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venerdì 11 gennaio 2013

IL SEGNO DEL CAPRICORNO


 

Oggi 11 Gennaio 2013 siamo in piena fase Capricorno.  Sole Mercurio Venere e Plutone transitano in questo segno, ed è bene parlare degli effetti che si diramano da questi  transiti planetari.

Il segno Capra-Pesce come era denominato dagli antichi è governato da Saturno, e ricopre la X casa astrologica, quella più alta. L’effetto Saturno è sempre freddo, malinconico, distante ma  alquanto mite: il segno del travaglio, dell’ uscita dell’anima nel corpo, opposto al segno del Cancro che indica l’inizio del viaggio su questa terra, con la discesa dell’anima nel corpo. Il mito di Saturno è totalmente opposto a quello di Giove. Nell’episodio del ratto di Europa,  Giove insegue la bellezza e bara, fa carte false per conquistare la bellissima Europa. Dopo essersi tramutato in un mite Toro bianco ed averla trasportata via mare a Creta, Zeus ritorna nella sua forma originale (scopre le carte) e dichiara il suo amore ad Europa e fece scendere da Cielo le Ore (il conteggio) , sue ancelle, e l'unione, nata da un trucco,  fu subito celebrata. Da Europa e Giove nacquero: Minosse, Radamanto e Sarpedonte. Radamanto in particolare come figlio di Zeus era il simbolo del giudizio severo, e si meritando la reputazione di legislatore sapientissimo. Quando gli antichi volevano esprimere un giudizio giusto, quantunque severo, lo chiamavano "giudizio di Radamanto", proprio a significare la sua grande equità. Nel Tartaro esso inquisiva sui delitti e li puniva, obbligava i colpevoli a rivelare gli errori della loro vita ed a confessare i delitti la cui espiazione doveva avvenire dopo la morte. Radamantini erano i giuramenti che si facevano invocando a testimoni animali o cose inanimate.

Saturno invece (latino: Saturnus) era la divinità romana dell'agricoltura ed identificava l'abbondanza. Nella mitologia romana corrispondeva alla divinità greca Crono. Il nome del dio è da connettere con la radice indoeuropea sat-', da cui derivano le parole latine satis e satur, che indicano appunto pienezza, abbondanza, ricchezza, soddisfazione. Un famoso quadrato magico legato a saturno recita a palindromo: Rotas opera tenet arepo Sator. Gli antichi lo facevano derivare da sator ("seminatore"), da satum - supino del verbo serere ("seminare") -, opinione oggi considerata difficilmente accettabile per la quantità breve della a di satum. Era colui che inventò le orge, appunto perché divinità dell'abbondanza. Il nome stesso inizialmente riflette la natura peculiare del dio, caratterizzata da pienezza di potenza, fecondità, abbondanza e ricchezza. Saturno avrebbe infatti regnato su tutto il creato nella mitica età dell'oro, quando la primavera era perpetua, vi era abbondanza di ogni frutto della Terra, uomini e dei vivevano insieme e non v'era necessità di lavorare né distinzioni sociali e tornerà a regnare quando i miti, secondo la letteratura evangelica, torneranno a regnare, alla parusia, alla fine dei tempi. La moglie di Saturno, Opi, dea del raccolto, divenne l'equivalente di Rea. Saturno era il padre, fra gli altri, di Cerere, Giove, Nettuno e Plutone. Saturno aveva un tempio nel foro romano che conteneva il tesoro prima reale e poi dello stato fino alla fine della repubblica (aerarium). Secondo la tradizione romana, quando il dio fu spodestato dal figlio Giove, fu da questi esiliato in Ausonia in Italia e quivi accolto amichevolmente dal dio Giano avrebbe poi fondato le mitologiche città saturnie. Insegnò l'agricoltura alle genti del luogo. Per i suoi molti meriti avrebbe ricevuto una parte del regno di Giano, cui conferì anche il dono della preveggenza. Avrebbe inoltre generato Pico, primo re del Lazio. Il rito degli Argei, durante il quale si gettavano fantocci di giunco nel Tevere dal ponte Sublicio ogni 15 maggio, era secondo Ovidio connesso a Saturno. Tale rito avrebbe ricordato un antico sacrificio di un uomo per ogni gens al dio, che ebbe inizio in età preromana, stabilito per responso di Giove Fatidico. Il pianeta Saturno fu così chiamato dal nome della divinità già nell'antichità. Saturno che divora i suoi figli è un’immagine ci ricorda del grande potere critico e distruttivo di Saturno e del suo cinismo che si incrementa con il tempo. Giove si occupa di creare figli (esaltazione di Giove in Cancro) Saturno di distruggerli (esaltazione di Marte in Capricorno). Nella Teogonia di Esiodo, un racconto della creazione dell'universo e della salita al potere di Zeus, Saturno viene identificato come figlio di Urano, il Cielo, e di Gea, la Terra. Saturno salì al potere, evirando e detronizzando il padre Urano ma venne profetizzato che un giorno uno dei figli di Saturno lo avrebbe a sua volta detronizzato così, per evitarlo, divorò tutti i figli appena nati. La moglie di Saturno, Opi, nascose il suo sesto figlio, Giove, nell'isola di Creta, dove fu cresciuto dalle ninfe, ed al suo posto offrì a Saturno un grosso masso avvolto in fasce. In seguito Giove detronizzò Saturno e gli altri titani, liberando così i suoi fratelli inghiottiti dal padre e diventando il nuovo governatore del Cosmo. La parola pianeta deriva dal greco “planetes” che significa “vagante, vagabondo”. Nell’antichità venivano considerati pianeti tutti i corpi celesti che cambiavano posizione rispetto alle cosiddette stelle fisse del cielo notturno. Già i Babilonesi avevano assegnato ai pianeti i nomi delle proprie divinità, consuetudine continuata poi dagli astronomi greci, che avevano attribuito i nomi facendo riferimento agli dei dell’Olimpo e alle loro caratteristiche associate a quelle dei pianeti. In genere l’Astrologo definisce la forma di un Quadro astrale con pochi elementi Ascendente, Sole, Luna, Mercurio, Venere, Marte, Giove, e per ultimo, Saturno, il pianeta del Karma, del destino finale, l’ottava porta, quella del vuoto.

Il Sole in Capricorno è simbolo dell’Architetto e della Forma, si realizza nel Toro come amore per la costruzione e nella Vergine come attenzione estrema ai dettagli. Mercurio in Capricorno perde la sua leggerezza, il suo divertimento e si occupa quasi esclusivamente di cose serie, e se fa sorridere lo fa solo da un tripudio di pena, tristezza e malinconia. Venere, il pianeta più luminoso, prende il nome della dea della bellezza (Afrodite) ma è qui una Venere è totalmente impacciata, ingessata.
In Capricorno transita quasi volesse smentire che l’amore possa esistere a lungo solo come sforzo o dovere. Mozart era un artista Gioviale, la musica zampillava da lui come una fontana di eterna freschezza mentre Salieri, ben rappresentato nel film di Milos Foreman "Amadeus", è un Saturnino, invidioso, lento, mediocre. Avere le paturnie non significa forse essere malinconici, oppure irritabili, di cattivo umore? Deriva dalla locuzione “soffrire Saturno”, dal latino pati, soffrire. L’effetto Saturno risuona anche nelle parole di Leo Buscaglia “il Professore dell’Amore(31 Marzo 1924, Sole e Mercurio in Ariete, ma con Marte in Capricorno e Saturno retrogrado ai primi gradi dello Scorpione):

 

“Abbiamo dimenticato cosa sia guardarsi l'un l'altro, toccarsi, avere una vera vita di relazione, curarsi l'uno dell'altro. Non sorprende se stiamo morendo tutti di solitudine. “ Come il Capricorno.