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domenica 31 maggio 2009

RICORDI


domenica 31 maggio 2009




NON DIMENTICHERO’ MAI
QUEL MATTINO DI MAGGIO
TIEPIDO DI SOLE
DAVANTI A CASA TUA
AVEVI UN BEL VISINO
FRESCO COME LA RUGIADA
DI UNA PRINCIPESSA
MA GLI OCCHI SCURI
TROPPO SCURI
HO CAPITO SUBITO
HO INTUITO
CHE LA TUA BESTIA NERA
SI ERA SLEGATA
MA NON SAPEVO
NON POTEVO IMMAGINARE
FINO A CHE PUNTO
HAI MENTITO SENZA RAGIONE
E TE NE SEI ANDATA
SENZA SALUTARE
HAI CERCATO DI UCCIDERMI
SENZA RIUSCIRCI
HAI TAGLIATO IL FILO
DELLA PAROLA DEL DIALOGO
E DEL RAPPORTO
NON SAI NEANCHE PERCHE’
L’HAI FATTO O FORSE SI
E LO RESTITUIRAI
UN GIORNO AL TUO CREATORE
ERO PRONTO A MORIRE PER TE
MA NON IN QUEL MODO
AVREI PREFERITO
UN COLPO DI PISTOLA
ANCHE PERCHE’ IL MALE
BISOGNA FARLO BENE
E FINO IN FONDO
SENZA LASCIARE
FERITE
O SOPRAVVIVENZE INUTILI

venerdì 29 maggio 2009

L'ultimo dei Figli dei Fiori


La generazione Peace and Love anni 50-60 ha generato i figli dei Figli dei Fiori.
Non vestono più, come per i figli dei fiori, i "Flower Children", ovvero gli aderenti al movimento hippie, vestiti decorati con fiori o vivacissime stoffe dai colori vivi, i figli dei Figli dei Fiori preferiscono le griffe, gli abiti firmati. "Gli hippy avevano proprio ragione”. È ironico dal bisogno di energia pulita al desiderio di coltivazioni biologiche, dal parto naturale alla medicina alternativa, tutto era stato già “teorizzato” dai figli dei fiori, ma poi nulla è avvenuto se non in forma embrionale. Esistono ancora oggi signori cinquantenni barba e capelli lunghi come ogni hippy che si rispetti, con in testa l'idea della community "L'HYPPIE è DIVENTATO IMPRENDIITORE " ha trasformato la comune in un’oasi ecologica all’interno "di un parco",sulle rive di un fiume, sulle colline… da loro non ci sono telefoni né televisori ma solo computer portatili perché consumano poco, non fa uso di energia elettrica bensì di pannelli solari. Quasi tutti i residenti di queste comune coltivano un orto ma non solo: la fattoria produce e distribuisce anche moltissimi prodotti ecologici, queste farm sono ormai dapertutto, anche in Italia. Ma c'è una differenza.

I loro ideali di pace e libertà gli slogan quali "Mettete dei fiori nei vostri cannoni" e "Fate l'amore, non la guerra", che risuonavano in maniera evidente nel periodo della guerra del Vietnam, si sono trasformati in "vivi e lascia vivere" rivolto ai loro genitori, ma dammi comunque i soldi. Non cercano più la libertà i trentenni di oggi, quella ricerca sfrenata della vera totale libertà che era il significato insito nel loro stile di vita. Woodstock, Summer of Love, People's Park sono tutti ricordi legati ai nostalgici di quel periodo, Peace and Love è diventato oggi, con il conflitto per ognidove, Hate and War. Non torneranno mai più di moda i Figli dei Fiori. Chi scrive, Sagittario, Ascendente Ariete, Sole e Venere in IX casa, ha navigato attraverso quel periodo, avevo 18 anni, sono sopravvissuto a tutto e tutti, quando quasi tutti i miei coetanei, i mei amici, salvo pochi, persino i membri del complesso in cui suonavo, sono morti. Io stesso ho avuto già per tre volte la morte davanti. Ma sono sopravvissuto. Forse perchè il Sagittario tutto sommato è un combattente, un reduce, un viandante, come l'ultimo dei Mohicani, come la carta del Bagatto, come il saltibanco, il ménétriers . Quando dialogo con i miei amici-clienti guardo subito la componenete Sagittariana di un Tema Natale, per capire che tipo di affinità ci può essere sui viaggi, sull'avventura, sul senso filosofico della vita. Gli indicatori dei valori Sagittariani sono in sostanza tre:
Ascendente Sagittario od in un Segno di Fuoco, Sole e Venere in Sagittario, Sole, Venere o Giove in IX casa. Queste sono le energie del viandante, del sopravvissuto, di colui che si è divertito, anche in un mare di guai, e ha attraversato Scilla e Cariddi. Che crede in qualcosa, che vede il viaggio nella sua forma terapeutica, l'antidoto naturale all'angoscia della vita moderna. Quando negli anni '60 il Prof. Luigi Negri, esimio Latinista del Liceo di Chiavari, racccontava, a noi adolescenti alle prime esperienze, con le parole di Omero la storia di Odisseo, sentivo già che questa mi apparteneva, che il suo mondo era anche il mio in qualche modo. Poi ho viaggiato, Brasile, Argentina, Messico, Stati Uniti, Europa. Ho viaggiato continuamente e viaggerò ancora, perchè la vita è un viaggio.

giovedì 28 maggio 2009

NESSUNO TORNA A CASA


Il ritorno a casa di Ulisse-Odisseo, colui che odia, è un viaggio senza fine.
Non c'è odio senza amore. Il Sagittario in quanto "viaggiatore" è il primo segno, inteso come seme della ribellione, a cercare di risolvere questo dilemma creatosi nell'essere umano, che poi troverà la sua realizzazione drammatica nei Pesci. Odisseo è infatti una perfetta metafora delle condizioni umane, alle prese con un destino spesso avverso, ma mai rassegnato, il dilemma è:

"Amare o odiare?". Quale è la radice più forte?

Scrive Osho nato sotto il Segno del Sagittario:
"L'amore è fine a se stesso, e nell'amore non c'è più ego. Quando siete senza ego, c'è amore. Allora potete dare senza chiedere in cambio niente. date perché dare è bellissimo, dividete perché dividere è stupendo ...

(Osho, Il seme della ribellione, Vol. I, p. 91, Re Nudo Ed. 1979)

Allora, Odisseo è Nessuno (così in greco), e come nessuno è invisibile. Odisseo è invisibile. Non c'è chi parli poco o chi parli molto ...quando si è Nessuno.
Odisseo è, senza alcun dubbio, il viaggiatore più importante della mitologia greca, in quanto antieroe, il più normale dei personaggi del suo tempo, amato da Athena, la Dea dell'Intelligenza Femminile. Quando Calipso gli offre di renderlo immortale e senza età sceglie il sentiero comune: “No, non sono un Dio, perché paragonarmi agli immortali?
Calipso è immortale ma poiché è isolata, la sua eterna giovinezza non ha più alcuna funzione. Odisseo è da 5 anni che è presso di lei e nessuno sa se egli è vivo o morto. E' un morto-vivente, altra situazione tipica del Sagittario. La situazione di morte di fatto cui la distanza di Odisseo è equiparata, è la conseguenza della permanenza presso Calipso. Malgrado l’immortalità promessa, Odisseo rifiuta perché gli uomini vogliono l’eterna giovinezza degli dei dell’Olimpo, signori della vita. Se Odisseo avesse accettato, si sarebbe trovato ad essere immortale ma relegato in eterno in un luogo sperduto che nessuno sa dove sia. Ed il Sagittario vuol stare "in nessun luogo". Per Odisseo è meglio la morte che essere confinati nel limbo di non – vita di Calipso. Odisseo, allora, riparte e.... giunge nell’isola dei Feaci.

Al contrario di Achille, personaggio principale dell'Iliade, che agisce dominato dagli istinti primordiali (l'Ira in particolare), Ulisse invece (uomo dal multiforme ingegno) ricorre sovente a stratagemmi e ai suoi molteplici talenti (è in grado di costruirsi una barca sull'isola di Calipso o di fare il cantastorie presso i Feaci, ad esempio)ha come unico obbiettivo quello di muoversi, da un posto all'altro, da una illusione all'altra.

Il Sagittario condivide con Ulisse le seguenti caratteristiche della figura mitica a cui appartengono altri come Attis, Adone, Ippolito, Bellerofonte, Icaro, Giasone, ma anche Horus, Ermes e Dioniso, ed in tempi moderni Osho, Jim Belushi, Jim Morrison, Janis Joplin, Baudelaire:

l’essere ferito (ipocondria, ferite alle mani, ai piedi, ai polmoni, il sanguinare)

l’ascensionismo (verticalità) l'ascesi e la Gnosi (amore per la conoscenza)

l’estetismo (figli dei fiori, Giacinto, Narciso)

l’inclinazione al fuoco e all’acqua (Icaro)

l’essere fuori dal tempo (incapacità di entrare nel tempo, di invecchiare, o uno strano interesse per ciò che è antico

l’autodistruttività (il desiderio di fallire, di cadere, di morire)

l’amoralità o l’ipermoralità (Giove)

una esagerata costellazione parentale (famiglia allargata) .

Ma essendo il Sagittario un segno doppio e bicorporeo condivide anche le caratteristiche prettamente Saturnine;

la ferrea determinazione del ritorno a casa, simbologia del Sagittario nel ricongiungimento Sole-Luna, l'anima che ritorna al suo Creatore

la valutazione del tempo, del lavoro, dell’ordine, dei limiti

l’apprendere

la storia

la continuità

il sopravvivere e il resistere.

IL Sagittario fugge, fugge sempre. Per sfuggire è spinto a ricercare, a domandare, a viaggiare, a inseguire, a trasgredire ogni limite. E’ uno spirito inquieto “senza dimora sulla terra”, è sempre in arrivo da qualche luogo e in partenza per qualche altro, sempre però di passaggio. Il suo eros è mosso da un desiderio irrefrenabile, pothos, una libido effrenata che a volte lo porta al naufragio.

Il Sagittario è lo stupratore, ma con dolcezza. Pare che Ulisse abbia avuto rapporti differenziati con tante figure di donne e molte Dee, rapporti che propiziarono il suo viaggio, rendendo possibile la sua sopravvivenza.
ad esempio Dea = Atena; Amante = Calipso; Divoratrice = Scilla e Cariddi; Incantatrice = Circe; Madre e Figlia = Aretea e Nausicaa; Madre Personale = Anticlea; Salvatrice = Ino; Seduttrice = Le Sirene; Nutrice = Euriclea; Moglie = Penelope. Con ciascuna di queste figure Ulisse (Giove) l'essere uomo di Ulisse trova un modo individuale di entrare in rapporto, di amare e di essere favorito delle donne.

E’ difficile indicare una di queste figure come la più significativa: “Egli riconobbe tutte queste donne”, conclude il libro 22 dell’Odissea…
L'archetipo di Ulisse-Sagittario è così universale da potersi incarnare in tutte le epoche e sotto tutte le latitudini, e la sua prova è quella di Scilla e Cariddi, la vittoria sui mostri che popolano il subconscio umano. La notte della mente. Il sonno della ragione popolato dai mostri, in questo Odisseo è umano, troppo umano.
"Vous êtes embarqués”. Con questa vertiginosa metafora, Pascal nei Pensées ha rappresentato la scommessa del pensiero e dell’esistenza. Perché, certo, il mare e la sua navigazione sono origine ed immagine dell’amore per la conoscenza di colui che non ha radice terranea e trova nel viaggio il proprio gesto di fondazione. Del resto la sua storia è la storia di un viaggio in terra straniera simile a un passaggio necessario per far ritorno a casa. È in questo esodo dalla propria casa (e nel suo nostos) che si incarna e vive il mito di Ulisse e dell'anima peregrina che incarnatasi deve far ritorno a casa. Qualsiasi Mediterraneo attraversi. Questa nostalgia Sagittariana che si ritrova anche in Gabriele D'Annunzio:

Pastori
Settembre, andiamo. E’ tempo di migrare.
Ora in terra d’Abruzzi i miei pastori
lascian gli stazzi e vanno verso il mare:
scendono all’Adriatico selvaggio
che verde è come i pascoli dei monti.

Han bevuto profondamente ai fonti
alpestri, che sapor d’acqua natia
rimanga ne’ cuori esuli a conforto,
che lungo illuda la lor sete in via.
Rinnovato hanno verga d’avellano.

E vanno pel tratturo antico al piano,
quasi per un erbal fiume silente,
su le vestigia degli antichi padri.
O voce di colui che primamente
conosce il tremolar della marina!

Ora lungh’esso il litoral cammina
La greggia. Senza mutamento è l’aria.
Il sole imbionda sì la viva lana
che quasi dalla sabbia non divaria.
Isciacquio, calpestio, dolci romori.

Ah perché non son io co’ miei pastori?
(Gabriele D’Annunzio)

martedì 26 maggio 2009

IL FUOCO ED IL LOGOS DELL’ANIMA




Eraclito, vissuto ad Efeso tra il VI e il V secolo a.C., è il filosofo del divenire, il filosofo del Fuoco:
“ Il fulmine governa ogni cosa",
Nella storia del pensiero nessuno fu più grande di Eraclito di Efeso, l’iniziatore del pensiero filosofico, l’oscuro che parlava ai pochi risvegliati del Logos, degli Archetipi della Terra, Acqua, Aria e Fuoco, considerando comunque che la maggior parte della “gente” è dormiente. È un principio quello dell’Uno, il Fuoco, a cui Eraclito attribuisce la vera intelligenza che non si ferma ai dettagli ma coglie il principio unificatore, intelligenza, il logos, la legge universale che governa la realtà, nel quale la lotta degli opposti diventa razionalità e armonia. Come in musica. La Musica dell Sfere.
La ricerca della verità sta quindi nel cogliere ed intendere il logos comune a tutte le cose: l'importante non è la quantità delle conoscenze, ma il coglimento del principio del divenire; egli biasima così i filosofi che lo hanno preceduto, interessati alla ricerca della verità nella molteplicità delle cose e non nel principio razionale che governa il cosmo.
Alla base del pensiero filosofico di Eraclito c’è la contrapposizione fra la mentalità degli uomini comuni, i dormienti appunto, e i sommi filosofi, che rappresentano i “risvegliati” gli svegli, ossia quelle persone, che, andando oltre le apparenze, sanno cogliere il senso intrinseco delle cose. Eraclito intende per filosofi tutti quelli che sanno indagare a fondo la loro anima, che, come Freud ha confermato per l’Inconscio profondo, è allargato, senza dimensione né tempo, ed essendo illimitato, offre all’interrogando la possibilità di una ricerca altrettanto infinita. Il pensiero eracliteo è aristocratico, quindi, in quanto Eraclito definisce la maggioranza degli uomini superficiali, poiché tendono a dormire in un sonno mentale profondo che non permette loro di comprendere le leggi autentiche del mondo circostante. Eraclito infatti paragonava gli uomini dormienti agli animali poiché apprezzano di più il letame che le cose preziose.


«Eraclito seppe che l’Uno è eterno e spirituale: poiché solo ciò che è corporeo diviene eternamente e scorre
"Tutte le cose sono uno scambio di fuoco, e il fuoco uno scambio di tute le cose". Il fuoco è l'elemento mobile e distruttore per eccellenza, che incarna meglio l'idea eraclitea della realtà come continua mutazione.
L’astrologia, lo strumento conoscitivo che permette di armonizzare i contrari, e di interpretare il Divenire, pone il Fuoco al primo posto (è Ariete, l’equinozio di Primavera e quindi la Scintille divina, Dio nell'uomo) all’inizio di tutte le cose. Negli altri due segni il Fuoco diventa Leone e Sagittario. Nel Leone il Fuoco diventa personalizzato, rissoso, orgoglioso della propria umanità (o bestialità a seconda dei casi) , nel Sagittario diventa il Foco Filosofico, il logos, la parola del divenire ,il riconoscere la contemporaneità dell’aspetto animale e divino che c’è in ogni manifestazione umana. Il Fuoco della Passione governa anche i rapporti amorosi terreni come attrazione, orgoglio, conoscenza dell’altro, diverso dal Sé.
Per capire il Fuoco bisogna guardare al suo opposto, l’Aria… il Fuoco è l’Amore Cosmico, l’Aria, che gli si oppone è l’elemento discriminatore della Mente Umana..L’emozione, che è il successivo Segno d Acqua, si attiene sia all’uno che all’altra dimensione. La Terra quadra il Fuoco perché da esso viene divorata, nella legge del divinire tutte le cose terrene sono destinate a sparire consumate e purificate dal Fuoco dell’Eterno Divenire. .

PANEGIRICO SUL FUOCO
"Per quanto tu possa camminare, e neppure percorrendo intera la via, tu potresti mai trovare i confini dell'anima: così profondo è il suo lógos".

Il fuoco come fenomeno non ha la stessa intensità del fuoco come sostanza. Il fuoco come fenomeno può diminuire di forza, di intensità, e dal suo raffreddamento (temporaneo) possono scaturire nuove forme di vita.

Il fuoco come fenomeno è una manifestazione energetica del fuoco come sostanza: tutto dovrà tornare ll'originaria esplosione cosmica.

In principio infatti era non il logos, che è un principio intellettuale (gnostico), ma il fuoco, che è energia primordiale, pura forza della passione, dell'istinto creativo, l'assoluta spontaneità del pathos pervasivo (questa forza è rimasta, negli esseri umani delle civiltà, solo nel rapporto sessuale, in forma embrionale).

In principio era il crepitio d'una fiamma perenne, che brucia di virtù propria, come per una sorta di autocombustione, e che tutto riscalda, inclusa l'antimateria e l'immateriale.

L'energheia del fuoco, la sua dynamis, è data dalla passione creativa e riproduttiva, una sorta di amore assoluto, totale, sconfinato, un fuoco rovente che brucia ogni resistenza e sprigiona ogni benessere.

All'inizio dell'universo deve esserci stata una fonte di calore di grandezza infinita, di profondità incommensurabile, di cui abbiamo soltanto un pallido esempio nella potenza nucleare e magnetica del sole.

CURIOSITA’
Eraclito non ebbe mai buoni rapporti con l'acqua; una volta, quando aveva dieci anni, il padre lo costrinse a immergersi in un fiume e quel giorno bevve molta acqua; dopo questo primo contatto traumatico, Eraclito nutrì sempre un odio profondo per l'acqua, scagliandosi contro di lei nel suo trattato sulla Natura (dove scrisse che gli uomini diventavano stupidi quando nella loro anima c'era più acqua che fuoco e che un'anima muore quando si allaga); ma il destino ha molta più fantasia di noi e ironia della sorte Eraclito morì proprio a causa dell'acqua. Infatti durante l'eremitaggio sui monti si ammalò di idropisia e fu costretto a tornare in città dove venne visitato dai medici. Eraclito chiese ai medici se fossero stati capaci di trasformare una inondazione in siccità, alludendo alla sua malattia. I medici non capirono e vennero di conseguenza cacciati da Eraclito. Eraclito si rivolse allora a un ciarlatano che gli consigliò di immergersi nel letame perché il calore avrebbe fatto evaporare l'acqua in eccesso nel suo corpo facendolo quindi guarire. Ma non andò bene come sperato: infatti i cani di Eraclito non riconobbero il loro padrone (interamente coperto di escrementi) e lo sbranarono, causando la sua morte.

domenica 24 maggio 2009

LA CARTA DELL'APPESO



Il simbolismo della 12ma carta dei Tarocchi, l'Appeso, ha un valore universale, una simbologia comune, derivata direttamente dai concetti archetipici del pensiero magico. Un tarocco altamente significativo (il primo della seconda serie di undici) sia dal punto di vista esoterico e meditazionale, altrettanto valido per la pratica della cartomanzia e della divinazione.


L' IMPICCATO o APPESO detto anche TRADITORE


XII - L'APPESO

E' la raffigurazione di un uomo appeso per una gamba a testa in giù e con le braccia legate dietro alla schiena in una posizione che gli impedisce qualsiasi movimento: tutto ciò ad indicare l'ineluttabilità di alcuni eventi e la necessità di affrontarli. Dalle tasche dell'uomo cadono delle monete, ad indicare che nell'avvio del nuovo percorso spirituale la materia non avrà più alcuna importanza. Il percorso dell'iniziato, ora, propone un bivio: da una parte la trasformazione e l'elevazione e dall'altra la morte.

I TAROCCHI: strumenti di CONOSCENZA

I Tarocchi (i 22 Arcani Maggiori) sono una raccolta di simboli o meglio una versione abbastanza recente di tale raccolta, dei quali l’umanità si serviva quando ancora non aveva inventato il linguaggio scritto. Ed i simboli per dirla come Wirth, Oswald Wirth, vissuto tra la seconda metà dell'ottocento e i primi del novecento, famoso e celebre occultista, affiliato alle principali società segrete, Ordo Ab Chaos,a d esempio:

“…sono "una finestra aperta sull’infinito".

"Quando si riesce a farli parlare, superano in eloquenza qualunque discorso, poiché permettono di ritrovare la Parola perduta, cioè l’eterno pensiero vivente del quale sono l’espressione enigmistica".

e più specificatamente:

“l’Appeso è inattivo e impotente nel corpo, perché la sua anima si è liberata per avvolgere l’organismo fisico in una atmosfera sottile, dove si riflettono le radiazioni spirituali più pure”.

I tarocchi sono anche un gioco. Un gioco, però, che ci ha tramandato dei simboli nei quali concentrata una saggezza antica e misteriosa. Sono immagini emblematiche che vengono dal profondo, così piene di colori, di figure e di numeri.

Sono un’eredità anonima, travestita con vesti medioevali, sopravvissuta perché nascosta sotto forma di un gioco innocente, capace, però, di risvegliare qualcosa in noi.

I Tarocchi sembrano parlare solo a chi è pronto, a chi ha imparato a comprenderli, a chi riesce a guardare al di là delle forme. Questo perché i Tarocchi sono un mezzo di comunicazione, un modo di comunicare tra noi e l’Essere quasi un catalizzatore di saggezza dell’umanità che sembra testimoniare che l’età dell’oro è davvero esistita.

C’era una volta in cui gli uomini erano in sintonia con la natura e ne conoscevano i segreti.

Certo, secondo il concetto moderno di Scienza, tutto ciò non è "scientifico", ma cosa vuol dire allora la preghiera così in cielo come in terra? La scienza si è politicizzata, usa mezzi politici per imporsi. L'esoterismo non ha bisogno di questo perchè si basa su leggi universali.

Ciò che è in Alto è come ciò che è in Basso, e ciò che è in Basso è come ciò che è in Alto, per fare il Miracolo della Cosa Unica ci ha tramandato Ermete Trismegisto.

Sì, forse tutto questo non è, secondo l’accezione moderna del termine, "scientifico", ma piace perché parla direttamente al cuore.

Nonostante la Carta abbia un'apparenza tragica l’Appeso sorride, è in vacanza, non fa più il giocoliere, si lascia guidare dagli eventi, non si oppone ad essi.
E’ una figura estremamente strana, come lo sono coloro che appartengono al segno dei Pesci, che non è impiccata come normalmente si crede, ma è appeso cioè come uno che si lascia andare agli eventi senza opporsi.


Fra l’altro si libera la sua ricchezza, perché ha dei soldi, dell’oro che esce dalle tasche, come se quello che fosse nascosto in sé improvvisamente si manifestasse per il fatto stesso di appendersi.

Poi nella carta dell’Appeso c’è una cosa molto strana; viene proposto un simbolo fatto da un triangolo e da una croce. Chi ha presente l’appeso ricorda che ha una posizione strana; è singolare che uno venga appeso per una gamba sola e che l’altra gamba sia a croce. In realtà è una croce sopra a un triangolo che simboleggia l’acqua. Praticamente sono i quattro elementi che predominano e che possono essere padroneggiati solo se uno si abbandona al flusso dell’acqua, infatti è legata al segno astrologico dei Pesci ed al pianeta Nettuno, l'ottava superiore della Luna.


Sin dall’antichità era nota agli astrologi la massima " il saggio governa le proprie stelle, il folle gli obbedisce". Indica un percorso di spirituale radicata sul rifiuto, o, per meglio dire, sulla messa tra parentesi del mondo-della-vita per un più che vivere, il dominio della sfera del sacro.


L’Appeso è evidentemente simbolo del Dio-uomo, che muore e risorge, con riferimento sia a Gesù Cristo che ad alcune divinità pagane, protagoniste degli antichi misteri, come Dioniso-Zagreus o Attis. Dei associati alla vita vegetale, all’eterno avvicendamento delle stagioni, ma anche ad una concezione esoterica che verte sul tema della resurrezione dell’anima dopo la morte, secondo quello che è il messaggio dell’Orfismo.

Ma forse l’Appeso non è del tutto identificabile con il Dio-Uomo, ma con l’uomo che fa di Dio la sua massima aspirazione, il suo eterno punto di riferimento. l’Appeso è un viaggiatore, ma i luoghi del suo errare non riguardano la realtà spazio-temporale, la dimensione fisica, bensì la dimensione metafisica, entro cui si muove con la sola forza dell’anima, delle energie immateriali che i mistici e gli asceti sono in grado di dominare perfettamente.

L’Appeso identifica la condizione del Mistico, non dell’Iniziato. Innanzitutto perché rigetta la terra, in quanto pazzamente innamorato del Cielo, di quell’ Altrove infinito a cui il suo cuore estatico aspira fino allo struggimento.

L’Appeso è quell’asceta che fa della rinuncia passiva una bandiera di spiritualità e ricerca interiore; è l’eroe di una fede intima e misteriosa, lontana da ogni esibizione o speculazione, e consapevole fino alla follia – alla santa follia – del carattere vano e contingente della realtà terrena, proprio quella frattura tra Reale e Metafisico che nell’antichità gli esseri umani non avevano in quanto vivevano in un mondo in cui non vi era separazione tra "magico" e "scientifico", la scienza stessa era una Scienza Sacra, e racchiudeva in sé tutto il sapere di cui gli uomini erano in possesso, un sapere in cui realtà fisica e realtà immateriale si fondevano. La natura stessa era concepita come estensione e manifestazione simbolica dell’universo divino, e lo studio dei fenomeni naturali era interconnesso con la ricerca metafisica. Finché in quello che oggi noi chiamiamo Occidente, all’incirca nel VI – V secolo avanti Cristo, si verificò tale frattura.

Il numero dodici esprime il passaggio dai tre mondi attraverso i quattro elementi: 3 x 4 = 12, con un movimento stagionale nel cammino solare, musicale nell'armonia di sette note e cinque semitoni, mitico nelle dodici fatiche d'Ercole che svelano il pesante lavoro che l'ImpiccatoIniziato deve compiere su di sé in quel laboratorio alchemico che è la vita stessa. Quest'uomo appeso per una gamba è forse un criminale punito? Oppure è Gesù in persona sulla croce? Forse è il dio Odino, che restò appeso al sacro albero del frassino per nove notti (o nove mesi prima nascere) e poi dovette sacrificare un occhio. Potrebbe anche essere Ulisse legato all'albero della nave, che resiste al dolce canto delle sirene. Chiunque sia, è qualcuno che si è messo i piedi al posto della testa, proprio come Dante, che per lasciare l'inferno dovette rovesciare se stesso al centro della terra... alchimisti esprimevano questo processo col simbolo dello zolfo rovesciato. In certi mazzi l'appeso, così sottosopra, lascia cadere dalle tasche tutte le monete d'oro che possedeva: così fecero i dodici apostoli o i dodici cavalieri in cerca del Santo Graal. Come disse anche Gesù: "lascia tutto ciò che hai e seguimi".

SENTENZA: PRENDI OGNI GIORNO LA TUA CROCE.

VALORE ASTROLOGICO: PESCI NETTUNO
Segno di ascesi lenta e solitaria verso una vetta spirituale, oppure seguendo ambizioni personali e materiali. Senso del sacrificio che leviga come un cristallo o che rende insensibili e glaciali.

Debbono i saggi adattarsi alla loro sorte.
Si deve purtroppo restare "fra color che son sospesi" tra lavita materiale che è illusoria (Maya) e la vera Vita, che è quella spirituale..
Si tratta di accettare un sacrificio, di alimentare lo spirito non facendosi soffocare dalla materia, di rinunciare a qualche vantaggio momentaneo per un bene più grande ma apparentemente poco chiaro. Sia la fatica sia i frutti sono qui inevitabili, in quanto le cose si svolgono ormai "per forza maggiore", ed è inevitabile "lasciar andare la presa" sul mondo e sulle sue situazioni. La posizione dell’Appeso rapportata nel diagramma strologico coincide con la quarta casa del Cancro, quella dell’eterna rinascita, quell’”uscire testa in avanti” tipica del parto..
Restare a testa in giù è faticoso, ma da quella posizione si vede il mondo in tutt'altra prospettiva: con più distacco... dalla terra.
Quando le cose sono più grandi di noi non resta che abbandonarci, senza timori e senza speranze, ed avere fede in un senso nascosto che prima o poi emergerà.

Il fato conduce chi vuol seguirlo, trascina chi s'oppone.
Si è sordi alla voce del dovere. Non si vuole fare lo sforzo o la fati-ca. Eppure è una rinuncia necessaria, e del resto improrogabile. Contrariamente alla carta diritta, che segnalava una rinuncia fatta a malincuore, la carta rovesciata implica un rifiuto, un rigetto. Ci si sente mancare la terra sotto i piedi e si resiste al cambiamento, eppure le cose devono pur seguire il loro corso. A ben vedere, la prospettiva a cui si resta legati è illusoria, così come l'ansia e la fatica che avvertiamo in certi momenti. La soluzione? Disciplinarsi!

giovedì 21 maggio 2009

IL FASCINO DI BRERA




C'è l'Accademia delle Belle Arti, famosa in tutto il mondo. Lo storico Bar Jamaica, i ristoranti per ricchi, gli antiquari, gli artisti di strada, i pittori, i fannulloni, i girovaghi ed i diversi, giovani uomini d'affari, finanzieri, poliziotti mendicanti e borderline frequentano la zona. Berlusconi con Emilio Fede si è seduto al tavolino da campo della cartomante monumentale vestita di rosso, che esibisce orgogliosa le foto, lei è lì da vent'anni o più e ne ha vista passare acqua sotto i ponti.
La magia di Brera, della Milano Celtica (risale alla fondazione mitica di Medhelanion, che serpeggia ancora nell'aria) è quel piccolo dedalo di vie che pare quasi distendersi in modo irregolare intorno al palazzo di Brera e conserva alcuni tratti distintivi che gli altri quartieri milanesi sono ben lungi dal presentare. In fondo, la zona è uno dei pochi tesori che la vecchia Milano ha lasciato in eredità dopo che il fascismo, i devastanti bombardamenti della seconda guerra mondiale e la successiva speculazione edilizia hanno assassinato il centro storico annientando per sempre l'anima autentica della città ambrosiana.
Tutti camminano in via Fiori Chiari, via Madonnina, Via Brera, via Del Carmine, Via San Carpoforo, cè qualche bicicletta, raramente qualche deficiente con la moto (è vietato il transito) .Chi cammina per queste vie, specialmente i turisti stranieri, può percepire in tal modo se non tutta, almeno gran parte dell'atmosfera della vecchia Milano.
Era chiamata un tempo "contrada de' Tett" (contrada de Tette nella carta di Marc'Antonio Dal Re del 1734). Il termine, indicando la parte per il tutto come avviene spesso nelle lingue popolari, si riferiva al gran numero prostitute alloggiate nelle case che si affacciavano sulla strada: donne compiacenti per poche lire, ben liete di esaudire le voglie dei clienti mettendo a disposizione i loro corpi generosi, quanto usurati. Esistono ancora ancora, ma non frequentano più Brera, troppo caro, hanno scelto la strada. Una maison intatta aspetta di essere ristrutturata. Pare che l'intero stabile, al numero 17, diventerà presto un piccolo ma elegante albergo a cinque stelle: era il casino della maitresse Wanda, che ispirò tra l'altro nel 1950 il libro “Addio Wanda” del maestro di Fucecchio. In quelle stanze si recavano Quasimodo , Buzzati e moltissimi giornalisti e pittori della boheme del dopoguerra. Un giovane rapper , Ianne, ha visitato le camere e l'atrio, è salito per la scalinata del peccato e ha gironzolato tra quegli ambienti ancora intatti, e ha poi composto insieme al giornalista Claudio Bernieri questo rap ispirato alla Wanda. Di queste famose donne ne hanno fatto anche un video, che trovate qui. http://www.c6.tv/archivio?task=view&id=331
L'odore d'incenso di birra e di soffritto sparso sulla via, le candele lanterne e le fiaccole vicino alle insegne dei locali, le bancarelle ed i tavolini creano un'atmosfera soffusa. La presenza di astrologi e cartomanti, reduci combattenti* salvati da Rifondazione Comunista e L’Arcigay in via Fiori Chiari, dietro tavolini imbanditi di sfere pendoli e di carte colorate, contribuisce indubbiamente a render pittoresca la zona. Per contrasto, l'aristocrazia milanese viene qui a comprare quadri da 300,000 euro.
La zona ha ispirato poeti: Traduzione letterale di una poesia su Brera premio 1976 Poesia Milanese.



Brera.......


E i tò ringher, e certi cortilett,
sconduu per el pudor de fass vedè,
el va e ven su e giò per i stradett
sbirolent e senza marciapè
per ritrovà ona vitta che de sera
se respira solament a Brera,



e i tò color...Chi ven resta de stucch:
mì stess, che te conossi e sont di tò,
me guardi intorna come on mammalucch
e pensi: 'me se fà, come se pò
cambià quartier, andà lontan de tì?
Per mì saria la fin, l'è mej morì.



Per sto motiv hoo mai cambiaa de cà
e anca se me insebissen on castell
mai e poeu mai podaria lassà
Fior Chiar, el mè cortil che l'è inscì bell.
Perchè lontan de Brera anca Milan
me piasaria no. Tropp giò de man.


Brera

E le tue ringhiere, e certi cortiletti,

nascosti per il pudore di farsi vedere,

il viavai su e giù per le stradine,

dissestate e senza marciapiedi

per ritrovare una vita che di sera

si respira soltanto a Brera,



e i tuoi colori ... Chi viene resta di stucco:

io stesso, che ti conosco e sono dei tuoi,

mi guardo intorno come un mammalucco

e penso: come si fa, come si può

cambiar quartiere, andare lontano da te?

Per me sarebbe la fine, è meglio morire.




Cosa dice Emilio Fede?

"Cosa fare stasera. Il consiglio
Scoprire il futuro fra i cartomanti di via Fiori Chiari

----------------------------------------------------------------- Scoprire il futuro fra i cartomanti di via Fiori Chiari Ora che la stagione non fa piu' i capricci (almeno spero), quando il lavoro me lo permette ho un modo personale di passare la serata. All'aperto, fuori dalla Milano tradizionale: prima la cena in un ristorante di via Fiori Chiari, e poi una bella passeggiata fra i tavolini che riempiono la strada, a farsi leggere la mano o i tarocchi. Io ci vado spesso, prima di andare al Casino'. Oppure a chiedere come andra' il mio prossimo libro, se manterro' il posto da direttore al Tg4, se Berlusconi mi terra' ad Arcore... Scherzi a parte, ci sono poche cose che rilassano come passare il tempo a scoprire questo angolino di Brera. Gironzolare fra le bancherelle improvvisate dei venditori africani. E affidarsi ai cartomanti. Ogni sera ce ne sono almeno una ventina: ti siedi di fronte al tavolino, ed ascolti il racconto del tuo futuro. Dopodiche' uno e' padrone di crederci o meno. Sul Destino non abbiamo nessun potere. Ma la sorte terrena, quella dei tarocchi, dipende da te. Nel senso che assolutamente sei libero: se ti piace bene, senno' pazienza. In ogni caso, si puo' sempre chiudere in bellezza infilando una gelateria.

Fede Emilio


Pagina 53
(22 maggio 1998) - Corriere della Sera"




*Alcune persone insistono in vedere la malvagità, che portano loro stessi nel cuore, in tutto quello che fanno gli “altri”, specialmente se si tratta di astrologia e cartomanzia. Invece di vederlo per quello che è, ovvero un gioco raffinato ed innocuo, alcuni pensano che il Diavolo ci ha messo lo zampino, e tuonano con citazioni improbabili ad esempio che le le carte da gioco furono inventate in Francia nel 1392 per l’uso personale del Re Carlo VI quando era malato di mente (che non è vero) o che l’inventore delle carte da gioco era un uomo depravato e malvagio che si prendeva gioco di qualcuno (che è falso) . Le carte esistono dai tempi degli Egizi. Nei Paesi occidentali d’altro canto più del 90% delle persone si danno volentieri al gioco delle carte, come lo skat, il bridge, la canasta, il solitario, il poker, ecc. quindi queste persone di cui sopra hanno evidentemente urgente bisogno di uno psichiatra, se non riescono a capire un semplicissimo concetto. Esiste la libertà, la capacità di scegliere ed il libero arbitrio...

lunedì 18 maggio 2009

AFORISMI DI JIM MORRISON


Jim Morrison, poeta e cantante rock, nato l'8 Dicembre 1943, Sagittario Ascendente Acquario, Luna in Toro, Mercurio in Capricorno, Venere in Scorpione, Marte Urano congiunti (opposti al Sole) con Saturno in IV casa. Morto per overdose all'età di 28 anni. Il nome del gruppo Doors proviene da una citazione "Se le porte della percezione fossero spalancate, ogni cosa apparirebbe all'uomo come realmente è: infinita." (William Blake)

AFORISMI DI JIM MORRISON: Il mio più grande dolore è non poter far niente per la persona che amo.

Invece di sentirti in colpa o cercare delle scuse per delle azioni negative compiute in passato, incomincia ora ad agire positivamente.



Alcuni dicono che la pioggia sia brutta, ma non sanno che permette di girare a testa alta con il viso coperto dalle lacrime.

Ama ragazza, ama perdutamente e, se ti dicono l'amore è peccato, ama il peccato e sarai innocente.

Amare significa pensare intensamente a qualcuno, dimenticando sé stessi.

Amo gli adolescenti perché tutto quello che fanno lo fanno per la prima volta.

Anche i fiori piangono, e ci sono stupidi che pensano sia rugiada.

A volte il vincitore è semplicemente chi non ha mai mollato.

Beato chi non avrà sogni da realizzare, perché non sarà mai deluso.

C'è il sacro terrore della morte, ma la morte è un fatto naturale, credo che la morte sia un'amica dell'uomo, perché mette fine a quel grande dolore che è la vita.

Cerca di essere sempre te stesso, così un giorno potrai dire di essere stato l'unico.

Ci sono diversi tipi di libertà, e ci sono parecchi equivoci in proposito… Il genere più importante di libertà è di essere ciò che si è davvero. Si baratta la propria libertà per un ruolo. Si barattano i propri sensi per un atto. Si svende la propria capacità di sentire, e in cambio si indossa una maschera. Si può privare un uomo della sua libertà politica e non lo si ferirà – finché non lo si priverà della sua libertà di sentire. Questo può distruggerlo.


È il Sole ad inseguire la Luna, o la Luna ad inseguire il Sole? E il cielo si stancherà mai di far loro da terzo incomodo?

È meglio stare all'ombra e vedere la luce che stare alla luce e vedere l'ombra.

È meglio una fine disperata che una disperazione senza fine.

È nel momento in cui dubiti di volare che perdi per sempre la facoltà di farlo.

Essere allegri non significa necessariamente essere felici, talvolta si ha voglia di ridere e scherzare per non sentire che dentro si ha voglia di piangere.

Fra il bene e il male c'è una porta, e io l'aprirò!

Fuoco, cammina con me!

Guarda le piccole cose perché un giorno ti volterai e capirai che erano grandi.

Ho dato tutto ciò che potevo, sono poeta che racconta le sue storie e che canta i suoi versi. Se volete ascoltarmi tutti insieme, andremo lontano; se non vorrete ascoltarmi...


I dubbi te li crea la libertà.


I sogni sono come le stelle, basta alzare gli occhi e sono sempre là.

Il futuro non esiste, è qualcosa che noi ricorriamo e, quando lo raggiungiamo, subito diventa presente e poi passato.


Il mio migliore amico è lo specchio, perché quando piango non ride mai.


Il passaggio più importante della vita è quello tra due amici e due innamorati.


Incontrami per la città, mentre vago per la città, in cerca di qualcosa che non so, incontrami e sorridimi, poi va per la tua strada.

Io amo e vivo in silenzio ma dietro ogni sorriso nascondo una lacrima di dolore. Io sono così perché rispecchio quello che ho dentro.

Io non sarò mai nessuno, ma nessuno sarà mai come me.

L'anima di una persona è nascosta in uno sguardo per questo abbiamo paura di farci guardare negli occhi.

L'unico modo per sentirsi qualcuno è sentirsi se stessi.

La mente mette i limiti, il cuore li spezza.

La notte è un pozzo nero dove intingo inchiostro per le mie poesie.


La perenne tentazione della vita è quella di confondere i sogni con la realtà.

La solitudine è ascoltare il vento e non poterlo raccontare a nessuno.

La vera felicità non è in fondo a un bicchiere, non è dentro a una siringa: la trovi solo nel cuore di chi ti ama.

La vera poesia non dice niente, elenca solo delle possibilità. Apre tutte le porte. E voi potete passare per quella che preferite.

La vita è come un'autostrada: non finisce mai, ma ci si resta sempre vittima.

La vita è come uno specchio: ti sorride se la guardi sorridendo.

Le persone credono di essere libere, ma sono solo libere di crederlo.

Liberate l'amore o liberatevene per sempre!

Malinconia del passato, gioia del presente, pentimento del futuro... questa la vita.

Mi chiamano drogato perché mi faccio le canne, ma non sanno che la vera droga è la crudeltà dell'uomo.


Nella vita ci sarà sempre un bastardo che ti farà soffrire, ma sarà l'unica persona che riuscirai ad amare veramente.

Non accontentarti dell'orizzonte, cerca l'infinito.


Non amare per paura di soffrire è come non vivere per paura di morire.

Non arrenderti mai, perché quando pensi che sia tutto finito, è il momento in cui tutto ha inizio.

Non avere paura della morte, fa meno male della vita.

Non c'è notte tanto grande da non permettere al Sole di risorgere il giorno dopo.

Non cercare l'impossibile in questo mondo di pazzi, non vi è luogo dove tu possa rifugiarti, ma se trovi qualcuno che ami tienilo stretto perché ricorda: si nasce e si muore soli... tutto il resto è niente.

Non credere a chi ti dice "ti amo", ma a chi ti guarda negli occhi e tace.

Non dire mai che i sogni sono inutili perché inutile è la vita di chi non sa sognare.

Non essere così triste e pensieroso, ricorda che la vita è come uno specchio: ti sorride se la guardi sorridendo.

Non diventerò vecchio: io sono come una stella cadente.

Non fuggire in cerca di libertà quando la tua più grande prigione è dentro di te.

Non ha importanza che una cosa sia vera, l'importante è crederci!

Non ho chiesto a nessuno di nascere, perciò lasciatemi vivere come voglio.

Non parlare mai di amore e pace: un Uomo ci ha provato e lo hanno crocifisso.

Non pentirti di qualcosa che hai fatto, se quando l'hai fatta eri felice.

Non piangere per chi non merita il tuo sorriso.

Non piangere per me che parto, ma pensa che se domani piove me ne sono andato a cercare il Sole.

Non piangere se un amico ti ha lasciato: solo quando ti avrà dimenticato potrai dire di averlo perso per sempre.

Non serve strappare le pagine della vita, basta saper voltar pagina e ricominciare.

Non si può dire di aver vissuto se prima non si è provato ciò che è proibito.

Non tradire chi ti sorride: potrebbe avere la morte nel cuore e regalarti ugualmente un po' di vita.

Non vivere con la paura di morire, ma muori con la gioia di aver vissuto.

Non volevo nascere (e sono nato), non volevo vivere (e sto vivendo), ma quando morirò andrò in paradiso (perché l'inferno lo sto già vivendo).

Non è cercando di essere gli altri che si è se stessi.

Non è tanto dell'aiuto degli amici che abbiamo bisogno, ma del poter far affidamento su quell'aiuto.

Ognuno di noi ha un paio di ali, ma solo chi sogna impara a volare.

Penso a me stesso come a un essere umano intelligente e sensibile, ma con l'anima di un pagliaccio, che mi costringe a distruggere tutto nel momento più importante.

Quando lei ti lascerà perché avrà trovato due occhi più belli dei tuoi, altre mani da stringere, un'altra bocca da baciare... non odiarla, ma ricorda i momenti che avete passato insieme e ringraziala... perché lei ti ha dato un poco della sua vita.

Quando ti sveglierai e non vedrai più il sole, o sarai morto o sarai tu il sole.

Questa notte non può durare in eterno, perché fra poco arriverà il mattino, ammesso che ci sia un domani.

Rifiutarsi di amare per paura di soffrire è come rifiutarsi di vivere per paura di morire.

Se ami qualcosa lasciala andare via, solo se torna sarà veramente tua.

sabato 16 maggio 2009


GLI ANIMALI HANNO UN’ANIMA

Nel conclave astrologico regna la democrazia, ma al tavolo rappresentato dalle coordinate spazio-temporale che disegnano sulla Terra dodici posti, ben 7 (la maggioranza) sono occupati da animali.
Ariete, Toro, Cancro (granchio) Leone, Scorpione, Capricorno (stambecco) e Pesci. Quattro di questi Toro, Scorpione e Leone e Pesci sono pericolosi e mortali. Se ci aggiungiamo il segno dell’animale fantastico, il Sagittario o Centauro, metà uomo e metà cavallo, prevalgono alla fine gli animali 8 a 4. Gli altri infatti sono 3 segni con fattezze umane, Gemelli, Acquario, Vergine, ed uno solo strumentale, la Bilancia. Questo quadro antico come il tempo non è affatto casuale ma nasconde molti significati simbolici, sia nel numero che nella sua sequenza, ed ha radici matematiche. La progressione cardinale-fisso mobile (del 3) ed il quaternario rappresentato dalla quadruplicità degli elementi. Ad esempio il Fuoco ha il suo rappresentante cardinale nell’Ariete, il segno fisso nel Leone, ed il segno mobile nel Sagittario. E lo stesso per gli altri tre elementi. Il fatto è che anche gli animali provengono dalle stelle, hanno un’anima, nel senso che condividono quella cosmica. Questo concetto è stato spesso confutato ad esempio dal filosofo Cartesio, che vedeva negli animali, macchine, a sua volta confutato da Voltaire . Un prete, Jean Prieur, ha invece scritto un libro edito de Edizioni Mediterranee dal titolo, “GLI ANIMALI HANNO UN’ANIMA” e che raccoglie storie commoventi di gatti che prendono il treno per tornare a casa, di cani che salvano i padroni, del cavallo che conosceva la matematica, di quello che salvò il padrone, etc. Zanna Bianca, Rin Tin Tin, Spirit cavallo Selvaggio insegnano. Ma ci sono molti altri episodi nel corso della storia. A Firenze ad esempio : In piazza de’ Giudici, sulla spalletta dell’Arno, è posta una curiosa lapide. Essa recita: “Qui sono le ossa del cavallo di Carlo Cappello, legato veneto. Oh cavallo, che non sarai dimenticato, questo sepolcro e questo monumento il tuo padrone, non ingrato, ti diede per i tuoi meriti”. Conserva la memoria di un episodio avvenuto il 13 marzo 1530, quando durante l’assedio imperiale della città, fu sparato un colpo di mortaio contro Carlo Cappello, alleato dei fiorentini, mentre si stava recando a Palazzo della Signoria. Questo accadde in Piazza de’ Giudici. Il colpo scoppiò sotto la pancia dell’animale che venne dilaniato ma, grazie alla sua mole, salvò la vita al padrone che rimase illeso. Il rapporto uomo-animale è molto complesso, va dal rispetto e la collaborazione unita all’affetto reciproco, fino allo sfruttamento più bieco e cinico.
Gli scienziati (cartesiani) bastonano e torturano cani scimmie e cavie con la più assoluta indifferenza e si prendono gioco di coloro che hann compassione di queste creature pensando che sentono dolore. Dicevano i cartesiani che gli animali non sono altro che orologi, che i lamenti con cui reagiscono alle percosse sono solo il rumore di una piccola molla che è stata sollecitata, e che nel loro corpo non c'è posto per i sentimenti. E’ cominciato da qui. Essi immobilizzavano quei poveri animali su delle tavole di legno inchiodando le loro zampe e li vivisezionavano per poter osservare la circolazione del sangue che era allora oggetto di vivaci controversie.
Se per anima intendiamo la parte incorporea dell'essere, sede della sensibilità, del giudizio e della volontà, fonte dei pensieri, dei desideri e delle passioni, ebbene sì, gli animali hanno un'anima.
Se per anima intendiamo il coraggio, i sentimenti nobili, gli istinti generosi di un essere considerato dal punto di vista morale, ebbene sì, gli animali hanno un'anima.
Se per anima intendiamo un'entità immateriale, ma pur tuttavia sottile e sostanziale, che si separa dal corpo nel momeno della morte; se per anima s'intende una copia conforme dell'essere, che riproduce fedelmente ciò che egli fu nella sua vita e che gli consente di continuare a vivere in un altro mondo, ebbene sì, gli animali hanno un'anima. animale = anima. Non lo dice la parola stessa? Gli animali hanno l'anima. Ne è convinto un italiano su due.

Quindi perchè alcuni, tra cui la chiesa stessa afferma il contrario? Motivi di danaro o di interesse, di sfruttamento. Un capitolo a parte sono gli animali fantastici, il Centauro, il Minotauro, l’Unicorno.
Il Manuale di Zoologia fantastica, scritto da J.L. BORGES compie un piccolo e apparentemente semplice excursus in questa terra favolosa, esaminando quasi con discrezione un certo numero di “esemplari” incontrati durante le numerose ed eclettiche letture dell’autore: OMERO e il Talmud, le Mille e Una Notte e la Bibbia, Il Milione, ERODOTO e PLINIO. D’altra parte, lo stesso Borges, parlando della figura del Drago, ci dice: “C’è qualcosa, nella sua immagine, che s'accorda con l'immaginazione degli uomini; e così esso sorge in epoche e latitudini diverse”.

La galleria di Borges presenta veri e propri ibridi mostruosi, creature dell’aria, dell’acqua e della terra in cui l’immaginazione umana sembra aver raggiunto il suo apice: la Chimera e la Manticora, il Grifone e il Drago, il Garuda e il Centauro si ritrovano nelle tradizioni classiche e orientali, e altri esseri ancora scaturiscono dalla creatività di autori come KAFKA, POE, C.S. LEWIS. Accanto a questi, senza altro ordine che quello alfabetico, troviamo esseri a metà tra il mondo vegetale e animale: la ben nota Mandragora il cui urlo porta la pazzia quando viene estratta dalla terra, e il Borametz, simile ad un agnello e divorato dai lupi, che produce un succo del colore del sangue.

Continuando questa visionaria esposizione, appaiono anche immagini di straordinaria bellezza, come le Sirene e i loro incanti, o la levità dei Draghi cinesi, divinità dell’aria, e anche il Simurg, la cui leggenda ricorda quella della Fenice.

Ma non solo. Rappresentando con una mirabile grafia fantastica il pensiero del filosofo GEORGE BERKLEY (secondo il quale non c’è realtà materiale, e il mondo sensibile è solo Idea che esiste fino a quando è percepita) Borges, quasi nascondendosi dietro queste creature meravigliosamente mostruose, illustra come la realtà sia fallace, e le coordinate statiche sulle quali facciamo fondamento siano in realtà illusorie: uno Specchio nello Specchio, è evidente per la dialettica drammatica tra reale e irreale, tra sogno e veglia. Lo specchio in Astrologia è per l’appunto i Gemelli (quindi anche il parente del’uomo, la scimmia) e la terza casa, contrapposto al Centauro come (Giove, la vista, la fantasia) tutti gli animali frutto dell’immaginazione e della fantasia che crea una nuova realtà onirico-surreale.

Il labirinto si ritrova abilmente nascosto tra i ritratti delle creature animali dell’oroscopo esse riflettono anche il labirinto della mente umana: il Minotauro nel labirinto, in altre parole la paura dell’ignoto (che si rivela poi quella dei nostri lati più oscuri, nascosti nell’ombra e pronti a rivendicare la loro esistenza), è, come dice lo stesso Borges “un abitante mostruoso adatto ad una casa mostruosa”.. E ancora, il leone Graogràman, la Morte Multicolore, che produce il nulla e brucia qualsiasi cosa gli si avvicini, è molto simile al Basilisco, che vive nel deserto e crea il deserto con il suo venefico sguardo. Una presenza più inquietante e sinistra è costituita dagli Animali degli Specchi: la leggenda, originaria della mitologia cinese parla di creature incarcerate negli specchi dalla magia del leggendario Imperatore Giallo, e condannate a ripetere all’infinito tutti gli atti degli uomini. Ma queste imago, in realtà i nostri spettri e fobie interiori, un giorno si riscuoteranno da questo limbo, e invaderanno sanguinosamente la terra.

“Il primo a svegliarsi sarà il Pesce. Nel fondo dello specchio sorgerà una linea sottile(…), poi verranno svegliandosi le altre forme. Gradualmente, differiranno da noi. Gradualmente, non ci imiteranno. Romperanno le barriere di vetro e di metallo, e questa volta non saranno vinte.(…)
Prima dell’invasione, udremo nel fondo degli specchi il rumore delle armi.”.

venerdì 15 maggio 2009

SULLA QUESTIONE DEL KARMA



E’ KARMA O DESTINO?

"L'uomo può fare esperienza vissuta del mistero del mondo, penetrando dentro sé stesso" e "La via misteriosa va verso l'interno." (Novalis)

Fortuna, sorte, caso. Vari termini vengono usati per descrivere gli accadimenti della vita umana nella loro complessità di interpretazione. La volontà umana che desidera ed aspira...a ricchezze, fortuna, benedizioni, averi, salute e felicità si contrappone all’elemento esterno e quindi divino, incontrollabile ed incoercibile, per cui la determinazione, la fortezza, l’Uomo Prometeico che sogna di essere in controllo del proprio destino, deve fare i conti con il suo creatore, e ha il suo contrario nel dovere, la fatalità, il fato caso, cielo, , dio, fortuna, provvidenza, sorte, stelle, ventura che dir si voglia.
Il karma nel Tema Natale può essere identificato così:

PER SETTORE
1- Personale, si identifica nel settore orientale del Tema Natale (Ariete o Ascendente prima, seconda e terza casa) e PuntoTerra, a 180° dal Sole
2- Famigliare, settore Nord (Cancro, Quarta quinta e sesta casa)
3- Conflittuale, settore occidentale (Bilancia, settima ottava e nona casa)
4- Collettivo, settore Sud (Capricorno, decima undicesima e dodicesima casa)

PER ENERGIA PLANETARIA

SOLE MERCURIO E VENERE E PARZIALMENTE MARTE,
l’indirizzo della volontà, la gioia

LA LUNA, nodo lunare nord, Lilith (apogeo della Luna) NETTUNO il rapporto al femminile i sogni, la casa, la famiglia, l’immaginazione e la fantasia

SATURNO URANO MARTE E PLUTONE i nemici il conflitto il dovere e le malattie

GIOVE Sagittario e Pesci in parte VENERE, la benevolenza l’edonismo la generosità la gioia

A loro volta i pianeti imprimono il sigillo Karmico all’energia: Mercurio concerne la Mente e le capacità mentali. Venere concerne Amore, bellezza e le arti. Terra concerne la Carne e la capacità di manifestare effettivamente le credenze interiori. Marte concerne la “Pazzia” o i poteri della forza, dell’indole e dell’impulso – se non attenuati dalle forze mentali. Giove concerne Forza, universalità, espansività - avendo a che fare spesso con gruppi o masse piuttosto che con individui. Saturno ed Urano in parte, concerne sempre il Cambiamento - cambiamento di solito improvviso o violento,e la tendenza di ricominciare - se non attenuato dalle forze mentali. Urano concerne le capacità psichiche, le scienze occulte e gli estremi di bontà e cattiveria, grande ricchezza o grande povertà, ecc. Nettuno concerne le capacità mistiche, l’introspezione spirituale e un senso dell’invisibile - anche alcuni estremi se non attenuati. Plutone concerne la Coscienza COSMICA- di solito coscienza spirituale, o al di fuori di se stessi o egocentrica.

Non esiste alcuna conflittualità se non quella che applichiamo noi tra l'esistenza del meccanismo del karma. Lo possiamo evincere in senso esoterico dall’esame dello Schema Karmico, e del libero arbitrio umano, altrettanto riconoscibile, dove ogni cosa ha il suo opposto. Anche noi. Il nostro opposto è la nostra morte, la nostra finitezza. L'esistenza del Karma non solo non esclude affatto la volontà umana, ma ne è la diretta conseguenza e non avrebbe ragione di esistere se anche questo non esistesse. Siamo noi, in quanto scintilla divina, ad esserci scelti questa vita queste gioie e questi dolori. Tutto qui. Non ha quindi senso parlare di alternativa tra karma e libero arbitrio, in quanto il karma non è altro che la legge universale di azione e reazione, secondo la quale ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria, e quindi la reazione karmica avviene proprio in conseguenza di una libera azione precedentemente messa in atto.Ad ogni morte corrisponde una rinascita. Ogni nostra libera scelta determina delle conseguenze, le quali ritorneranno su di noi in un tempo successivo, in modo da renderci consapevoli, provandolo sulla nostra pelle, dell'effetto dell'azione stessa. Non esiste infatti modo migliore per conoscere l'effetto di un'azione che quello di provarla su noi stessi. Ricevendo uno schiaffo oggi, posso sapere che cosa ha provato la persona alla quale ho dato uno schiaffo ieri, per fare un esempio. Allo stesso modo, ricevendo un favore oggi posso sapere cosa ha provato la persona alla quale ho fatto un favore ieri. Il karma non è quindi un meccanismo di punizione, ma un mezzo attraverso il quale acquisire maggiore consapevolezza degli effetti delle nostre azioni.
Karma e Fortuna, Libero arbitrio e Destino...intrecci d'anime e divino.
"Così spiega il Buddha: Gli esseri sono padroni delle loro azioni...erediteranno le conseguenze di ogni azione che compiranno, buone o cattive che siano. / L'estinzione del debito karmico, e la conseguente liberazione dal Samsara, conduce, infine, l'anima al Nirvana."
("Dizionario dell'Inconscio e della Magia" definizione 588, La Porta)
Ma anche la tradizione giudaico-cristiana riconosce questo aspetto.

"Quel che si semina si raccoglie."
(La Bibbia)


"Abbiamo debiti che devono essere pagati. Ci saranno molte vite per adempiere a tutti gli accordi e a tutti i debiti. / Il Karma è un occasione per imparare, per praticare amore e perdono: il Karma concerne l'apprendimento e non la punizione. Qualche volta un'anima sceglierà una vita particolarmente impegnativa per accelerare la sua evoluzione spirituale, o come un atto d'amore per aiutare, guidare e nutrire chi sta passando attraverso una vita similmente difficile. Una vita dura non è una punizione ma piuttosto un'opportunità / Il Karma è la massima Giustizia. / La Grazia, comunque può sostituire il Karma. La Grazia è l'intervento divino, una mano amorevole che scende dal cielo per aiutarci, per alleviare il nostro fardello e la nostra sofferenza. Una volta imparata la lezione non c'è bisogno di ulteriore sofferenza, anche se il debito karmico non è stato completamente riparato. Noi siamo qui per imparare non per soffrire. / Inoltre, i nostri genitori e le altre persone con le quali interagiamo sono dotate di Libero Arbitrio, possono amarci e aiutarci, o possono odiarci e farci del male, ma la loro scelta non è il vostro Karma, è una manfestazione del loro Libero Arbitrio: anche loro stanno imparando. / Una vita costellata da relazioni difficili, densa di difficoltà e di perdite, rappresenta la massima opportunità possibile per la crescita dell'anima. Qualche volta un evento negativo può essere la mano che apre la porta ad un'opportunità migliore. Non dovremmo addolorarci prematuramente: il Destino ha bisogno di tempo per tessere il suo drappo intricato. Oltre al dolore e alla sofferenza, in questo mondo ci sono anche l'amore, la gioia e l'estasi. "
(Messaggi dai Maestri, Brian Weiss)

Nella pratica astrologica si nota che soffrono di più coloro che si ritengono al di sopra di eventuali destini e che combattono per sfuggire l’inersorabile ruota del SAMSARA, queste mirabolanti apparenze del mondo materiale che sovrastano con la loro forza ogni altra considerazione.
Ci si rende conto che la stragrande magggioranza di noi incontra le maggiori difficoltà proprio in questo meccanismo misterioso che opera nella nostra vita, non riuscendo né a comprenderlo né a dominarlo (nel senso di assecondarlo) , ma rivolgendosi esclusivamente a fattori esterni per attenuarlo o per consolarsi. La ricerca della ricchezza materiale, soldi, sesso, potere, viaggi distrazioni, soddisfazioni egoiche, dominio sugli altri, qualsiasi tipo di illusione o utopia che temporaneamente nasconda la verità, ma non soddisfa affatto lo spirito.
Lo spirito è leggero, aereo, e può sfuggire al peso del giogo (Karma vuol dire appunto questo) solo accettandolo incondizionatamente e realizzando la spiritualizzazione della materia, e contemporaneamente la materializzazione dello spirito. Tutto il resto è divincolarsi da tarantolati, agitarsi, contorcersi e soffrire ed agitarsi inutilmente. Una volta riconosciuto ed accettato il proprio Karma o Destino rappresenta per l’umile viandante su questa Terra, il faro, la lampada che illumina la notte eterna, indicando finalmente l’unica strada possibile, quella della gioia.

giovedì 14 maggio 2009

RELAZIONI TRA MUSICA, MATEMATICA, UNIONE MISTICA ED ASTROLOGIA


giovedì 14 maggio 2009





Un corda che vibra produce un suono. Una corda di sessanta centimetri, produce un suono che convenzionalmente viene chiamato DO (UT per i latini), ed è il suono centrale di tutte le scale musicali. Do rappresenta il suono della Terra mentre RE (RA per gli egizi) è il suono prodotto dal Sole. Questo tipo di conoscenza risale alla scuola pitagorica. La scuola pitagorica, appartenente al periodo presocratico, fu fondata da Pitagora a Crotone intorno al 530 a.C. La scuola di Crotone ereditò dal suo fondatore la dimensione mistica dei suoi allievi-adepti attraverso la conoscenza (gnosi) della matematica, l'astrologia, la fisica e la medicina la musica e la filosofia. Andando a ritroso le prime testimonianze risalgono a Pitagora che secondo Giamblico era in grado di udire l'armonia degli astri come in stato di trance. Secondo la teoria pitagorica, la stoffa dell'Universo era composta di ritmi, numeri e proporzioni; e considerando che gli intervalli musicali quali l'ottava, la quinta, la terza si potevano ottenere facendo vibrare corde le cui lunghezze erano frazioni intere della lunghezza della nota fondamentale, lo stesso si poteva dire per il cosmo come sistema armonico, i cui sette "pianeti" conosciuti (Sole, Luna e i cinque pianeti visibili) potevano essere messi in corrispondenza con le sette note naturali.

Benchè la musica sia un’arte la musica stessa concettualmente si regge assolutamente su rapporti matematici, quindi scientifici, che vengono rappresentati da frazioni. Ad esempio l’ottava, o la quarta sono rapporti 1:4 1: 1:2; 2:3 di una corda do è =Sol. Ogni pianeta corrisponde quindi ad una nota, Secondo il racconto dello storico Plinio, nel modello pitagorico abbiamo una precisa corrispondenza tra distanze astronomiche ed intervalli musicali, così che considerando per esempio che la Terra emetta un do, nota base della moderna scala musicale, si ascolterebbe la seguente successione di note: do, re, mib, mi, sol, la, sib, re. Ma questo avviene ovunque non solo nel sistema solare. A 250 milioni di anni luce il buco nero della galassia NGC 1275 emette un "sì" talmente basso da non poter essere udito da orecchio umano. In un'immaginaria tastiera di pianoforte lunga a piacere la nota si trova 57 ottave sotto il "do" centrale. Il suono emesso dal buco nero ha una lunghezza d'onda di 36 mila anni luce e con la sua possanza scalda la gigantesca nube di gas e polveri che circonda il buco nero. La nota celestiale è prodotta, secondo Andy Fabian di Cambridge, autore della "osservazione", dalla tremenda energia liberata dal buco nero che increspa i gas che gli fan corona. E' consolante che la scienza moderna torni a parlare di una sorta di musica delle sfere, che accompagna l'osservazione dei cieli da qualche millennio prima di Cristo. Già Dante nel Paradiso raccoglieva un'eredità secolare quando cantava:

"Quando la rota, che tu sempiterni
Desiderato, a sé mi fece atteso,
Con l'armonia che temperi e discerni,
Parvemi tanto, allor, del cielo acceso
De la fiamma del sol, che pioggia o fiume
Lago non fece mai tanto disteso". (Par I, 76-81)

Questa mistica unione di armonia prodotta dalla "girazione"(modulazione) delle sfere celesti con la luce onnispandente si ritrova in Cicerone, che a Scipione Aureliano fa ascoltare, durante il sonno, la medesima musica, e che gli fa chiedere, stupito:

(Somnium Scipionis, 18)

"Ma che suono è questo, così intenso e armonioso, che riempie le mie orecchie?". "È il suono", rispose, "che sull'accordo di intervalli regolari, eppure distinti da una razionale proporzione, risulta dalla spinta e dal movimento delle orbite stesse e, equilibrando i toni acuti con i gravi, crea accordi uniformemente variati; del resto, movimenti così grandiosi non potrebbero svolgersi in silenzio e la natura richiede che le due estremità risuonino, di toni gravi l'una, acuti l'altra".
Anche Keplero, sulla soglia ancora spuria della scienza meccanicistica moderna, dà per scontata l'armonia del mondo:

"Duo sunt, quae nobis harmonias in rebus naturibus patefaciunt, vel lux vel sonus" (Harmonice Mundi, liber V caput IV)

L’Astrologia è un’antichissima “arte” che studia le relazioni tra l’uomo e gli astri, uno strumento dialettico basato sull’analogia, che ha basi profondamente scientifiche in quanto si basa su effemeridi, ovvero la posizione esatta degli astri, ed i rapporti tra di loro in senso musicale e di armonia. Quando un astrologo eventualmente pronuncia un “Saturno contro” descrive delle energie reali che possono avere determinati effetti legati alla sensazione che da quella determinata frequenza produce opposta da un altra non compatibile. La musica produce emozioni ed un Saturno contro può produrre determinati effetti che sono facilmente riscontrabili, infatti Saturno viene da sempre ritratto come malinconico, triste. Il fatto che l’astrologo possa descrivere un tale evento non gli conferisce alcun potere se non quello della rappresentazione artistica e dell’interpretazione.
Anche se qualcuno la definisce “scientifica” od una scienza, non è corretto chiamare l’astrologia scientifica secondo i canoni condivisi dalla comunità scientifica, e che si rifanno al metodo galileano, non è corretto definirla tale sempliecemente perché è un prodotto misto e mistico, arte-scienza.
Jung ha spesso parlato dell’effetto “sincronicità” che significa legami nascosti tra eventi non apparentemente consequenziali di causa ed effetto. Nel 1665 il fisico e matematico olandese Christiian Huygens, uno dei primi a postulare la teoria ondulatoria della luce, osservò che, disponendo a fianco e sulla stessa parete due pendoli, questi tendevano a sincronizzare il proprio movimento oscillatorio. Dai suoi studi deriva quel fenomeno che oggi tutti chiamiamo 'risonanza'. Nel caso dei due pendoli, si dice che uno fa risuonare l'altro alla propria frequenza.
Per lo stesso principio, se si percuote un diapason, che produce onde alla frequenza fissa di 440 Hz, e lo si pone vicino a un secondo diapason 'silenzioso', dopo poco anche questo incomincia a vibrare. La risonanza può essere utilizzata anche nel caso delle onde cerebrali. Studi che si sono serviti dell'elettroencefalogramma hanno mostrato una grande correlazione tra lo stimolo che proviene dal mondo esterno e le onde cerebrali. Inizialmente, le ricerche in questo campo utilizzavano soprattutto la luce; poi, si e' passati ai suoni ed alle stimolazioni elettromagnetiche. Quindi il cervello, sottoposto a impulsi (visivi, sonori o elettrici) di una certa frequenza, cerca di sintonizzarsi sulla frequenza di detto impulso. Il fenomeno umano si chiama 'risposta in frequenza'. Per esempio, se l'attivita' cerebrale di un soggetto e' nella banda delle onde beta (quindi, nello stato di veglia) e il soggetto viene sottoposto per un certo periodo a uno stimolo di 8 Hz (onde alfa), il suo cervello tende a modificare la sua attività in direzione dello stimolo ricevuto e quindi si rilassa e raggiunge la pace e l’armonia. Astrologicamente queste sono frequenze piacevoli di Sole e Venere, mentre la violenza emette frequenze superiori, quelle di Marte ed Urano. Ma tutto questo parlare sulla RISONANZA va ben oltre il puro gioco, infatti possiamo avere una risonanza meccanica, elettrica, ottica, magnetica, nucleare, delle varie particelle, ma anche una risonanza della malattia o della salute, della gioia o del dolore. Indagando il fenomeno della risonanza sugli esseri viventi entriamo nel campo della "biorisonanza". Lo stato di malattia è uno squilibrio energetico con presenza di frequenze anomale da rapportare ai vari fattori che hanno determinato la rottura dell’equilibrio armonico delle frequenze dello stato di salute.
Secondo le antiche filosofie mistico-esoteriche, ma anche secondo le concezioni più avanzate della fisica moderna, l’Universo è un unico grande sistema permeato da numerosissimi campi di energia interdipendenti tra loro.
Ogni evento che accade in un dato istante ed in una determinata coordinata spaziale, sia essa a tre o più dimensioni, si ripercuote su tutta il sistema; ecco perchè é verosimile immaginare che il movimento degli astri e le attività umane si possano correlare.


Per Sun Tsien, storico cinese della fine del secondo secolo avanti Cristo, la musica lega cielo e terra:

"I riti e la musica manifestano la natura del cielo e della terra; penetrano fino alle virtù delle intelligenze soprannaturali, fanno scendere gli spiriti che stanno in alto e permettono di salire a

quelli che stanno in basso".

Nell’Olimpo greco la “competenza” sulla musica viene assegnata ad Apollo, figlio di Zeus e di Leto e fratello gemello di Artemide. Il suo strumento è la lira o cetra, che egli ottiene da Ermes in cambio della mandria che questi gli aveva inizialmente rubato. Oltre che della musica, Apollo è il dio della luce, della profezia, della medicina e della guarigione, ma anche della poesia. In che modo dunque la musica, la luce, la poesia entrano in relazione tra di loro? Nel gusto per la misura e l'equilibrio, nel rifiuto dell’eccesso e della deformità, e dunque nel privilegio per gli aspetti più razionali della bellezza. Armonia. Si tratta dunque di un’emanazione (estetica o di valore) del logos divino sulla Terra.

Altri menino vanto
delle parole che hanno scritto:
il mio orgoglio
sta in quelle che ho letto"

(J.L. Borges)

mercoledì 6 maggio 2009

IL SESTO SIGILLO E LA MAGIA DELLA MUSICA




Hermes per i greci suonava la lira, Mercurio per i Romani era messaggero degli dei. Tutta la mitologia antica della conca mesopotamica, dove nasce la civiltà, concorda nel fatto che la musica appartenga agli dei, che il suo messagero è il Dio Mercurio, reggente del segno dei Gemelli e della Vergine, e che il Toro (Venere) e Cancro (Luna) sono i segni recipienti di questa meravigliosa arte che è allo stesso tempo risonanza e assonanza. Secondo le parole di Swedenborg tutto è “scienza delle corrispondenze” nella vita sulla terra .... ed il linguaggio angelico è più simile alla musica che al linguaggio umano; ... Dante stesso, nel commento che dedica alla sua prima Canzone, indica il modo in cui applica alla sua opera le regole della musica come arte liberale : « O uomini, che vedere non potete la sentenza di questa canzone, non la rifiutate però; ma ponete mente la sua bellezza, che è grande sì per construzione, la quale si pertiene alli gramatici, sì per l'ordine del sermone, che si pertiene alli rettorici, sì per lo numero delle sue parti, che si pertiene alli musici».
In questa maniera di considerare la musica in relazione al numero, dunque come scienza del ritmo in tutte le sue corrispondenze, si riallaccia alla scuola Pitagorica, la scienza è numero, il numero è musica, musica è armonia universale delle sfere celesti.
La Musica è il viaggio, dal peccato della materia all' estasi dello spirito e ha GLI EFFETTI «COLLATERALI» della vera ed unica magia, quella dell’arte: l' anima si «scioglie» al suono della viola. Nel corso dei secoli nei dipinti, liuti, flauti e lire evocavano atmosfere sia sacre che profane.

La Lira in cielo è costellazione piccola ma facilmente riconoscibile forma di parallelogramma simile ad un'arpa a due corde. Visibile a fine estate ricorda e rappresenta l'arpa inventata da Mercurio e data ad Apollo che a sua volta la diede al figlio Orfeo.

Orfeo e la sua Lira
"Narra una leggenda che il poeta Orfeo aveva ricevuto dal dio Apollo una lira a sette corde dai magici poteri. Quando cantava accompagnandosi con quello strumento, egli ammaliava gli dei e gli uomini, addomesticava le bestie feroci e poteva persino far commuovere le rocce. Questa lira a sette corde, che sono poi i sette pianeti conosciuti dagli antichi Saturno, Giove, Marte, Venere, Luna, Mercurio, Sole. Dice Omraam Mikhael Aivanhov : “La lira , ha fatto tanto sognare musicisti e poeti, in realtà la possediamo tutti. Sì, la possediamo perché ciascuno di noi è egli stesso quella lira. Le sette corde che ci compongono rappresentano i nostri sette corpi: fisico, eterico, astrale, mentale, causale, buddhico e atmico. Ogni corda, ogni corpo, possiede una vibrazione propria, e ha la funzione di metterci in comunicazione con una determinata regione dei mondi visibili e invisibili, e con i loro abitanti. Per poter entrare in armoniosa relazione con quelle regioni, dobbiamo dunque lavorare ogni giorno sui nostri vari corpi, e questo lavoro si chiama purificazione, illuminazione e resurrezione. ".
Quest'ultimo suonava una musica così bene da vincere la mano della ninfa Euridice.
Sfortunatamente Euridice venne morsa da un serpente velenoso morendo all'istante.
Acceccato dal dolore, Orfeo scese nell'Ade implorando Plutone, dio degli Inferi, di restituirgli l'amata; la sua musica era così commovente da spingere Persefone, moglie di Plutone, a convincere il marito. Alla fine Plutone cedette ma ad una condizione: durante la risalita dagli inferi, Orfeo non si sarebbe mai dovuto voltare a guardare Euridice. Purtroppo Orfeo non riuscì resistere alla tentazione e perse così per sempre la sua amata. Anche dopo la morte di Orfeo, la sua arpa, getta nel fiume Ebro, continuò suonare sino a qunado Giove non la recuperò per porla tra le stelle.



Mercurio (Hermes per i Greci) all’inizio dei tempi non si limitò a creare la lira e a suonarla, inventando la musica, ma ne dette anche il primo significato “pacificatore”. Mercurio era astuto faceto e divertente, e tranquilllizò Giove, il re degli dei colui che increspando il sopracciglio faceva tremare l’universo, cantandogli una bella canzone. L’aspetto fantasmatico della musica la rende la più evanescente delle arti e conseguentemente la più sottile, sublime, eterea. Mercurio nella sua fase gemellare non si limitò a creare la musica e lo strumento, ma la trasmise. Ad Orfeo per esempio.
Orfeo era nativo della Tracia. Questo sublime poeta suonava una lira che gli era stata data appunto da Mercurio, a significare il talento innato e divino del musicista. Era composta da un carapace di tartaruga, cuoio incollato tutt'intorno, due bracci, un ponticello e corde fatte con budella di pecora. Mercurio donò di queste lire anche a Apollo e Anfione. Quando Orfeo, cantando, suonava, anche gli animali selvatici venivano a ascoltarlo. Orfeo inventò tutte le scienze, tutte le arti. Esperto di magia, conobbe il futuro e predisse cristianamente l'avvento del SALVATORE
Mercurio era essere solare, nato all’alba, e a mezzogiorno già aveva fabbricato la lira con cui suonava e la sera aveva rubato i buoi a Helios: ed era appena uscito dal corpo della madre! Ecco come si svolsero i fatti: con il guscio di una tartaruga costruì la lira e poi andò in cerca dei buoi di Helios (il Sole) per rubarli; per trafugare il bestiame lo fece passare su un terreno sabbioso camminando a ritroso, in modo che fosse impossibile seguire la strada fatta, e lo portò fino al fiume Alfeo. Lì decise di mangiarselo, perciò abbattè due bestie, accese il fuoco (il primo fuoco acceso sulla terra), lo alimentò con la legna e pose la carni ad arrostire, però, per quanto avesse voglia di mangiarsele, resistette per offrire un sacrifico agli dèi, poi mangio e lasciò i resti a bruciare sul fuoco. Tornato nella grotta, si stese nella culla, si avvolse le fasce addosso e si mise a giocare come un bambino piccolo. Ma sua madre, che aveva visto tutto, gli chiese: “Da dove vieni a quest’ora di notte? Tuo padre ti ha forse generato per infastidire gli uomini sulla terra?”. Ermete era buono però, perché parte del bestiame lo aveva sacrificato prima agli dèi dell’Olimpo e la sua mamma era a conoscenza di tutto. Sapeva della lira e che aveva rubato le giovenche sacre ad Helios (Apollo).

Helios intanto le cercava e vide le loro orme, ma messe alla rovescia, e non si lasciò ingannare dal fatto che, entrando nella grotta, vedesse Ermete scalciare nella culla come un bambino appena nato. Così gli disse: “Guarda, o tu mi ridai le vacche oppure io ti scaraventerò nell’Ade dove non c’è salvezza”; allora Ermete, che era scaltro, gli rispose: “Ma di quali vacche stai parlando? Io non ho udito niente, non posso dirti niente; non sono un uomo robusto, sono un bambino, devo bere il latte materno e devo stare fra le fasce “. Allora Helios si mise a ridere, molto divertito: “Tu che parli come un ladro perfetto sarai capo dei ladri per tutta l’eternità”. Quindi lo afferrò e lo portò davanti a Zeus che gli disse, anche lui ridendo: “Restituisci subito le giovenche a tuo fratello! Sei appena nato e già compi di queste imprese! Apollo era già un grande dio, i due però erano comunque fratelli e dovevano andare d’accordo; così questi meravigliosi figli di Zeus riandarono a Pilo alla grotta; già da lontano Helios scorse le pelli stese a seccare e vide così che il suo fratellino era riuscito ad abbattere ben due vacche; riprese allora le giovenche rimaste. Ermete per rabbonirlo incominciò a suonare la lira, le cui note armoniose penetrarono nel suo cuore; allora Apollo desiderò ardentemente quello strumento, e trovò che esso valeva l’armento che il fratello gli aveva rubato, anche perché la lira infondeva serenità e amore e favoriva un sonno magnifico. Disse che avrebbe perdonato il fratello purchè gli avesse regalato la lira; lo scaltro Ermete allora accondiscese e ottenne da Helios in cambio la verga e la dignità di pastore; però prima dovette giurare al fratello che non avrebbe mai cercato di rubargli la lira e nemmeno l’arco; quando ebbe giurato, Helios gli consegnò una verga fatta d’oro e ornata di tre foglie, che produceva ricchezza, e inoltre regalò ad Ermete il dono del vaticinio, gli trasmise il suo potere sugli animali, lo nominò messaggero presso la casa di Ade (Plutone) negli Inferi e, ninfe, gli dette l’incarico di guida delle anime, cioè di psicopompo.

Così Helios comincio ad amare il figlio di Maia e di Zeus e conferì ad Ermete il privilegio del contatto con gli immortali e con i mortali e la carica di messaggero degli dèi; Ermete, inoltre, compose con le Moire l’alfabeto, inventò il pugilato, l’astronomia e anche i giochi divinatori. Astuto, scaltro e arguto, donava all’umanità la facondia, la forza, la prudenza ed era talmente apprezzato nell’antichità che le erme con la sua testa ripetuta anche per quattro volte si alzavano nei crocicchi, ma anche nelle piazze, perché gli si attribuiva l’invenzione dei pesci, delle misure e delle bilance usati nei mercati e inoltre gli si offrivano tanti sacrifici al momento della morte, perché, come psicopompo, guidava agli Inferi le ombre dei defunti, spingendole con la verga chiamata caduceo. Zeus quindi lo aveva eletto suo ministro e perfino Era, che era tanto gelosa degli amori del marito, non riuscì a sfuggire al fascino del furbissimo Ermete e addirittura, lo allattò al seno. Zeus regalò poi a questo suo figlio il berretto alato che portava sempre, i talari – calzari anch’essi alati- e gli affidava ogni tanto degli incarichi, come ad esempio aiutare Ade per rapire Persefone, addormentare i greci per consentire a Priamo di recarsi presso Achille per la restituzione del corpo di Ettore, accompagnare Era e Afrodite da Paride per il giudizio sulla bellezza, portare in dono ad Ulisse l’erba magica che lo protesse dagli incantesimi di Circe, affidare Dionisio in fasce alle ninfe perché lo allevassero, e infine accompagnare Orfeo agli Inferi per riavere Euridice. Ermete ebbe numerosi amori: Afrodite gli partorì Ermafrodito, che ebbe una strana storia; infatti Salmace…ninfa lacustre, innamoratasi di lui mentre faceva il bagno, gli si avvinghiò talmente stretta, pregando di non esserne mai separata, che i loro corpi si fusero formando un essere metà uomo e metà donna.
Questo è il significato di duplicità del Segno dei Gemelli e conseguentemente il Segno opposto il Sagittario. Difatti anche Chirone era musico.

Ermete è una delle divinità più complesse della mitologia per le innumerevoli sfaccettature di caratteri che gli si attribuivano; tra l’altro uccise Argo dai cento occhi che era guardiano di Io, incatenò Prometeo ad una roccia come voleva Zeus, liberò Ares prigioniero degli Aloadi. Molte delle sue incombenze lo avvicinavano agli uomini, più di ogni altro dio; era lui a proteggere i viaggiatori e i mercanti; veloce e agile nei suoi compiti, era anche dio dei ginnasti; di notte scortava le ombre nel loro ultimo viaggio verso gli Inferi. La sua verga alata, il caduceo, con due serpenti attorcigliati, ridonava la salute e infatti divenne l’emblema dei medici. Il suo più caro amico era e restava il fratello Helios, il Sole: ecco spiegato perché Mercurio (il nome romano di Ermete) non si allontana mai molto dal Sole; infatti è il pianeta del sistema solare, come abbiamo detto, più vicino. Mercurio simboleggia le qualità dell’intelletto, la duttilità della mente, la capacità di comunicare con il prossimo. Si identifica nei giovanissimi fino alla pubertà; indica i fratelli, i figli maschi, i ragazzi, la gioventù in genere; il suo metallo naturalmente è il mercurio; il colore è il giallo paglierino. Sul piano medico l’astrologia classica lo collega a tutte le vie di comunicazione: udito, favella, le vie respiratorie che comprendono l’intero sistema di bronchi e polmoni, e al sistema nervoso centrale. Il pianeta – se positivo – indica la logica, la capacità di afferrare al volo le cose, e in un oroscopo, secondo il settore in cui si trova, chiarisce anche il modo in cui la persona esercita le proprie facoltà intellettuali e quindi favorisce la comunicazione in tutte le sue forme; purtroppo, se è negativo, sul piano fisico si hanno difficoltà o ritardi nell’apprendimento, nell’udito, nel linguaggio e, sul piano spirituale, tendenza alla doppiezza, alla falsità, all’astuzia e al raggiro. Il segno grafico di Mercurio è costituito da un cerchio sormontato da una mezzaluna; nella parte inferiore di questo cerchio è attaccata una croce capovolta, lo stesso simbolo di Venere (che però è priva della parte superiore della mezzaluna); dunque questo geroglifico di Mercurio lo rende un tramite tra la terra e il cielo; il paio di ali che lo portano in alto ne fa una spola fra l’umano e il divino, tra il genere terrestre e la trascendenza, sottolineando ancora una volta le sue funzioni di “messaggero” tra l’uomo e Dio, la via dell’Arte, della Bellezza e del Vero..

La musica, come tutta l’arte la letteratura, la poesia eleva l’anima in quanto è fortemente terapeutica, permette all’uomo di alzarsi al di sopra delle basse frequenze, rimanendo sospeso sopra le frequenze dell’inferno gluonico della terra, per usare un termine scientifico altrimenti detta “l’ANTIMATERIA”.

martedì 5 maggio 2009

LO SPECCHIO



E’ forse tuo lo specchio?
E’ forse tua l’immagine in cui ti immergi
Il tuo sorriso teatrale
l'ego che anima
i pensieri, aeroplanini di carta
e la tua ombra dietro lo specchio?
E’ tua la mano che scosta i capelli?
E’ tuo il pensiero che scivola fra il nome e la favola
La polvere nell’aria che ti circonda?
E’ tua l’epigrafe che mi hai scritto
Pensando sempre di voler morire
senza doveri senza piaceri senza contatti
È tuo l’albero che abbbracci
E’ tuo il sorriso
e la lacrima dietro il sorriso?
Cosa c’è di veramente tuo oltre il senso
di ciò che non sei e non ti appartiene
di ciò che non è tuo
Se non la sotttile differenza
tra te ed il nulla?

lunedì 4 maggio 2009

PABLO


XLIV sonetto

Saprai che non t'amo e che t'amo
perché la vita è in due maniere,
la parola è un'ala del silenzio,
il fuoco ha una metà di freddo.

Io t'amo per cominciare ad amarti,
per ricominciare l'infinito,
per non cessare d'amarti mai:
per questo non t'amo ancora.

T'amo e non t'amo come se avessi
nelle mie mani le chiavi della gioia
e un incerto destino sventurato.

Il mio amore ha due vite per amarti.
Per questo t'amo quando non t'amo
e per questo t'amo quando t'amo.



da Cento sonetti d'amore

CHIRONE IL SAGGIO GUARITORE



Entrate per la porta stretta, perché angusto è il sentiero e stretta la porta che conduce alla vita e ben pochi sono quelli che la trovano. ...

CHIRONE IL CENTAURO GUARITORE
Da sempre il Sagittario, che significa ‘colui che scaglia le sagitte (frecce, quindi precisione nel pensiero e nell’azione) , detto anche Arciere Celeste, è associato ai Centauri, esseri mitologici metà uomini e metà cavalli, un po’ rudi violenti e litigiosi, ubriaconi e anche stupratori, tanto da essere scaraventati all’Inferno da Dante a guardia dei dannati violenti. Sono anche esseri capaci di elevarsi con la conoscenza, se lo vogliono, ed uno splendido esempio è dato dal più famoso saggio e sapiente di loro, Chirone, naturopata medico e chirurgo . spiccava tra tutti, in quanto saggio e colto e gentile, ed è lui quello rappresentato dalla costellazione del Centauro.

Chirone era nato da genitori diversi di quelli degli altri centauri, e ciò spiega la sua differenza di carattere. Suo padre era Crono, re dei Titani, che un giorno rapì e sedusse la ninfa marina Fillira. Colto sul fatto dalla moglie Rea, Crono si tramutò in cavallo e fuggì al galoppo, lasciando Fillira incinta di un figlio ibrido. Fu rifiutato da sua madre.

Chirone crebbe e diventò un esperto di caccia, medicina e musica; la sua grotta sul monte Pelio divenne una vera e propria accademia per giovani principi alla ricerca di una buona istruzione. Nonostante in vita avesse fatto tanto bene, Chirone subì una morte causata da un tragico incidente con l’amico Ercole. A causargliela fu una visita fatta da Ercole al centauro Folo che lo trattenne a cena e gli offrì del vino preso dalla giara comune di tutti i centauri. Quando questi si accorsero che si stavano bevendo il loro vino, irruppero furiosi nella grotta, armati di sassi e alberi. Eracle li ricacciò indietro con una raffica di frecce. Alcuni centauri si ripararono da Chirone che non aveva partecipato all'attacco, e una delle frecce di Eracle lo colpì accidentalmente a un ginocchio. Eracle, che aveva a cuore la sorte del centauro buono, la estrasse prontamente, profondendosi in scuse, pur sapendo bene che la sorte di Chirone era ormai segnata. Neanche la medicina più potente poteva, infatti, contrastare il veleno del sangue dell'Idra in cui Eracle aveva immerso le sue frecce.
In preda agli spasimi ma incapace di morire, poiché era il figlio immortale di Crono, Chirone si ritirò nella sua grotta. Piuttosto che farlo soffrire in eterno, Zeus accettò che la sua immortalità fosse trasferita a Prometeo. Finalmente liberato, Chirone morì e fu posto fra le stelle. Il Sagittario è quindi allo stesso modo un individuo molto a contatto con la propria parte animale, da cui sa elevarsi con l’intelletto ma senza ‘corrompersi’ o rinnegare la natura e l'origine animale. Per analogia con la 9° casa, il 9° segno dello zodiaco ha a che fare con le avventure, i viaggi, gli studi superiori, la conoscenza, l’elevazione spirituale, le religioni. La 9° casa era detta dagli antichi la Casa di Dio. Attualmente Chirone, l'asteroide che ha questo nome, viaggia in compagnia di Giove e Nettuno nel rivoluzionario segno dell'Acquario. Il Guaritore ferito (chirone) incontra l'amore universale e incondizionato (nettuno)...e Giove il pianeta che tutto trasmette a frequenze superiori. Sono quindi possibili molte guarigioni a distanza, sulla scia dell'insegnamento del grande Edgar Cayce..Chirone, il piccolo planetoide incuneato fra Saturno e Urano, fu scoperto nel 1977, gli anni della medicina olistica e la naturopatia viene spesso definito (il suo archetipo) il guaritore ferito: l’individuo che rende servizio agli altri, ma questo servizio ha un certo costo e richiede sacrificio di sé. Si pensa che questo planetoide rappresenti poteri di insegnamento e di guarigione che l’individuo ottiene con non poco dolore o difficoltà. Si pensa anche che Chirone stia per l’integrazione fra mente e corpo, ma anche che sia qualcosa come una chiave o un accesso verso altri regni di esperienza o conoscenza. Chirone rappresenterebbe qualcosa come un viaggiatore o messaggero capace, per qualche scopo benefico, di far da ponte verso quelle dimensioni “alternative” o di rintracciarle o accedere ad esse. Edgar Cayce, per fare un esempio illuminante sul tema, nacque proprio alla fine del diciannovesimo secolo durante la congiunzione di Nettuno e Chirone, quella che c’è adesso. Cayce guariva a distanza, facendosi dare, nome della persona, data di nascita, quindi età, ed entrando in trance usando i piani astrali per effetture sia la diagnosi che la cura. Tutto ciò a qualunque distanza, anche migliaia di chilometri. Un fenomeno che appartiene alla telepatia, che per sua natura di vibrazioni altissime è necessariamente transitoria e brevissima, diversa da quella dell’Elemento Terra e che non può che essere apllicata individualmente. Niente cure di gruppo o di massa come quelle che vediamo nel mondo moderno dove il malato viene assembrato, de- assemblato in cliniche ospedali e cronicari, che sanno molto di decadenti “fabbriche della salute”. Chirone operava singolarmente nei boschi o per strada, a contatto con la natura.
Noto come il “profeta dormiente” per la sua capacità di ottenere informazioni mediante stati di trance, Cayce fu guaritore e sensitivo instancabile, dando migliaia di “letture a dsitanza” per altri durante la prima metà del ventesimo secolo. Benché Cayce desse molti tipi di letture, dalle visioni profetiche del futuro alle letture sulle vite passate, la maggior parte delle sue letture si trovano nel campo della salute e dei problemi corporei. Le idee di Cayce sulla salute furono o troppo semplicistiche per i medici allopatici tradizionali, sostenendo convinzioni sul corpo più simili ai guaritori popolari dell’Europa medievale, o troppo bizzarri, suggerendo regimi dietetici in apparenza senza base scientifica. Col tempo, tuttavia, Cayce venne conosciuto come “Padre della Salute Olistica”, poiché vide mente, corpo e spirito come fattori interdipendenti connessi con la salute globale della persona. Nettuno rappresenta informazioni, stati emotivi, sapere o dimensioni lontani dalla logica lineare che vincola e domina il piano terreno. Si può vedere Nettuno sia nelle riflessioni del poeta mistico sia nelle farneticazioni di un drogato incallito, o un alcolizzato, visto che entrambi… si troverebbero in uno stato di coscienza alterato. Possiamo vedere in azione l’archetipo di Chirone nel modo con cui Cayce era solito accedere a questi stati di coscienza non comuni, che erano il mezzo per la guarigione, la diagnosi e il suggerimento della cura. In Cayce, possiamo vedere un esempio dalla sintesi di Nettuno e Chirone, ovvero stati di coscienza alterati a scopo salutistico e di guarigione. Altri grandi temi connessi con Chirone, nella vita di Cayce furono il sacrificio e le privazioni personali volti alla causa della guarigione. Egli non divenne mai un affarista né fu attaccato a bisogni egoistici. Non trasse mai pieno vantaggio finanziario dalle sue letture ed era in uno stato cronico di privazione materiale a causa della sua vocazione.
Oltre a questo, la mole in sé delle letture ebbe un costo altissimo sulla vita di Cayce. Usando Cayce come esempio possiamo dunque farci un’idea di alcune potenzialità di questa congiunzione Nettuno- Chirone in Acquario: possiamo supporre che il tema maggiore che emergerà durante questa congiunzione sarà un’enfasi su guarigione, integrazione fra mente e corpo e sugli sforzi ecologici per “guarire” il pianeta. La sfida del momento rimane quella tra integrità personale ed il sociale "politicamente corretto ...." Questo transito di Chirone, il suo spirito del tempo, ci dà la possibilità di tornare alla nostra individualità in modo sano, e quindi a guarire collettivamente ed allaegramente attraverso singole guarigioni. Questa guarigione si può ottenere attraverso il pensiero puro e sincero, la meditazione, abitudini sane, e l’integrazione completa di emisfero destro e sinistro cerebrale un po’ quello che fanno tutti gli artisti tramite il cosiddetto /pensiero divergente/– ossia una modalità di pensiero che porta a considerare le cose da punti di vista alternativi, non usuali, e che è ritenuta alla base della creatività – ed usano entrambi gli emisferi del cervello più di quanto non faccia mediamente un qualsiasi individuo. Ma come per tutte le conoscenze esoteriche, non sono fatte per tutti: “Entrate per la porta stretta, perché angusto è il sentiero e stretta la porta che conduce alla vita e ben pochi sono quelli che la trovano. ...”