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domenica 22 aprile 2012

Hypo physeos anankaias

PLOUTOS E LA CECITA' DEL MALE Tutto cambia… __ Ciò che oggi ritieni giusto, domani potrai considerare sbagliato… ciò che oggi approvi, domani potrai disapprovare… ciò che oggi ti piace tanto, domani potrà disgustarti… ciò che oggi scansi come dannoso, domani potrai cercare come vantaggioso… ciò che oggi ami, domani potrai odiare… Non dare mai niente per certo. Finché vivi niente resta immutato. Ciò che non cambia muore. Se vuoi vivere, cambia. (Omar Falworth)
Plutone, che è tra le altre cose anche il nome di una commedia di Aristofane che risale al 445 A.C. è il pianeta della trasformazione. Da quando è stato individuato il pianeta nano, era il 1930, Plutone ha percorso solo metà dello zodiaco, da Cancro a Capricorno.
In Capricorno stazionerà fino al 2025. Ci permetterà di ritrovare l'attualità, come nella commedia di Aristofane dallo stesso nome, delle tematiche come la degenerazione politica, civile e culturale o l'uso alchemico della fantasia...ovverossia, perchè gli dei non salvano l'uomo dal male? Nei post precedenti si è parlato di Plutone, dio degli inferi.
Dice Carl Gustav Jung: "Un uomo posseduto dalla propria Ombra inciampa costantemente nei suoi errori. Ogniqualvolta è possibile, egli preferirà fare un impressione sfavorevole agli altri. A lungo andare la buona sorte è sempre contro di lui, poiché vive al di sotto del proprio livello e, nel migliore dei casi, raggiunge solo quello che non gli compete e non gli concerne. Se non c'è alcun ostacolo in cui inciampare, egli se ne costruirà uno apposta e poi crederà fermamente di aver fatto qualcosa di utile." Quindi il transito ci costringe a guardare bene bene la propria ombra, e poi anche quella collettiva, della generazione in cui viviamo. Nell'Energetica psichica Jung fornisce un immagine della psiche come di una molteplice corrente energetica che intanto può sussistere in quanto esistono i poli o le differenze di potenziale entro cui l'energia stessa si stabilisce. Solo in tal modo l'energia che prima andava dispersa nell'Ombra non riconosciuta o rifiutata diviene disponibile all'Io. L'Ombra è quel che di noi non può essere risolto in valore collettivo, essa si oppone ad a ogni valore universale. Va da sé che la vera individualità, la singolarità irripetibile, i cui profeti moderni sono Kierkegaard e Dostoevskij, risiede nell'Ombra. Nell'istante in cui l'uomo accetta nella propria dinamica psichica l'Ombra egli accetta di individualizzarsi.
Dal punto di vista di una morale collettiva, l'integrazione dell'Ombra permette la fondazione di un'etica individuale in cui i valori universali vengono perseguiti in quanto vengono continuamente rapportati al singolo, o meglio all'elemento individuale della personalità.
Di Plutone parla anche Dante:« Canto settimo, dove si dimostra del quarto cerchio de l’inferno e alquanto del quinto; qui pone la pena del peccato de l’avarizia e del vizio de la prodigalità; e del dimonio Pluto; e quello che è fortuna. » (Anonimo commentatore dantesco del XIV secolo) Il canto inizia in modo sinistro con la minacciosa invocazione di Pluto "Pape Satàn, pape Satàn aleppe", interrotta da Virgilio che, dopo aver confortato Dante, fa tacere il mostro (sui cui attributi fisici viene speso meno di un verso) con una variante del "Vuolsi così colà dove si puote". Plutone è qui posto in quanto dio pagano della ricchezza. Una similitudine chiude l'episodio di Pluto: Come le vele gonfie al vento che cadono giù quando si spezza l'albero di una barca, così si quietò "la fiera crudele".
Quindi Plutone risale ai Greci: riscopritori di una sapienza antichissima. La triade degli dei e dei potentati esclude Saturno dell'Età dell'Oro, il tempo dell'uomo razionale, pacifico che vive di agricoltura e scambio, pacifista. Rimangono in tre Giove tra la Terra ed il Cielo, Nettuno, Dio dei Mari sconfinati, e Plutone, la ricchezza del suolo, il corrispondente di Malkuth, il regno della terra, o Divina Immanenza nella Cabala Ebraica, che domina la materia, la fruizione, il corpo fisico ed i sensi. Ed ecco l'ironia di Aristofane nella sua omonima commedia: cosa succederebbe se improvvisamente Plutone, cieco distributore delle ricchezze su questa terra, riacquistasse la vista, aprendo così la via ad una redistribuzione dei beni che premi gli uomini buoni ed onesti invece dei malvagi senza scrupoli? Come è attuale questo problema! E la risposta anche è certa, la povertà è necessaria per l'equilibrio nel mondo degli uomini, come stimolo all'intraprendenza e all'attività umana. E quindi vincono le forze della prassi, non quelle della conoscenza.
E dal demone Plutone il problema presentato in fondo è proprio questo: come rovesciare e sovvertire l'ordine precostituito. La cecità è anche il re ed il simbolo archetipo delle limitazioni umane. Agli dei greci può succedere infatti di ricevere una ferita se si immischiano troppo in una battaglia tra esseri umani, e nel caso di Plutone è quella della cecità-. Da questa antica radice fiorisce un vero problema teologico.
Quali sono i rapporti di forza tra queste varie divinità all’apparenza di pari forza? Perché Zeus ad esempio si giova della sua prevalente forza per violare diritti? Ergo : perché gli dei non impediscono il male, il trionfo del male, perché consentono il dolore e la sofferenza del giusto? Per i cristiani il problema è insolubile (o solubile con qualche sofisma intorno al male a fin di bene). Per i Greci dell’epoca arcaica la risposta era dura, non consolante, ma era comunque una risposta: anche tra gli dei vige la legge del più forte, legge che – al di là della retorica consolatoria – regna dovunque tra gli umani. Lo dicono gli Ateniesi ai Meli, nel celebre «dialogo del carnefice con la vittima» nel quinto libro della Storia tucididea, onde togliere ai Meli ogni illusione: «noi riteniamo che, a quanto si sa tra gli dei, ma certamente tra gli uomini, in forza di una necessità (hypo physeos anankaias), chi è più forte comanda. Non siamo noi ad aver stabilito questa norma, né siamo i primi ad attenerci ad essa; l’abbiamo trovata che c’era già e la lasceremo in eredità a chi verrà dopo, per sempre». Plutone (Pluto, -onis) è anche una delle principali divinità della mitologia romana, signore dell'Ade sul quale regna assieme alla dea Proserpina. Corrispondente all'Ade greco, il cui nome, che significa il ricco, era presso di essi un sinonimo. Fu assimilato all'antica divinità del Dis Pater, divinità Celtica della Foresta Nera e ne riprende i caratteri mitologici: è figlio di Saturno e Cibele, ed assieme a Nettuno e Giove (padre della seconda generazione degli déi), partecipa alla titanomachia e la successiva spartizione dei mondi. Giove sceglie la terra e il cielo, Nettuno il mare, Plutone il regno delle ombre. Secondo la mitologia, Plutone, non riuscendo a trovar moglie a causa del suo regno, rapì Proserpina mentre era vicina all'acqua, infatuato anche dalla più letale delle frecce di Amore e la condusse nell'Ade dove la fece sua sposa. Dai Romani Plutone, pur se associato al regno dei morti, veniva considerata una divinità benevola e generosa, in quanto dispensatrice delle ricchezze ricavate dalle miniere. Veniva detestato dagli dei e temuto dal popolo che temeva pronunciare anche solo il suo nome, per paura di scatenare la sua ira, poiché era il Dio della Morte e delle Tenebre. Le piante a lui sacre sono il cipresso ed il narciso. In Geologia, ha dato il nome al Plutonismo, una teoria proposta del geologo scozzese James Hutton nella seconda metà del XVIII secolo, secondo la quale, nei processi generatori di rocce, dovevano essere presi in considerazione soprattutto i fattori magmatici, attribuibili cioè al "calore sotterraneo" della Terra. Plutone, veniva raffigurato molto spesso nei dipinti con la terra in mano e come un uomo maturo, dallo sguardo severo, barbuto e con folta capigliatura. Sovente è assiso con in mano uno scettro su un trono d'ebano e con il cane tricefalo Cerbero ai piedi. Viene rappresentato anche con un mazzo di chiavi in mano sopra un carro trainato da cavalli neri. Dis Pater la divinità primordiale è la Divinità della morte Personificata. Astrologicamente parlando Anche se gli astronomi hanno retrocesso Plutone nel 2006, ed è ormai considerato un "pianeta nano", per gli astrologi invece riveste un'importanza straordinaria. Che dire di Plutone e come influenza il tema natale individuale?: La posizione della casa di Plutone è la prima chiave per capire quale area della vita emanerà la trasformazione più drammatica. Spesso è l'area che individua il maggior desiderio, ma allo stesso tempo dove il raggiungimento della sua visione ideale finisce per essere difficile o impossibile, al punto che che, come cercavo di spiegare prima siamo costretti a "sperare nei miracoli".. Spesso dobbiamo subire un processo straziante per lasciarsi andare e costruire una fede irrazionale contraria ai principi della vita stessa, dove come si sa, i miracoli non succedono (quasi) mai.
Parole chiave di Plutone: trasformazione, distruzione, creazione, rigenerazione, guarigione, rinnovamento, lotte di potere, sconvolgimento. Il significato di Plutone in Astrologia mostra l'area della vita in cui si cerca il potere personale, come nei libri di Castaneda "lo sciamano" che ci proporzioni poteri immensi di creazione e distruzione. E 'la porta attraverso la quale si nasconde compresso lo spirito e l'energia primordiale di rinnovamento. Plutone governa lo Scorpione con la sua morte e la rinascita come in un detto sufi, "Muori molte volte prima di morire", "Colui che muore per amore del mondo materiale, muore da ipocrita. Colui che muore per amore dell'aldilà muore da asceta. Ma colui che muore per Amore della Verità muore da Sufi". Potremmo anche pensare che non possiamo esistere senza la terra sotto di noi, ed il nostro senso di chi siamo, ma se siamo coraggiosi, veniamo a scoprire che la vera vita avvine dopo la morte dell'ego. Un altra faccia di Plutone è Azrael ("Colui che Dio aiuta", talvolta chiamato anche Izra'il, Azra'il, Ashriel, Azriel, Azaril) è l'Arcangelo che governa su tutto ciò che è occulto e misterioso, è il Custode della Vita e della Morte ed il Guardiano delle Anime. Nel Libro di Tobia (Bibbia) e nel Corano Azrael appare come la personificazione della Morte, nella teologia islamica è uno dei quattro Arcangeli principali (con Mikhail, Djibril ed Israfil). Si narra che Azrael sia stato l'angelo che porse a Dio una manciata di terra dalla quale nacque Adamo. Azrael tiene il rotolo dove sono scritti i nomi di tutti gli esseri umani. Quando si avvicina il giorno della morte di una persona, una foglia col suo nome precipita dall'albero situato sotto il trono di Dio e dopo che quaranta giorni sono passati, Azrael separa l'anima dal corpo. Nella codificazione archetipologia Azrael, come nel segno dello Scorpione, governa la sessualità e la morte-rinascita, le due tematiche sono infatti indissolubilmente legate: attraverso un atto sessuale nasciamo nel mondo fisico e mediante la padronanza dell'energia sessuale possiamo raggiungere l'immortalità (ved. gli insegnamenti di Alchimia Interna taoista).
Non a caso - secondo la Medicina Tradizionale Cinese - l'essenza vitale individuale (Jing) è strettamente correlata sia all'energia sessuale sia all'aspettativa di vita, esaurita infatti l'essenza Jing la nostra vita terrena ha termine. Il segno dello Scorpione infatti, domicilio di Plutone è lunare, è un segno di Acqua collegato all'ottava casa dello Zodiaco, cioè alle tematiche di vita e morte, di ciò che è nascosto, e alla sessualità. Regola il rapporto con l'inconscio, le trasformazioni e le pulsioni. Ha una natura contraddittoria, è idealista e tenace. Ambizioso e ribelle, lo Scorpione può essere inquietante ma sempre affascinante, è leale e generoso con gli amici. Plutone assieme allo Scorpione e l'ottava casa, governa l'inconscio, il mondo invisibile, le ambizioni di potere, l'influenza sulle masse, le emozioni sepolte e inconfessate, la libido, la vita sessuale, gli accadimenti inspiegabili, i cambiamenti prorompenti, la rigenerazione. Plutone rivela dunque i segreti delle profondità e gli abissi dell'Anima che rimangono inaccessibili alla ragione, a lui è connessa la forza della Kundalini-Shakti, che può distruggere o rigenerare. Plutone definisce il nostro modo di affrontare e gestire il potere - personale e impersonale - e la sopportazione del potere quando viene esercitato su di noi. Descrive il modo in cui affrontiamo il demoniaco ed il magico, rappresenta il potere rigenerativo e la nostra capacità ai cambiamenti radicali e alla rinascita: cicli della morte e del divenire. Plutone è il dragone guardiano della soglia delle tradizioni occulte. In tutti i suoi aspetti astrologici sono presenti i temi della potenza, del segreto, del sesso, del nulla, della morte e della trascendenza. In negativo Plutone esprime la volontà di potenza, il non adattamento, la mancanza di mezze misure, la critica eccessiva, il desiderio di sottomettere gli altri, il cinismo, la solitudine.

Questa tabella può essere utile nell'affrontare le problematiche Plutoniane:
NUMEROLOGIA: (11) è un numero maestro, rappresenta una dualità equilibrata, in cui ciascuno è un'unità in se stesso (5) numero della dinamicità, dell'azione, della sessualità COLORE: ROSSO SCURO (pianeta, segno), NERO (pianeta, segno), ARANCIO (chakra) METALLO: Bario ESSENZA: Ylang Ylang GIORNO: Sabato ORGANI: organi sessuali, colon CRISTALLI: Granato Rosso, Zincite (regola le spinte sessuali e creative, pulisce i blocchi nel secondo chakra) ESSENZE CHIAVE: Basil (deviazioni e conflitti sessuali), Angel's Trumpet (affrontare la morte serenamente), California Pitcher Plant (superare il rifiuto dei propri istinti), Black Eyed Susan (integrare il rimosso, i lati oscuri) FIORI DI BACH B6. Cherry Plum (padronanza delle energie inferiori, terrore di perdere la ragione, di suicidarsi, di avere dei raptus sessuali) FIORI CALIFORNIANI C3. Basil (difficoltà sessuali, deviazioni sessuali, attrazione pornografia) C4. Black Eyed Susan (integrazione del rimosso, incapacità ad accettare il proprio lato oscuro, conflitti interiori) C10. California Pitcher Plant (rifiuto dei propri istinti, apatia, anemia) C47. Pomegranate (favorisce la soddisfazione sessuale e stimola la fecondità, problemi sessuali, integrazione tra ruolo materno e lavoro) C53. Saguaro (senso della tradizione, rifiuto del passato, delle origini, tendenza alla ribellione verso l'autorità) C55. Scarlet Monkeyflower (integra le emozioni intense, paura delle proprie forze emozionali inferiori, di perdere il controllo, persone ipercontrollate ma che poi esplodono) C62. Sticky Monkeyflower o Mimulus(integrazione dell'intimità sessuale, timidezza e imbarazzo nel rapporto, ci si sente vulnerabili, paura e repressione sessuale) C74. Angel's Trumpet (trasforma la paura della morte, rifiuto di lasciare la vita fisica, rifiuto dell'esistenza dei mondi spirituali) C79. Chrysanthemum (imparare a morire, eccessivo materialismo e attaccamento terreno, paura di invecchiare e morire) C85. Forget-me-not (elaborazione del lutto, disperazione, dolore, cecità dai legami spirituali) C86. Hibiscus (calore nella sessualità femminile, problemi di abusi o violenze sessuali, immagine negativa del sesso, uomini con visione distorta della donna) C98. Black Cohosh (coraggio di affrontare situazioni di abuso, negatività, energia distruttiva e pensieri morbosi, tendenza a subire violenze) C99. Easter Lily (integrazione tra sessualità e spiritualità, problemi genitali, astinenza se il sesso è vissuto come sporco, tendenza alle perversioni e alla promiscuità) C100. Lady's Slipper (stimola la vitalità sessuale, debolezza fisica e sessuale, eccessiva attività mentale e nervosismo) AFFERMAZIONI POSITIVE "Accetto ed onoro la sessualità come libera espressione del mio essere!" "Imparo a gestire i miei istinti sessuali con padronanza e moderazione!" "Affronto con Fiducia i miei lati di ombra ed apprendo serenamente dagli errori del passato!" "Concepisco la morte come opportunità di rinascita ad una nuova vita!" L'invocazione mediante la preghiera dell'Arcangelo Azrael permette di: affrontare le profondità del nostro inconscio - gestire e padroneggiare gli istinti e la vitalità sessuale - affrontare il momento della morte. Plutone, ovvero l’Alchimista della Vera Volontà: Inno (orfico) a Plutone “O tu dall'animo forte, che abiti la dimora sotterranea, il prato del Tartaro dall'ombra profonda e senza luce, Zeus ctonio, con lo scettro, accogli di buon animo questi riti, Plutone, che hai le chiavi di tutta la terra, che arricchisci la stirpe mortale con i frutti dell'anno; tu che ottenesti come la terza parte la terra del tutto sovrana, sede degli immortali, possente sostegno dei mortali; tu che hai stabilito il trono sotto il luogo tenebroso lontano, instancabile, senza vita, indistinto Ade e cupo Acheronte, che contiene le radici della terra; tu che in grazia della morte domini i mortali, o Eubulo molto esperto, che una volta la figlia di Demetra purificatrice avendo presa in sposa strappata dal prato attraverso il mare con la quadriga portasti in un antro dell'Attica nel demo di Eleusi, dove sono le porte dell'Ade. Tu solo sei giudice delle opere invisibili e visibili, invasato, onnipotente, santissimo, splendidamente onorato, che ti rallegri dei nobili sacerdoti e dei puri riti; ti prego di venire benevolo compiaciuto degli Iniziati.”