Post più popolari

giovedì 26 marzo 2009

Giove e “La civiltà dell’immagine”


L’ultimo episodio è di questi giorni. Abbiamo un Presidente del Consiglio Ferroviere, le foto ed i filmati reportage di praticamente tutti i “mass media lo ritraggono con un classico cappello da macchinista. Ma basta un cappello per farci diventare Caprotreno in un giorno? La civiltà dell’Immagine dice di si, la verità è una fotografia, ma essendo superficiale, dura pochissimo. Fa riflettere questo modo ormai diventtato routine di gestire le gravi problematiche, basta distrarsi, basta presentare una immagine e tutto è risolto, apparentemente. Fino alla prossima trovata pubblicitaria. Si, perché la civiltà dell’immagine è basata sulle apparenze, niente sostanza o profondità ma solo ricerca di apparenze. Come funziona l’apparato del culto dell’immagine? Come ci seducono questi venditori di fumo? Creando utopie. Infatti Giove Zeus era di Costituzione Sulfurica, una nuvola di Zolfo, il Megacreatore di Utopie. Vediamone alcune. Giove, era capotreno nel mondo degli Dei greci, all’inizio dei tempi, quando regnava il Caos. La data della prima Olimpiade (776 a.C.),..dice che questo era tanto tempo fa, come è adesso. Lo stato di confusione era totale, completo. Tutti comandavano tutto, senza un capo, senza ordine. L’anarchia era totale. In quei tempi i poeti raccontavano di amori clandestini e tradimenti matrimoniali, di frequenti voltafaccia politici e di promesse elettorali fasulle, come adesso. Vediamo quindi di conoscere come si è istaurato l’ordine cioè come è “cresciuto” il tumultuoso mondo degli Dei dell’antica Grecia. Il primo episodio importante è stato, in verità, alquanto violento: la castrazione del dio Crono operata da Titano, uno dei suoi figli. C’è da dire che non è stata una violenza inutile perché dal pene mozzato di Crono, gettato nel mare nacque Afrodite (Venere per i Romani) che è il simbolo dell’amore. L’evirazione di Crono (con la conseguente nascita dell’amore) testimonia quanto sia difficile (e doloroso) il primo momento, indispensabile, per la crescita dell’individuo. Infatti la possibilità di amare deve passare attraverso la “morte” del padre, il quale rappresenta la razionalità, l’egoismo e l’egocentrismo. A riprova di quanto sia difficile rinunciare all’egoismo ricordiamo che il dio Crono aveva l’abitudine di mangiare i suoi figli subito dopo che erano nati per evitare di essere da loro evirato. Ma andiamo avanti. Crono, logicamente prima dell’episodio del “taglione”, ebbe (da una certa Rea) un altro figlio: Zeus (Giove per i Romani). Ma Rea per evitare che Crono si mangiasse il piccolo Zeus lo allontanò da casa subito dopo la nascita, affidandolo alle cure di una capra. Anche questo episodio dimostra che la condizione necessaria affinchè un bambino “cresca” è che la madre (l’affettività) lo allontani dalla razionalità e dall’egoismo (il padre). Ma ritorniamo al piccolo Zeus, il quale crebbe nell’isola di Creta, ma non fu certamente un cretino, infatti capì che era sbagliato rimanere imprigionato nell’affettività femminile (materna) della capra che lo aveva allattato ed ebbe la forza, il coraggio, di liberarsene, pur non abbandonandola completamente. Infatti uccise la capra ma ne conservò la pelle, raggiungendo, come riporta la leggenda, l’immortalità, cioè raggiungendo il suo equilibrio psichico. Ricapitolando, la corretta crescita di un individuo scaturisce dal giusto equilibrio tra la razionalità del padre e l’affettività della madre, senza che si rimanga succubi o vittima dell’uno o dell’altra. Quindi Zeus, il primo personaggio che ha raggiunto tale traguardo, rappresenta la dimostrazione concreta di come deve crescere l’uomo, cioè ognuno di noi, è Dio, in quanto ha raggiunto la sua maturità. Zeus crebbe sano e forte e la mitologia infatti non ci riferisce di nessuna sua malattia. Ebbe molte donne, come tutti i sulfurici, e i frutti dei suoi amori, come ora vedremo, sono l’estrinsecazione di altrettanti momenti fondamentali nella crescita di un individuo. Da Eurinone, sua prima compagna, nacquero tre figlie: Eufrosine, che significa la gioia; Aglaia, che significa l’ornamento; e Tala, l’abbondanza. Esse sono l’esemplificazione di ciò che cerca di realizzare un sulfurico: una vita piena di piena di belle cose e vissuta con gioia. Ma per poter vivere ancora meglio è indispensabile non avere troppe preoccupazioni ed è necessario avere la possibilità di stare in armonia con gli altri. Per realizzare tale progetto Zeus materializzò altri due principi cardini della sua idea del vivere mettendo alla luce altre due figlie (da un’altra donna, tanto per non smentirsi): la prima figlia venne chiamata Temi, che significa “gli uomini si uniscano tra di loro”, l’altra venne chiamata Mnesomine, che significa “cessazione delle preoccupazioni”. Pertanto Zeus si formò una bella famigliola, estrinsecazione della mentalità di un Sulfurico, che è una persona equilibrata e vive tranquillamente con gli altri. Ma se la vita si limitasse solamente a poter vivere bene e tranquillamente sarebbe un po’ troppo limitata, fino a divenire misera. Zeus lo capì e mise al mondo un’altra figlia, Atena, la madre di tutte le arti: la filosofia, la pittura, la musica, la scultura, etc. E’ cosa curiosa sapere come nacque Atena. Un giorno Zeus ebbe un forte mal di testa, con la strana sensazione che qualcosa volesse uscire fuori. Chiamò allora suo figlio Efesto (Vulcano per i Romani), il dio dei fabbri, il quale senza tanti ripensamenti spaccò la testa al padre e con grande sorpresa di tutti fuoriuscì Atena (che in tal modo venne alla luce, o almeno così raccontò Zeus alla moglie). E’ questo un altro episodio importantissimo nella crescita di Zeus (cioè dell’uomo) che testimonia che non è sufficiente nella vita vivere bene e tranquilli ma è necessario avere la possibilità di poter creare (tramite le arti) dal momento che il creare, il sognare, è la vera peculiarità che distingue l’uomo dalla bestia. Ad ogni modo dopo l’accettata in testa Zeus non morì ma rinacque, a dimostrazione che le arti, seppure necessarie ed affascinanti, debbono sempre essere mediate dalla razionalità e dalla praticità, tipiche armi del sulfurico. Però Zeus fece lo sbaglio di credere troppo in sé stesso chiudendosi nel suo egocentrismo. L’estrinsecazione di tale fase è testimoniata, nel racconto mitologico, dalla nascita di un’altra relazione di Zeus che si innamorò di una dea di nome Io. In pratica Zeus cominciò a credere eccessivamente in sé stesso, chiudendosi nel suo egoismo. Per questo motivo Rea, la moglie di Zeus, trasformò la dea Io in vacca! Ed a ragione. Giove vuol dire sessualità, quindi erotismo, pornografia. Fra i capisaldi del presente — spesso imposti dalla mercificazione dell'immagine, ha un posto importante la pornografia, fatta dagli uomini per gli uomini, quindi fallica, ottenuta con il consenso, la collaborazione o lo sfruttamento, a seconda dei casi , delle donna. E' ormai completamente fuori luogo parlare di morale. Certo alcuni professano una morale borghese, medievale o di falso moralismo, ma di fatto, la pornografia, per dirla con le parole dei moralisti "dilaga". Più che dilagare però è un fuoco sempre acceso una sessualità spesso malata od eternamente insoddisfatta questo sì, senza più alcun romanticismo (che bello il romanticismo direbbe un nostalgico!) Le tre nozioni diverse: sessualità, erotismo, pornografia appartengono a Giove in quanto ricerca del piacere edonistico, quindi erotismo, secondo la definizione di Georges Bataille nella trasgressione sessuale, nel sesso non ordinato ad alcun fine superiore ma fine e scopo a se stesso, e quindi trasgressione per definizione di ogni norma morale, di ogni ordine, di ogni sistema di valori. Niente di nuovo. Il culto di Pan, le orge bacchiche, vengono da molto lontano. Ma esistono adesso come in passato, infatti il mondo è in una perenne crisi orgiastica, in un eterno altalenare, tra ingozzarsi di tutto e fasi di vomito e rigetto.. È in questo senso che lo stesso Bataille scrive che il Cristianesimo, che condanna sia la sessualità, che l'erotismo per il solo scopo di controllare le popolazioni e di farle sentire in colpa, si è opposto fin dal suo nascere a tutto ciò che di buono c'è nella vita creando "la religone della sofferenza dell'ascetismo e della rinuncia, e fa quindi parte del carattere Saturnino per antonomasia. La cosa più semplice, la vedrebbe anche un bambino è che, come sempre, rimane una questione di equilibrio tra le due cose, edonismo e razionalità. La ricerca edonistica di Giove è rivolta verso il piacere. Quella razionale di Saturno è il rifiuto e l’allonantamento della sofferenza. Quest’anno 2009 il rapporto Giove-Saturno è in una fase “quintile” che significa semplicemente”difficile”. Non sarà facile trovare un accordo. Ma peggio di tutto ed insopportabile da parte dei moralisti, è l'ansia saturnina di giudicare negativamente il comportamento degli altri, per non giudicare se stessi! Di fatto politica e giustizia lasciano agli uomini la libera scelta se usufruire o no della pornografia in privato, ammettendo parzialmente che ciò che è veramente "osceno" è voler sindacare o peggio ancora disporre della vita privata degli altri attraverso fumosi precetti, libri, maledizioni diktat o benedizioni che appartengono ad un lontanissimo passato. E' innaturale vivere nel passato. Possiamo solo vivere, al meglio, il nostro presente. Ognuno è in una certa misura libero di scegliere “l‘albero a cui appendersi”, od il libro su cui stendere la mano. È opportuno aggiungere, per completezza, che è assolutamente vero che la pornografia consumata in privato "non fa male a nessuno se non a chi la pratica", questo è l'assioma che ha permesso al fenomeno della ricerca del piacere edonistico di affermarsi come superiore a quello della rinuncia e della privazione.