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sabato 25 luglio 2009


LA SIMBOLOGIA DELLO SCORPIONE:
IL CORVO, IL PUNGIGLIONE, LA PALUDE

Nella vita tutto è segno, simbolo, santità, purezza, sacralità, religione omen, nunzio, novella, avvertimento. Tutto è dono e riferimento denso di significato, a volte, di mistero, di dolore, di avvelenamento.
Tutto lascia una traccia indelebile...una sorta di ammaccatura, un annuncio, auspicio, avvertimento, e allora quando parliamo di segni...astrologici, parliamo di segni del tempo, dello spazio e del cielo.

Dice Gibran:
"Bellezza è l'eternità che si contempla in uno specchio; e noi siamo l'eternità, e noi siamo lo specchio!"
Il cielo notturno ovviamente è "lo Specchio" per eccellenza.

Questa splendida rapsodia di segni, la nebulosa di segni che si falda e si ricrea. .e genera l’alternarsi del giorno e della notte, delle stagioni e delle maree, ma anche i buoni e cattivi, i Santi ed i Diavoli sulla Terra. Lo sfaldamento dei segni in una miriade di colori non finisce mai. La notte assoluta del cosmo è una tempesta di segni. Si tratta di camminare a ritroso sulle impronte già impresse, nel tracciato profondo di orme non umane, scritte nel cielo e nel passato.
Segni rinvianti e devianti, segni in bilico su un bivio, indicazioni che aprono un percorso sui bordi del senso logico. Il sodalizio con i segni, le congiunzioni, il solstizio dei segni al loro apogeo. I presentimenti dei segni. I segni assediati. I segni mancanti.

Per Edgar Allan Poe il segno è nelle piume di un corvo nero, l’effige stilizzata di un segno-corvo, la visitazione notturna di un volatile maledetto evocato in una celebre lirica. Il segno è un visitatore non invitato, una forza sinistra che bussa alla porta, un’ombra dietro la tenda, il presagio oscuro che annuncia con la sua nuda presenza un ritornello di silenzio carico di ambiguo mistero, una potenza diabolica dell’avvenire in uno specchio nero. L’ombra di un segno, un segno d’ombra.
La nascita di Edgar Allan Poe era appunto segnata da forti valori Scorpione. (Ascendente, Nodo Nord, Saturno, Nettuno congiunti in Scorpione, con Marte in XIIa casa, come vedremo dopo )

THE RAVEN (Il corvo)
"Siano queste parole d'addio" alzandomi gridai
"uccello o creatura del male, ritorna alla tempesta,
Alle plutonie rive e non lasciare una sola piuma in segno
Della tua menzogna. Intatta lascia la mia solitudine,
Togli il becco dal mio cuore e la tua figura dalla porta"
Disse il Corvo: "Mai più”

Ci sono anche segni Angelici, come l’apostolo Giovanni, mite e difensore della Giustizia (Bilancia), ma l’Apostolo dello Scorpione è Giuda, insieme Lucifero, il portatore della Caduta della Luce.

Nella dimensione cosmologica antica la cupola del "cielo" è suddivisione del cielo nei dodici segni zodiacali e i 12 Apostoli nelle le diverse interpretazioni mistiche basate su questa relazione, come nota J. Danielou, (I simboli cristiani primitivi, Roma 1990, pp.137 – 148).
Infatti: “…Vidi quattro angeli, ritti ai quattro angoli della terra, che trattenevano i quattro venti della terra…Ap. 7,1.) Il compito delle potenze angeliche è quello di far ruotare la volta celeste.


Lo Scorpione è dominato da Marte il pianeta della guerra:
in Senso FISICO, è sesso solitamente egoistico. Mentre il Toro ha energia sessuale calma, Scorpio è energia agitata perché legata a turbolenza interiore che si manifesta con la gelosia e possessività che celano una profonda insicurezza di fondo.
Egli è vendicativo perché reprimendo l’emotività accumula energia che poi scaglia usando il pungiglione.
Benessere fisico, Ricerca l’appagamento ai desideri materiali il cui perseguimento può diventare il fine di tutta la vita, questo lo rende un egoista ossessionato da accumulare beni materiali, mentre invece deve comprendere che il benessere materiale è solo il mezzo per raggiungere altri obiettivi. Denaro con il quale si identifica per sopperire ad un desiderio di sicurezza.
Emotivamente regola la paura che condiziona ogni attività dello Scorpione . Il desiderio di sicurezza genera la paura, la paura genera aggressività, dietro ogni aggressività si cela una paura. Deve capire da cosa è generata la paura che può essere anche per piccole cose, solo così potrà superare l’aggressività.
Odio o repulsione. Lo Scorpione è l’unico segno che conosce l’odio, la sua tendenza è sempre quella di porre l’attenzione sul peggio, sulle cose negative, mentre la prova consiste nell’imparare a scorgere anche i lati positivi.
Ambizione. Poiché spinto dalla insicurezza, ambisce a diventare sicuro, il che significa creare una situazione di predominio, invece deve ambire a una aspirazione di più alto livello spirituale.
Orgoglio della Mente (Esaltazione di Mercurio)
L’orgoglio intellettuale produce separazione per la presunzione di essere più intelligenti degli altri.
Separatività. L’altra tendenza di separatività proviene dall'atteggiamento di difesa con il quale si sente sempre in lotta contro qualcuno o qualcosa.
Crudeltà. Prova soddisfazione nel farla pagare agli altri anche se questo comporta fare loro del male, o addirittura fare del male a se stessi (sadomasochismo)

L’ottava Fatica di Ercole: la distruzione dell’idra di Lerna:

Ercole sconfigge l’idra inginocchiandosi ed elevandola dalla palude, significa proprio affrontare le brutture (che dimorano nella palude, il piano emotivo) di cui è capace l’uomo, non più dai piani fisico ed emotivo bensì dal piano mentale della coscienza. Colui che affronta le avversità dal piano emotivo, è perduto (Ercole non riesce a sconfiggere l’idra rimanendo nella palude). Usare la mente significa portare in alto, solo così lo Scorpione potrà diventare Aquila, l’unico animale che fissa la luce del Sole, cioè la Luce dell’Anima. Ercole (l’Anima) per superare la prova discrimina, pazienta, si inginocchia nella palude, ossia diventa umile. La meta è riconoscere ciascun difetto per poi vincerlo, le 3 note fondamentali dello Scorpione sono: Giudizio - forza, Inganno - trionfo, Guerra - pace.

Il suo mantra “noi ci eleviamo inginocchiandoci, conquistiamo arrendendoci, guadagniamo donando“.

Sant’Agostino nota questa impossibilità di cogliere la luce direttamente:
“noi non possiamo cogliere di Dio ciò che Egli è, ma solamente ciò che Egli non è, e come gli altri esseri si pongono in rapporto con lui.”[

L'Astrología, chiave della scienza occulta che fissa le ore e le date propizie, mette in rilievo per l’appunto la legge di Analogia che opera nel mondo. Il cielo di nascita corrisponde a un paesaggio interiore, una mappa tracciata da una Causa, la si chiami Caso o Necessità, o Creatore,non chiaramente percepibile, così come le radici di un albero non sono visibili ai suoi stessi rami, se non all’essere evoluto, all’Essere integrato in tutte le sue componenti.
L'Astrologia, oltre a riflettere questa legge di corrispondenza universale (esteriore = interiore) è basata anche sull'unitarietà del binomio osservatore-fenomeno, non potendosi scindere l'interprete da ciò che è interpretato. E' inoltre un processo basato su una struttura simbolica (simboli = significati proiettati) capace di racchiudere in sè verità o archetipi, idee-madre che ci parlano nel linguaggio del mito e del sogno.

Nell’esempio citato, Edgar Allan Poe, alla nascita Venere e Luna in Pesci congiunte in Va casa (l’arte) danno il massimo della permeabiltà, sensibilità e ricettività ai valori già citati, di incubo e distruzione dettati dallo stellium e Ascendente Scorpione.
Edgar Allan Poe (Boston, 19 gennaio 1809 – Baltimora, 7 ottobre 1849) scrittore intenso pervaso da una sorta di lucida pazzia, ha il gusto per il mistero, l'orrido, l'angosciante:
« Mi hanno chiamato folle; ma non è ancora chiaro se la follia sia o meno il grado più elevato dell'intelletto, se la maggior parte di ciò che è glorioso, se tutto ciò che è profondo non nasca da una malattia della mente, da stati di esaltazione della mente a spese dell'intelletto in generale » (da "Eleonora", 1841)
Ma non solo in senso lettarario. Il senso del tragico assorbe praticamente tutta la sua vita.


Nel 1846 la moglie morì di tubercolosi e ciò fece sprofondare lo scrittore nella più cupa desolazione. Dopo questa morte il genio dello scrittore fu travolto dal dolore e dal rimpianto, che egli affogò nell'alcool - ancor più di quanto già abitualmente facesse. L'estrema povertà in cui viveva, lo costrinse addirittura ad usare le lenzuola del corredo matrimoniale (portate in dote dalla sposa) come sudario per la moglie stessa.

« Voi chiedete: potete dirmi quale fu il terribile demone causa delle irregolarità tanto profondamente lamentate? Sì, dirò anche di più: questo fu il demone più grande che mai distrusse un uomo. Sei anni fa una donna da me amata come mai altro uomo amò una donna, disperatamente ebbe spezzata un'arteria mentre cantava ed io soffrii tutta l'agonia della sua morte… Come un folle avevo alterni intervalli di lucidità e durante questi eccessi di incoscienza assoluta io bevvi Dio solo sa quando e quanto. I miei amici preferiscono il vizio del bere piuttosto che bere al vizio: fu l'orribile, infinita oscillazione fra la speranza e la disperazione che non potei più sopportare senza la totale perdita della ragione. Ricevetti nuova vita dalla morte di quella. Ma, oh Dio, quale esistenza melanconica! Io non trovo alcun piacere nell'uso di stimolanti verso i quali sono così indulgente. Solo per il desiderio di sottrarmi alla tortura dei miei ricordi ho messo in pericolo la mia vita e non per un desiderio di piacere. »

Il 3 ottobre 1849 Poe fu ritrovato delirante nelle strade di Baltimora, "in grande difficoltà, e... bisognoso di immediata assistenza", secondo l'uomo che lo trovò, Joseph W. Walker. Fu portato all'ospedale Washington College, dove morì domenica 7 ottobre 1849, alle cinque del mattino, ora dello Scorpione.. Poe non rimase mai lucido abbastanza per spiegare come si fosse trovato in tali gravi condizioni, né come mai indossasse vestiti che non erano i propri. Le circostanze della sua morte a 40 anni rimangono ancora non del tutto chiarite (simbologia della palude). Le ipotesi formulate dai medici di quell’epoca comprendono delirium tremens, stato di alcolismo avanzato, una cardiopatia, epilessia, sifilide, meningite, colera e rabbia. Più palude di così.
Alcune fonti affermano che le ultime parole di Poe furono "Signore aiuta la mia povera anima."