra la speranza e la disperazione che non potei più sopportare senza la totale perdita della ragione. Ricevetti nuova vita dalla morte di quella. Ma, oh Dio, quale esistenza melanconica! Io non trovo alcun piacere nell'uso di stimolanti verso i quali sono così indulgente. Solo per il desiderio di sottrarmi alla tortura dei miei ricordi ho messo in pericolo la mia vita e non per un desiderio di piacere. »

Il 3 ottobre 1849 Poe fu ritrovato delirante nelle strade di Baltimora, "in grande difficoltà, e... bisognoso di immediata assistenza", secondo l'uomo che lo trovò, Joseph W. Walker. Fu portato all'ospedale Washington College, dove morì domenica 7 ottobre 1849, alle cinque del mattino, ora dello Scorpione.. Poe non rimase mai lucido abbastanza per spiegare come si fosse trovato in tali gravi condizioni, né come mai indossasse vestiti che non erano i propri. Le circostanze della sua morte a 40 anni rimangono ancora non del tutto chiarite (simbologia della palude). Le ipotesi formulate dai medici di quell’epoca comprendono delirium tremens, stato di alcolismo avanzato, una cardiopatia, epilessia, sifilide, meningite, colera e rabbia. Più palude di così.
Alcune fonti affermano che le ultime parole di Poe furono "Signore aiuta la mia povera anima."

domenica 19 luglio 2009

L'eclissi Sole-Luna


a 29° del Cancro,22.7.2009
visibile in China, Nepal, Oceano Pacifico, Hawaii


L'ultima eclissi solare visibile in Italia (la luna passa esattamente davanti al sole durante il giorno...ed improvvisamente si fa buio) risale all'afoso pomeriggio dell'11.8. 1999. Nel segno del Leone.
Ci sono due modi per conoscere e spiegare questo avvenimento periodico, quello astronomico-scientifico ed il suo rovescio: quello simbolico-spirituale .
Dal punto di vista scientifico un'eclissi è un fenomeno astronomico, legato ai movimenti della Luna intorno alla terra, abbinati al movimento che la Terra compie intorno al Sole. In realta' la Luna è soggetta sia all'attrazione terrestre che a quella Solare.
Durante una eclissi solare, La Luna si trova fra il Sole e la Terra. Quando questo avviene, parte della luce solare viene bloccata. Il cielo diventa lentamente scuro, man mano che la Luna si muove di fronte al Sole. Appena sono perfettamente allineati, avviene l'eclissi totale di Sole. Le eclissi sono rare, ogni 18-19anni circa, sempre in posti diversi... Molte persone ne vedono una sola nel corso della propria vita. Quando la Luna passa fra la Terra e il Sole, comincia a bloccare una parte della luce solare, proiettando un'ombra sulla Terra. Sul bordo occidentale del Sole appare un piccolo "morso". La Luna continua a muoversi davanti al Sole fino a che rimane solo una piccola falce di luce. Il cielo comincia ad oscurarsi sempre più mano a mano che il Sole viene nascosto. Sottili bande chiare e scure di forma ondulata, "ombre volanti" che appaiono sulle superfici piane al suolo. Le ombre volanti sono causate dalle irregolarità dalla turbolenza dell' atmosfera terrestre. Improvvisamente il cielo si fa buio, ma se guardi verso l'orizzonte vedrai una luce rossastra che somiglia a quella del tramonto. Dopo che il Sole è stato completamente eclissato, si può vedere la sua corona che brilla in tutte le direzioni attorno al disco della Luna; questo spettacolo eccezionale, perchè la corona solare si può osservare ad occhio nudo solo durante un'eclissi totale di Sole. Durante la fase di oscuramento totale si possono anche vedere luci colorate provenienti dalla cromosfera e protuberanze solari provenienti dall'atmosfera. A causa di questa spettacolarità l'uomo primitivo ha sempre temuto e rispettato questo evento, segno che il volere divino non è sempre buono e generoso, ma può anche essere minaccioso o malvagio. Le incisioni su roccia eseguite da uomini del Paleolitico, del Neolitico, dell’Eneolitico, riguardano proprio questo, rappresentano una sorta di anello di congiunzione tra il loro mondo materiale e quello spirituale, tra la vita quotidiana e gli eventi naturali, spesso inspiegabili, primi fra tutti i vari fenomeni che si verificano in cielo. Di certo era una logica a noi sconosciuta a indurre gli uomini di quel tempo a rappresentare i loro concetti mediante quella particolare simbologia. Accanto a scene di caccia, pesca, pastorizia o anche di culto, esistono taluni simboli, o associazioni di simboli, quei segni astratti che generalmente vanno sotto il nome di "simboli solari" in quanto rappresentano il Sole in relazione al suo culto, molto diffuso tra le popolazioni di quel tempo. Non è detto però che tutti i simboli si riferiscano direttamente al Sole; è invece probabile che la rappresentazione simbolica riguardasse anche altri astri: la Luna, le comete, i pianeti visibili a occhio nudo e le stelle più luminose. Una religione animistica doveva infatti essere molto attenta ai fenomeni celesti, considerati come genuine manifestazioni divine e come tali scrupolosamente osservati e interpretati. Si consideri il ruolo della Luna per l'uomo protostorico. La presenza della Luna poteva rischiarare il cammino al viaggiatore, e comunque avere un effetto rassicurante contro la paura delle tenebre. Le fasi lunari erano un fenomeno talmente evidente da non poter passare inosservato; infatti, il loro ciclo fu assunto come uno dei primi metodi di scansione e misura del tempo. Per la nascita di un bimbo, per esempio, era importante tenere il conto dei cicli lunari trascorsi: ciò veniva fatto già nel Paleolitico, come dimostrano le sequenze di 29 e 30 incisioni su osso, in perfetto accordo con il periodo sinodico lunare, che ricordano piuttosto chiaramente la forma della Luna nelle varie fasi del suo ciclo.

Non esistono d'altronde culture in cui la Luna sia presenza assoluta e dominante nella mitologia e nei culti; l'esperienza umana, anche la più semplice, è infatti collegata con i fenomeni solari e astrali, più che a quelli lunari. Nelle mitologie antiche, e in molte primitive, l'astro del giorno e quello della notte sono quindi uniti tramite un legame di duplice sorte: fratello e sorella (come presso i Greci e i Romani) oppure marito e moglie e, insieme, fratello e sorella (come presso gli Incas e nelle religioni scandinave). Eppure la mitologia lunare sembra precedere quella solare e la Luna pare essere l'elemento che in maggior misura, e da più antica epoca, determina la formazione dei miti. L'nfluenza solare è più forte e potente, vitale. Quella Lunare più sottile riguarda le maree,la vegetazione, l'umidità, sul tempo meteorologico, sulla mestruazione, sulla psiche umana come ponte per quella parte del cervello istintiva, rettiliana, antica, primordiale.
Oltre al fatto che il calendario lunare, basato su un ciclo più facilmente osservabile e più agevolmente misurabile di quello del Sole, abbia preceduto, nella storia dell'umanità, il calendario solare, potrebbe confermare l'ipotesi che il culto lunare sia più antico di quello solare, almeno in molte parti del mondo è stata divinizzata, come altri astri nell'antichità, nella sua mitologia con un carattere essenziale, quello dell'eternità. Immortale perché riappare ogni mese dopo essere momentaneamente scomparsa, essa simboleggia una eterna rinascita, una vittoria sulla morte, una garanzia, per l'uomo, di una realtà ciclica che si rinnova. Essere femminile (la donna, la moglie del Sole), ma anche maschio in molte culture primitive è divinità androgina "che cresce e decresce ed è femmina e maschio" mentre negli Inni Orfici e nel trattato De Iside et Osiride di Plutarco, la Luna è, per i popoli indoeuropei, per Greci e Latini, quasi sempre divinità femminile, sorella del Sole, divinità maschile.
Nelle civiltà antiche (come in molte culture primitive) esisteva dunque un rapporto religioso particolarmente rilevante tra esseri umani e Luna. Questo rapporto entrava drammaticamente in crisi quando la Luna si manifestava non più nella normalità delle sue fasi, ma attraverso un fenomeno come le eclissi, considerato "anormale" per la relativa rarità con cui si presentava e perché non se ne conobbero per lungo tempo le cause.
Le eclissi lunari (come quelle solari) erano dagli antichi interpretate come un segno della collera della divinità lunare, come la prova di una vicenda, di una lotta mitica che si compiva in cielo. Virgilio nelle Bucoliche sa che i "carmi possono tirar giù (deducere) la Luna dal cielo" e Orazio negli Epodi ricorda la riminese Folia "quella che con i suoi tessali incantesimi / tira giù gli astri e la Luna". Tibullo afferma che "gli incantesimi tentano di far discendere la Luna dal suo carro". Nell'omonima tragedia di Seneca, Medea così si rivolge alla Luna: "E ora, evocata dai miei incantesimi, vieni, o astro delle notti, con il tuo aspetto più sinistro e la minaccia della tua triplice fronte". Silio Italico infine, ricorda che fu Angizia "la prima (strega lunare) che fece conoscere le piante velenose, imparò a domare col tocco i veleni, a staccare la Luna dal cielo, a fermare il corso dei fiumi".

E' proprio la Luna a creare nell’uomo un ritorno ai temi e agli argomenti spirituali. Nella storia delle Eclissi, c'è il riassunto del maschile e il femminile: l’immagine dell’uomo che emerge è piuttosto negativa (il padre violento, il re malvagio, punito con la morte accidentale, l’uomo traditore messo alla catena, il violentatore punito).
Dice l'astrologo arabo del 1400, Masha'llah:

" Quando vuoi sapere cosa accade nel mondo, piogge o venti o altro, determina il segno levante all’ora dell’ingresso del Sole nel primo punto di Aries e la posizione dei pianeti alla medesima ora e, eretta la figura, considera chi di loro presiede ad essa. Se il pianeta è benevolo, significa beneficio nel mondo, se è malevolo o impedito, corruzione. Opera al medesimo modo nelle quattro conversioni dell’anno e nei mesi. Sappi che quando, nella rivoluzione dell’anno, molti pianeti sono congiunti in segni acquei significano abbondanza di piogge, in segni ignei significano un calore eccessivo e secchezza o sterilità della terra, in segni aerei molti venti, in segni terrei gelo e neve. Allo stesso modo, quando, nelle quattro conversioni dell’anno, i pianeti sono in luoghi freddi, significano freddo intenso e un calore rimesso. Sappi che quando Marte e Saturno dominano la figura e i pianeti benevoli non li osservano, significano guerre e distruzione nel mondo. E se Marte è signore del quadrante annuo dell’estate ed è in una delle case di Mercurio, significa molte piogge e pestilenze. Sappi che la forte siccità e la sterilità della terra o la scarsità del raccolto non proviene se non dalla congiunzione dei pianeti nei segni ignei. Comprendi, esamina secondo quanto ti dissi e verificherai."

L'eclisse 2009 è il 22 Luglio al 29° grado del Cancro, con Venere e Marte che osservano.
Questa particolare eclissi appartiene al ciclo di Saros noto come ciclo di Saros Sud 11, che ha avuto origine il 14 giugno 1360, presso il Polo Sud, e si è verificato al momento del solstizio d'estate (0° Cancro) Questo ciclo non sarà completo fino al 30 luglio, 2622. Questa serie in questione a che vedere con la necessità di effettuare riforme improvvise di vecchie idee e di sistemi politici obsoleti, che se si rifiutano di cambiare verranno violentemente rimosse. Così ci troviamo in un periodo di improvvisi e rapidi mutamenti. Mercurio osserva nel Segno del Cancro. Questo è un tempo per sognare. Questo è un tempo per il coraggio di pensare a nuovi percorsi, di nuovi concetti. Questo è un tempo per fare piccoli passi che possono diventare un grande balzo in avanti.

C'è un pulsante nel cielo che fa ripartire storie di amore reciproco e un profondo, intenso, desiderio, e la passione sessuale. E 'l'abbraccio appassionato di Venere (Erishkigal) e Marte (Nergal) che nel corso dei loro viaggi attraverso l'eclittica, permettono di collegarsi, separarsi a volte, solitari, per poi ricollegare nuovamente, amore, e monogamia. La congiunzione di Venere (Erishkigal) e Marte (Nergal) dà con la propria fusione di intensità, già dal mese di giugno, la possibilità di mettere i pregiudizi da parte, si possono acquisire nuove informazioni, lasciare i pregiudizi nei rapporti personali, costringendo ad una rinascita insconscia del rapporto di coppia affrontando velocemente ed intelligentemente i problemi che sono stati portati di recente in superficie.

domenica 12 luglio 2009

DIAVOLO DI UN MISTERO



Il Male, Leopardi e lo Scorpione
Astrologia, il Diavolo svela oltre 25000 anni di Storia del Male

Ci sono una serie di donne nella vita di un uomo, ma si ama sempre una sola donna, probabilmente la propria madre, e poi la si cerca, tra alterne fortune, in altre anime ed in altri corpi, sotto cieli e in tempi diversi. Infatti è stata mia madre, abituale lettrice di libri seri di astrologia, la causa diretta ed indiretta del mio interesse nell’argomento in quanto lei stessa era appassionata, insieme alla musica e alla poesia, sin da ragazza. .. e io la amo per questo. In seguito nel corso degli anni il suo ricordo è stato lo stimolo a farmi una collezione di libri di astrologia. Ma non sono certo un credente, non è un atto di fede, solo una buona abitudine rispetto a tante altre che lo sono meno. Sono sicuro che nelle stelle non si devono cercare relazioni con la religione, l’ astronomia e la fisica, ma solo con la matematica e la musica.
Jung diceva che non può essere provata. Ma funziona, e che comunque ha un fascino unico. Quante volte nel corso della storia gli uomini hanno visto, in fasi alterne, qualcosa di diabolico o divino nell’Astrologia. Perché questo? E’ solo un modo di affrontare problema del Bene e del Male. Sul bene c’è poco da dilungarsi, perché ciò che è bene è bene. Il Diavolo invece, come in musica, c’è anche in astrologia, e si cela nascosto nel Segno dello Scorpione, l’VIII casa, il pianeta Marte, Plutone e Saturno, a cui si contrappone il segno del Toro, Venere, la Luna e la II casa. Concetto di una semplicità che ha dell’incredibile, il bene è nella Natura, nella donna e nell’amore, il Male è nella guerra, nelle catastrofi, nell’odio, nella distruzione. . Più semplice di così…
In realtà il Diavolo è anche un’invenzione letteraria. Per Giosuè Carducci: in un articolo del 28 dicembre 1869 su “Il Popolo” espresse il suo concetto del demonio:

“Il mio Satana è una specie di ebreo errante che per panteistica trasformazione passa di fenomeno in fenomeno, di mito in mito, di uomo in uomo. E così segue da molti secoli. Se una forma propria volessi dargli, lo rappresenterei giovin di verde e immortale gioventù, come gli dèi della Grecia, ma severo e mesto a un tempo nella sua raggiante bellezza. Con la spada nell’una mano e nell’altra una fiaccola, egli salirebbe di monte in monte guardando all’alto. Excelsior è il suo motto, come quello dell’ignoto peregrino americano del Longfellow. E nella immaginazione mia, egli non può sostare che sulla cupola di Michelangelo, in vetta al San Pietro. Quando egli sarà colassù, noi suoi fedeli sotterreremo finalmente Geova. Perocché cotesto vecchietto Dio è vivace: altri si è affaticato finora a seppellirlo, ed egli fa mostra di rassegnarsi; ma a un tratto scoverchia la tomba e salta fuori. Ma noi lo sotterreremo profondo, più profondo che i cretesi non facessero con Giove, perocché gli accatesteremo a dosso la -grave mora - del cattolicesimo romano. Questo è l’officio degli italiani”.
Nel suo Inno a Satana, composto nel 1869, Carducci declama: “A te disfrenasi / il verso ardito, / te invoco, Satana, / Re del convito. / Via l’aspersorio, / Prete, e il tuo metro! / No, prete, Satana / non torna indietro! / (...)”. Il diavolo di Carducci, ad ogni modo, simboleggia la trasgressione, il rifiuto della morale corrente, l’anticlericalismo, lo scetticismo e altro ancora.

Per Baudelaire, poeta maledetto, (1821-1867), del demonio, nelle Litanie di Satana, scrive: “Tu, tra gli angeli tutti il più bello e dotato, / Dio tradito dal caso e di lodi privato, / o Satana, pietà del mio lungo patire! / Principe dell’esilio, stretto da ingiusta sorte, / e che ti risollevi, vinto, sempre più forte, / o Satana, pietà del mio lungo patire! / (...)”. Nella Preghiera così declama: “Sia gloria e lode a te, Satana, nel più alto / dei cieli dove un tempo regnasti e nel profondo Inferno / dove in silenzio, vinto, sogni! / Possa la mia anima un giorno riposarti accanto / sotto l’albero della scienza nell’ora che i suoi rami / si intrecciano, tempo novello, più su della tua fronte”(C. Baudelaire, I fiori del male, in Poesie e prose, Milano 1977).

Anche Crowley scrisse un Inno a Lucifero: “Hymn to Lucifer”, (vedi “The Equinox”in francese, che ovviamente deriva dalla lirica di Baudelaire.
Satana e Lucifero sono stati evocati da un’ampia letteratura. De Sade affermò che “Tutto è male, tutto è opera di Satana”. William Blake (1757-1827), nel “Matrimonio del Cielo e dell’Inferno” (1790), esaltò la ribellione dell’uomo contro Dio. In Milton (1608-1674) il fascino del personaggio di Satana nel Paradiso perduto viene apprezzato per le sue qualità <> ed <> e diventa una figura positiva, un oggetto di culto – anche se solo letterarioIl poeta inglese Byron (1788-1824), in Manfredi (1817) e Caino (1821), descrive il fratricida come una sorta di super uomo. La lista è ancora molto lunga. Questi e tanti altri letterati ebbero molto a cuore gli aspetti selvaggi, oscuri e luciferini della vita. Pochi sanno che anche Giacomo Leopardi (1798-1837) fu un cantore di Satana; anticipò pure Baudelaire e, a parere di Papini, egli è “nella letteratura italiana, l’unica testimonianza di una teoria teologica del male assoluto, cioè del diavolo”
Leopardi, nel suo canto ad Arimane, che è il diavolo nella religione dei persiani, dice: “Re delle cose autor del mondo, arcana / malvagità, sommo potere e somma intelligenza, / eterno dator dei mali e reggitor del moto”. Non sfuggono neppure le diverse affinità tra Leopardi e De Sade. La conoscenza, anche non approfondita delle loro opere, pone subito in luce, scrive Mario Andrea Rigoni, alcune indicative analogie e cioè “che la convinzione della nullità dell’uomo nell’universo e, per conseguenza, la denuncia dell’insensato orgoglio antropocentrico, la visione di una natura indifferente e crudele nei confronti delle proprie creature, l’idea della divorante infinità del <> ecc. sono temi assolutamente comuni”
Nello Zibaldone Leopardi scrive, nelle pagine redatte in data 19-22 Aprile 1826: “Tutto è male. Cioè tutto quello che è, è male; che ciascuna cosa esista è un male; ciascuna cosa esiste per fin di male; l’esistenza è un male e ordinata al male; il fine dell’universo è il male; l’ordine e lo stato, le leggi, l’andamento naturale dell’universo non sono altro che male, né diretti ad altro che al male” (Zib., 4174). Il poeta vede la vita come la manifestazione dell’essenza del male.

Giacomo Leopardi nacque a Recanati, una piccola città di provincia dell’entroterra marchigiano il 29 giugno 1798 alle 18, Sole in Cancro congiunto Saturno in VI casa (la salute) Luna e Ascendente in Capricorno, Medio Cielo e Nettuno in Scorpione. Nella sua Logica degli Astri, con il Segno dello Scorpione come punto più alto delle energie planetarie, tutto è male. Ma solo al livello letterario. Giacomo Taldegardo Francesco di Sales Saverio Pietro Leopardi, Conte Leopardi, aveva un bel Giove e Venere in Toro in V casa, siamo convinti che abbia vissuto una vita agiata del nullafacente nel lusso e nel benessere di una famiglia agiata. La natura tende sempre a riequilibrare, avendogli levato bellezza salute longevità ottimismo ed amore, gli ha sicuramente concesso tante altre cose, tra cui l’intelligenza poetica.
Per Leopardi comunque l’infinito, la stessa divinità sono il nulla: “In somma il principio delle cose, e il Dio stesso, è il nulla” e scrive ancora: “Pare che solamente quello che non esiste, la negazione dell’essere, il niente, possa essere senza limiti, e che l’infinito venga in sostanza a esser lo stesso che il nulla. Pare soprattutto che l’individualità dell’esistenza importi naturalmente una qualsivoglia circoscrizione, di modo che l’infinito non ammetta individualità e questi due termini sieno contraddittorii; quindi non si possa supporre un ente individuo che non abbia limiti”

Diavolo di una donna e PSICOLOGIA DEL PROFONDO
Oggi viviamo ancora una conflittualità estrema tra il desiderio, l’ansia e la paura del rapporto uomo-donna, donna-uomo, e una solitudine insopportabile, sola via di scampo allo stress metropolitano e ai pericoli, che si celano nell’oscurità di una società disumanizzata. L’uomo e la donna vivono la tragedia della perdita della loro umanità isolandosi, sempre di più, in paradigmi di teoremi senza soluzione. La famiglia tende alla polverizzazione e la coppia, intesa come istituzione, si sfalda lungo il percorso.
Sulla donna, tra l’altro, pesa una lunga catena di secoli d’oppressione. Le Sacre Scritture sanciscono la sua inferiorità come persona e affermano in molti testi la mentalità patriarcale e sostanzialmente antifemminista di tutto il mondo orientale. “Nella vita sociale (ma anche in quella familiare la donna israelita è in genere una sottomessa: prima delle nozze è subordinata al padre, dopo il matrimonio chiama il marito suo bà al, cioè padrone...”(). La donna è stata sempre vista come inferiore all’uomo, quasi creatura malefica o, al meglio, di scarto o mal riuscita.
Figura di secondaria importanza, bestia o oggetto più che persona, così era considerata dalla Legge di Israele, a tal punto che l’Esodo sentenziava: “Non desidererai la casa del tuo prossimo, non desidererai la donna del tuo prossimo, il suo schiavo, la sua schiava, il suo bue, il suo asino e tutto ciò che è del tuo prossimo”. La donna è, dunque, trattata da essere inferiore, bestia o, addirittura, cosa. San Tommaso affermò che: “La donna, sottomessa all’uomo come suo capo, non ha il diritto di sottrarsi alla sua autorità”. Per Tertulliano la donna era la “porta dell’inferno” e Clemente d’Alessandria ammoniva: “Ogni donna dovrebbe essere oppressa dalla vergogna al solo pensiero di essere donna”.
Nel medioevo “streghe ed eretici furono il capro espiatorio di una umanità irrequieta e instabile... gli uomini si accanivano contro la realtà dell’incubo per dimenticare l’incubo della realtà. In fondo quella fu un’epoca con forti coloriture misogine. Si coglie, di quei secoli inquieti, un messaggio: “La donna è un pericolo... La donna riscoperta dall’amor cortese è il simbolo dell’instabilità, della vana curiosità, della sensualità, del disordine. La donna, che si ribella alle norme e alle consuetudini, che cessa di essere donna angelicata, a vantaggio di una sessualità troppo libera, fece paura all’uomo, che scaricò sulla figura femminile pulsioni distorte di attrazione e repulsione, amore e odio, attrazione e repulsione-timore e, finalmente, un antifemminismo esacerbato e infarcito di un misticismo malato.
Oggi siamo progrediti ma la società umana si è solo in parte liberata dai vincoli delle idee ereditate dalle ore selvagge, speriamo che l’uomo e la donna non si calunnieranno più a vicenda, non si tormenteranno come nemici, non avveleneranno il loro cuore per il possesso e la gioia di vivere, con la ignoranza dei valori liberi della loro coscienza.

FREUD
“Solo il rapporto con il figlio dà alla madre una soddisfazione illimitata...”. Assolutamente antifemminista Freud riduce la donna ad uno scherzo della natura, sottomessa in tutto e per tutto all’uomo, detentore del potere fallico. Nei Tre saggi sulla teoria della sessualità il medico sottolinea la “natura maschile” della libido. La dottrina pansessualistica e fallocratica di Sigmund Freud ignorava una sessualità femminile.
Ignorava, ancora, il fondatore della psicoanalisi che la donna non è un uomo che è stato evirato, ella è il complemento dell’uomo. Anche sul piano fisico c’è una situazione analoga, perché fisicamente ciascun sesso sembra essere il complemento dell’altro. E’ da osservare, ancora, che “come nel mondo visibile, cioè il mondo esteriore delle umane imperfezioni, così in ognuno di noi il corpo lunare fa la parte della femmina - ricettacolo di tutte le impressioni e di tutte le sensibilità che ci colpiscono, ci tormentano, ci conturbano, e viceversa nella donna. L’istinto sessuale è, principalmente, il desiderio di fusione col polo sessuale opposto (un tentativo di “coniuncto oppositorum” proiettata all’esterno), e solo in parte l’urgenza di ridurre una tensione.
Il rapporto sessuale tra due persone è un linguaggio per comunicare cose, che non si possono dire altrimenti.Il linguaggio dell’amore, metafisico, è l’unico linguaggio che vale la pensa di imparare. Ecco che una carezza, un abbraccio, lo stesso rapporto sessuale, assumono un’importanza straordinaria. E’ stato detto, del resto, che ogni tragedia, in ultima analisi, non è altro che un fallimento della comunicazione. La sessualità, in fondo, è un atto di comunicazione, pieno di significato, in una relazione umana profondamente complessa. In questo contesto la donna non può più essere considerata un aborto di uomo o un oggetto, ella è uguale e complementare all’uomo. Per cui il Segno delllo Scorpione, maestro della sessualità, sarà anche il Diavolo, ma va affrontato.

SIMBOLISMO E REALTA’ DELLO SCORPIONE
“L’autunno e la sua pioggia soffiano sulle terre oscure: grandi e senza scampo le solitudini della morte si allacciano”
A. R. Holst“Ormai tu non sei più, o materia vivente!”(Charles Baudelaire, quattro pianeti in casa 8, settore analogico dello Scorpione)

Il ciclo di esteriorizzazione è finito: dopo il regno della luce viene quello delle tenebre.Tutto il simbolismo dello Scorpione si ritrova in questa immagine: l’attenuazione della materialità. Dopo il suo viaggio nel mondo esterno per perfezionare la sua evoluzione, l’uomo deve affrontare la sua notte interiore. Secondo il mito dei Sumeri, il sole entrava in autunno nel regno degli inferi, le cui porte erano custodite da uomini Scorpioni, la cui testa raggiungeva la base del cielo mentre il torace reggeva gli inferi. Plutone (in greco Hades), ultimo pianeta scoperto, si è aggiunto a Marte come signore dello Scorpione. L’attribuzione di Plutone allo Scorpione sembra coerente: nella mitologia Plutone era infatti il dio degli inferi. Aveva ottenuto questo titolo quando, assieme ai suoi fratelli Giove e Nettuno, si era giocato la spartizione del mondo. Nel suo regno sotterraneo, lo sfortunato giocatore soffriva di solitudine: così prese Persefone, figlia di Demetra, la dea delle messi, per ferne la sua sposa. Mosso dalle lagnanze di Demetra, Giove dispose che Persefone avrebbe passato la metà dell’anno con la madre sulla terra e l’altra metà nella oscura dimora dello sposo. Ritroviamo qui il simbolisimo del ciclo stagionale fra la vita terrestre, rappresentata da Demetra, e la vita sotterranea rappresentata da Plutone, l’alternanza del giorno e della notte, della vita e della morte. Etimologicamente, Hades viene dal greco Haito: il bruciare, il tramutarsi col fuoco. In tutti i miti collegati al segno dello Scorpione predomina l’idea della trasformazione. L’animale raffigurato nel simbolo, quando è prigioniero di un cerchio di fuoco, pianta il proprio aculeo nel suo corpo e si dà la morte. Non si tratta di un suicidio ma di un riflesso che corrisponde a un massimo di eccitazione.
“Io sono il serpente Sata che sta nelle parti più lontane della terra. Io muoio, io mi rinnovo e io ritorno giovane ogni giorno”
(Libro dei morti)


Per comprendere il valore del segno Scorpione bisogna però tenere conto di un aspetto meno palese ma altrettanto importante: quello della rinascita, dell’elevazione spirituale. In questo senso il simbolo dello Scorpione rappresenta la trasformazione, come passaggio da uno stato ad uno superiore. Pe rla religione egiziana, la giornata terrena dell’uomo corrisponde al viaggio del defunto nel mondo dell’oltre tomba. Durante quest’ultimo viaggio egli risponderà degli atti commessi durante la sua vita, davanti al tribunale di Dio, e dovrà affrontare alcune prove iniziatiche al fine d’acquistare il diritto di sedere tra gli eletti. Nel cammino, egli sarà assalito da mostri spaventosi e pronti a divorarlo, impedendogli così l’accesso alla luce. Il sacerdote che gli serve da guida lo esorta con queste parole:”La verità uscirà dal tuo cervello e s’imporrà con la forza. Non temere nulla, non spaventarti, sappi che la personificazione sta nel tuo intelletto perchè esso è la divinità tutelare; da che l’avrai riconosciuta sarai liberato” Se il defunto riesce a dominare la sua istintiva paura, dominerà anche i mostri che raffigurano il suo dubbio interiore. In questo caso sarà degno della reincarnazione. Le parole che seguon gli sono indirizzate:”Tu sei simile a Dio, e sei stato generato in vista della trasformazione. Sorgi, avanza e contempla le cose che sono in te e nella matrice eterna”. Questo frammento del libro dei morti egiziano ci conduce ad un’altra conclusione che concerne la possibilità di evoluzione dello Scorpione: è al prezzo di una presa di coscienza, confrontandosi con se stesso, (i mostri sono l’immagine del confronto fra il conscio e l’inconscio) che lo Scorpione può accedere alla “luce della realtà, alla lucidità”. “Io corro e avanzo a grandi passi nella mia forza spirituale fatta di qualità nascoste, e le mie trasformazioni sono quelle di Horus, il dio dalle due facce” dice il defunto che ha vinto le ombre. Nella mitologia greco-latina, una leggenda che riguarda lo Scorpione sembra particolarmente significativa. Si tratta del mito d’Orione e dello Scorpione di bronzo. Orione era irriducibile cacciatore ed aveva grande fama. Nessun animale gli sfuggiva: giorno e notte egli inseguiva la cacciagione attraverso boschi e pianure. La sua intelligenza non uguagliava però la sua destrezza. Egli era un primitivo dedito a soddisfare i suoi bisogni più elementari. Durante una caccia egli incontrò un giorno la dea Artemide (Dea Venusiana, che regge il segno del Toro) ne fu affascinato: senza rendersi conto della gravità del suo atto, egli si gettò su di lei strappandole il velo. Corrucciati per questo sacrilegio, gli dei fecero uscire dalla montagna uno scorpione dai dardi di bronzo. Spaventato, Orione tentò di fuggire, ma fu raggiunto dall’aculeo del mostruoso animale e morì. La leggenda rappresenta simbolicamente il destino di ci, per imprudenza, suscita la collera dello Scorpione senza essere in grado di affrontarla. Per aver voluto troppo presto strappare il velo della conoscenza, egli soccombe. L’autodistruzione è un “leitmotiv” del tipo Scorpione al suo stadio primitivo. La leggenda ci propone una soluzione consolatoria: Artemide, presa da pietà, trasporta nei cieli Orione e lo Scorpione, ove essi figurano come brillanti stelle.

domenica 5 luglio 2009

Ho il fuoco nelle mani




Federico Garcia Lorca-
La vita e l’arte di un Gemelli, Ascendente Pesci
(nato il 5 Giugno 1898 a mezzanotte, Sole in Gemelli, Luna in Capricorno, Mercurio in Toro, Marte in Ariete, Venere in Cancro, Giove a 0°Bilancia sulla Cuspide dell’VIII casa, Saturno e Urano in Sagittario, Nettuno e Plutone congiunti al Sole in IV casa in Gemelli)

Bisogna sempre guardare con molta più attenzione alle opere di un artista famoso che alla sua biografia od al suo Tema Astrale. Anche per me così è stato, sin dall’inizio del mio interesse in Garcia Lorca come artista. Ma volendo analizzare, approfondire la vita dello scrittore poeta e musicista si può dare un’occhiata ora al suo Quadro Astrale e si possono comprendere molti dei “leif motiv” che emergono nella sua vita direttamente dalle energie planetarie.

ECLETTISMO COME GEMELLI
Un esempio di vita dove l’eclettismo dei Gemelli è combinato l’idealismo dei Pesci.
Una vita, quella di Garcia Lorca, fatta di viaggi, di continue partenze, frenate e ripartenze, svolte continue di cui l’ultima tragica. La scelta di stare dalla parte sbagliata politicamente parlando. Le amicizie importanti, Pablo Neruda, Salvador Dali, Andres Segovia, Mirò e tanti altri. Nelle sue parole:
“A questo mondo io sono e sarò sempre dalla parte dei poveri. Sarò sempre dalla parte di coloro che non hanno nulla e ai quali si nega perfino la tranquillità del nulla. Noi - e mi riferisco agli uomini di estrazione intellettuale ed educati nell'ambiente delle cosiddette classi benestanti - siamo chiamati al sacrificio. Accettiamolo. Nel mondo non lottano più forze umane, ma telluriche. Se mi pongono su una bilancia il risultato di questa lotta, in un piatto il tuo dolore e il tuo sacrificio, e in un altro la giustizia per tutti, pur con l'angoscia di un futuro che si pronostica, ma non si conosce, io su quest'ultimo piatto batto il pugno con tutta la mia forza".

SOLE IN GEMELLI CONGIUNTO NETTUNO E PLUTONE IN IV CASA
Ed ecco Il poeta! La grazia e il genio, il cuore alato e la cascata cristallina dei motti. Federico García Lorca era uno scialacquatore con l’allegria centrifuga, che raccoglieva in seno e irradiava, come il pianeta erratico Mercurio, come sa fare solo i Gemelli, proiettando la felicità, e l’infelicità di vivere, tradotte sempre in versi musicali. Teatrale, istrionico, ingenuo e commediante, cosmico e provinciale, singolare musicista, splendido mimo, timido e superstizioso, raggiante e gentile: era una sorta di riassunto delle età della Spagna, della fioritura popolare; un prodotto mestizo arabico-andaluso che illuminava e profumava, come un gelsomino, tutta la scena di quella Spagna, gitana ahimè!, scomparsa. Inventore di un teatro ambulante, spesso solo triste e sconsolato, e nel silenzio, nella folla e nei trionfi, era un moltiplicatore della bellezzza. Difficile trovare così tanta magia nelle mani di una stessa persona che in realtà, essendo sia Pesci, che Gemelli e Sagittario quindi “mutuabile” e doppio, si scomponeva in una miriade di sottopersonalità, tutte valide e diverse.

L’ARTE COMINCIA CON MERCURIO IN TORO OPPOSTO URANO TRIGONO GIOVE
La sensibilità artistica di Federico ha sicuramente una genesi musicale nell’nfanzia, infatti le prime commozioni estetiche della sua infanzia, vissuta tra la nativa Fuentevaqueros e Granada, sono legate all’universo dei suoni e si può credere che una sorta di incantato stupore nei confronti della musica abbia accompagnato lo scrittore per tutta la vita. “Rimango meravigliato - scrive all’amico Jorge Guillén il 9 settembre 1926 - quando penso che l’emozione dei musicisti (ascoltando Bach) è retta e avvolta da una perfetta matematica”.
Nella vita e nelle opere di questo scrittore-poeta si scopre di volta in volta lo spessore, la grandezza e la naturalezza di un grande artista che esprime la predilizione per i valori fondamentali dell’uomo, della natura e della vita stessa, amante della Natura: animali, insetti, contadini, bambini, alberi, fiumi, sole e luna, egli sa trarre dalle componenti cosmiche vegetali, animali e minerali le immagini più rappresentative e più suggestive dei suoi sentimenti. Le stagioni, il cosmo, la terra, l’acqua, il sole, la luna, il mare corrispondono metaforicamente ai vari momenti della breve vita e degli umori del gitano e giovane Lorca. I Gemelli è anche il segno di Caino ed Abele e Federico finisce sotto i “cani di piombo” dei suoi fratelli “diversi”, i falangisti di Franco, a soli trent’otto anni il 19 agosto, viene fucilato con altri repubblicani subito dopo l’occupazione di Granada , sua città natale da parte dei franchisti. “Io sono uno Spagnolo integrale e mi sarebbe impossibile vivere fuori dai miei limiti geografici; però odio chi è Spagnolo per essere Spagnolo e nient’altro, io sono fratello di tutti e trovo esecrando l’uomo che si sacrifica per una idea nazionalista, astratta, per il solo fatto di amare la propria Patria con la benda sugli occhi. Il Cinese buono lo sento più prossimo dello spagnolo malvagio. Canto la Spagna e la sento fino al midollo, ma prima viene che sono uomo del Mondo e fratello di tutti. Per questo non credo alla frontiera politica.”

SATURNO IN SAGITTARIO AL MEDIO CIELO
Saturno in Sagittario, l'anelo alla libertà bloccato e ridimensionato dal peso della famiglia, della patria, del giudizio degli altri. Garcia Lorca non era un bravo studente, per lo meno, non abbastanza affidabile, ed era regolarmente un “outsider” della cultura. Ma dagli insuccessi accademici passa, con una capriola tipica dei Gemelli, ad uno straordinario successo popolare.

Da “Simbolo”

Cristo
teneva uno specchio
in ogni mano.
Moltiplicava
il proprio spettro.
Proiettava il suo cuore
negli sguardi neri.
Credo!

La raccolta “Poeta in New York” è profetica.

“Aurora”
L’Aurora a New York possiede
quattro colonne di fango
e un uragano di colombi neri
che guazzano nell’acqua imputridita.

“La luce è seppellita da catene e frastuoni
di impudica sfida di scienza senza radici.
Nei quartieri c‘è gente che barcolla d’insonnia
come appena scampata da un nubifragio di sangue.”

Nelle colonne di fango si intravedono le torri di Manhattan fumanti e ridotte ad un cumulo di macerie nel 2001.

L’AMORE COME FANTASIA
Venere in Cancro in IV casa opposto Luna:

“amore: sarà amore oscuro, amore mistico e casto, oppure perverso?"

Con una fase di Luna in Capricorno opposta Venere è probabile che il poeta fosse estremamente timido e forse complessato. Non si può dire però che l’amore sia l’argomento principale per Garcia Lorca, omossessuale o meno che sia stato, non è dato sapere, ma comunque deluso anche dalle donne, anche se la cultura gay gli si è buttata addosso, è stato piuttosto spinto a scrivere dall’anelo alla libertà:

“...e per la forza di una parola, io ricomincio la mia vita. Sono nato per conoscerla, per chiamarla: Libertà!”


IL BAD KARMA SATURNO IN SAGITTARIO OPPOSTO SOLE, I VIAGGI PER PRENDERE DISTANZA DALLA FAMIGLIA DI ORIGINE, DAL MONDO DELL’ADOLESCENZA
Nato in una famiglia di piccoli proprietari terrieri nel paesino di Fuente Vaqueros, García Lorca è per vari aspetti un ragazzo prodigio, sebbene non raggiunga mai l’eccellenza - non per incapacità, ma per le pieghe del suo complesso carattere - in ambito scolastico. Tuttavia, verso la fine del 1929, García Lorca cade vittima di una depressione sempre più profonda, esacerbato frutto dei sensi di colpa per una omosessualità che comunque sempre meno riesce a mascherare con amici e parenti, inizia a viaggiare, ed in particolare il soggiorno a New York, dove Federico frequenta per un breve lasso la Columbia University, assume una importanza fondamentale nella produzione poetica di Lorca, che difatti compone quello che molti giudicano il suo capolavoro, ovverosia Poeta en Nueva York, incentrato sull’alienazione dell’uomo nella società moderna e sui meccanismi che permettono ai pochi di dominare sui molti.
Le sue poesie riflettono la sua incendiata critica nei confronti della disumanizzazione, del mancato rispetto nei confronti della natura e dell’emarginazione dei diseredati, che in Romancero gitano erano appunto rappresentati dai gitani, mentre in queste libro sono soprattutto la comunità nera:

“Io credo che il fatto di essere di Granada mi spinga all’umana comprensione dei perseguitati, del gitano, del negro, dell’ebreo... del moro, che noi tutti ci portiamo dentro!”

L’IDENTITA’ LACERATA; SATURNO OPPOSTO SOLE NETTUNO E PLUTONE DECIMA E QUARTA CASA

« Era la mia voce antica
ignara dei densi succhi amari.
La sento lambire i miei piedi
sotto le fragili felci bagnate.

Ahi, voce antica del mio amore,
ahi, voce della mia verità,
ahi, voce del mio aperto costato,
quando tutte le rose nascevano dalla mia lingua
e il prato non conosceva l’impassibile dentatura del cavallo!. »
(F. G. Lorca, Poemas del lago Edem Mills)

Da mio padre ho ereditato la passione e da mia madre l’intelligenza?, dirà a trent’anni.

I GRANDI TEMI CULTURALI del poeta sono Granada, l’Alhambra, la gloriosa storia della città, ciò che ne scrissero Baudelaire e Hugo, le musiche di Albéniz e di Debussy, il flamenco , la gitana, il colore della notte (Luna In Capricorno) , fece studi letterari e giuridici, ebbe profonde conoscenze musicali, cantava, suonava più strumenti, disegnava e dipingeva. E ancora la sua destrezza al pianoforte, una forte ribellione verso la Chiesa e una profonda angoscia sessuale, sublimata nella ricerca artistica. . le donne e gli uomini, gli uomini e le donne, senza identità di genere. Le sensualità, la miscela profumata della vita: cedro, oleandro amaro, uliveti, aranceti, bianche camelie, erbe d’argento, gigli freschi, giunchi magnolie e gelsomini e poi immancabilmente c‘è «il sangue delle tue vene nella mia bocca/ la tua bocca senza luce per la mia morte». I suoi primi artícoli, fra cui uno sulla vita dei monaci (nella cui apparente abnegazione Federico vede radici nevrotiche) e un altro sulle regole della musica (in cui afferma, in sintesi, che se, in arte, le regole sono pur necessarie per i principianti, in seguito servono soltanto ai mediocri, e che il vero artista agisce per intuizione, non per regole.

"POTESSERO LE MIE MANI SFOGLIARE

Pronunzio il tuo nome
nelle notti scure,
quando sorgono gli astri
per bere dalla luna
e dormono le frasche
delle macchie occulte.
E mi sento vuoto
di musica e passione.
Orologio pazzo che suona
antiche ore morte.
Pronunzio il tuo nome
in questa notte scura,
e il tuo nome risuona
più lontano che mai.
Più lontano di tutte le stelle
e più dolente della dolce pioggia.
T’amerò come allora
qualche volta? Che colpa
ha mai questo mio cuore?
Se la nebbia svanisce,
quale nuova passione mi attende?
Sarà tranquilla e pura?
Potessero le mie mani
sfogliare la luna!"

"INTERNO
Non voglio essere né poeta,
né galante.
Lenzuola bianche perché tu ci svenga!

Tu non conosci il sonno
né il fulgore del giorno.
Come le seppie,
con inchiostro di effluvi acciechi nuda.
Carmen."

Gli scanzonati appunti di viaggio

"PICCOLO VALZER VIENNESE

A Vienna ci sono dieci ragazze,
una spalla dove piange la morte
e un bosco di colombe disseccate.
C’è un frammento del mattino
nel museo della brina.
C’è un alone con mille vetrate.

Ahi! Ahi! Ahi! Ahi!
Prendi questo valzer con la bocca chiusa.
Questo valzer, questo valzer, questo valzer, di sì, di morte e di cognac che si bagna la coda nel mare.
Io ti amo, io ti amo, io ti amo,
con la poltrona e il libro morto,
nel malinconico corridoio,
nell’oscura soffitta del giglio,
nel nostro letto della luna,
nella danza che sogna la tartaruga.

Ahi! Ahi! Ahi! Ahi!
Prendi questo valzer dalla spezzata cintura.
A Vienna ci sono quattro specchi, vi giocano la tua bocca e gli echi.
C’è una morte per pianoforte
che tinge d’azzurro i giovanotti.
Ci sono mendichi sui terrazzi.
E fresche ghirlande di pianto.

Ahi! Ahi! Ahi! Ahi!
Prendi questo valzer che spira fra le mie braccia.
Perché io ti amo, ti amo, amore mio,
nella soffitta dove giocano i bambini,
sognando vecchie luci d’Ungheria
nel mormorio di una sera mite,
vedendo agnelli e gigli di neve
nell’oscuro silenzio delle tue tempie.

Ahi! Ahi! Ahi! Ahi!
Prendi questo valzer del…

A Vienna ballerò con te
con un costume
che abbia la testa di fiume.
Guarda queste mie rive di giacinti!
Lascerò la mia bocca tra le tue gambe,
la mia anima in foto e fiordalisi,
e nelle onde oscure del tuo passo
io voglio, amore mio, amore mio, lasciare,
violino e sepolcro, i nastri del valzer. "

IL PESSIMISMO COSMICO

"GAELA III - DELL’AMORE DISPERATO
La notte non vuole arrivare
in modo che tu non arrivi,
e io non possa andare.

Ma io andrò,
anche con tempie rose da un sole di scorpioni.
Ma tu verrai con la lingua bruciata dalla pioggia di sale.
Il giorno non vuole arrivare
in modo che tu non arrivi
e io non possa andare.

Ma io andrò
dando in consegna ai rospi il mio morso garofano.
Ma tu verrai per le fosche cloache dell’oscurità.
Né la notte né il giorno vogliono arrivare perché per te io muoia e tu muoia per me."

CASIDA IV - "DELLA DONNA DISTESA

Vederti nuda rievoca la Terra,
la Terra liscia, sgombra di cavalli.
La Terra senza un giunco, forma pura
chiusa al futuro: limite d’argento.
Vederti nuda è capire l’ansia della pioggia che cerca esile vita, la febbre del mare dall’immenso volto che non trova la luce della guancia.
Il sangue, risuonando nelle alcove, giungerà con le spade sfolgoranti, tu però non saprai dove si celano il cuore di rospo o la violetta.
Il tuo ventre una lotta di radici, alba senza contorno le tue labbra. Sotto le rose tiepide del letto i morti gemono aspettando il turno."

"Amore sviscerato, viva morte,
la tua parola scritta invano attendo
e penso, mentre sta appassendo il fiore,
se vivo senza me ti voglio perdere.
Il vento è immortale. Non conosce la pietra inerte l’ombra e non la sfugge. Non ha bisogno l’intimo del cuore del miele freddo sparso dalla luna.
Ma io soffersi. Mi straziai le vene, tigre e colomba, sulla tua cintura in un duello di morsi e di asfodeli.
Riempi ora di parole il mio delirio o fa’ che viva nella mia serena notte d’anima eternamente oscura."

LA BISESSUALITA’ DEI GEMELLI
"IL POETA PARLA AL TELEFONO CON L’AMORE
Ha irrigato la duna del mio petto
nella dolce cabina la tua voce.
E’ stata primavera a sud dei piedi
e fior di felce a nord della mia fronte.
Pino di luce nello spazio stretto
ha cantato senz’alba né sementi
e per la prima volta il mio lamento
corone di speranza ha appeso al tetto.
Dolce e lontana voce che hai versata.
Dolce e lontana voce che ho gradita.
Lontana e dolce voce tua smorzata.
Lontana cerva oscura che è ferita.
Dolce singulto nella nevicata.
Lontana e dolce nel midollo infissa!

Tu mai potrai capire quanto ti amo
perché in me dormi e resti addormentato.
Io ti nascondo in lacrime, braccato
da una voce di penetrante acciaio.
Norma che scuote insieme carne e stella trapassa già il mio petto addolorato e le fosche parole hanno addentato le ali della tua anima severa.
Gruppo di gente salta nei giardini e attende il corpo tuo, la mia agonia su cavalli di luce e verdi crini.
Ma continua a dormire, vita mia, Senti il mio sangue rotto nei violini! Attento, ché c’è ancora chi ci spia!"

I PRESENTIMENTI OSCURI DI MORTE
Garcia Lorca non era politico, ma morì per ragioni politiche. Pochi giorni prima della sua esecuzione da parte dell'appena instaurato regime di destra rilascia un’ultima intervista, al “Sol” di Madrid, in cui c’è una eco delle motivazioni che l’avevano spinto a rifiutare quelle offerte di vita fuori dalla Spagna, che avrebbero potuto salvarlo:

"Io sono uno Spagnolo integrale e mi sarebbe impossibile vivere fuori dai miei limiti geografici; però odio chi è Spagnolo per essere Spagnolo e nient’altro, io sono fratello di tutti e trovo esecrando l’uomo che si sacrifica per una idea nazionalista, astratta, per il solo fatto di amare la propria Patria con la benda sugli occhi. Il Cinese buono lo sento più prossimo dello spagnolo malvagio. Canto la Spagna e la sento fino al midollo, ma prima viene che sono uomo del Mondo e fratello di tutti. Per questo non credo alla frontiera politica."

“Come son pesanti i giorni,
A nessun fuoco posso riscaldarmi,
non mi ride ormai nessun sole,
tutto e’ vuoto,
tutto e’ freddo e senza pieta’,
ed anche le care limpide stelle
mi guardano senza conforto,
da quando ho appreso nel mio cuore,
che anche l’amore puo’ morire.”

“Giaccio da solo nella casa silenziosa,
la lampada e’ spenta,
e stendo pian piano e mie mani
per afferrare le tue,
e lentamente spingo la mia fervente bocca
verso di te e bacio me fino a stancarmi e ferirmi -
e all’improvviso son sveglio,
ed intorno a me la fredda notte tace,
luccica nella finestra una limpida stella -
o tu, dove sono i tuoi capelli biondi,
dov’e’ la tua dolce bocca?
Ora bevo in ogni piacere la sofferenza
e veleno in ogni vino;
mai avrei immaginato che fosse tanto amaro
essere solo
essere solo e senza di te!”

Lorca fu quindi un rivoluzionario mistico visionario e ambivalente che, nonostante l’educazione ricevuta, non credeva nel Dio biblico. Un rivoluzionario con la missione di difendere, con le sue opere, l’amore totale, l’amore in ogni sua forma, libero da puritanismi, proibizioni, castighi, inferni. I reazionari udirono il suo messaggio, lo capirono, lo disprezzarono e lo condannarono. Si sentirono offesi nel profondo. E quando giunse il momento opportuno, fecero pagare al poeta la sua temerarietà con la morte.

«Nelle mani/ ho i buchi/ dei chiodi./ Non vedi come/mi dissanguo?/Non guardare mai indietro» e «pensa che il mondo è piccolo/e il cuore immenso… pensa che il sospiro tenero/e il grido scompaiono/nella corrente del vento».

Il viaggio alla ricerca di se stessi, del senso autentico della vita, sembra non avere fine perché, nel momento in cui il poeta crede di trovarsi vicino al punto d’arrivo, ecco che, inesorabilmente, tutto ricomincia da capo.
L’amore per la strada: è questa la separazione dell’uomo dal Tempo e dalla Natura: le notti nei caffè della Rambla e della “movida” lo portano ad affermare:
“l’unica strada della terra che vorrei non finisse mai”,
quella visione della vita che gli faceva dire “tardi ma in tempo”, il desiderio di recitare le sue poesie, di incontrarsi con le persone, di tenere conferenze, di schierarsi in difesa di un ideale, la certezza che solo il poeta può rendere immortale la persona amata, o un canto profondo di libertà e anche il nome d’un torero, come nel lamento per Ignacio Sanchez Mejias, e così salvarli dall’oblìo.

venerdì 3 luglio 2009

Tanti modi per essere felici




L‘argomento della felicità, intesa come la ricerca della soddisfazione e del benessere fisico psicologico e mentale, sta a cuore praticamente a tutti, anche a quelli che apparentemente non se ne curano, ma poi in fondo all’animo la cercano, anche se in modi astrusi ed incomprensibili. L’astrologia individua, attraverso l’esame della Carta Astrale, le energie personali presenti in un tema Natale, e cerca di mettere in luce questo fenomeno in modo settoriale, fornendo le considerazioni su Segni, e Pianeti e Case che incidono con la loro forza ed il loro peso sulla variabilità degli stati emotivi che procurano felicità.
E’ anche ovvio che se la felicità perenne è quasi sempre una chimera, tutti hanno comunque provato momenti di felicità nella propria vita . I più emotivi sono i Segni d’Acqua, Cancro, Scorpione e Pesci. I pianeti che danno più felicità sono Luna, Giove e Venere, le case interessate la VI e la XIIma visto che per dirla con Chatelet, “si è felici soltanto quando i piaceri e le passioni sono soddisfatti”.

Quindi partendo dalla posizione dei Pianeti Nel Tema Natale la felicità è uguale:
Sole (Leone) : alle soddisfazioni dell’Ego
Luna (Cancro): soddisfazioni emotive attraverso le relazioni
Mercurio (Gemelli e Vergine) ; soddisfazioni del pensiero attraverso il lavorio mentale
Venere (Toro e Bilancia) ; soddisfazioni edonistiche ricerca del piacere
Marte (Ariete e Scorpione) : soddisfazioni nelle opere e nelle azioni
Giove (Sagittario e Pesci): soddisfazioni attraverso ricchezza benessere e salute
Saturno (Acquario e Capricorno); soddisfazioni attraverso il superamento della sofferenza
Urano (Acquario e Vergine) : soddisfazioni nel costruire qualcosa di utile per sé e per gli altri
Nettuno (Pesci) : soddisfazioni dello spirito, misticismo
Plutone ( Scorpione e Pesci) : soddisfazioni estreme o pericolose, sensazioni forti

Tutti noi abbiamo quindi sia un pianeta preponderante, che un modo, ed una predisposizione per cercare o perlomeno tentare di essere felici. E questo il più possibile visto che oggi la felicità è diventata sinonimo di abbondanza.


I caratteri, Lunari, Nettuniani, regolati dai movimenti planetari della Luna, Nodo Nord e Nettuno, quarta casa, affrontano la problematica della felicità, (sancita dalla Costituzione Americana con un “pursuit of happiness” che in Italia non c’è, ma forse perché siamo un paese cattolico) sul piano della sensibilità . Non vi è felicità più grande, che vedere la felicità negli occhi dell'amato, potrebbe essere il loro motto. Oppure “Come è nobile chi, col cuore triste, vuol cantare ugualmente un canto felice, tra cuori felici (K.Gibran)

Va da sé che il carattere Gioviale invece , che sa provare gioia in tutto (o in niente, che è lo stesso ) potrebbe esprimersi al proposito come il poeta Jim Morrison, artista Sagittariano:
“La felicità
è fatta d’un niente
che al momento in cui lo viviamo
ci sembra tutto. J. Morrison”

Il carattere Venusiano (Toro Bilancia), Venere II e VII casa) trova la felicità nel danaro ed i suoi derivati, il lusso ed il potere: e potrebbe affermare in sintonia con Woody Allen

“Se solo Dio mi desse un segno! Per esempio, potrebbe versare una consistente somma di denaro a mio nome in una banca svizzera (Woody Allen, nel film "Without Feathers") oppure:

“Il mio sguardo si stupisce, si inchina, il mio cuore chiude tutti i suoi cancelli, per meditare di nascosto sul miracolo - sei tanto bella! (Federico Garcia Lorca)”

Il marziano Ariete trova felicità nel non aver mai tempo per pensare alla felicità, ma agendo continuamente, oppure conseguendo ragguardevoli risultati personali. E’ il segno dello sportivo, del traguardo, del record, della Nikè, della vittoria agonistica. (Marte, Ascendente)

I Gemelli sono troppo nervosi per essere veramente felici, per loro la felicità è troppo breve e amano spostarsi continuamente da un obbiettivo all’altro. Il loro salvagente è stare con gente felice e condividere. (Mercurio maschile, III casa)

Il carattere solare invece ( Leone, Ariete, Sole e prima casa) trova la felicità nel possedere l’oggetto amato, ’amore, rappresentato dalla carta dei Tarocchi gli Amanti esprime i giorni della creazione, la creatività, il senso di unione degli Amanti, o Innamorato, il Principio divino in azione nella coppia.
Felicità nell’amore e amore felice. Il Sei é il numero dell'armonia e della musica delle sfere, quello del complementare o duplice, somma dei primi tre numeri.. Nell'arcano VI , anche detto L'Innamorato, ci sono generalmente due donne tra cui il protagonista deve scegliere. Egli è ad un bivio: lasciarsi andare o trattenersi? Ma in alto un amorino sta per scoccare la freccia d'amore a sua insaputa: colpirà infallibilmente il cuore, poiché l'arcano ha valenze leonine. dio Segno solare che si affida al cuore, e che può quindi ìnfìammarsi e riscaldare l'ambiente coi suoi raggi, come bruciare di una vampa troppo vivace, che fa perdere il senso dell'obbiettività e delle differenze.

Per il Saturnino (Acquario e Capricorno, Saturno, X e XI casa) la felicità è evitare la sofferenza e allo stesso tempo acquisire potere sugli altri. Felicità,come “Una gradevole sensazione scaturita dalla contemplazione della sofferenza altrui (Ambrose Bierce, "The Devil's Dictionary")
Non c’è maggiore felicità per il Saturnino che vedere aumentare il proprio potere e ridotto quello degli altri, per questo motivo, sono raramente felici.

Per lo Scorpione (Marte e Plutone VIII casa) la felicità è sinonimo di passione, è una catena, ma l'amante è più fortunato dell'amato "perchè posseduto dal dio" (Platone). C'è un dio nelle cose, conviene dunque abbandonarsi all'impulso che verso le cose ci spinge; e le cose verranno, a noi, è inutile resistere: "omnia vincit amor et nos cedamus amori" (Virgilio). Al geloso Scorpione basta il sospetto per essere felice.

Vergine e Mercurio amano il proprio lavoro: “Se si escludono istanti prodigiosi e singoli che il destino ci può donare, l'amare il proprio lavoro (che purtroppo è privilegio di pochi) costituisce la migliore approssimazione concreta alla felicità sulla terra. Ma questa è una verità che non molti conoscono (Primo Levi)” (Mercurio femminile , VI e X casa)

Il Nettuniano (Sagittario e Pesci, Giove IX e XII casa ) crede di essere felice, e questo basta. D’altronde la felicità è argomento complesso che abbarca filosofia ed etica, psicologia e sociologia. Chi scrive ha visto le facce più sorridenti le espressioni più felici tra i più poveri del mondo, gli indios del terzo mondo in Latino America, che non posseggono nulla ma vivono a stretto contatto con la natura, mentre i super ricchi occidentali affogano nella tristezza nelle loro reggie superdorate..

Come si può evincere da questa breve discussione, l’argomento felicità è vasto e complesso e investe l’io individuale.

La coscienza moderna tende a creare una bolla solipsistica di consapevolezza – un io-sé imprigionato nella propria coscienza, isolato e fuori da ogni contatto con gli altri “sé” in quanto sono tutte cose più che persone. Alla base dell’esperienza soggettiva dell’io individuale invece c’è, e va riscoperta, un’esperienza immediata dell’Essere che è totalmente diversa dall’esperienza di autocoscienza-
Non è “coscienza di” ma pura coscienza, nella quale il soggetto come tale “scompare. Qui l’aspetto mistico della felicità che consiste nel donarsi. L’individuo è consapevole di sé come un io-da-dissolvere nel donarsi, nell’amore, nell’abbandonarsi, oppure nell’estasi, è uno stato mentale che si incontra finalmente come Libertà e Amore.