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domenica 13 settembre 2009

UN'ASSURDITA' SOSPESA NEL VUOTO




Frigiliana, una piccola cittadina, come dice il nome, arrocata sui freschi pendii ventilati di Axarquia, da secoli manda il suo bianco messaggio di calma e di pace.
La casa di Luis, vista da fuori, può apparire normalissima, del tutto banale, con la sua costruzione a tetto spiovente, i mattoni verdi consumati, le cupole con sfere tridimensionali, le arcate a ferro di cavallo dipinte in rosso e azzurro, la scalinata principale che precipita trionfalmente in un gran cespuglio di un verde acceso, sul rosso pregno delle bouganvillie, non molto diversa da quelle di Mijas, Cuernavaca, o
Medellín.

La casa delle Bougainville.
L'unica originalità, esternamente, è quella che si nota appena sopra l'ingresso in legno scuro e massiccio, dove troneggia un enorme caratula d'oro zecchino in foglia.
Sulla porta il benvenuto ve lo augura un arzillo vecchietto dalla voce alta e squillante:
"Jorge Luis, para servirla a Usted." mentre vi rimira sospettoso dietro un paio di spesse lenti senza montatura.

Il Vecchio ed il tempo.
"Potete dare a me il soprabito". E cominciate a notare i meravigliosi orologi dapertutto, sui tavoli, alle pareti, per terra; rococò, antichissimi, moderni, a cipolla, da taschino, orologi dovunque, dei più svariati modelli, a pendolo, digitali, a manovella, con i quadranti, asimmetrici, quadrati, rotondi...
Più tardi, seduti davanti ad una tazza di caffé, subito offerta da una domestica premurosa, il padrone di casa si scusa se sua moglie non scende ad intrattenere l'ospite, é indisposta, anzi é malata da sempre. Carmen è la Protagonista Principale del Grande Equivoco.

L'Amore Eterno.
"Negli ultimi anni - nota con un sorriso - il mio compito é diventato quello di somministrare a Carmen i diversi farmaci che nel tempo si sono rivelati prima portentosi ed efficaci, e poi progressivamente inutili per la malattia del vivere".
Luis abbassa confidenzalmente la voce.

"Quelle pillole che ogni sera le do per dormire e che la vecchia Carmen crede del famoso chirurgo svizzero che opera i divi del cinema, devo ammettere - a qui ammicca furbescamente - non sono altro che pastiglie di zucchero...
Funzionano ogni volta!" Conclude soddisfatto.
Senza preavviso però, gli orologi dovunque funzionanti, ticchettanti, instancabili
vessilli della precarietà umana, con rintocchi lugubri ogni ora, ogni mezz'ora, ogni quarto, maestosi ed indifferenti, vi potrebbero innervosire, cominciando a darvi una terribile sensazione di confusione, poichà ciascuno indica un'ora diversa, quante esistono personalità al mondo, e tante ne troverete, per Dio; non ve ne sono due che segnino la medesima e per quanto vi sforziate di cercarli, non ve ne sono due uguali!

Un'assurdità sospesa nel vuoto.
"Ma che ora é? Sarà tardi, é ora di andare!"
E il vostro vecchietto nel gesto di alzare il braccio, istantaneamente impietrito da
ricordi che sono coltelli nella schiena, vi guarderebbe a lungo come un allievo cresciuto troppo, come un figlio traditore, un Icaro surriscadato, un Lucifero troppo superbo, e quindi spostandosi con il passo ancor più stanco e lento tra ingranaggi, congegni, molle, spirali, lancette, numerali, vetri, viti, cacciaviti e minuscoli occhiali da orologiaio, sceglierebbe a colpo sicuro un cristallo poliedrico leggermente oblungo, per porgervelo.
E' un prisma.
Siete invitato a posarlo davanti agli occhi e fissare un punto sulla parete di fronte in maniera che abbiate una visione completa e circostante.
L'effetto di diffrazione vi dà un balzo al cuore, al principio non sgradevole, nel vedere contemporaneamente intorno a voi una spaventosa quantità d'immagini segnatempo (ma sono poi riflesse?). Gli orologi. Cominciano a camminare all'indietro...in tutte le direzioni destrorsa, sinistrorsa, Azimuth e Fondo Cielo. Il cuore accellera all'impazzata, come una slavina senza fine.
Vi accorgerete solo ora che stanno amorevolmente ticchettando tutti insieme, muovendosi burlescamente all'unisono, ogni istante separato, tante storie staccate ed un solo episodio, idea, rappresentazione unica, essenza e fine del mondo, attimo immobile che precede o definitivamente segue la vita, la memoria e il movimento.


"UN MANIFESTO DADAISTA"
Nettuno in Capricorno
di Andrea Tricardi
Gherardini Editore,1999