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domenica 29 novembre 2009

Il cielo stellato dentro di noi


La maggior parte delle persone che si rivolgono all'astrologia sono di sesso femminile..ma la maggior parte degli studiosi di astrologia sono uomini.
E' cominciato tutto così, dalle questioni matematiche (Pitagora) geografico-astronomiche (Tolomeo), e simboliche (Ovidio, Omero) . Il cielo stellato dentro di noi interessa da sempre le donne, ma viene studiato dagli uomini. Non che non ci siano valide donne che si occupano di astrologia, una per tutte, Liz Greene, ma rimangono pur sempre una minoranza. Quale può essere il motivo? Il diverso approccio. Parlando di karma anche qui esiste un karma al maschile e al femminile? Sembra proprio di si. L'alternanza maschile femminile è relativo ai livelli di coscienza, l'essere umano pare proprio inevitabilmente condizionato dai due lobi frontali, destro e sinistro, e dal cervello frontale e rettiliano, quest'ultimo residenza del piacere della rabbia rappresentata dal pianeta Merte, e dove risiede l'amigdala (cervelletto). Lo scorrere dell'energia tra questi quattro quadranti crea una tonalità di fondo, maschile o femminile. Però non impedisce nulla a tutte le combinazioni che la fantasia può immaginare cosicchè l'astrologia parte dal presupposto che se gli ingredienti sono due, i modi di mescolarli son dieci o centomila. Nessuno è uomo o donna al cento per cento. Scrive una lettrice di un altro blog-amico sulla questione maschile e femminile, sull'argomento della "donna che balla coi lupi". Una donna dopo aver letto l'ennesimo libro sul collettivo femminile, credo si chiami "Donne Selvatiche" ne è rimasta folgorata, tanto da scrivere proprio queste parole, dirette però ad una audience femminile:


Esperienze di Donna Selvatica

«In fondo ho sempre creduto di essere una selvatica. Se nel nome c’è il destino… Non donna selvatica, ma maschio e femmina, come le dee cacciatrici, le amazzoni, le valchirie: corazza di uomo che racchiude un sesso di donna.
Non si deve dar credito alle prime impressioni: la selvatica può mostrarsi sotto mentite spoglie. Può essere sofisticata nel vestire; avere sempre lo smalto sulle unghie e i tacchi alti; essere istruita e praticare una professione, che richiede elevate capacità adattive. Ma i suoi cicli emotivi sono scanditi dalle fasi della luna. Quando è calante si riposa, se è nuova concepisce, quando cresce si eccita e si irrita se non trova la giusta groppa da cavalcare; se è piena crede di doversi accoppiare con i lupi. La domenica abbandona la macchina sul ciglio di una strada e, sola, si inoltra nei boschi, trasalendo di paura a ogni soffio di vento, fantasticando di incontri con improbabili cinghiali. Cacciata da una voce che le comanda di proseguire, si ferma infine nel folto della vegetazione e ascolta…
La selvatica sceglie il suo maschio all’olfatto, come il segugio fiuta la selvaggina seguendola lungo qualunque pista. Le altre si dedicano allo sport di trovare l’uomo giusto, quello con cui “costruire”. La selvatica è inorridita dalla parola. Cercando il maschio selvatico, mai tradita dal suo istinto, con sicurezza lo identifica, a volte sotto le scomode spoglie di un amico di famiglia ammogliato, piuttosto che di un medico settantenne. La selvatica non sente ragione: trascinata da una sensualità che le sta sempre davanti e non riesce ad ammansire mai, si allontana lungo sentieri scoscesi, dove, sotto ripari improvvisati, consuma con trionfo i propri accoppiamenti. Ma, ahimè, non è più tempo di generare in una tana di frasche. Sembra che serva un fidanzato con cui condividere progetti, verificare compatibilità prima del grande passo, che comporterà ovviamente allestimenti domestici, con tanto di mutuo, lista nozze, mobilia comprata a rate o regalata dai parenti, elettrodomestici di ultima generazione.
La selvatica nel frattempo è rimasta nella foresta: l’odore di pioggia che si porta dietro la rende irresistibile ai maschi, che passeggiano dando la mano alle loro compagne sotto i portici il sabato pomeriggio o seguendole mansueti dietro un carrello nel centro commerciale.
La selvatica effettivamente esercita un’attrazione maledetta. Il maschio che si era dimenticato di esserlo, se lo ricorderà sotto lo sguardo cupo della selvatica. Incalzato dal suo effetto eccitante, vorrà cimentarsi: la selvatica è sempre circondata da maschi che tentano di coprirla. Anche nelle situazioni più neutre, sente il loro ansito salire e incresparsi. Se fugge, avverte il loro fiato sul collo. Ma, nella foresta, i suoi maschi, quando inizia a piovere, si accorgeranno che è più comoda e protegge meglio dall’acqua la casa in muratura, che hanno comprato col mutuo e che la selvatica non riuscirà mai a costruire. Così la selvatica è sempre sola. Non potendo procreare impazzisce. Si mette a correre così forte, che rompe tutto quello in cui inciampa. Naturalmente ha un sacco di ferite alle gambe. E finalmente trova una scatola di calmanti.
La selvatica è depressa.
La selvatica è combattente, ma alla lunga si stanca di viaggi di lavoro, ansiose ricerche di parcheggio, telepass, leasing, detrazioni fiscali, benefits e provvigioni. Così si abbuffa di libri di guerra, che almeno le parlino della vita e della morte. Ha paura dei film di genere thriller, ma conosce tutto sui crimini contro l’umanità. Legge con avidità le biografie dei coadiutori di Hitler o dei dittatori che hanno funestato la vita ai popoli. Il suo tema non può essere inferiore all’odissea della storia umana.
E’ inutile dire che questa selvatica si sente un po’ costretta nella quotidianità lavorativa e, in generale, vive in modo molto faticoso. Il suo spirito selvatico è una maledizione che si porta dietro, che la inorgoglisce, ma che volentieri darebbe via. Talora ha l’impressione che l’unica cosa che le riesca facilmente sia abbinare il colore dello smalto a quello del rossetto." (Gli eventuali errori grammatica e sintassi sono da attribuirsi all'autrice, in quanto ho usato il copia-incolla).

Il femminile che confonde spontaneità con altre cose, ad esempio comportementi discutibili che alcuni chiamerebbero da assatanata... E' ovvio che in queste situazioni sarebbe utile entrare in contatto più profondo di se stessi, con il proprio lato "maschile-solare", e chiedergli anche di smetterla di schiacciare così prepotentemente quello femminile.

Spesso il percorso di autoconsapevolezza viene da noi indicato da uno schemino in sette tappe:

primo scalino: primo chakra pianeta Saturno:UOMO PRIMITIVO.PUO' ESSERE ANCHE RICCHISSIMO,E' UNA PERSONA CHE NON VA OLTRE I BISOGNI MATERIALI,SCHIAVA DEL FISICO,RISPONDE SOLO AGLI ISTINTI ANIMALI,NON USA LE EMOZIONI,HA UNA MENTE GREZZA,HA UNA COSCIENZA COLLETTIVA E NON INDIVIDUALE.

secondo scalino: secondo chakra pianeta Marte: DONNA O UOMO COMUNE,USA UN PO' LE EMOZIONIE IL PENSIERO,MA SUBISCE TANTO I CONDIZIONAMENTI AMBIENTALI E SOCIALI.E' COLUI CHE SI PREOCCUPA DI COSA DICE LA GENTE,FATICA A FARSI OPINIONI PROPRIE,NON SI PONE PERCHE' SUL SIGNIFICATO DELLA VITA,E' LEGATO AI BENI MATERIALI,AGLI STATUS SYMBOL DAI QUALI TRAE UNA FALSA SICUREZZA,VIVE SOLO PER SE STESSO E I SUOI RISTRETTI AFFETTI.

terzo scalino:terzo chakra pianeta Sole : UOMO DI IDEALI.INCOMINCIA A VOLGERE LO SGUARDO UN PO' PIU' IN ALTO,OLTRE IL PROPRIO NASO.HA UN IDEALE PER IL QUALE LOTTARE,PER CUI IMPIEGA ENERGIE CHE EGLI RITIENE A VANTAGGIO DELLA SUA CAUSA E NEL BENE COMUNE.
L'IDEALE NON E' DETTO CHE SIA GIUSTO PERCHE' L'UOMO DI IDEALI HA ANCORA UN PENSIERO INDIVIDUALISTA. GIUSTO O SBAGLIATO,COMBATTE PER UN SUO IDEALE.

quarto scalino quarto chakra pianeta Venere: :DONNA O UOMO ASPIRANTE SPIRITUALE. VERO SALTO DI QUALITA'.L'UOMO SI PONE LA DOMANDA CHI SONO, DOVE VADO, CHI MI HA CREATO? COMINCIA A RICERCARE RISPOSTE NON AL DI FUORI MA DENTRO DI SE. HA LA CONSAPEVOLEZZA DI SE,MENO LEGATO AL MATERIALISMO.E' LO STADIO DEI SENTIERI DI PROVA,E' FACILE AVERE UN PERIODO TRAVAGLIATO,UN MUTAMENTO UNA MALATTIA CHE PORTANO MAGGIORE CONSAPEVOLEZZA AL SENSO DELLA VITA.
VI E' DURA LOTTA TRA L'ASPIRAZIONE VERSO L'ALTO E LA PERSONALITA' MA E' ENTUSIASMANTE, PERCHE' ALLA FINE SI ARRIVA A CAPIRE LA PROPRIA FORZA INTERIORE.

quinto scalino, quinto chakra pianeta Mercurio: :UOMO, DISCEPOLO SI INCONTRA CIN IL PROPRIO MAESTRO INTERIORE,SI ARRIVA AL CONTATTO CON LA PARTE PIU' REMOTA DI NOI STESSI, QUELLA PARTE DIVINA O SCINTILLA, CHE TUTTI ABBIAMO.

sesto scalino sesto chakra pianeta Giove:DONNA INIZIATO. AMPLIAMENTO DELLA PROPRIA COSCIENZA ATTRAVERSO PROVE E CI SI METTE AL SERVIZIO DELLA UMANITA' (segno dei Pesci).

settimo scalino:settimo chakra pianeta Luna: MAESTRO. SI ARRIVA ALL'ILLUMINAZIONE,CI S SVINCOLA DALLA MATERIA E DAL MASCHILE O FEMMINILE. DIFFICILE ARRIVARE A QUESTO LIVELLO, RISERVATO AI GRANDI LEADER SPIRITUALI DEL PASSATO .

Energia maschile ed energia femminile quindi ma da dove viene questa necessità femminile della seduzione e quella maschile della conquista? Viene dalla madre terra e da Ananke.


In che modo un'energia eterica (femminile) può dominare un'energia fisica (maschile) sul piano fisico è evidente in tutte le mitologie antiche che confermano che Dio,l'immagine di Dio nella mente umana, è nata, necessariamente, donna.

ANANKE LUGUBRE E FATALE
Cos'è necessità ? In greco viene detta Ananke, da cui deriva etimologicamente la nostra angoscia.
Quindi l'ineluttabile, l'inchiodamento alla croce, l'impossibilità di trovare altre strade, il percepire la struttura della vita nella sua essenza. Ananke, come già indicato in un mio post sul Karma, sembra derivare da una radice semitica basata su tre consonanti: hnk. Da questa si diramano molte parole antiche che hanno tutte il significato di gola, abbraccio, anello, strangolamento, non ultima la parola inglese nek (collo). Ovvero una strettoia inevitabile, alla quale è impossibile sfuggire.
In Grecia, Ananke, la necessità che tutto sovrasta, anche l'Olimpo e i suoi dei, non ebbe mai un volto, quindi può avere qualunque volto, o “facie”. Un solo tempio le era dedicato, ma era tradizione non entrarvi. Infatti nulla si può chiedere a colei che non dà ascolto. Ananke lugubre e solitaria.
La differenza tra dei e uomini stava nel rapporto con Ananke: gli dei la subivano e la usavano, gli uomini la subivano soltanto. Gli dei greci decisero di non pensare troppo ad Ananke e invece del nodo di necessità preferirono dedicarsi al bacio di Eros. Alla circolarità di un cappio preferirono quella di una bocca. Eros comandava, ma si sapeva che era un inganno:
Se la cieca Necessità era il principio, Eros è sempre stato più piacevole, preferito dagli esseri umani.
In Grecia molti dubitarono degli dei, nessuno ha mai posto in discussione la rete invisibile di Ananke, più potente degli dei. Ananke si congiungeva con Cronos, il Tempo, come per sottolineare che Tempo e Necessità pongono un limite alle nostre azioni e al nostro modificare e modificarci. Dunque c'è il limite, e questo tutti lo sentiamo, nel momento della verità e della sincerità.
E' sufficiente pensare alle carestie o a certe epidemie, ai terremoti, agli Tsunami e a tuti quegli eventi che sfuggono al controllo umano. Sul lato pratico Ananke è stata indebolita, ma è sul piano simbolico nulla è cambiato, il suo potere invincibile continua a dettare legge. Esiste una necessità che non è invariata con la storia, basti pensare alla morte, di fronte alla quale ogni nostra velleità di essere come dei, eterni, rimane muta, ma esistono anche finte necessità che mutano col tempo e con i singoli individui.
Se le necessità dei nostri avi erano più legate alla sopravvivenza bilogica, ora noi, con la pancia piena, ci costruiamo piccole necessità che crediamo parenti di Ananke, ma che sono soltanto zavorra per rimanere coi piedi per terra, sia in senso positivo che negativo. Quando allora Ananke diventa angoscia, possiamo distinguere tra Necessità invariata nei tempi e inevitabilmente aggrovigliata con l'esistere e piccola e falsa necessità generata dall'io. Per quest'ultima lo spirito di Mercurio, la capacità di comprensione, diventa vento benefico che spazza via ogni struttura pesante, composta da pregiudizi, consuetudini, pigrizie, rigidità. L'autoironia è il patrimonio di Mercurio .Se riesco a ridere di mes stesso, della mia immagine legata a qualche contingenza concreta che in quel momento sembra rappresentare il mondo, ma mi rendo conto che “tutto è vanità” allora vince Mercurio. Riesco ad accogliere anche il contrario, e l'inganno del mondo con i suoi giochi mancini diventa sopportabile, anzi, divertente.
Quando Mercurio, con qualche falsità o raggiro, tenta di contrastare Ananke, l'immutabile nei tempi, allora diventa pesante inopportuno, come un pazzo che recita davanti ad una platea vuota.

Tutto cambia, tutto muta, tutto si trasforma, quindi tradisce. Ma tradire deriva da trans e do, ovvero un atto di passaggio da un qualcosa a qualcosa d' altro, come una traduzione o, meglio, una trasformazione. Dunque la vita non tradisce mai o, se preferite, tradisce sempre, perché il messaggero Mercurio, la percezione, passa attraverso ogni cosa in uno stato di non equilibrio, di continua trasformazione. Sta a noi, ed al nostro lavoro interiore, godere di questo divertimento o irrigidirci in finte necessità come quelle che si intuiscono nello scritto di Selvaggia, riportato sopra. .