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venerdì 22 ottobre 2010

23.10.010



La triplice dea

Nella tradizione mitologica greco-romana la Luna, grazie alla mutevolezza del suo aspetto che la rende unica fra tutti gli astri, è stata associata non ad una sola, bensì a tre distinte divinità, legate ciascuna a tre sue diverse "manifestazioni": la Luna piena, la Luna nuova e la Luna crescente. Metafora rispettivamente di vita, di morte e di rinascita, da tempo immemorabile queste tre figure lunari hanno rappresentato il ciclo della vita: è in tal modo che il simbolismo lunare ha potuto coinvolgere fenomeni apparentemente così eterogenei come la nascita, la morte, la fecondità, la femminilità, il divenire, l'immortalità.

Il primo volto, la Luna nella sua scintillante pienezza, è simbolo di vita: per la mitologia greco-ellenistica esso assume il nome di Selene (il quale deriva da sélas, che significa "splendore"). Esiodo nella Teogonia racconta che Selene nacque da Theia e Iperione, divinità legate alla luminosità del cielo, che con la loro unione generarono anche Elio, dio del Sole, ed Eos, dea dell'aurora. Di Selene così canta l'inno omerico:

Da lei, dal suo immortale capo, un diffuso chiarore
si spande sulla Terra e una sovrumana bellezza appare
sotto la sua luce: l'aria buia si fa luminosa
di fronte alla sua corona dorata, e i raggi splendono
quando dall'Oceano, lavate le belle membra,
indossata la veste lucente, la divina Selene,
aggiogati i bianchi puledri dal collo robusto,
lancia in avanti il cocchio splendente
e appare, dopo il tramonto, al culmine del mese.

Selene venne anche chiamata con il nome di derivazione frigia Méne, la cui radice etimologica mé significava "misura, computo". Non è un caso, dunque, che il termine latino mensis (ovvero "mese") derivi dalla medesima radice: occorre infatti ricordare che, almeno fino alla riforma imposta da Giulio Cesare verso la metà del I secolo avanti Cristo, il calendario romano era basato sul ciclo lunare e perciò in origine il "mese" altro non era che l'unità di misura che rappresentava l'intervallo di tempo tra una Luna nuova e l'altra. Si comprende bene, quindi, perché nell'ultimo verso dell'inno omerico qui sopra citato si dica che Selene, cioè la Luna piena, "appare, dopo il tramonto, al culmine del mese": il culmine del mese è proprio il plenilunio.

Il secondo aspetto, quello della Luna nuova, della Luna in congiunzione con il Sole, è incarnato da Ecate, l'unica divinità a condividere con Zeus, re degli dei, il privilegio di poter estendere il proprio potere sia sul cielo, sia sulla terra, sia sul mare. Ecate era considerata la Luna nera, simbolo di morte, ma anche di punto in cui tutto rifluisce per poter prepararsi a rinascere. Essa era inoltre una divinità legata anche al mondo del soprannaturale, degli spiriti e degli incantesimi: per questa ragione le erano sacri i crocevia, luoghi che la tradizione popolare considerava teatro di sortilegi per antonomasia, dove si innalzavano statue con le sue sembianze (poiché si riteneva che Ecate conoscesse il passato, il presente e il futuro, era raffigurata con tre volti o talvolta con tre corpi). È forse per questa sua connessione con il mondo della magia che Ecate finì per essere associata al mondo degli inferi, assumendo i connotati negativi di divinità maligna che in origine non aveva.

La terza manifestazione, infine, la falce di Luna che riappare dopo il novilunio, è simbolo di rinascita, di resurrezione, e assume il nome di Artemide, sorella di Apollo. Secondo la mitologia, Artemide nacque per prima e quindi aiutò la madre Latona a partorire il fratello: per questo motivo era invocata come protettrice dalle donne incinte e dalle partorienti, ricevendo l'appellativo di kourotróphos, "nutrice", giacché custodiva i bambini e i cuccioli degli animali. Nonostante ciò, tuttavia, Artemide era descritta come una fanciulla selvaggia che amava soltanto la caccia e conservava gelosamente la propria verginità: era perciò la patrona di tutte le giovani dalla nascita fino al matrimonio, momento in cui subentrava la protezione di Selene, la Luna piena. Presso i Romani, Artemide fu assimilata a Diana.

In un suo libro pubblicato nel 1996, intitolato Le tre facce della Luna, Marina Cepeda Fuentes ha proposto di leggere la celebre favola delle tre galline, di cui si conoscono numerose varianti assai diffuse in numerose tradizioni popolari, come una allegoria del ciclo lunare. La favola racconta che tre galline, una nera, una rossa e una bianca, decisero di costruirsi una casa in cui poter trascorrere la brutta stagione: la gallina nera si fece un riparo con della paglia, quella rossa con della legna, quella bianca con delle pietre. Un giorno arrivò il lupo: con un soffio atterrò la casa di paglia e si mangiò la gallina nera; con una spallata distrusse poi la casa di legno ma la gallina rossa scappò e si rifugiò dalla sorella bianca. Quest'ultima, al sicuro nella sua solida casa di pietra, con uno stratagemma riuscì ad uccidere il lupo: quindi gli aprì la pancia e fece uscire la sorella nera, spaventata ma ancora viva. Leggendo questa favola come una metafora delle fasi lunari, la gallina nera inghiottita dal lupo è la Luna nuova, la Luna che "muore" in congiunzione con il Sole-lupo; la gallina rossa che riesce a scappare è la Luna piena; e infine la gallina bianca che sconfigge il lupo è la Luna crescente, uscita vincitrice dal confronto con il Sole.

Luna piena in Ariete, per contrastare le energie negative del Rosso, che sono rabbia, invidia e gelosia, Blue Ritual
22-23 ottobre, 2010 -

Creazione di un rituale a Base Solida (Toro, Vergine)
Per lasciare il desiderio di acquisire beni materiali superflui al fine di creare una base solida nella nostra coscienza

Il significato di questa Luna Piena in Ariete rituale è quello di aiutarci a capire che tutti abbiamo bisogno di una solida base per sfruttare al meglio gli stili di vita a cui siamo abituati. Porterà la nostra comprensione personale situazione finanziaria in modo che possiamo cominciare a tagliare fuori le stravaganze e creare una più solida base su cui costruire ...
Luna dell’equilibrio, o luna delle foglie

I meli sono carichi di frutti maturi, gli ultimi stormi di uccelli solcano il cielo, e le foglie dopo aver concluso il loro compito attendono che un tiepido e umido vento autunnale le porti via.

La Dea Terra si sta preparando ad affrontare il lungo letargo invernale e nel fare ciò indossa un nuovo abito, tinto con le sfumature più calde ed accese del rosso, del giallo e dell’arancio, facendoci dono con lo spettacolo poetico della sua bellezza in mutamento e con i suoi profumi intensi e antichi.

Siamo nel mese della Bilancia, segno di ricerca dell’armonia, governato da Venere.
Armonia che incontriamo prima di tutto nella bellezza della natura autunnale, e che possiamo cercare di portare a nostra volta intorno e dentro di noi, lasciandoci ispirare da Afrodite, archetipo della Bilancia.

Risvegliare Afrodite/Venere in noi significa portare armonia nei rapporti, specialmente per chi sta in coppia, accorgersi degli altri, dare attenzione all'etica e senso di giustizia, e anche all'estetica, dunque circondarsi di bellezza, giacchè anch'essa è una qualità divina, come la natura dimostra. Dunque il momento è favorevole anche per curare in modo particolare il proprio aspetto personale e quello della nostra dimora, sollecitando il proprio buon gusto.
Il tempo della Bilancia è anche un tempo buono per dedicarsi all’arte, visitare musei o lasciarsi sedurre da qualche oggetto prezioso che con la sua bellezza arricchirà la nostra esistenza.

L’inizio d’autunno è una fase di transizione, che prelude alla grande trasformazione che avviene poi in Scorpione, e l’invito è ad approfittare delle ultime giornate di tiepido sole per fare passeggiate in natura, magari tra i boschi, dove godere degli intensi profumi e colori autunnali, accompagnati dallo stropiccio delle foglie sotto i piedi, per poi far ritorno al calore di casa, dove è possibile ritrovare il piacere della cose intime.

Dal 23 di Ottobre inizia il tempo dello Scorpione, che ci introduce alla festa del mistero, Samhain, la notte più magica di tutto l’anno,
il capodanno celtico.
E’ ora il tempo di addentrarsi nello spazio sacro della nostra interiorità, per meditare e trasformare, e dare così degnamente inizio ad un nuovo giro della ruota dell’anno.

La luna di Ottobre è detta anche luna del sangue, con riferimento alla riapertura della stagione della caccia.

Per entrare in sintonia profonda con le energie del mese di ottobre, e con le tinte che ad esse darà il cielo in questo 2010, il Cerchio della Luna vi propone una serata di meditazione guidata, tappa del percorso che, di luna in luna, ci metterà in contatto con il cammino evolutivo dello zodiaco, che traccia un sentiero di crescita spirituale in ognuno di noi in armonia con la spirale evolutiva della vita.

giovedì 14 ottobre 2010

Storia dell'Astrologia




Se in alto il cielo è sempre diverso, anche qui in terra in campo astrologico ognuno fa quello che vuole. C''è chi studia i testi antichi. C'è chi parla solo dei 12 segni. C'è chi giurerebbe sulle "rivoluzioni solari". C'è chi fa astrologia del gossip o finanziaria. C'è chi fa astrologia apocalittica anallizzando grandi catastrofi, personaggi che tutti conoscono, oppure grandi eventi, col senno di poi, attraverso la lente dell'Astrologia. C'è chi usa l'astrologia per scopi poco nobili. Perchè tutto questo è, in fondo una lente che permette una visione. Ciò non toglie che in campo astrologico ci sia anche l'aspetto serio. Una di queste linee è indicata da uno studioso delle religioni che si è occupato anche di astrologia, Kocku Von Stuckard. http://home.planet.nl/~stuck008/



LO STATUTO DELLE ASSOCIAZIONI ASTROLOGICHE
Oggi praticamente tutti gli Stati europei dispongono di associazioni nazionali di astrologi. Le tesi normamlmente riconosciute:

TESI 1
L'astrologia è la più antica tipologia dell'umanità e in tal modo la più antica dottrina delle forme in cui si manifesta la natura fisica, spirituale e intellettuale dell'uomo. È l'interpretazione di rapporti spaziali e cicli temporali all'interno del nostro sistema solare, ovvero è l'unico campo dello scibile che si serva del movimento dei pianeti e dei punti di riferimento del nostro sistema solare per comprendere l'essenza strutturale di un individuo. Un momento significativo per l'astrologo è l'attimo in cui un processo ha inizio; per la vita umana autonoma questo è il momento della nascita. La struttura della situazione cosmica di questo momento rispecchia la struttura del ciclo complessivo che qui ha inizio.

TESI 2
La costellazione degli astri del nostro sistema solare dà luogo in ogni momento a una «forma». .11 lavoro dell'astrologo consiste nel decifrare il significato di questa forma.
La prognosi astrologica si basa sull'interpretazione dei cambiamenti di questa forma attraverso gli spostamenti delle stelle.

TESI 3
L'esistenza del nesso menzionato è una realtà in linea di principio accessibile alla verifica empirica e scientifica, come dimostra chiaramente una serie di accurate analisi scientifiche eseguite recentemente.

"TESI 4
Allo stato attuale delle nostre conoscenze non è possibile stabilire di quale natura sia questo nesso - se per esempio si tratti di «effetti» dei pianeti fisicamente dimostrabili o piuttosto di un «principio cosmico di analogia».
Gli influssi di natura puramente fisica, che evidentemente esistono, dei processi cosmici su eventi terrestri (i cui esempi più evidenti sono le stagioni e le maree) non bastano per descrivere in maniera esauriente la complessa relazione tra cosmo e Terra per come la intende l'astrologia.

TESI 5
Come in altri campi dello scibile che pongano interrogativi complessi (come nella psicologia) ci sono nell'astrologia concezioni differenti su singole questioni di metodo. Molte di queste concezioni si basano sulle esperienze dei singoli astrologi. Per questo motivo è unanimemente riconosciuta la necessità dello scambio di tali esperienze come anche della loro oggettivazione, impegnandosi al confronto e alla verifica scientifica.

TESI 6
L'oroscopo, detto anche cosmogramma o tema di nascita, è la rappresentazione grafica della costellazione degli astri del nostro sistema solare relativa al momento della nascita di un individuo. Esso mostra la costellazione così come la vedrebbe un osservatore nel luogo della nascita. Per questo motivo l'oroscopo si calcola dal punto di vista geocentrico. Lo zodiaco è per l'astrologo un «circolo graduato». Esso ha inizio nel cosiddetto «punto d'Ariete» (uno dei due equinozi). Qui comincia il segno dell'Ariete, il primo dei dodici segni dello zodiaco. Sin dall'antichità è noto agli astrologi che il punto d'Ariete (condizionato dalla precessione, un movimento giroscopico dell'asse terrestre) «si sposta» in rapporto alle stelle fisse, così che i segni zodiacali dello zodiaco tropico non si sovrappongono a quelli dello zodiaco siderale. L'esperienza accumulata nei millenni ha, tuttavia, mostrato che le posizioni degli astri del nostro sistema solare nello zodiaco tropico porta a interpretazioni più precise.
Lo spostamento del punto d'Ariete attraverso lo zodiaco siderale viene comunque messo in correlazione con cambiamenti epocali sulla Terra. La durata di una rotazione completa è di circa 26000 anni. Questo arco di tempo è chiamato «anno mondiale platonico».

TESI 7
Tutte le affermazioni di carattere astrologico devono poggiare su «corrispondenze strutturali». La realizzazione di ogni struttura è pensabile in maniera molteplice. Si può per esempio disegnare un triangolo in molti modi, e tuttavia un triangolo è sempre diverso da un rettangolo. Così ogni struttura si può realizzare in maniere diverse, ma non arbitrarie.
Nella consapevolezza della differenza tra struttura e realizzazione si scioglie la contraddizione apparente tra «libero arbitrio» e «determinismo»: la nostra struttura è determinata, ma nel suo sviluppo siamo liberi.
Da queste riflessioni derivano chiari limiti per l'interpretazione: non è infatti possibile fare affermazioni sul livello delle caratteristiche di un uomo (per esempio se è intelligente), ma al contrario su come esse sono strutturate (nel caso dell'intelligenza se è più accentuata la parte teoretica o pratica ecc.).
Anche per la prognosi non è 1'«evento concreto» a essere predicibile, ma il suo «significato», che risulta dalla struttura, un significato che può manifestarsi in diversi eventi «sensatamente uguali».
La predizione va dunque rapportata a un determinato ambiente o a una situazione come la casa dei genitori, i legami sociali, politici o di altro tipo. L'interpretazione dell'oroscopo di nascita è un ausilio lungo il percorso verso una maggiore conoscenza di sé e la determinazione di qualità e debolezze dell'uomo. Questa conoscenza può essere, dall'infanzia sino alla vecchiaia, una guida per l'educazione, la formazione e la sfera d'azione. In tale aspetto è riconoscibile il nucleo della diagnosi. Uno sguardo attento allo statuto è molto istruttivo. Mentre alcune tesi vengono senz'altro sostenute da tutti gli astrologi e le scuole (come la 1 e la 2), in altre si può riconoscere una presa di distanza dalle tendenze spiritual-religiose e dalle tecniche predittive deterministiche; inoltre si tenta di conferire dignità pubblica all'astrologia in quanto seria disciplina empirica. L;influsso della psicologia del profondo e della «revisione dell'astrologia» di Thomas Ring è evidente. Né l'astrologia mondana, che fino al XIX secolo inoltrato era rimasta il ramo principale dell'astrologia, né un confronto con la storia della disciplina hanno un ruolo in queste tesi, mettendo in evidenza un elemento di diversità rispetto all'astrologia anglosassone. Per quanto riguarda l'astrologia orientata in senso spiritualistico, manca qualsiasi allusione all'idea della trasmigrazione delle anime, e dunque alla possibilità di determinare esistenze precedenti e caratteristiche karmiche attraverso l'interpretazione dell'oroscopo. Non viene ripreso neanche il legame, noto dall'astrologia rinascimentale, tra anima individuale e «anima del mondo» neoplatonicamente intesa, presumibilmente perché insistere sull'elemento religioso ed esoterico dell'astrologia sembrerebbe andare in direzione contraria rispetto alle ambizioni di verificabilità empirica. Lo stesso motivo potrebbe esserci dietro il rifiuto dell'astrologia predittiva, che comunque continua a essere una branca con numerosi seguaci, particolarmente negli Stati Uniti e in Gran Bretagna.
Rispetto alla pretesa che l'astrologia sia una scienza empirica, lo statuto di fatto elude qualunque tipo di confronto critico. Che le analisi scientifiche menzionate nella tesi 3 «dimostrino chiaramente» la validità degli assunti dell'astrologia è un'affermazione tutt'altro che sostenibile dal punto di vista della ricerca sociale empirica. Anche il semplice riferimento al fatto che alla domanda su come funzioni l'astrologia ancora oggi non si possa rispondere (tesi 4) lascerebbe perplessi i critici dell'astrologia, poiché tutti gli studi per una verifica di una correlazione diretta tra avvenimenti celesti e terrestri portano a risultati negativi. Un'alternativa sarebbe stata quella di concepire l'astrologia come disciplina esoterica per la decifrazione di nessi strutturali e allo stesso tempo di lasciare cadere la pretesa di scientificità (nel senso
odierno della parola scienza). Entro questi limiti, lo statuto è un contributo importante per determinare la posizione della maggioranza degli astrologi praticanti, ma a questioni decisive sulle tra dizioni alternative e gli approcci teorici e scientifici non è data risposta.

Storia dell'Astrologia

Dal momento che il "corpus" dell'astrologia esoterica non è una tradizione unica, ma una vasta gamma di inquadramenti e figure spesso non collegate tra di loro e movimenti tra loro non omogenei non c'è quindi un solo filo storico sottostante a tutti. La definizione migliore è di una disciplina "ermeneutica" da Hermes, Mercurio, ovvero la Scienza dell'Interpretazione.

Infine, si può notare che Carl Gustav Jung, medico e psicologo può essere visto come un esponente dell'esoterismo: la sua preoccupazione per gli scritti esoterici hanno come oggetto sia l'astrologia che l'alchimia, e ha riformulato nella prima parte del Novecento il concetto di corrispondenza e analogia. Tradotto in senso moderno, ha creato un vocabolario psicologico e uan terminologia rivisitata dei miti greci (ad es. Puer e Senex, I tipi psicologici, Anima e Animus) specialmente nella sua teoria della sincronicità. La sincronicità è un termine introdotto da Carl Jung nel 1950 per descrivere una connessione fra eventi, psichici o oggettivi, che avvengono in modo sincrono, cioè nello stesso tempo, e tra i quali non vi è una relazione di causa-effetto ma una evidente comunanza di significato. La sincronicità, come l'Astrologia, è relativa quindi alle "coincidenze significative".

lunedì 11 ottobre 2010

IL POETA E NETTUNO


Pablo Neruda Cancro, Ascendente Sagittario, con uno "stellium" planetario in Cancro, in VIII casa, formato da Nettuno, Marte, Sole, Luna, Venere e Mercurio nasce a Parral, 12 luglio 1904 – e muore a Santiago, 23 settembre 1973.
E' stato uno dei massimi poeti cileni. Viene considerato una delle più importanti figure della letteratura latino americana contemporanea e mondiale.

Il suo vero nome era Neftalí Reyes Basoalto (per esteso, Ricardo Eliezer - o Eliecer - Neftalí Reyes Basoalto). Usava l'appellativo d'arte Pablo Neruda (dallo scrittore e poeta ceco Jan Neruda) che in seguito gli fu riconosciuto anche a livello legale. È stato insignito nel 1971 del Premio Nobel per la letteratura.

Nettuno è il pianeta dell'illusione ma anche della poesia. Rappresenta tutto ciò che è nebbioso, fumoso, poco distinguibile,
e l'ambiente dove l'intuito è l'unico modo per orientarsi. Praticamente tutti i pianeti nella carta astrale di Neruda, con l'eccezione di Ascendente, Giove, Saturno, Urano e Plutone, sono in segno d'Acqua. L'eccesso di acqua in un tema Natale simboleggia la ricettività estrema, intense emozioni associate a nitidezza, impressionabilità e l'ispirazione. Nettuno è il pianeta dei medium, mistici e della fede religiosa e del fondamentalismo. In un tema astrologico, indica il distillato, la diluizione delle emozioni, la vaghezza, la comprensione dell'ambiente proprio attraverso le emozioni e l'assenza di limiti chiari e determinati e delle strutture. Non a caso Neruda scrive della sua nascita poetica nel bosco, simbolo di purezza rispetto ad un mondo, già all'inizio del '900, in una fase di modernismo esasperato. Neruda nasce nella natura e canta per tutta la vita la natura. Ciò è evidente nelle prime esperienze amorose vissute a cielo aperto, in un granaio durante la festa della mietitura che lui chiama, "dorata".

Pablo Neruda - Confesso che ho vissuto -
"L'amore vicino al grano

...Io restai a lungo supino, con gli occhi aperti, il viso e le braccia coperti di paglia. La notte era chiara, fresca e penetrante. Non c'era la luna ma le stelle sembravano appena lavate dalla pioggia e, sul sonno cieco di tutti gli altri, scintillavano tremolando solo per me nel grembo del cielo..."

e più avanti...

"L'OPPIO
...C'erano strade intere dedicate all'oppio ... I fumatori si stendevano su bassi tavolacci... Erano i veri luoghi religiosi dell'India... Non avevano nessun lusso, né arazzi, né cuscini di seta... Tutto era tavole non dipinte, pipe di bambù e poggiatesta di maiolica cinese... C'era un'aria di decoro e di austerità che non esisteva nei templi... Gli uomini addormentati non facevano movimento né rumore... Fumai una pipa... No! era niente... Era un fumo caliginoso, tiepido e latti ginoso... Fumai quattro pipe e stetti male per cinque giorni, con nausee che mi venivano dalla spina dorsale, che mi scendevano dal cervello... E un odio per il sole, per l'esistenza... Il castigo dell'oppio... Ma questo non poteva essere tutto... Si era tanto detto, si era tanto scritto, si era tanto rovistato in sacche e valige, cercando alla dogana di scoprire il veleno, il famoso veleno sacro... Bisognava vincere la nausea... Dovevo conoscere l'oppio, sapere l'oppio, per dare la mia testimonianza... Fumai molte pipe, finché conobbi... Non ci sono sogni, non ci sono immagini, non c'è parossismo... C'è un indebolimento melodico, come se una nota infinitamente dolce si prolungasse nell'aria... Uno svenimento, un vuoto dentro... Qualsiasi movimento, del gomito, della nuca, qualsiasi rumore lontano di veicolo, un colpo di clackson o un grido dalla strada, entrano a far parte di un tutto, di una riposante delizia... Capii perché i braccianti di piantagione, i manovali, i risciòmen che tirano e tirano il risciò tutto il giorno, rimangono lì all'improvviso, offuscati, immobili... L'oppio non era quel paradiso degli esotisti che mi avevano dipinto, ma I'evasior:e degli sfruttati... Tutti quelli della fumeria ercrro poveri diavoli. Non c'era nessun cuscino ricamato, nessun segno della sia pur minima ricchezza... Niente brillava` nella stanza, neppure gli occhi socchiusi dei fumatori.. Riposavano, dormivano?... Non l'ho mai saputo... Nessuno parlava... Nessuno parlava mai... Non c'erano mobili, tappeti, niente... Sui tavolacci consunti, dolcissimi da tanto contatto umano, si vedevano alcuni piccoli poggiatesta di legno... Nient'altro, tranne il silenzio e il profumo dell'oppio, stranamente repellente e penetrante... Senza dubbio lì v'era una strada verso l'annientamento... L'oppio dei magnati, dei colonizzatori, era destinato ai colonizzati... Le fumerie avevano alla porta la loro autorizzazione, il loro numero e la loro licenza... All'interno, regnavano un gran silenzio opaco, un'inazione che rimediava all'infelicità e addolciva la stanchezza... Un silenzio caliginoso, sedimento di molti sogni tronchi che ristagnavano... Coloro che sognavano con gli occhi socchiusi, stavano vivendo un'ora immersi nel mare, una notte intera su una collina, godendo di un riposo sottile e ristoratore...
Dopo quella volía non sono più tornato alle fumerie... Ormai sapevo... Ormai conoscevo... Ormai avevo toccato qualcosa di inafferrabile... remotamente nascosto dietro il fumo... ."


Pablo Neruda - Confesso che ho vissuto (Autobiografia)

lunedì 4 ottobre 2010

I depressi rifiutano se stessi















Il potenziale di ogni individuo per la la depressione in astrologia si riconosce attraverso la posizione, il segno e le fasi di Saturno, pianeta femminile del silenzio e della vecchiaia, per così dire della "strega", il cui domicilio è in Capricorno.
E' questo il pianeta della solitudine, freddo e malinconico, distante e molto lento a cui si contrappone Giove, conviviale, fortunato, caldo e iperattivo, entusiasta e per l'appunto gioviale.

"Giove e Saturno formano una coppia di opposti che possono essere genericamente definiti come i principi di espansione e contrazione, fede e paura, entusiasmo ed inibizione. Quando questi due pianeti si supportano vicendevolmente, Saturno fornirà struttura e forma alla visione e alla fede di Giove. Senza Saturno, Giove rimarrebbe privo di basi e irrealistico, incapace di manifestarsi nel mondo. Senza Giove, non ci sarebbero scopo o significato nelle strutture create da Saturno. Giove è l'imprenditore con una visione e Saturno la capacità di trasformare la visione in realtà. Noi abbiamo bisogno di entrambi.
Come pianeti sociali Giove e Saturno descrivono le nostre esperienze del mondo esterno e quindi ciò che ci aspettiamo dal mondo. Dal punto di vista dello sviluppo, Giove e Saturno cominciano a manifestarsi quando ci troviamo sul confine della vita adulta. Quando per noi arriva il momento di affrontare il mondo come adulti, di trovare lavoro e di supportarci emotivamente e finanziariamente, scopriamo che, a seconda della natura di Giove e Saturno nei nostri temi, i nostri preconcetti riguardo a quanto questo sarà facile o difficile saranno confermate dalla risposta del mondo." (Astro.com)

Giove vincente, Saturno perdente.
La malinconia, la bile nera per gli antichi, attraverso la storia è descritta anche negli avvenimenti di un certo rilievo. Nerone che dà Roma alle fiamme senza apparente motivo, è un tipico esempio della distruttività che questa malattia dell'anima produce. Certo perchè di questo si tratta, quando la depressione non è secondaria, quidi dovuta principalmente a sconfitte, lutti e malattie che in parte la giustificherrebbero, è nella sua accezione primaria, un'riavvolgimento' della personalità su se stessa, un guardarsi l'ombelico, un doloroso blocco di tutte quelle senzazioni che portano gioia nella vita, felicità, apprezzamento, condivisione, sorriso, entusiasmo. Nel lavoro astrologico la strada è spesso quella di percorrere all'indietro gli eventi che nella vita possono portare alla depressione, e ritornare quindi al "qui ed ora" necessario per la salute psichica, ma in modo particolare rivedere gli atteggimenti con cui vengono ancora vissuti i momenti difficili. Va poi separata la parte destino. Se uno si sente brutto, sgradevole o poco amato, potrebbe essere perchè si compara agli altri, perchè è pigro o incapace di amare, oppure perchè di fatto sta scontando un suo karma individuale in questo senso. L'antico detto le colpe dei padri ricadranno sui figli ha basi genetiche e quindi scientifiche. Nella costellazione famigliare dei depressi spesso si trovano genitori o nonni che soffrivano del medesimo disturbo. La solitudine è più accettabile quando diventa creativa, non subita, ma cercata.
Scrive Hermann Hesse:

"La solitudine è indipendenza: l’avevo desiderata e me l’ero conquistata in tanti anni. Era fredda, questo sì, ma era anche silenziosa, meravigliosamente silenziosa e grande come lo spazio freddo e silente nel quale girano gli astri."
E ancora altri grandi scrittori:
“Chi è solo è tutto suo.” Leonardo Da Vinci
“La solitudine è il campo da gioco di satana.” Vladimir Nabokov

(Qui Nabokov si rifà alla tradizione cattolica, dove Saturno, la Capra-Pesce, è la rappresentazione del peccato originale, del Diavolo Tentatore)
“Bisogna essere molto forti per amare la solitudine.” Pier Paolo Pasolini
“Ciò che rende gli uomini socievoli è la loro incapacità di sopportare la solitudine e, in questa, se stessi.” Arthur Schopenhauer

Quindi è la solitudine, la sensazione di esserlo ed in alcuni casi il bisgono esagerato di essere soli, che conduce alla depressione, malattia dell'anima.

Ci sono poi le ricerche sociologiche:

"Con i tempi che corrono, la maggior parte delle persone è contenta soltanto per il fatto di avere un lavoro, qualsiasi lavoro, anche se poi non ne sono così soddisfatte. Anzi. A volte vivono momenti di vero disagio psicologico. Le statistiche dicono, che i disoccupati sono più depressi rispetto agli occupati: la percentuale è del 13% nel primo caso e del 7% nel secondo. "Il lavoro - spiega Eugene Baker, medico e vice presidente di un programma di assistenza ai lavoratori - può essere fonte di significato e in più inserisce in un contesto sociale, perché si ha un posto dove andare ogni giorno e dove si trovano persone con cui interagire. E questo è un grande antidoto contro la depressione. Ma se si è infelici da tempo a causa del proprio lavoro, e se non si ha alcun potere di cambiarlo, si può arrivare a essere depressi".

Più a rischio le donne
Esistono fattori che favoriscono la depressione. Le donne, per esempio, sono più portate a soffrirne, ma questo disturbo dell'umore dipende anche dalla genetica e da una predisposizione personale. Ma, a parte queste caratteristiche ineliminabili, ci sono professioni e attività lavorative che aumentano il rischio di essere di avere ripercussioni sul proprio tono dell'umore. In genere, si tratta dei lavori che hanno un orario molto lungo o che non è regolare e questo può portare ad avere disturbi del sonno. Oppure nelle situazioni in cui ci sono cattive relazioni con il capo.
Per lo psicologo della Tufts University Christopher Willard, non fanno bene all'umore nemmeno i lavori troppi ripetitivi e sedentari e anche quelli che isolano. Ed è per questo motivo che il telelavoro da casa non è consigliabile: anche se può sembrare noioso, la routine di andare al lavoro e di parlare con gli stessi colleghi ogni giorno dà stabilità.

I lavori che fanno felici...
Al contrario, lavori che mettono in relazione e comportano un'attività fisica contribuiscono a migliorare l'umore.
Anche alcuni tipi di lavoro sono meno deprimenti di altri. Secondo un'indagine del 2007, chi fa l'ingegnere, l'architetto o lavora nelle scienze tende a essere meno depresso. Uno dei motivi consiste nel fatto che lo stress nelle professioni scientifiche è minore perché chi svolge un'attività professionale tecnica ha un controllo maggiore su quello che deve fare.

... e quelli che buttano giù
L'indagine ha anche stilato una classifica dei lavoratori più depressi. Al primo posto c'è chi fa assistenza alle persone bisognose . "Imboccare, fare il bagno, prendersi cura di persone che nella maggior parte dei casi sono incapaci di esprimere la loro gratitudine è demoralizzante e chi fa questo lavoro soffre di mancanza di riconoscimento", dice il dottor Willard. Al secondo posto ci sono i camerieri . In genere sono sottopagati e hanno a che fare con persone spesso scortesi e molto esigenti. Gli assistenti sociali sono al terzo posto. Non è, infatti, facile trovarsi di fronte a bambini che hanno subìto abusi sessuali o a situazioni familiari di grave difficoltà. "Gli assistenti sociali sono molto stressati e stanchi perché di fronte a situazioni di estremo bisogno si sentono in dovere di fare molto sacrifici per aiutarli", spiega il dottor Willard. Al quarto posto ci sono gli operatori della sanità: medici, infermieri, terapeuti . Professioni che impongono orari lunghi e irregolari e grosse responsabilità, perché da loro spesso dipende la vita degli altri. A sorpresa al quinto posto si trovano gli artisti e le professioni creative. Lavori dove la precarietà è all'ordine del giorno e lo stipendio non è mai una certezza. Il disturbo più comune è quello bipolare, che alterna alti a bassi. Anche gli insegnanti non sono esenti da episodi di depressione, perché sono soggetti e una pressione sempre maggiore e alla richiesta di svolgere compiti crescenti. Al settimo posto gli amministrativi, penalizzati da un lavoro in cui ricevono pressioni sia dall'alto sia dal basso. Seguono gli operai della manutenzione, chiamati soltanto quando c'è un guaio da risolvere. E che, in genere, sono anche mal pagati. Al nono posto i consulenti finanziari , che hanno l'enorme responsabilità di gestire i risparmi di una vita dei loro clienti, in un periodo in cui i mercati sono più che mai imprevedibili. Al decimo e ultimo posto i venditori, che nella maggior parte dei casi sono pagati a percentuale e questo significa che non sanno mai quanto guadagneranno in un mese. E, viaggiando molto, devono rinunciare alla famiglia e agli amici.
n costante, fermo, sforzo dà senso alle piccole unità di tempo in cui viviamo..."


Noi di fatto viviamo in una società che rifiuta i depressi. Eppure non ce ne sarebbe bisogno, giacché loro, i depressi, si rifiutano da soli. La soluzione sta nel recuperare una vita sana, la voglia di amare, l'arte e la bellezza, e le lenti rosa per guardare il mondo in un modo diverso. Sono molto utili, ma solo quando si è consapevoli di indossarle.