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domenica 20 febbraio 2011

L'EREMITA




Approfitto di uno scritto, Lo zampillo di Eros

Lorenzo Lotto: Eros e Afrodite


scritto da Marta Breuning oggi
per aggiungere un commento sulla "Storia della sessualità attraverso le mode".
In questi lunghi giorni travagliati le abitudini sesuali di certe catergorie sono centro dell'attenzione del popolo mediatico, e dell'attenzione pubblica. Il problema è che non esiste una pubblica opinione. E' totalmente assente lo spirito critico, il senso del pudore collettivo, e non si riesce a risvegliare l"0pinione pubblica" ormai competamente drogata. L'opinione pubblica italiana non esiste più,avvelentata dalla quantità di stupidaggini e nefandezze proproste, ma in particolare in quanto predominano gli interessi personali e di "clan".
500 anni fa Pietro l'Aretin ha fatto scandalo con i suoi Sonetti Lussuriosi e Dubbi Amorosi, e sembra che il suo fantasma sia tornato. Ma leggiamo lo scritto di Marta, che è molto interessante quanto sintetico:



"Eros è il demone che altera l'equilibrio biopsicosomatico dell'anima sensoriale (Venere). I bisogni impellenti, rappresentati da Lorenzo Lotto dal putto che orina sul ventre della madre, insorgono naturalmente durante l'attività ormonale stimolata dalla ciclicità stagionale e quindi dalle variazioni dell'intensità di luce presente nell'etere. I bisogni di natura ormonale, innescando processi di trasformazione della mente fisiologica, rappresentano il fondamento delle pulsioni che spesso non riusciamo a "trattenere" (lo zampillo di Eros) e contenere (un serpentello si avvicina strisciando aVenere) all'interno di uno spazio mentale che con il tempo diventa la "casa di Psiche" (la conchiglia appesa sopra la testa della Dea) e, in un secondo tempo, la "sede" della coscienza dell'anima (la corona di mirto sostenuta dalla mano destra mentre la sinistra sfiora il cuore).



Il tema, dipinto spesso in occasione di matrimoni, allude per simboli all'arte di Afrodite, e quindi delle donne, di procastinare i desideri sessuali affinchè possa nascere il gioco della seduzione erotica, il piacere sensoriale, l'emozione del cuore e i sentimenti della passione (il tendaggio rosso), considerati dall'alchimia i quattro atti dell'Opera al rosso che si pratica con il "fuoco delle nostre cucine", primo grado di cottura della prima materia (istinti, pulsioni, libido).

L'Arte di Afrodite entra in gioco quando l'individuo sviluppa l'istinto di sublimazione, ovvero la capacità della mente fisiologica di trasporre la pulsione sul piano della fantasia, dell'immaginazione generati dalla "circolazione" delle emozioni nel "cuore", la prima fornace alchemica in grado di trasformazione l'energia sessuale in energia creativa.



Appena l’istinto di sublimazione si fa più intenso per effetto dell'introversione delle emozioni significa che la coscienza razionale, che noi definiamo il nostro Io, si sta dissolvendo e si avverte un senso di disagio generato dalle compensazioni inconscie messe in atto dalla trasformazione della pulsione (Marte) in percezione (Venere) : “Ogni cosa, nella nostra coscienza, è come la si era messa, ma poi si scopre che non si è padroni in casa propria, che non si vive da soli nella propria stanza e che ci sono spettri che buttano all’aria le nostre realtà, e questa è la fine della nostra monarchia.”



Di solito è il partner che funge da elemento di bilanciamento e compensazione dell’ego maschile (desiderio di affermarsi) o femminile (desiderio di apparire), ma più spesso, vista la complessa dinamica dei rapporti economici-sentimentali, sono le difficoltà finanziarie, le crisi affettive ed esistenziali, gli ostacoli quotidiani, gli incidenti e le malattie gli eventi ci mettono in contatto con l’inconscio psichico e ci costringono ad aprire gli occhi sull’inconsistenza di certi rapporti affettivi e di quei concetti, valori e convinzioni condivisi collettivamente su cui abbiamo costruito le molteplici maschere della nostra personalità e i diversi ruoli interpretati all’interno di ogni rapporto, sia esso famigliare, sociale o professionale.



All’improvviso scopriamo di non essere più “governati” dall'istinto naturale di auto-affermazione (ego) e nemmeno dalla razionalità finalizzata agli scopi (libido dell'ego) e diventiamo consapevoli, a volte con profonda amarezza, di aver vissuto una vita fondata su una coscienza effimera, dualistica, priva di contenuti autentici in grado di dare senso alle esperienze. Emerge allora dall’inconscio collettivo un secondo istinto, l’istinto di conoscenza, che non si riferisce più alla necessità di stabilire rapporti vantaggiosi con l’ambiente esterno, ma unicamente al bisogno di stare bene con se stessi, in armonia con i cicli biologici, i ritmi vitali, le necessità essenziali e le emozioni creative che, esprimendosi in forma di curiosità di conoscere e immaginazione, dischiudono spesso a nuove esperienze emotive e cognitive più vere e gratificanti.



E’ come se si fosse arrivati al limite di un precipizio buio e sconosciuto, e che poi, toccando anche solo per un attimo il fondo psichico in cui si celano gli archetipi dell’intuizione, si avverta una inversione nella “circolazione” delle informazioni all’interno del cervello, per cui non è più necessario preoccuparsi della sopravvivenza materiale, quanto piuttosto della sopravvivenza spirituale, intesa come ricerca di nuovi significati indispensabili per dare un senso al flusso emozionale.



Tutti i fenomeni di “sublimazione dell'energia sessuale in energia creativa richiedono una grandissima fede negli esiti positivi innescati dalla dissoluzione dell’Io, definita da San Paolo come “spoliazione” e, in una fase successiva più radicale, “kenosis”.

Questa fede non proviene dall’esterno e non è frutto di una convinzione intellettuale, ma è contenuta all’interno della psiche, in una zona dell’inconscio collettivo che ci impedisce di precipitare nel vuoto di una vita priva di autentiche emozioni e scoperte.



Il problema di fondo è riuscire ad arrivare a spogliarci completamente dall’identificazione con le maschere della Persona al fine di immergere l’intuizione all’interno dell’inconscio psichico, immaginato come il “contenitore di emozioni” dentro cui compiere la purificazione da tutti quegli schemi inibitori che hanno impedito all’energia sessuale di risvegliare l’istinto di conoscenza. "

Fin qui tutto bene. Verissimo, Marte sono i bisogni e le pulsioni, Venere la sensibilità e la predisposizione amorosa. Basta così poco per romprere l'equlibrio, per distruggere l'Harmoniae Mundi".
Quello che manca al mondo di oggi è l'energia di Saturno, della razionalità ed il senso del pudore. La trasgressività ha raggiunto l'estremo opposto del pendolo (I ribaltamenti dell'Epoca dell'Acqaurio) per cui per essere veramente trasgressivi non rimane che essere controcorrrente, quindi seri, modesti, morigerati, pieni di pudore e vergogna,e soprattutto prudenti, tutti atteggiamenti e accorgimenti che derivano direttamente sia dalla filosofia del vero Epicureista sia dalle energie Saturnine, Cronos, Signore del Karma, il Vecchio Eremita con la lampada che illumina la notte nella lamina dei tarocchi.

mercoledì 9 febbraio 2011

VENERE IN CAPRICORNO


La maggior parte dei testi di astrologia più comuni ci ricordano che Venere che transita, come a Febbraio 2011, nel segno del Capricorno, non si trova a suo agio nell'ambiente di Saturno.
Come mai? Perchè Saturno intristisce Venere e l'avvolge di malinconia.

Visto che Venere è a suo agio solo nel Toro, Pesci e nella Bilancia, nel segno di Saturno pecca per eccesso di materialismo terreno.
Vizioso, dedito a festini ed orge, alla corruzione e alla prostituzione, allo sfruttamento minorile, all'abuso di potere, all aperversione di ogni tipo.
I giornali, i mass media e l'opinione pubblica sono saturi di questi argomenti proprio in questo momento. Curiosamente chi ha ora circa settant'anni e nasce con Venere in Scorpione nel quadro delle progressioni, un anno uguale ed un grado, si trova proprio adesso a dover gestire una Venere in Capricorno.

E qualì è il probema di questa Venere rigida, inflessibile, cinica e volgare? Mentre in Toro si lascia andare volentieri ai piaceri della carne, in Capricorno Venere non gode e non è mai soddisfatta. Sotto certi aspetti sarebbe addirittura da compatire per ciò che in fondo è malattia, in parte autoindotta, ma tralasciamo questa discussione in favore di medici e psichiatri che sono più equipaggiati per affrontare il problema a livello individuale.
Ad esempio in età avanzata si trovano nell'uomo spesso casi di problemi alla prostata o agli organi sessuali, priapismo e conseguente incapacità ad eiaculare, il che rende il rapporto sessuale nella vecchiaia, senza orgasmo. ancor più doloroso del dovuto. Il desiderio rimane prepotente, ma non può essere mai soddisfatto, quindi una alterazione del processo naturale.
Tra le qualità riconosciute da molti astrologi di Venere in Capricorno sono serietà, praticità, rigidi concetti morali, affidabilità, ed una resistenza incredibile.
Questo non dovrebbe sorprendere più di tanto, idealmente è così. Poi in pratica troviamo in questa Venere la simbologia sia del "Vecchio Satiro", che della "monaca di Monza" per riferire in due aspetti, a maschile al femminile. In sostanza chi ha Venere in Capricrono passa lunghi periodi negli eccessi totali, sia di astinenza, che di frenesia senza controllo e si comporta come se comunque avesse sempre problemi con il femminile, con la donnna, con il proprio lato "foemina".

I Satiri erano figure ricorrenti nella mitologia sia greca che romana, erano i Geni protettori dei boschi, dei fiumi e dei pascoli. Erano rappresentati come esseri molto peloso con piccole corna sulla testa e, talvolta, con zoccoli caprini. Esseri si indole allegra e festaiola molto inclini al bere erano i compagni ideali del dio Dionisio o Bacco e assieme alle baccanti lo accompagnavano nel suo vagabondare per il mondo. Decisamente brutti avevano l’abitudine di corteggiare le ninfe dei boschi che li rifiutavano e alle volte assumevano fattezze vegetali per sfuggirgli. Abili suonatori usavano strumenti a fiato molto semplici, di solito intagliati nel legno quali pifferi e zufoli. Il loro maggiore esponente era il dio greco Pan, dio dei boschi e protettore dei pascoli. In mitologia i Satiri discendono dall’unione di Hermes e della Ninfa Istima. Altri satiri presenti nella mitologia sono Marsia il suonatore, che ebbe l’ardire di sfidare il dio Apollo in un gara di musica con le muse in giuria in cui fu battuto e scorticato vivo, e Sileno, il vecchio satiro ubriacone che fu maestro e tutore di Dionisio.

La satiriasi è un termine usato più che altro in passato nella storia della medicina, indicante l'aumento in modo morboso dell'istinto sessuale nel maschio umano; il termine deriva dalla figura del satiro della mitologia greca. Alla satiriasi corrisponde il concetto di ninfomania riguardante il femminile. Entrambi i termini non vengono più utilizzati a livello scientifico e sono stati sostituiti dal concetto di ipersessualità. Si distingue in: satiriasi tossica; effetto dell'uso di droghe, satiriasi nervosa; documentata all'origine di alcune malattie mentali. Questo per quanto riguarda l'aspetto medico.

Brevemente si può affermare che il mistero dell'amore in Capricorno si infittisce ancora di più, diventa un rebus irresolvibile. Tutto ciò che è sessualità, peccato, sensi di colpa, nemesi e catarsi, rimane come pietrificato nel Capricorno, scritto nella pietra, perchè è una legge della natura che tutto cò che viene represso nella coscienza viene a galla sempre più potente ed invincibile. In certe culture religiose questo aspetto del mondo fisico, viene chiamato addirittura diabolico o maligno, ma non lo è affatto. E' semplicemente un fenomeno fisico. L'animale uomo è dotato di apparato sessuale e l'uso che ne fa appartiene a vari livelli, prima di tutto famigliare (in Astrologia è l'Ascendente), al mondo individuale (la sfera solare o dell'Ego), alla sfera del collettivo (il quadrante Xa alla XIIa casa), e alla sfera metafisica (nona casa), con evidenti conseguenze sul piano sociale e religioso, visto che viviamo in un paese italiano, cattolico e forse anche benpensante. Il detto agostiniano "errare humanum est" sui vizi ci sta a pennello ma anche "Se odi i vizi, odi l'uomo". Uomini e vizi sono inscindibili. Il benpensare è credere che quali e quanti vizi non siano da giudicare, ma da capire, e che comunque sia una nostra scelta libera e consapevole reprimerli o dare libero sfogo alla natura.