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mercoledì 6 giugno 2007

Dormiamo abbastanza?


Nel diciottesimo secolo, in Europa vennero composti orologi formati da fiori: osservando quali fossero aperti e quali chiusi, era possibile leggere l'ora con un errore di circa 30 minuti (famoso è l'orologio dei fiori di Linneo, presentato nel 1735). Tuttavia, la disposizione dei fiori non lasciava molto spazio alla creatività in quanto doveva richiamare quella del quadrante di un orologio e così l'insieme soddisfaceva più la curiosità che l'estetica.
Di tutti i ritmi della natura, il più evidente è certamente l'ininterrotto avvicendarsi del giorno e della notte. Piante ed animali, da epoche remote, si sono adattati ad esso. Perché le piante possano vivere, le loro foglie devono schiudersi al Sole, e di notte devono ripiegarsi. Gli animali che cacciano o si alimentano di giorno, di notte riposano o riducono la loro attività; il contrario avviene se si procurano il nutrimento la notte. In realtà, sebbene il ritmo giornaliero sembra riflettersi esclusivamente nell'alternarsi del riposo e dell'attività, si manifesta con moltissimi cambiamenti non sempre evidenti.
La cronobiologia (dal greco crònos = tempo), nata nei primi anni '50, è una branca della biologia ormai consolidata; tuttavia, è scarsamente recepita nella pratica medica. Questo avviene verosimilmente perché deve farsi spazio tra una corrente di pensiero piuttosto comune: quella della fissità del mezzo interno (omeóstasi) scoperta nel diciannovesimo secolo dal francese Claude Bernard (1783-1855).Il nostro ambiente organico interno (composto di fluidi e tessuti) mantiene nel tempo l'uniformità di una miriade di componenti, con un'alterna ed intricata rete di stimolazioni e inibizioni, azioni e retroazioni: una minima variazione comporta un'immediata risposta. Sembrerebbe dunque inconciliabile l'idea che i fenomeni biologici abbiano un andamento non uniforme. Eppure, omeostasi e bioperiodicità non solo sono compatibili, ma cooperanti. Potremmo dire che i processi che regolano l'omeostasi operano seguendo la ritmicità degli eventi biologici. Prossimamente parlerò del ruolo della melatonina, riconosciuta anche dal Dott. Di Bella come farmaco naturale, con vaste possibilità e azioni terapeutiche. E cosa c'è di meglio che curarsi con sostanze della Natura?