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venerdì 7 agosto 2009

Il segno del Toro e la psicanalisi




Il linguaggio della Astrologia è il linguaggio dell’Inconscio, che elabora idee e concetti in modo paradossale. Crea una apparente contraddizione tra due livelli logici diversi...ad esempio se scrivo: “il segno del Toro ricorda la brillante immobilità dei fiori a primavera, e si pone alla massima distanza dallo Scorpione, segno invisibile e notturno, nascosto, mobile e minaccioso sotto le pietre in autunno”... Queste parole, per alcuni oscure, oscillano tra emisfero sinistro del cervello, quello deputato al calcolo (1+1=2) e quello artistico-onirico, l’emisfero destro, che ci rende capaci di apprezzare la musica, la poesia, l’arte...
L'emisfero cerebrale sinistro infatti è deputato a relazionare con il mondo che ci circonda e, comunemente, si dice che "capisca". Esso ha una funzione razionale e svolge la sua azione attraverso messaggi "in chiaro". Le sue principali funzioni sono: il controllo, la conoscenza, l'analisi su passato e futuro, il parlare, la razionalità, il rapporto con lo spazio (percettività geometrica), l'analisi delle situazioni ed il calcolo (analisi logica e matematica). Ma non c’è solo quello.
Parola di tutti i neurofisiologi moderni. (cfr. “L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello”un saggio neurologico di Oliver Sacks, pubblicato per la prima volta a New York nel 1985.)

L'emisfero destro, viceversa, è deputato al contatto con il mondo interiore e, comunemente, si dice che "senta"; esso viene considerato l'emisfero emozionale. Le sue caratteristiche sono: il rilassamento, la visualizzazione, l'empatia, l'intuito, le emozioni, la sintesi, la geometria, la spontaneità, la partecipazione, lo studio della letteratura, la musicalità, il senso religioso. La capacità di riconoscere istantaneamente il simbolo.
In mezzo il corpo calloso, una sorta di “tamburo risonante”del cervello che dovrebbe creare il collegamento e l’armonia tra questi due regni. L’Astrologia è il corpo calloso tra due mondi.
In un Tema Natale l’astrologia interpreta il segno che lasciano le “direzioni” Nord, Cancro, IV casa, quindi l’emotività, e Sud Capricorno, la decima casa, razionalità, i pianeti che le abitano, i vari collegamenti planetari con il “tutto”. L'emisfero destro, di solito, non è predominante sul sinistro e rimane silente nella gran parte delle persone, sprofondate in un sonno perenne.. sorde. Molte persone non capiscono e non capiranno mai l’astrologia, o l’esoterismo, e non hanno la minima idea di che cosa si sta parlando. Dovrebbero solo aprire la mente, vedere le possibilità cominiciare a capire il mondo degli uomini come un meccanismo quantistico, dove tutto è collegato a tutto, molecola per molecola, in modi diversi.
Nel Quadro di nascita di Freud abbiamo un chiarissimo esempio, o caso, del cervello destro-logico che studia il lato sinistro emozionale artistico.Vediamo perché.

Freud "è" la psicanalisi. O meglio detto, il padre dell’analisi interminabile.
Freud, co-fondatore della Scuola Psicoanalitica di Vienna, è nato sotto il segno del Toro il 6 maggio 1856 al tramonto, con Sole e Mercurio in Toro, in VII casa, Ascendente Scorpione, Venere in Ariete congiunta Plutone in VI casa, e presenza di una Luna molto forte in Gemelli in VIIIa casa. Questa Luna è nel domicilio dell’ascendente Scorpione, il quale è legato a Marte e quindi la sessualità. Freud era un buon esempio di questa Luna mercuriale.. Era affascinato dal linguaggio, fu l'inventore della "terapia della parola" e del "lapsus freudiano", il modo in cui il linguaggio rivela i messaggi non intenzionali. Quindi il suo lavoro si traduce in “parola, Mercurio”- “sesso, Marte”- “doppiezza, Gemelli”e così Freud è bacchettone, ma allo stesso tempo un “guardone” del sesso. Probabile portatore di una voce calda, suadente e musicale, insieme al suo divano, induceva i suoi pazienti a parlare di sesso, nell’epoca vittoriana. Ebbene si, di questo si trattava. Il suo moralismo bigotto frusta, in tutte le sue teorie e nelle sue opere, la sessualità ipocrita dell’epoca Vittoriana e quella femminile in generale, con sospetta foga, che si tradurrà in accuse di “pansessualismo”.
Ma poi si smentisce anche, ammettendo donne, tra cui sua figlia, nella Associazione Mondiale della Psicanalisi, di cui è stato Padre co-fondatore. Tipico atteggiamento Gemelli. La Luna in Gemelli di Freud è lo specchio della sua epoca, riflette l’ambiguità nei confronti della donna. Durante l'era simbolizzata dal regno della regina Vittoria, la vita delle donne divenne sempre più difficile a causa della diffusione dell'ideale sulla "donna angelo", condiviso dalla maggior parte della società. I diritti legali delle donne sposate erano simili a quelli dei figli: esse non potevano votare, citare qualcuno in giudizio né possedere alcuna proprietà. Inoltre, le donne erano viste come esseri puri e puliti. A causa di questa visione, i loro corpi erano visti come templi che non dovevano essere adornati con gioielli né essere utilizzati per sforzi fisici o nella pratica sessuale. Il ruolo delle donne si riduceva a procreare ed occuparsi della casa. Non potevano esercitare una professione, a meno che non fosse quella di insegnante o di domestica, né era loro riconosciuto il diritto di avere propri conti correnti o libretti di risparmio. A dispetto della loro condizione di "angeli del focolare", venerate come sante, la loro condizione giuridica era spaventosamente misera. Il corpo della donna era visto come un elemento puro e pulito, tranne quando ella entrava nel periodo mestruale. Per una donna rispettabile non era consigliato portare alcun genere di trucco o altri ornamenti, né indossare vestiti che mostrassero troppa pelle, o persino calze particolari o qualunque altro tipo di indumenti intimi. Alcuni credono che la causa di ciò sia da ricercare nel fatto che il corpo della donna era considerato come proprietà del marito: di conseguenza, le donne non dovevano mostrare i loro corpi ad altri uomini. Esse dovevano accontentarsi del semplice ruolo di "ornamento della società" ed essere subordinate ai mariti. L'obbedienza era tutto ciò che si richiedeva da loro. Casta, puritana e repressiva. Ma anche sensuale, spregiudicata e voluttuosa. Era questa la doppia anima dell'era vittoriana, uno dei periodi più ricchi di contraddizioni della storia inglese ed europea.

L’elogio della lentezza del Toro invece emerge facilmente in una delle sue celebri affermazioni:

“Non è sempre facile dire la verità, specialmente quando si deve essere brevi.”

La verità per Freud è cosa lunga. Fu molto longevo e si occupò costantemente di psicanalisi, scrivendo e parlando sempre (Luna in Gemelli) fino al “Compendio di Psicanalisi“ scritto sul letto di morte. E poi:

“E' impossibile conoscere gli uomini senza conoscere la forza delle parole.” La Luna Mercuriale tende a vedere il “tutto” come costrutto mentale di parole, da cui deriva: siamo quello che pensiamo. O ancora meglio siamo quello che diciamo di essere.

Ma si può veramente “curare” con la parola? Freud pur rimanendo un pilastro della cultura di inzio secolo scorso, fu molto criticato per diversi aspetti delle sue teorie, in primis, la sessualità a fondo maschilista pervasiva nelle sue opere, e poi l’antifemminismo, critiche e dolori da lui sopportati con stoicismo, che è in fondo la filosofia di base di chi ha forti valori Toro.
Anche nel seguente aforisma risaltano le qualità di calma, placidità e assenza di dolore. (l’Ascendente Scorpione infatti ha il significato karmico di evitare in questa terra a la sofferenza, non per nullla lo troviamo spesso in oroscopi di medici chirurghi o terapisti della salute):

“Così come si provocano o si esagerano i dolori dando loro importanza, nello stesso modo questi scompaiono quando se ne distoglie l'attenzione.” Anche in questa frase di Freud è in opera la Luna Gemellare che rimane saldamente ancorata al binario della razionalità, rinunciando in toto alla fantasia (in astrologia i Gemelli è l’opposto di Giove ed il Sagittario, fantasiosi per natura) ma solo per studiarla meglio . Freud infatti rilancia nella sua psicanalisi tutto il potente bagaglio della Mitologia, delle Scritture, del Giudaismo, tutte opere di quell’altra parte del cervello umano, quella onirico artistica.
Se abbiamo qualche dubbio che sia fantasiosa basta leggere più avanti l’antica versione mitologica del dio Giove-Toro.

L’efffetto placebo del Toro, domicilio venusiano, rifiuta qualunque forma di dolore semplicemente ignorandolo.
Un’ altra critica a Freud è stata quella sul suo rapporto con la cocaina e gli anestetici, altra caratteristica Taurina, in grado di ingerire qualunque cosa pur di risparmiarsi un dolore.
Ironia del destino la morte di Freud è stata lunga e dolorosissima (Scorpione) a causa di un cancro alla bocca (sempre valori Toro) probabilmente il risultato del suo tabagismo. Afflitto per decenni da un cancro alla bocca in lenta ma devastante progressione, peraltro stoicamente affrontato, Freud concordò col suo amico-medico curante un trapasso "lubrificato" dalla morfina, quando la situazione fosse diventata un'insostenibile e inutile tortura. Struggente, per fair-play e compostezza, come si addice al vero Toro.

La Luna in Gemelli di Freud lo porta ad affermare:
“Scherzando, si può dire di tutto, anche la verità.”
“Essere completamente onesti con se stessi è un buon esercizio.”
Il senso di inferiorità ed il senso di colpevolezza sono estremamente difficili da distinguere.”

Per Freud l’inconscio comunque NON E’ una istanza da contrapporre negativamente alla ragione, l’inconscio è dotato di leggi proprie. L’inconscio della psicoanalisi NON E’ la sede degli istinti irrazionali, della passionalità, non è il luogo del caos primordiale.
L’inconscio freudiano è’ un luogo potenzialmente caratterizzato da una razionalità rigorosa, che funziona, o si spera che funzioni per chi fa psicanalisi, in modo logico ed estremamente articolato.

Ma come può la parola curare? Come può agire sul corpo malato, come quello delle pazienti isteriche, sciogliendo il sintomo che le affligge, si tratti di una paralisi, di un mancamento, di una tosse nervosa, o altro? In che cosa consiste questa magia della parola, così la definisce Freud in Trattamento psichico (trattamento dell’anima), del 1890, capace di incidere sul corpo liberandolo dal dolore che il sintomo gli causa?

IL MITO DEL TORO
Parla di uno Zeus, che per rapire la giovane e incredibilmente bella figlia di Agenore, re di Tiro, si è mostrato a lei camuffato sotto le sembianze di un giovane, latteo, niveo torello.
Ed erano così splendenti le sue corna che subito Europa le inghirlandò; ed erano così tenere quelle pieghe della pelle sulla nuca, ma al tempo stesso così solida la muscolatura - che subito Europa vi affondò le mani.
E poi si mise a giocare, toccare, accarezzare, giù fino ai fianchi solidi e snelli. “Che bellissimo e pacifico animale ! E guarda come si inchina! Come un perfetto cavaliere mette il ginocchio a terra e mi guarda con quei suoi grandi, umidi occhioni! Sembra quasi invitarmi a salire in groppa!”
Detto fatto. Europa sorride felice in groppa al suo torello. Mai ne ha visto uno così tra gli armenti di suo padre.
“ E come è danzante la sua andatura! E com’ è buffo: sembra voglia dirigersi al mare!”

Lo abbraccia teneramente Europa, totalmente rapita, mentre il Toro-Zeus le sta facendo fare un giretto, prima facendo alcuni cauti passetti sul bagnasciuga - quasi perché si potessero ammirare perfin le impronte dei suoi zoccoli - e d’un tratto lanciandosi impetuosamente in mare, subito trovando il tratto profondo ( cosa non possono gli dei immortali! ) in cui immergersi tutto e costringere il suo carico prezioso a stringersi ancor più forte a lui.
Era stata così bella quell’impresa, era stata così romantica quella vacanza d’amore a Creta - perché, una volta arrivato sulla spiaggia di Matala, Zeus riprese le sue sembianze, rese nota la sua identità e completò la sua opera di seduzione –o ratto-stupro, che il focoso amante volle eternare la bella testa di quel Toro (e cioè se stesso) nel cielo, fra le costellazioni dello Zodiaco.
Il significato del ricorrente colore bianco è il colore della Luna, principio femminile per antonomasia, che nel Segno del Toro - è “in esaltazione”, per sottolineare l’eccezionale emotività sensoriale, tutta femminile= passivo/ricettiva, dei nati in questo Segno.

La Luna in Gemelli e l'amicizia
E’ possibile collegare le valenze della Luna in Gemelli di Freud nel suo rapporto con l’amico e collega Wilhelm Fliess (l'opposto Scorpione, nato il 24 Ottobre 1858), che terminò come è ovvio, essendo i Gemelli il segno dei fratelli diversi, e di Abele e Caino, trasformandoli in acerrimi nemici. L’atteggiamento oppositivo di Freud fu conseguente alla rottura insanabile che si era determinata tra i due, precedentemente uniti da una profonda amicizia e stima professionale. Per ragioni di spazio non riporto il fiume di corrispondenza cartacea che intercorre tra i due, ma solo degli stralci. Wilhelm Fliess, di due anni più giovane di Freud, otorinolaringoiatra berlinese, è l'autore di teorie sulla corrispondenza tra la mucosa nasale e gli organi genitali, come pure sulla bisessualità di base di ogni essere umano.
Secondo Fliess l’espressione della periodicità delle attività vitali era da ricercare nel fenomeno delle mestruazioni. Riteneva di aver trovato la chiave di questa periodicità nell’applicazione di due numeri, il 28 e il 23. Il primo derivava dalla periodicità naturale del ciclo mestruale, il secondo probabilmente dall’intervallo tra la fine di un ciclo mestruale e l’inizio del successivo. In più riteneva che fosse possibile concepire la bisessualità in ogni essere umano, e che il numero 28 fosse da riferire alla componente femminile e il numero 23 a quella maschile. Questi “periodi“ determinavano, secondo Fliess, le fasi della nostra crescita, l’epoca delle nostre malattie, la data della nostra morte. I periodi della madre determinavano il sesso dei figli e la data della loro nascita. Questi sono concetti matematico-astrologici che esistono da sempre e per di più Fleiss è precursore della teoria dei Bioritmi, in voga negli anni ’70. Fliess riteneva che tale ordine periodico interessasse l’intero regno animale. L’opera principale di Fliess, Der Ablauf des Lebens (“Il ritmo della vita“) del 1906 suscitò un certo fermento a Berlino e a Vienna. Ma nel frattempo Freud, acquisendo una progressiva esperienza nell’ambito dei suoi studi, cominciò ad attribuire sempre minore importanza alle speculazioni aritmetiche dell’amico. I primi attriti cominciarono a fare la loro comparsa quando Fliess, rispondendo ad alcune critiche che Freud gli aveva mosso a proposito delle leggi periodiche, lo definì “un lettore dei pensieri “ e, ancor peggio, affermò “che leggeva i propri pensieri in quelli degli altri “.
Freud, non rinunciò facilmente a questa amicizia e per circa due anni tentò di ricostituirla, anche se gli scambi scientifici non furono più possibili. Giunse anche a proporre all’amico di scrivere un libro sulla bisessualità dove lui si sarebbe occupato della parte clinica, mentre Fliess di quella anatomica e biologica. Fliess, ormai diffidente, non accettò l’offerta anche perché si era convinto che le reali intenzioni di Freud mirassero ad impadronirsi della primogenitura della sua scoperta. Non rispose nemmeno ad un invito che Freud gli rivolse nel gennaio del 1902. La situazione precipitò definitivamente quando il 20 luglio 1904, Fliess scriverà, chiedendo chiarimenti, a Freud, avendo appreso che un giovane viennese, Otto Weininger , psicologo e filosofo, rivendicava la primogenitura della teoria della bisessualità ed accusando esplicitamente Freud di aver fatto importanti rivelazioni al suo allievo Swoboda, intimo amico di Weininger. Da ciò prese corpo uno scambio di corrispondenza, con Fliess che scriverà a Freud il 20 luglio 1904 da Vienna come segue:

“ Caro Sigmund,
ho preso visione di un libro di Weininger nella cui prima parte, quella biologica, trovo esposte, con mio sommo stupore, le mie idee sulla bisessualità... Noto da una citazione che Weininger conosceva Swoboda, il tuo allievo, prima della pubblicazione del libro di quest’ultimo e apprendo qui che i due erano intimi amici. Non ho dubbi che Weiniger abbia conosciuto le mie idee attraverso di te e abbia fatto un uso indebito di cose non sue. Ne sai qualcosa? Mi potrai dare una risposta franca (al mio indirizzo berlinese, dato che partirò da qui già il 23 sera)?
Un cordiale saluto
tuo Wilh”

Seguirono due lettere di chiarimento, una di Freud del 23 luglio 1904 e l’altra di Fliess, ma la conclusiva di Freud é del 27 luglio 1904:

” Caro Wilhelm,
vedo che devo darti ragione più di quanto contassi in origine di fare, poiché mi domando io stesso come abbia potuto dimenticare di essermi molto lamentato del mio discepolo Swoboda e di aver sorvolato sulla visita resami da Weininger, che peraltro non ho scordata. Quest’ultima si svolse proprio come ti ha detto Rie; il manoscritto che mi presentò aveva tutt’altro tenore del libro oggi stampato; mi spaventò soprattutto il capitolo sull’isteria, scritto ad captanam benevolentiam meam e tuttavia tutto pervaso dall’idea della bisessualità che naturalmente era ben riconoscibile; non poté allora non dispiacermi di avergli passato - tramite Swoboda, come già sapevo - la tua idea. Se penso poi al mio tentativo di sottrarti la tua originalità, capisco il comportamento che tenni con Weininger e la successiva dimenticanza. Non credo, nondimeno, che a quell’epoca avrei dovuto gridare al ladro. Prima di tutto non sarebbe servito a nulla, dato che il ladro può sempre affermare che era una sua idea, e le idee non si brevettano. Chi le ha, può trattenerle, e fa benissimo, se tiene alla sua priorità. Ma se le lasci fluire liberamente, queste vanno per la loro strada. Inoltre a quell’epoca mi erano già noti i testi scientifici dove l’idea della bisessualità è usata per spiegare l’inversione. Ammetterai che una mente futile può facilmente compiere da sé il passo successivo, estendendo la disposizione bisessuale da alcuni individui a tutti; anche se il fare questo passo costituisce la tua novità. Per me personalmente tu fosti sempre (dal 1901) l’autore dell’idea della bisessualità, ma temo che, percorrendo la letteratura, troverai che molti si sono almeno avvicinati...Permettimi di supporre che il danno che hai ricevuto da Weininger sia ben piccolo, giacché nessuno prenderà sul serio la sua abborracciatura e tu potrai, se ritieni che ne valga la pena, mettere la cosa in chiaro. Rubare non è così facile come si è immaginato Weininger, e con questo mi consolo e ti vorrei veder consolato. Il fatto che la nostra corrispondenza, che languiva ormai da tempo, sia stata ripresa proprio a causa di questo incidente di cui tu mi rimproveri, è cosa che non affligge te solo, ma anche me. Non è colpa mia, comunque, se trovi il tempo e la voglia di scrivermi per ragioni così futili...” 5
Questo fu l’ultimo tentativo di Freud di rispondere, oggigiorno si direbbe con uno stile prolisso, atto ad addormentare, ed una neutralità analitica, all’amico di un tempo, ma non fu sufficiente a placare le idee di persecuzione di Fliess.
Quando nel 1905 Fliess fece pubblicare da un suo amico un opuscolo nel quale attaccava apertamente Weininger, Swoboda e lo stesso Freud, questi abbandonò ogni remora e con una lettera del gennaio 1906 diretta a Karl Krauss (altro scrittore nato sotto il segno del Toro) editore di Die Fackel, la Fiaccola, scriverà: ”Il dr Fliess di Berlino ha ispirato un opuscolo contro Otto Weininger e H. Swoboda, nel quale i due giovani autori sono accusati del plagio più grossolano e vengono trattati nel modo più duro. Si può giudicare dell’attendibilità di questa infelice pubblicazione dal fatto che io stesso, amico di Fliess per molti anni, sono accusato di essere colui che ha fornito a Weininger e a Swoboda le informazioni che han loro servito di base per la loro supposta illegalità ... Spero, caro Signore, che Ella vorrà considerare questa lettera solo come segno della mia stima e come prova del Suo interesse per una questione di cultura. Ciò che importa, qui, è la difesa contro l’arrogante presunzione di una personalità brutale e l’eliminazione di ogni meschina ambizione personale dal tempio della scienza. “ Come? Tempio della Scienza? Beh, Freud era ateo, ha messo la scienza al centro del mistero e della spiritualità, con risultati che sono sotto gli occhi di tutti. E ci metteva addiruttura due anni ad arrabbiarsi sul serio, dal 1904 al 1906.
Freud scrisse infine a Magnus Hirschfeld di Berlino, editore dello Jahrbuch für sexuelle Zwischenstufen ( “Annuario dei casi di sessualità intermedia “): “ Desidero attirare la Sua attenzione su un opuscolo intitolato Wilhelm Fliess und seine Nachentdecker ...E’ uno scritto disgustoso che getta tra l’altro assurde calunnie sulla mia persona...In realtà abbiamo a che fare con la fantasia di un uomo ambizioso che nella sua solitudine ha perso la capacità di giudicare ciò che è giusto e ciò che è lecito...Non è piacevole per me parlare con durezza di un uomo al quale sono stato legato per dodici anni dalla più intima amicizia, e provocarlo con questo ed ulteriori insulti.”
Un evidente abbandono della neutralità analitica di fronte ad un attacco che aveva travalicato ogni limite etico. Fine dell’amicizia durata decenni.

A sua volta, l’altro Toro Karl Kraus, scrittore satirico della Fiaccola e contemporaneo di Freud, trovava che l'atteggiamento di questi trasudasse di opinioni giudaico-cristiane circa la peccaminosità del sesso. E' comunque vero che, se liberale nella sua opposizione alle convenzioni borghesi, Freud avversava però la corruzione sessuale, la prostituzione, la promiscuità ipocrita e la diffusione delle malattie veneree, con un accanimento superiore a quello di certi suo contemporanei. Quando il suo amico e collega Fritz Wittles pronunciò parole eloquenti gloriando la donna come cortigiana, Freud immediatamente tagliò corto: "L'ideale delle etere non ha posto nella nostra civiltà. Noi ci sforziamo di scoprire la sessualità; ma una volta che la sessualità è dimostrata, pretendiamo che ci si renda coscienti di tutta questa rimozione sessuale e si impari a sottometterla alla civiltà. Mettiamo al posto della rimozione la normale repressione. Il problema sessuale non può essere risolto separatamente dal problema sociale; e se si preferisce l'astinenza alle condizioni sessuali miserevoli, ci si astiene protestando.

La coscienza della peccaminosità che si oppone alla sessualità è enormemente diffusa, e anche coloro che sono sessualmente liberi si sentono gravi peccatori. Una donna che, come l'etera, non è degna di fiducia nella sessualità, non ha niente di interessante, non è che uno straccio (Haderlump)". Perbacco! Nel gergo viennese, Haderlump sta per persona negligente, trascurata, cenciosa, stracciona . Gli arzigogoli intellettuali e le tensioni psicologiche che ruotavano intorno alla questione della sessualità non poterono non incidere sull'atteggiamento nei confronti della donna. L'enorme ipocrisia della vita sessuale trovò la sua più sublime espressione nella ben nota dicotomia dea-prostituta, o nella concezione della donna come espressione della sessualità trionfante o ripugnante. Se si considerava la sessualità con un atteggiamento tortuoso e ambivalente, non diverso trattamento veniva riservato alle sue "rappresentanti": le donne.

Scrittori come Karl Kraus celebravano le qualità femminili e le contrapponevano al razionalismo del maschio, ritenuto responsabile del valore sproporzionato attribuito all'arida tecnologia e al crasso materialismo; in nome del principio dell'eterno femminino Kraus stigmatizzava l'avidità e la corruzione presenti nella sua società. Il pittore Oskar Kokoschka prese ancora più alla lettera questa proposizione; l'uomo passa, la donna è la linfa vitale che resta sempre.

Il principio dell'eterno femminino non è solo un'idea, ma una forza della vita; così si fece costruire una donna ideale, una bambola silenziosa e adorante, fatta di pelle e di ossa e di occhi veri, che sedeva accanto a lui. Fu il soggetto di alcuni dei suoi dipinti maggiori e simbolo della fonte di tutta la sua ispirazione. Non si può dire che l'idea di un principio creativo femminile non abbia servito bene la causa dell'arte, perché questo fu un periodo straordinariamente fecondo. Ma anche se trovava divertente l'esplorazione di quest'idea, Freud non voleva averci a che fare. La sua galanteria era di natura più mondana. L'idea di un principio creativo femminile, ovviamente, non è altro che una versione più rarefatta dell'idolatria della maternità. Probabilmente sarebbe facile riscontrare l'esistenza di un complesso edipico non risolto, quale quello diagnosticato da Freud, in tutti coloro che traevano da questa fonte la propria ispirazione.

La posizione personale di Freud in rapporto al ruolo svolto dalla donna nella società era più realistica (il Toro come primo segno di terra, è il più realistico). Come ho notato prima, fu sempre estremamente bendisposto verso le psicoanaliste donne. Di queste, Lou Andreas-Salomeè fu la prima a partecipare a quelle sceltissime riunioni. Freud pensava che il destino generale della donna fosse quello di essere appunto moglie e madre, ma se alcune donne trovavano il proprio soddisfacimento nella ricerca di altri valori, egli non aveva nulla da obiettare. La felicità era l'unica cosa che contava. Questi sono concetti moderni del ruoo femminile nella società, la libertà ed autonomia della donna.

Anche se riteneva che la divisione dell'umanità in due sessi fosse una realtà fondamentale della storia dell'uomo, Freud non la considerava un semplice opposizione. Quando il collega Otto Rank avanzò l'ipotesi che l'inconscio fosse femminile (che è in realtà un'altra versione del principio creativo irrazionale femminile, questa volta in chiave psicoanalitica), Freud espresse enfaticamente il suo disaccordo. Il fatto poi che egli considerasse maschile la libido e ritenesse che entrambi i sessi rimuovessero nell'inconscio gran parte di ciò che è femminile, (come l’astrologia insegna nessuno è uomo o donna al cento per cento) è tutt'altra faccenda.
La psicanalisi è una forma di magia nera.: lo psicanalista Freud evocava delle forze oscure di cui si sa poco, che crede di conoscere ma potrebbero essere tutt'altro da quanto egli crede. Le conseguenze sono potenzialmente terribili, per il paziente e anche per l'analista; anzi, per l'analista forse ancor più che per il paziente. Il rito stesso del trattamento sul divano di Freud suscita reminiscenze di bassa cerimonia religiosa. L'officiante, suo malgrado talvolta, si fregia degli attributi d'una funzione quasi magica.
La magia bianca della medicina tradizionale, che sosteneva gli sforzi del paziente per guarire, è divenuta magia nera", constata coraggiosamente Ivan Illich in "Nemesi medica"; e più avanti aggiunge: "Le pratiche mediche diventano magia nera quando, invece di mettere in moto i poteri di autoguarigione del malato, lo trasformano in spettatore inerte e mistificato della propria cura. Le pratiche mediche diventano un culto morboso quando s'identificano con riti che concentrano in sé tutto ciò che il malato attende dalla scienza e ai suoi funzionari, invece d'incoraggiarlo a cercare un'interpretazione creativa del proprio stato o a trovare un esempio degno d'ammirazione in certi esseri - morti da tempo o a lui vicini - che hanno imparato a soffrire. Le pratiche mediche aggravano la malattia con una 'degradazione morale' quando esse isolano il malato..." Per quanto riguarda l'isteria:

Nel Faust di Goethe, Mefisto dice: "Tutto ciò che viene alla vita merita di essere distrutto" (Scorpione). L'isteria su cui ha lavorato Freud agisce in accordo con questo principio. Le conclusioni di Mefisto: "Quindi sarebbe meglio che nulla fosse venuto alla luce" è una idea coatta maschile e non isterica. Mefisto è un agnostico. L'isteria non ha dubbi. Il suo motto è: "Tutto ciò che viene alla vita merita di essere distrutto, e pertanto qualcosa di nuovo deve essere costantemente creato".

E’ probabile anche che Freud, ebreo, conoscesse la Cabala, nei suoi fondamenti mistici della cultura ebraica, con i suoi Trentadue Sentieri della Sapienza.
La Sefirah Malkuth ad esempio, rappresenta i segni di Terra, quindi il Toro, la realtà nel senso fisico e ‘oggettivo’, esterno.
In Yesod- la Luna, troviamo il nucleo principale delle forze istintuali, il cosiddetto ‘Es’, lo specchio interiore. Per continuare sulla Colonna centrale dell’Albero della Vita, l’’Io’- Sole è Tifereth, quale elemento centrale di elaborazione, equilibrio, luminosità; e il ‘Super-io’, Da’ath- Urano, nel Tema Natale di Freud congiunto Mercurio, quale espressione delle istanze superiori, etiche, connesse anche con la Coscienza acquisita, con il giudizio su sé stessi e il mondo. Alla Corona, sommità estrema dell’Albero della Vita, vi è Nettuno, l’Eros, l’Amore, nel senso più ampio, coincidente con l’equilibrio stesso dell’esistente e la sua conservazione attraverso l’unione degli opposti, come giorno e notte, vita e morte, uomo e donna, inferno e paradiso.
In Freud Giove e Nettuno sono congiunti in Pesci in V casa.
In questa Sefirah Kether-corona occupata da Giove e Nettuno possiamo rintracciare una giustificazione del lavoro di tutta la vita, e una comprensione del cosiddetto pan-sessualismo freudiano che, diviene progressivamente pervasivo ed universale come unione amorosa, e quindi sessuale, degli opposti..