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martedì 31 maggio 2011

IL NODO LUNARE NORD IN SAGITTARIO





"Gli archetipi sono espressi riccamente nei sogni e nelle visioni, sono la sostanza del mito, della fiaba, e delle dottrine esoteriche."
Carl Gustav Jung

La Luna, che regola negli esseri umani il sonno e la veglia, gli stati d'animo, l' oscillazione delle sostanze liquide ed umorali nel soggetto , rappresenta anche "l'inconscio" dell'individuo, termine a cui Carl Gustav Jung ha dedicato una vita di studio e che lui stesso definiva come quella zona buia e abbastanza terrificante della psiche che attraverso l'analisi è necessario riportare alla luce.

Il Nodo Lunare Nord è una stazione nel percorso che il nostro satellite compie in rapporto con il Sole e che coincide, quando Sole Luna e Nodo Nord si congiungono, a quei fenomeni straordinari che sono le eclissi solari. Il Nodo Lunare Nord quindi come somma di fattori che si accumulano nel tempo, rappresenta l'inconscio collettivo, e ha una frequanza di diciotto anni, periodo che guarda caso, tanto per rimanere nella cronaca politica di questi giorni, corrisponde alla durata dell'egemonia della destra sulla città di Milano, appena conclusasi. Quindi diciotto anni fa finiva un periodo in cui governava la sinistra, proprio come oggi finisce di governare la destra. Questo perchè, tornando all'archetipo del Sagittario, il Centauro è un qualcosa in movimento, doppio e mobile, governa la Nona Casa, dove è importante lo spostamento verso l’orizzonte. Il personaggio centrale di questo "archè" è una figura mobile, per esempio un cavaliere che cavalca per il paesaggio -- una delle primitive forme dell'immaginario collettivo della casa nona. In queste immagini appare sempre un paesaggio vasto con una luce verso cui ci si dirige, un orizzonte lontano dato che la casa nona ha a che vedere con la ricerca di una verità definitiva: "Cerco la mia verità che è la verità per tutti". Le immagini si possono presentare anche in maniera più moderna, per esempio come oggetti mobili, e tutti i mezzi di trasporto collettivi, una carrozza o un treno o un aeroplano: mezzi di trasporto che ci portano in avanti verso nuove mete. Il Sagittario ha anche un tipo di energia, derivata da metafora od allegoria, del "conquistador", dell'Invasore", dell'Alieno che sbarca sulla Terra con tutto ciò che ne consegue. E' anche ovvio che tutte le invasioni hanno all'inizio un piccolo fronte, che può essere vittorioso, rappresenta quindi la battaglia vinta che non garantisce affatto l'esito finale della guerra. Perchè di questo si tratta. Giove, il Sagittario, e la nona casa rappresentano benissimo le guerre ideologiche, ovverosssia lo scontro frontale e perenne tra filososfie diverse.

Secondo una leggenda babilonese, Marduk (Giove) creò il Grande Drago per tenere ferme le dodici costellazioni zodiacali. Il Drago portava sei costellazioni sulla spalla e stringeva le altre sei con il ventre; la sua testa bestiale e famelica poggiava sul Nodo Ascendente della Luna e la sua coda pericolosissima sul Nodo Discendente.
Tra l'altro nell'Astrologia Lunare, karmica o draconica ricorre spesso questo concetto legato all'idea della
Astrologia Reincarnativa, karmica o all'archetipo dell' "ombra" tanto cara agli psicologi moderni, ma che ricordiamolo, nasce con Platone ed il suo "mito della caverna".

Mito della caverna
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Il mito della caverna di Platone è probabilmente il più conosciuto tra i suoi miti, o se si preferisce, allegorie o metafore. Il mito è raccontato all'inizio del libro settimo de La Repubblica (514 b – 520 a).

"Si immaginino alcuni prigionieri che siano stati incatenati, fin dall'infanzia, nelle profondità di una caverna. Non solo le membra, ma anche testa e collo sono bloccati, in maniera che gli occhi dei malcapitati possano solo fissare il muro dinanzi a loro.

Si pensi, inoltre, che alle spalle dei prigionieri sia stato acceso un enorme fuoco e che, tra il fuoco ed i prigionieri, corra una strada rialzata. Lungo questa strada sia stato eretto un muricciolo, lungo il quale alcuni uomini portano forme di vari oggetti, animali, piante e persone. Le forme proietterebbero la propria ombra sul muro e questo attrarrebbe l'attenzione dei prigionieri. Se qualcuno degli uomini che trasportano queste forme parlasse, si formerebbe nella caverna un'eco che spingerebbe i prigionieri a pensare che questa voce provenga dalle ombre che vedono passare sul muro.

Mentre un personaggio esterno avrebbe un'idea completa della situazione, i prigionieri, non conoscendo cosa accada realmente alle proprie spalle e non avendo esperienza del mondo esterno (si ricordi che sono incatenati fin dall'infanzia), sarebbero portati ad interpretare le ombre "parlanti" come oggetti, animali, piante e persone reali.

Si supponga che un prigioniero venga liberato dalle catene e sia costretto a rimanere in piedi, con la faccia rivolta verso l'uscita della caverna: in primo luogo, i suoi occhi sarebbero abbagliati dalla luce del fuoco ed egli proverebbe dolore. Inoltre, le forme portate dagli uomini lungo il muretto gli sembrerebbero meno reali delle ombre alle quali è abituato; persino se gli fossero mostrati quegli oggetti e gli fosse indicata la fonte di luce, il prigioniero rimarrebbe comunque dubbioso e, soffrendo nel fissare il fuoco, preferirebbe volgersi verso le ombre.

Allo stesso modo, se il malcapitato fosse costretto ad uscire dalla caverna e venisse esposto alla diretta luce del sole, rimarrebbe accecato e non riuscirebbe a vedere alcunché. Il prigioniero si troverebbe sicuramente a disagio e s'irriterebbe per essere stato trascinato a viva forza in quel luogo.

Volendo abituarsi alla nuova situazione, il prigioniero riuscirebbe inizialmente a distinguere soltanto le ombre delle persone e le loro immagini riflesse nell'acqua; solo con il passare del tempo potrebbe sostenere la luce e guardare gli oggetti stessi. Successivamente, egli potrebbe, di notte, volgere lo sguardo al cielo, ammirando i corpi celesti con maggior facilità che di giorno. Infine, il prigioniero liberato sarebbe capace di vedere il sole stesso, invece che il suo riflesso nell'acqua, e capirebbe che:
« è esso a produrre le stagioni e gli anni e a governare tutte le cose del mondo visibile e ad essere causa, in certo modo, di tutto quello che egli e suoi compagni vedevano. »

(Platone, La Repubblica, libro VII, 516 c - d, trad.: Franco Sartori)


L'interpretazione saggitariana di questo mito è quella fatta dagli idealisti. Nella filosofia di un Saggitario, infatti, viene espresso il concetto che gli uomini non conoscano direttamente ed immediatamente i veri oggetti del mondo: piuttosto, noi conosciamo soltanto l'effetto che la realtà esterna ha sulle nostre menti.
In altre parole, quando osserviamo un oggetto, noi ne percepiamo solo una copia, una semplice rappresentazione mentale e simbolica del "vero" oggetto della realtà esterna.

Ogni aspetto dell'allegoria ha il proprio significato: Platone era fortemente interessato alla politica ed alla sociologia, delle quali si discute, indirettamente, nel mito.

In primo luogo, Platone simboleggia con il sole la fonte della vera conoscenza. In seguito aggiunge che i prigionieri incatenati nella caverna rappresentano la maggior parte dell'umanità: il filosofo è l'uomo liberato, che tenta di portare i suoi compagni verso la conoscenza.

Il significato del mito è duplice: esso può essere letto, infatti, sia in chiave ontologica, sia gnoseologica.

La parte iniziale del mito riprende, infatti, la teoria della linea, già esposta da Platone nei libri precedenti al settimo: il mito della caverna diventa quindi la descrizione della faticosa salita dell'uomo verso la vera conoscenza. L'idea della liberazione dell'uomo dalle catene della sua esperienza limitata ed il raggiungimento della pura conoscenza della realtà è comune a molte culture; anche le scoperte e le invenzioni che rendono tale il mondo moderno possono essere viste come risultato del tentativo dell'uomo di superare i propri limiti per raggiungere ciò che è oltre la conoscenza del momento. Inoltre, con il Nodo Lunare Nord in Saggitario si può divenire consapevoli di quanto e fino a che punto i mass media influenzino l'nconscio collettivo e dominino l'opinione pubblica, interponendosi tra l'individuo e la notizia, manipolando artificiosamente quest'ultima secondo necessità.

(tratto in parte Da Wikipedia, l'enciclopedia libera)

domenica 22 maggio 2011

IL VENTO E' CAMBIATO?


Mah. A giudicare da quel mondo parallelo e virtuale che è la televisione, in politica, dove tutto è posssible (almeno per oggi) sembrerebbe di si. Gli eleganti salotti televisivi della sinistra si riaccendono di esuberanti sorrisi, "abbiamo vinto". Non si sa che cosa o quando, ma per chi è stato lontano dal potere da decenni, ed è particamente in coma, è una bocccata di ossigeno. Ma sarà veramente così, il vento è cambiato? Basta uno sguardo attento ai moti del cielo di adesso, dice che non è proprio così. Siamo ancora nella fase di Saturno retrogrado in Bilancia e Giove in Ariete, che ammonisce: i cambi sono ancora lontani. Per una sinistra italiana senza ideee nuove e senza leadership, i cambi sono ancora lontani, anche se si vincono alcune delle elezioni amministrative, le spire dell'Idra berlusconiana resistono benissimo e anzi si moltiplicano. COn buona pace di conduttori televisivi apertamente in sintonia con il colore rosso, o giornalisti politicizzati dalle orecchie paonazze. Qualcuno dovrebbe rileggersi il TRATTATO DI ASTROLOGIA ESOTERICA di Alice Bailey, scritto nel 1934, ma ahimè ancora molto, molto attuale, dove si parla chiaramente delle lotte di potere come quella a cui stiamo assistendo:

L’OTTAVA FATICA
La Distruzione dell’Idra di Lerna
(Scorpione, 23 Ottobre - 22 Novembre)
Il Mito
Colui che presiedeva il Concilio, avvolto nella sua calma radiosa, pronunciò una sola parola. Il Maestro udì l’aureo comando e convocò Ercole, il figlio di Dio che era anche figlio dell’uomo. “La luce brilla ora sull’ottava Porta”, disse il Maestro. “Vi fu nell’antica Argo una grande siccità. La ninfa Amimone supplicò l’aiuto di Nettuno che le comandò di colpire una roccia. Così facendo, zampillarono tre ruscelli cristallini, ma subito un’idra vi stabilì la propria dimora. “Presso il fiume Amimone si trova la pestifera palude di Lerna. In quel malsano pantano vive l’idra mostruosa, una piaga per tutta la campagna circostante. Ben nove teste ha quella orribile creatura ed una di esse è immortale. Preparati a combattere contro questa bestia ripugnante. Non pensare che i mezzi comuni possano servirti: distruggendo una testa ne appariranno subito altre due.”
Ercole ascoltava pazientemente in silenzio.
“Un solo consiglio posso darti”, aggiunse il Maestro, “ Noi ci eleviamo inginocchiandoci;
conquistiamo arrendendoci; guadagniamo donando. Và, figlio di Dio e dell’uomo, va e
conquista.” Ercole passò allora per l’ottava Porta.
La palude stagnante di Lerna sgomentava tutti coloro che vi si avvicinavano. Il fetore
Il fetore ammorbava l’atmosfera per uno spazio di sette miglia. Quando Ercole si approssimò, dovette arrestarsi, perché il solo cattivo odore l’aveva quasi sopraffatto. Le fangose sabbie mobili rappresentavano un rischio e più di una volta Ercole dovette ritirare subito i piedi per non essere risucchiato da quel terreno cedevole.
Finalmente trovò la tana abitata dalla mostruosa bestia. Una caverna completamente buia
in cui l’idra si nascondeva. Ercole spiava giorno e notte la palude traditrice, ma attendeva invano.
Il mostro se ne stava nella sua fetida tana.
Ercole ricorse allora ad uno stratagemma: immerse le sue frecce nella pece infuocata e le
fece piovere direttamente nell’apertura della caverna dov’era la schifosa bestia. Ne segui confusione ed agitazione.
L’idra si sollevò minacciosa con le sue nove teste sbuffanti fiamme. La coda squamosa
sbatteva furiosamente l’acqua limacciosa schizzandola su Ercole. Il mostro si ergeva dall’alto dei suoi tre metri, cosa orrenda a vedersi, sembrava fosse costituita di tutti i pensieri più ripugnanti ed osceni concepiti fin dall’inizio dei tempi.
L’idra si slanciò contro Ercole, cercando di avvolgerne i piedi. Egli si fece da parte e assestò un colpo così potente su una delle teste che la staccò nettamente. Ma non appena
quell’orrida testa cadde nel pantano, subito ne crebbero altre due al suo posto. Ripetutamente, Ercole attaccò il mostro inferocito che ad ogni assalto, invece di indebolirsi, diveniva sempre più forte. Allora Ercole si ricordò quello che l’istruttore gli aveva detto: “Noi ci eleviamo inginocchiandoci”.
Gettando da parte la sua clava, s’inginocchiò, afferrò l’idra con le sue nude mani e la sollevò in alto. Sospesa a mezz’aria la sua forza diminuiva. Rimanendo in ginocchio
Ercole tenne l’idra al disopra della sua testa affinché l’aria purificatrice e la luce potessero avere il loro effetto.
68 Il mostro, forte nell’oscurità e nel fango del pantano, perse subito il suo potere non appena fu investito dai raggi del sole e dal contatto del vento. Si scuoteva convulsamente e tutto lo schifoso corpo era attraversato da fremiti. Ma il suo dimenarsi divenne sempre più debole finché, infine, la vittoria fu completa. Le nove teste avvizzirono, poi con occhi vitrei e con un ultimo rantolo si accasciarono riversandosi in avanti. Ma solo quando furono completamente prive di vita, Ercole si accorse della testa mistica che era immortale. Mozzò allora quest’immortale testa dell’idra e la seppellì sotto una roccia, mentre essa continuava a sibilare ferocemente. Al suo ritorno Ercole si presentò davanti al Maestro che disse: “La vittoria è stata completa. La luce che risplende all’ottava Porta si è fusa ora con la tua.”
(Francis Merchant)

Introduzione di Alice Bailey
Ancora una volta troviamo delle variazioni nelle versioni del mito e non abbiamo quella del Tibetano, che sarebbe stata un sicuro riferimento. La storia che la nona testa fosse in realtà la testa immortale sembra essere scartata dal Tibetano, che affermava l’esistenza di tre volte tre, cioè nove prove. La versione del mito seguita da Francis Merchant sembra più accurata quando afferma che la testa mistica apparve quando le nove teste furono distrutte. Inoltre, l’affermazione che questa grande testa fu seppellita sotto una roccia offre molti elementi di riflessione. Forse l’uso della frase “nascosta sotto la roccia della volontà” è rivelatrice. Tutte le versioni affermano che la testa fu seppellita in questo modo. In alcune si afferma che Ercole bruciò le teste e che sia stato necessario per tale distruzione il fuoco divino.
In ogni caso, in questa prova suprema è impossibile negare la potente rappresentazione del
discepolo mondiale che si pone in ginocchio in tutta umiltà e solleva il mostro (tutto il male accumulato, gli errori e i fallimenti del suo lungo passato) nelle altezze dello spirito dove, a causa della propria natura, l’idra non può sopravvivere e quindi collassa e muore. L’uso del fuoco, nella prima fase mantiene ancora quel simbolo all’interno del quadro.
Anche se il sesso, nelle prove di armonizzazione degli opposti e con la doppia reggenza di
Marte, ha un suo ruolo speciale, questo aspetto non è però sufficientemente evidenziato. Tutte le paia degli opposti devono essere armonizzate in questo segno che è quello del discepolo cosciente ed integrato e non certamente quello sordido di un uomo non evoluto, come si è spesso pensato. Occorre inoltre distinguere in modo accurato tra le persone comuni che si trovano sulla ruota ordinaria dello zodiaco e i discepoli che si trovano invece sulla ruota zodiacale inversa. Tutto ciò è ovviamente presentato al lettore come materiale di riflessione e senza la minima pretesa di autorità…

Analisi psicologica del mito
Ad Ercole fu detto di trovare l’idra dalle nove teste che viveva in un putrido e fetido pantano.
Questo mostro ha la sua controparte soggettiva. Essa dimora all’interno delle caverne della
mente e si sviluppa nei suoi tenebrosi e fangosi recessi non illuminati. Alloggiata nelle profondità delle sotterranee e oscure regioni del subcosciente, talvolta silenziosa e talaltra dirompente in una tumultuosa frenesia, la bestia vi stabilisce la propria dimora permanente. Non è facile scoprirne l’esistenza. Lungo tempo passa prima che l’individuo comprenda che egli sta nutrendo e sostenendo una così feroce creatura. Le frecce infuocate di un’aspirazione infiammata devono essere tutte scoccate, prima che la sua presenza sia rivelata.
Combattere un avversario così formidabile è davvero un compito eroico per un figlio
dell’uomo, quantunque sia anche un figlio di Dio. Eliminata una testa, ne sorge subito un’altra al suo posto. Ogni qualvolta un desiderio od un pensiero di bassa natura è estirpato, subito degli altri lo sostituiscono.
Ercole fa tre cose: si accorge dell’esistenza dell’idra, si pone pazientemente a trovarla e infine la distrugge. La discriminazione è necessaria per riconoscerne l’esistenza; la pazienza per scoprirne la tana; l’umiltà per portare alla superficie i melmosi frammenti del subconscio ed esporli alla luce della saggezza.
Fino a che Ercole combatté nel pantano, fra il fango e le sabbie mobili, fu incapace di vincere l’idra. Dovette sollevare il mostro nell’aria, ossia trasferire i suoi problemi in un’altra dimensione per poterli risolvere. In tutta umiltà, inginocchiato nel fango, dovette esaminare il suo problema alla luce della saggezza e nell’atmosfera elevata dell’indagine del pensiero. Da tali considerazioni possiamo dedurre che le risposte a molti nostri problemi ci arrivano soltanto quando si raggiunge un nuovo punto focale d’attenzione e una nuova prospettiva. Si dice che una delle teste dell’idra fosse immortale. Ciò vorrebbe significare che ogni difficoltà, per quanto terribile possa apparire, contiene un gioiello di gran valore. Nessun tentativo
di dominare la natura inferiore e scoprire questo gioiello è futile.
La testa immortale, staccata dal corpo dell’idra, è seppellita sotto una roccia. Ciò implica il concetto che l’energia concentrata che ha creato il problema rimane ancora, ma purificata, riorientata e incrementata dopo che la vittoria è stata conseguita. Questo potere deve allora essere giustamente controllato e incanalato. Sotto la roccia della volontà persistente, la testa immortale diviene una fonte di potere.
Le Nove teste dell’Idra
Il compito assegnato ad Ercole aveva nove facce. Ogni testa dell’idra rappresenta uno dei
problemi che assilla la persona coraggiosa che cerca di raggiungere l’autodominio. Tre di
queste teste simboleggiano gli appetiti associati al sesso, al benessere e al denaro. La seconda triade si riferisce alle passioni della paura, dell’odio e del desiderio di potere. Le ultime tre teste rappresentano i vizi di una mente non illuminata: orgoglio, separatività e crudeltà.
Le dimensioni del compito intrapreso da Ercole sono dunque facilmente e chiaramente individuabili.
Deve imparare l’arte di trasmutare le energie che così frequentemente precipitano
gli esseri umani in catastrofiche tragedie. Le nove forze che hanno provocato indicibili carneficine tra i figli degli uomini fin dall’inizio dei tempi, devono essere orientate in altro modo e trasmutate.
Gli uomini, oggi, stanno ancora lottando per conseguire ciò che fu compiuto da Ercole. I
problemi che sorgono dal cattivo uso di quell’energia conosciuta come sesso, catturano la nostra attenzione in infiniti modi. L’amore per gli agi, per il lusso e per il possesso materiale aumenta rapidamente. Perseguire il danaro come un fine, invece che come un mezzo, condiziona le vite di un’infinità di uomini e di donne. Il compito di distruggere le prime tre teste continua dunque a sfidare i poteri dell’umanità migliaia di anni dopo che Ercole compì la sua straordinaria impresa.
Le tre qualità che Ercole dovette esprimere furono l’umiltà, il coraggio e la discriminazione: l’umiltà per vedere obiettivamente il suo impegno e riconoscere le sue carenze; il coraggio per attaccare il mostro che giaceva avvolto alle radici stesse della sua natura; la discriminazione per scoprire la tecnica da usare nel trattare il suo mortale nemico. Scoprire la fogna ove ristagnano i desideri abbietti e gli impulsi egoistici che infestano la indagine psicoanalitica sono entrambi deprecabili. Il sesso è un’energia. Esso può essere inibito, esercitato incondizionatamente o sublimato. La repressione e l’inibizione non sono delle vere soluzioni; la promiscuità
volgarizza la vita e rende l’uomo schiavo di una passione che lo domina. La sublimazione
implica l’uso dell’energia sessuale nello sforzo creativo.
La trasmutazione delle energie umane dischiude un campo di speculazione e di sperimentazione. Nella scienza fisica, l’energia del moto può essere trasformata in elettricità e quella del calore in movimento.

In quale misura, dunque, le energie umane possono essere reindirizzate? Innanzitutto,
l’energia della materia, rappresentata dal cibo, è ovviamente usata per produrre movimento.
Può l’impellente energia delle emozioni essere analogamente reincanalata nelle attività del
pensiero? Può l’energia delle tumultuose passioni trovare espressione nelle aspirazioni? Possono gli sfoghi e le costrizioni della natura umana essere trasmutati in poteri benefici? Può l’energia che produce il pensiero essere utilizzata come potere di sintesi in modo che ne risulti un senso d’identificazione con tutti gli esseri viventi?
L’esperienza di Ercole indica che queste possibilità esistono e che colui che vuole soggiogare l’idra delle passioni e della mente separativa, deve risolvere problemi di questa natura.

La lotta contro l’idra, versione moderna.
Nel considerare i nove problemi che oggi e in quest’epoca si presentano a colui che cerca
di uccidere l’idra, si getterà un po’ di luce sulle strane forze che stanno operando in quel barile d’esplosivo che è la mente umana.
1. Sesso. L’eccessivo pudore dell’epoca vittoriana e la morbosa indagine psicoanalitica sono entrambi deprecabili. Il sesso è un’energia. Esso può essere inibito, esercitato incondizionatamente o sublimato. La repressione e l’inibizione non sono delle vere soluzioni; la promiscuità
volgarizza la vita e rende l’uomo schiavo di una passione che lo domina. La sublimazione
implica l’uso dell’energia sessuale nello sforzo creativo.
La trasmutazione delle energie umane dischiude un campo di speculazione e di sperimentazione.
Nella scienza fisica, l’energia del moto può essere trasformata in elettricità e quella
del calore in movimento.
70 In quale misura, dunque, le energie umane possono essere reindirizzate? Innanzitutto,
l’energia della materia, rappresentata dal cibo, è ovviamente usata per produrre movimento.
Può l’impellente energia delle emozioni essere analogamente reincanalata nelle attività del
pensiero? Può l’energia delle tumultuose passioni trovare espressione nelle aspirazioni? Possono gli sfoghi e le costrizioni della natura umana essere trasmutati in poteri benefici? Può l’energia che produce il pensiero essere utilizzata come potere di sintesi in modo che ne risulti un senso d’identificazione con tutti gli esseri viventi?
L’esperienza di Ercole indica che queste possibilità esistono e che colui che vuole soggiogare l’idra delle passioni e della mente separativa, deve risolvere problemi di questa natura.
2. Benessere. Un eterno senso d’insoddisfazione sprona l’uomo verso altezze di conseguimento sempre maggiori. Il benessere è spesso un freno a tale sforzo. Appesantito e imbarazzato dai possessi, reso ottuso dall’ingannevole senso di benessere, lo spirito langue ed avvizzisce.
Il prigioniero del benessere affonda nell’apatia, dimenticando le lotte e le prove che affilano la tagliente lama della lotta spirituale. La volontà di ricerca, l’impellente impulso a risolvere il mistero sull’origine della vita, sono lungi dall’inclinazione narcisistica di fare del benessere il movente centrale della vita.
3. Denaro. L’accumulo di denaro è la passione dominante che sottostà alle attività individuali e nazionali. I valori umani ed etici non sono tenuti in nessun conto nel folle e ossessivo sforzo di ammassare l’oro che conferisce potere. Ogni scelta è inevitabilmente determinata da considerazioni finanziarie, anziché da convincimenti spirituali o da principi etici. L’ansia di accumulare ricchezze è insaziabile: per quanto una persona possa averne, non desiste dal ricercarne avidamente sempre di più.
Un effetto paralizzante di questa forma di distorsione mentale è l’egoismo. L’individuo che
soffre di quest’afflizione, troppo spesso desidera ricevere tutto e non dare nulla. L’universo per lui esiste solo per prendere. Si considera come un punto di ricezione e non riconosce alcuna responsabilità nel beneficare gli altri con quello che ha ricevuto.
Le ricchezze intellettuali e i tesori spirituali non meritano forse i nostri sforzi? Tutti possono condividerli, e chi offre tutto quello che ha viene a trovarsi più ricco di prima. L’ansia di acquisire beni materiali può essere, un giorno, trasmutata nel desiderio di ammassare conoscenza e nella volontà di ottenere i gioielli dello spirito.
4. Paura. I fantasmi della paura tormentano i figli degli uomini in infiniti modi. Queste
forme illusorie li rendono perplessi e li spaventano, agendo come catene ai loro piedi e come una grossa pietra legata attorno al collo. Molte persone si bloccano codardamente sotto l’influsso delle strazianti paure del ridicolo, del fallimento, dell’incognito, della vecchiaia, del rischio e della morte.
Possono tali paure essere eliminate? L’esperienza di Ercole suggerisce che si possono
vincere elevando la coscienza ad un livello d’integrazione più alto. Quando la vita di una persona si focalizza su un proposito più elevato, le minacciose ombre della paura vengono respinte verso la periferia del pensiero. Fino a quando i mostri indeterminati della paura s’aggirano nel crepuscolo del subcosciente, essi avranno il potere di far impallidire le guance ed agghiacciare il cuore.
Un soldato intento a sconfiggere il nemico, rischia la propria vita. Una madre che strappa
dal pericolo il suo bambino, dimentica le proprie paure. L’automobilista che si lancia
sull’autostrada a velocità vertiginosa, mette a repentaglio la propria vita per amore
dell’avventura. Queste persone hanno focalizzato la loro attenzione oltre il punto ove si trova la paura. L’individuo orientato spiritualmente concentra il suo pensiero su un livello così rarefatto, che la paura non vi può giungere.
5. Odio. L’odio ha le sue radici nella negazione. È l’opposto del desiderio di unione. Elevato ad una dimensione più alta, l’odio è trasmutato nel ripudio di tutto ciò che è irreale.
Quando l’odio è spoglio d’ogni contenuto emotivo, può diventare un’energia che conduce
l’uomo a respinge la forma per amore della vita dell’anima. Sull’arco inferiore l’odio è sicuramente distruttivo; sull’arco superiore, quando completamente purificato, può essere visto come l’altra faccia dell’amore.
6. Desiderio di potere. Durante gli ultimi secoli l’uomo ha liberato l’energia del potere
molto di più che quella dell’amore. Come risultato si è avuto sbilanciamento e squilibrio.
71 Il potere, quando non è in correlazione con l’amore, è una forza che corrompe. Il motivo
di molte tragedie nei rapporti umani deriva dal desiderio incontrollato di dominare la vita degli altri, di prescrivere e regolare la loro condotta. Colui che antepone considerazioni di potere ai principi etici, genera una lotta perpetua. Gli alti ideali che per secoli hanno servito da faro, fratellanza, cooperazione, idealismo, perdono sempre più il loro splendore a mano a mano che l potere diventa il fattore predominante nella società.
Quando però è trasmutata, la volontà di potere diventa la volontà di conseguire e la volontà di sacrificio. La dura ed egocentrica volontà si trasforma in benefico agente distributore di doni.
Allora, in verità, il potere serve l’amore e l’amore glorifica il potere.
7. Orgoglio. Le mura costruite dall’orgoglio incarcerano l’uomo in modo più sicuro delle
sbarre di una prigione. Legato dalle pesanti catene dell’autoesaltazione, guarda gli altri esseri umani con condiscendenza. In tal modo egli indebolisce il legame che stringe tutti gli uomini in un’indissolubile fratellanza. Ponendosi in disparte, oltrepassa sempre più il cerchio delle natura del subcosciente è stato il lavoro della moderna psicoanalisi. Questa recente tecnica conduce in superficie gli elementi nauseanti di impulsi repressi, ma molto spesso non va oltre.
L’individuo realizza che nelle aree sotterranee della coscienza è celato un mostro, ma si sente frustato e disorientato nel trattare quel formidabile nemico.
Ercole invoca una luce ancora più luminosa e potente di quella della mente analitica. Egli, invece di agitarsi continuamente nel pantano del subcosciente, cerca di elevare il suo problema ad una dimensione superiore. Sforzandosi di vedere il suo dilemma nella luce di quella saggezza che noi chiamiamo anima, egli l’affronta in una nuova prospettiva. Così facendo, spezza la presa dell’idra e sottomette finalmente quella bestia."

Alice Bailey
(IL TRATTATO DEI SETTE RAGGI, 1934)

lunedì 16 maggio 2011

Urano Quadrato Plutone - Cosa aspettarsi


Nei grandi cambiamenti epocali, l'astrologo osserva prima di tutto il movimento nei cieli dei pianeti lentissimi ed invisibili, che sono Urano Nettuno e Plutone. Giove e e Saturno ben noti agli antichi perchè visibili ad occhio nudo, hanno frequenze più elevate, 12, 29 anni per concludere il loro cerchio astrale. Urano impiega ben 84 anni, rimanendo circa 7 anni in un segno astrologico, e Plutone, il più lontano, impiega 248 anni, circa 12 anni per segno viaggiando più veloce nel segno del Toro e stazionando più a lungo nell'opposto segno dello Scorpione dove effettivamente ha anche il suo domicilio. Nessuno di noi ha voglia o bisogno di sentir parlare di previsioni catastrofiche ”armageddon”-apocalittiche che abbondano su Internet legandole all'attuale transito di quadratura tra Urano e Plutone. In primis cos'è una quadratura. E' un termine astrologico atto a descrivere una situazione di tensione, Secondo che significato ha l'ingresso sia di Urano che Plutone di qualche anno fa, in segni cardinali, nella fattispecie, Urano in Ariete, e Plutone in Capricorno. Voglia di cambiamento, ostacolato da strutture sociali e politiche ormai in disarmo totale. Per capire come agisce un pianeta bisogna risalire all'origine. Urano è l'ottava superiore del Pianeta Mercurio, e Plutone ha le stesse frequenze di Marte, il pianeta della Guerra, uno dei demoni invincibili di questa terra. Mercurio in Ariete è a volte geniale. Marte in Capricorno si esalta perchè ha ben chiari gli obbiettivi.Beh effettivamente stiamo già vedendo gli effetti della quadratura,e da qualche tempo. La guerra totale, economica, politica, religiosa, e di pensiero, pervade il cervello (Mercurio) gli uomini e donne di oggi pù che mai. Finchè si tratta di discussione o polemica, si può anche sopportare, ma si arriva comunque ad estremismi (Marte) , che sono davanti agli occhi di tutti. Questo è il primo aspetto della quadratura, l'estremismo. Nella pratica astrologica quotidiana l'aspetto di questi due pianeti viene trattato a livello individuale e personale nel caso di un Ascendente in Segni Cardinali e/o Sole in Bilancia, Ariete, Capricorno e Cancro che sono direttamente interessati. Ragionando per categorie, imprenditori, , militari, casalinghe e mamme, e artisti. Praticamente tutti però sono interessati al''aspetto derivato da questa situazione, ovverossia “l'aumento dello stress”. E' una questione di benessere e psicologia, di cui probabilmente parlerò in dettaglio più avanti. Tornando ai due pianeti e le loro energie Stephen Arroyo (Astrologia Karma e Trasformazione, 1978) descrive bene le problematiche della quadratura astrologica comparandola alla teoria della tensione elettrica. Comunemente viene usata la corrente trifasica ( in astrologia è il nostro aspetto angolare di sestile o 60° considerato armonico) perchè conduce l'energia con il minore sforzo. Una corrente condotta con fase 90° (l'aspetto di quadratura) scalda il filo, è più rischiosa, e può creare picchi incotrollabili di voltaggio, o nessun voltaggio.

Tornando all'aspetto di quadratura, le energie vitali dei due pianeti coinvolti ci rimandano all'ultima congiunzione avvenuta nel 1965, nel segno della Vergine. Bisogna imparare degli errori del passato e chi vuol tornare indietro nel tempo, sbaglia. Le rivoluzioni, come insegna il moto dei cieli, se si fanno, si fanno solo in avanti e mai all'indietro.

http://www.astrologyweekly.com/forum/

http://www.starfires.com/starwatch/PlutoSquareUranus.html

http://www.astrology21.co.uk/c1uranuspluto.html