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domenica 24 maggio 2009

LA CARTA DELL'APPESO



Il simbolismo della 12ma carta dei Tarocchi, l'Appeso, ha un valore universale, una simbologia comune, derivata direttamente dai concetti archetipici del pensiero magico. Un tarocco altamente significativo (il primo della seconda serie di undici) sia dal punto di vista esoterico e meditazionale, altrettanto valido per la pratica della cartomanzia e della divinazione.


L' IMPICCATO o APPESO detto anche TRADITORE


XII - L'APPESO

E' la raffigurazione di un uomo appeso per una gamba a testa in giù e con le braccia legate dietro alla schiena in una posizione che gli impedisce qualsiasi movimento: tutto ciò ad indicare l'ineluttabilità di alcuni eventi e la necessità di affrontarli. Dalle tasche dell'uomo cadono delle monete, ad indicare che nell'avvio del nuovo percorso spirituale la materia non avrà più alcuna importanza. Il percorso dell'iniziato, ora, propone un bivio: da una parte la trasformazione e l'elevazione e dall'altra la morte.

I TAROCCHI: strumenti di CONOSCENZA

I Tarocchi (i 22 Arcani Maggiori) sono una raccolta di simboli o meglio una versione abbastanza recente di tale raccolta, dei quali l’umanità si serviva quando ancora non aveva inventato il linguaggio scritto. Ed i simboli per dirla come Wirth, Oswald Wirth, vissuto tra la seconda metà dell'ottocento e i primi del novecento, famoso e celebre occultista, affiliato alle principali società segrete, Ordo Ab Chaos,a d esempio:

“…sono "una finestra aperta sull’infinito".

"Quando si riesce a farli parlare, superano in eloquenza qualunque discorso, poiché permettono di ritrovare la Parola perduta, cioè l’eterno pensiero vivente del quale sono l’espressione enigmistica".

e più specificatamente:

“l’Appeso è inattivo e impotente nel corpo, perché la sua anima si è liberata per avvolgere l’organismo fisico in una atmosfera sottile, dove si riflettono le radiazioni spirituali più pure”.

I tarocchi sono anche un gioco. Un gioco, però, che ci ha tramandato dei simboli nei quali concentrata una saggezza antica e misteriosa. Sono immagini emblematiche che vengono dal profondo, così piene di colori, di figure e di numeri.

Sono un’eredità anonima, travestita con vesti medioevali, sopravvissuta perché nascosta sotto forma di un gioco innocente, capace, però, di risvegliare qualcosa in noi.

I Tarocchi sembrano parlare solo a chi è pronto, a chi ha imparato a comprenderli, a chi riesce a guardare al di là delle forme. Questo perché i Tarocchi sono un mezzo di comunicazione, un modo di comunicare tra noi e l’Essere quasi un catalizzatore di saggezza dell’umanità che sembra testimoniare che l’età dell’oro è davvero esistita.

C’era una volta in cui gli uomini erano in sintonia con la natura e ne conoscevano i segreti.

Certo, secondo il concetto moderno di Scienza, tutto ciò non è "scientifico", ma cosa vuol dire allora la preghiera così in cielo come in terra? La scienza si è politicizzata, usa mezzi politici per imporsi. L'esoterismo non ha bisogno di questo perchè si basa su leggi universali.

Ciò che è in Alto è come ciò che è in Basso, e ciò che è in Basso è come ciò che è in Alto, per fare il Miracolo della Cosa Unica ci ha tramandato Ermete Trismegisto.

Sì, forse tutto questo non è, secondo l’accezione moderna del termine, "scientifico", ma piace perché parla direttamente al cuore.

Nonostante la Carta abbia un'apparenza tragica l’Appeso sorride, è in vacanza, non fa più il giocoliere, si lascia guidare dagli eventi, non si oppone ad essi.
E’ una figura estremamente strana, come lo sono coloro che appartengono al segno dei Pesci, che non è impiccata come normalmente si crede, ma è appeso cioè come uno che si lascia andare agli eventi senza opporsi.


Fra l’altro si libera la sua ricchezza, perché ha dei soldi, dell’oro che esce dalle tasche, come se quello che fosse nascosto in sé improvvisamente si manifestasse per il fatto stesso di appendersi.

Poi nella carta dell’Appeso c’è una cosa molto strana; viene proposto un simbolo fatto da un triangolo e da una croce. Chi ha presente l’appeso ricorda che ha una posizione strana; è singolare che uno venga appeso per una gamba sola e che l’altra gamba sia a croce. In realtà è una croce sopra a un triangolo che simboleggia l’acqua. Praticamente sono i quattro elementi che predominano e che possono essere padroneggiati solo se uno si abbandona al flusso dell’acqua, infatti è legata al segno astrologico dei Pesci ed al pianeta Nettuno, l'ottava superiore della Luna.


Sin dall’antichità era nota agli astrologi la massima " il saggio governa le proprie stelle, il folle gli obbedisce". Indica un percorso di spirituale radicata sul rifiuto, o, per meglio dire, sulla messa tra parentesi del mondo-della-vita per un più che vivere, il dominio della sfera del sacro.


L’Appeso è evidentemente simbolo del Dio-uomo, che muore e risorge, con riferimento sia a Gesù Cristo che ad alcune divinità pagane, protagoniste degli antichi misteri, come Dioniso-Zagreus o Attis. Dei associati alla vita vegetale, all’eterno avvicendamento delle stagioni, ma anche ad una concezione esoterica che verte sul tema della resurrezione dell’anima dopo la morte, secondo quello che è il messaggio dell’Orfismo.

Ma forse l’Appeso non è del tutto identificabile con il Dio-Uomo, ma con l’uomo che fa di Dio la sua massima aspirazione, il suo eterno punto di riferimento. l’Appeso è un viaggiatore, ma i luoghi del suo errare non riguardano la realtà spazio-temporale, la dimensione fisica, bensì la dimensione metafisica, entro cui si muove con la sola forza dell’anima, delle energie immateriali che i mistici e gli asceti sono in grado di dominare perfettamente.

L’Appeso identifica la condizione del Mistico, non dell’Iniziato. Innanzitutto perché rigetta la terra, in quanto pazzamente innamorato del Cielo, di quell’ Altrove infinito a cui il suo cuore estatico aspira fino allo struggimento.

L’Appeso è quell’asceta che fa della rinuncia passiva una bandiera di spiritualità e ricerca interiore; è l’eroe di una fede intima e misteriosa, lontana da ogni esibizione o speculazione, e consapevole fino alla follia – alla santa follia – del carattere vano e contingente della realtà terrena, proprio quella frattura tra Reale e Metafisico che nell’antichità gli esseri umani non avevano in quanto vivevano in un mondo in cui non vi era separazione tra "magico" e "scientifico", la scienza stessa era una Scienza Sacra, e racchiudeva in sé tutto il sapere di cui gli uomini erano in possesso, un sapere in cui realtà fisica e realtà immateriale si fondevano. La natura stessa era concepita come estensione e manifestazione simbolica dell’universo divino, e lo studio dei fenomeni naturali era interconnesso con la ricerca metafisica. Finché in quello che oggi noi chiamiamo Occidente, all’incirca nel VI – V secolo avanti Cristo, si verificò tale frattura.

Il numero dodici esprime il passaggio dai tre mondi attraverso i quattro elementi: 3 x 4 = 12, con un movimento stagionale nel cammino solare, musicale nell'armonia di sette note e cinque semitoni, mitico nelle dodici fatiche d'Ercole che svelano il pesante lavoro che l'ImpiccatoIniziato deve compiere su di sé in quel laboratorio alchemico che è la vita stessa. Quest'uomo appeso per una gamba è forse un criminale punito? Oppure è Gesù in persona sulla croce? Forse è il dio Odino, che restò appeso al sacro albero del frassino per nove notti (o nove mesi prima nascere) e poi dovette sacrificare un occhio. Potrebbe anche essere Ulisse legato all'albero della nave, che resiste al dolce canto delle sirene. Chiunque sia, è qualcuno che si è messo i piedi al posto della testa, proprio come Dante, che per lasciare l'inferno dovette rovesciare se stesso al centro della terra... alchimisti esprimevano questo processo col simbolo dello zolfo rovesciato. In certi mazzi l'appeso, così sottosopra, lascia cadere dalle tasche tutte le monete d'oro che possedeva: così fecero i dodici apostoli o i dodici cavalieri in cerca del Santo Graal. Come disse anche Gesù: "lascia tutto ciò che hai e seguimi".

SENTENZA: PRENDI OGNI GIORNO LA TUA CROCE.

VALORE ASTROLOGICO: PESCI NETTUNO
Segno di ascesi lenta e solitaria verso una vetta spirituale, oppure seguendo ambizioni personali e materiali. Senso del sacrificio che leviga come un cristallo o che rende insensibili e glaciali.

Debbono i saggi adattarsi alla loro sorte.
Si deve purtroppo restare "fra color che son sospesi" tra lavita materiale che è illusoria (Maya) e la vera Vita, che è quella spirituale..
Si tratta di accettare un sacrificio, di alimentare lo spirito non facendosi soffocare dalla materia, di rinunciare a qualche vantaggio momentaneo per un bene più grande ma apparentemente poco chiaro. Sia la fatica sia i frutti sono qui inevitabili, in quanto le cose si svolgono ormai "per forza maggiore", ed è inevitabile "lasciar andare la presa" sul mondo e sulle sue situazioni. La posizione dell’Appeso rapportata nel diagramma strologico coincide con la quarta casa del Cancro, quella dell’eterna rinascita, quell’”uscire testa in avanti” tipica del parto..
Restare a testa in giù è faticoso, ma da quella posizione si vede il mondo in tutt'altra prospettiva: con più distacco... dalla terra.
Quando le cose sono più grandi di noi non resta che abbandonarci, senza timori e senza speranze, ed avere fede in un senso nascosto che prima o poi emergerà.

Il fato conduce chi vuol seguirlo, trascina chi s'oppone.
Si è sordi alla voce del dovere. Non si vuole fare lo sforzo o la fati-ca. Eppure è una rinuncia necessaria, e del resto improrogabile. Contrariamente alla carta diritta, che segnalava una rinuncia fatta a malincuore, la carta rovesciata implica un rifiuto, un rigetto. Ci si sente mancare la terra sotto i piedi e si resiste al cambiamento, eppure le cose devono pur seguire il loro corso. A ben vedere, la prospettiva a cui si resta legati è illusoria, così come l'ansia e la fatica che avvertiamo in certi momenti. La soluzione? Disciplinarsi!