Mercurio e l’Albero della sapienza
I nostri Progenitori
e le radici nel Delta del Nilo
Furono gli Egizi, una
straordinaria civiltà che non finisce mai di stupire da 2600 anni a questa
parte, i precursori dell’astrologia
moderna, per il semplice fatto di aver ordinato una calendario diviso sulla
base di 365 giorni, e per l’invenzione dello Zodiaco, la suddivisione delle 12 porzioni
del cielo che interessavano l’eclittica. Questa fascia o porzione del cielo di
circa 9° era lo scenario notturno su cui avveniva lo scorrere regolare di Sole, Luna, stelle e pianeti
nel campo delle 12 figure animali che
conosciamo anche oggi, Ariete, Toro,
Gemelli, Granchio o Scarabeo, Leone (il
segno che più rappresentava i Faraoni) Vergine, Bilancia, Scorpione, Sagittario
o Arciere, Capra-Pesce, Acquario (il portatore d’Acqua) e Pesci.
Lo Zodiaco di allora era diverso da come lo concepiamo oggi,
a causa della precessione degli equinozi.
Nel III millennio A.C. infatti gli egizi calcolavano che
l’anno iniziasse il 19 Luglio, che era la data della levata eliaca della stella
Sirio, nella Costellazione del Toro. Sirio è
la stella più brillante del cielo e
oggi bianca come un diamante. Ma all’epoca degli egizi era rossa, la
stella più brillante di tutta la volta celeste.
Tale primato le deriva, oltre dall'essere intrinsecamente circa venti
volte più luminosa del nostro Sole, anche dalla piccola distanza che la separa
da noi (8,6 anni luce) rispetto a quella della maggioranza delle stelle. Dalla la sua luce brillantissima gli Egizi,
che collegavano il suo sorgere eliaco alle benefiche inondazioni del Nilo, traevano
auspici e la chiamavano la stella di Horus, divinità solare simbolo della luce
e della bontà. Essa stessa rappresentava
l’eternità, l’eterno ripetersi delle benefiche inondazioni del Nilo che
permettevano, ogni anno, il raccolto a Settembre e quindi la vita. La
circolarità si ripeteva e veniva debitamente registrata dai Sacerdoti dell’Epoca,
come Seshat, altrimenti chiamata “Tutrice
del Tempio e del Calendario”, “La Prima nella Biblioteca”, Signora delle
Scritture nella Casa della Vita”, moglie di Thot lo Scriba.
Mentre Toth era rappresentato come un uomo con la testa di
falco, Seshat era alta, snella e seducente, vestita di pelli di leopardo e con
una Tiara d’oro che le incoronava la testa composta da sette stelle. Accompagnava
il Faraone nell’importantissima cerimonia del “tendere la corda” un
complicatissimo cerimoniale che stabiliva i quattro lati del tempio ed il suo
orientamento verso il Nord, verso la Stella Polare. Le stelle del Grande Carro
mantenevano una rotazione perenne intorno al nodo nord, questo significava un
punto di assoluta stabilità rispetto al resto del cielo, soggetto a continui
spostamenti di Sole, Luna, stelle e pianeti. Questa notevole precisione
astronomica in potere degli Egizi si può ancora ammirare oggi nello Zodiaco di Dendera. Nell'immagine sono stati messi in risalto i
simboli dei dodici segni zodiacali, dei pianeti, della Luna, di Sirio, di
Orione, delle tre costellazioni del Nord conosciute, l'asse del tempio e i
simboli geroglifici dell'Est e dell'Ovest (tra le braccia delle divinità che
sostengono il disco). Sono anche segnate le vere direzioni dei punti cardinali
(segmenti esterni al disco).
Il Tempio di Dendera, situato a circa 2,5 km a sud-est della
località di Dendera (Iunet in antico egizio), è uno dei templi meglio
conservati di tutto l'Egitto. Il rituale della corda è attribuito
all'Architetto Imhotep , Iniziato alla conoscenza del "Libro Divino per
costruire la dimora di Dio", ed era riportato nel Libro della Fondazione
attribuito al Dio Thoth, la personificazione della Sapienza. Prima di applicare
le prescrizioni del Libro della Fondazione, il Re quale Capo dei Maestri
Costruttori, teneva consiglio: agli amici unici, frequentatori della Casa della
Vita, poneva domande affinché i custodi del Sigillo di Dio dessero il loro
parere. La cerimonia del "tendere la fune" era presenziata dal
Faraone in persona che nel giorno stabilito, al crepuscolo indossando l'abito
cerimoniale, si presentava nel luogo prescelto accompagnato dagli amici unici
della Casa della Vita. Le operazioni avevano inizio di notte affinché il tempio
potesse essere orientato fissando esattamente il Nord, osservando la stella
polare. Il procedimento del rituale e della Misura è riportato in una
descrizione dell'epoca tolemaica nel Tempio di Edfu, dedicato a Horus,
procedimento che trasse la sua origine dalle regole di Imhotep.
“Ho afferrato il piolo. Prendo la corda di misurazione. Il
mio occhio è fisso sulla Grande Orsa. Io conto il tempo, verifico, l'orologio,
stabilisco gli angoli del mio santuario. “
Dopo aver individuato l'Orsa Maggiore, il Faraone il cui
nome è Per-aa, la Grande Casa,
servendosi della clessidra calcolava i tempi necessari e con uno
strumento detto merkhet ] determinava l'orientamento dei quattro angoli del
luogo sacro. Il giorno successivo, il Re tendeva la fune ai quattro angoli dopo
aver piantato i picchetti servendosi di un mazzuolo d'oro, dopo di che scavava
il primo solco "quattro volte" con la zappa, poi posava il primo
mattone "quattro volte" per i quattro angoli del tempio: Infine egli
purificava "quattro volte" la cinta del tempio. Il Tempio delimitato
dal solco perimetrale rappresenta il "cosmo manifestato" sorto dalle
Acque dello Spazio. Akhet è lo spazio cosmico dove nasce la prima collinetta,
di cui la piramide è un simbolo. Questo Tempio, delimitato dal solco sacro
tracciato dal Faraone è fatto ad immagine dell'universo.
Seshat o Sešet, che come ho detto era la moglie di Thot, la
divinità dalla testa di ibis, considerato dagli egizi l'inventore del
calendario di 365 giorni, era la dea della scrittura, in quanto fu la prima
donna a introdurne l'uso nell'Antico Egitto. Spesso è ritenuta essere la dea
della Sapienza e come signora dei costruttori preparava il modello dei nuovi
templi. Sul capo della divinità è spesso raffigurato anche un arbusto, cioè
l'albero della conoscenza. Talvolta era abbigliata con pelli di pantera,
portava con sé una foglia di palma su cui scriveva. Altre volte invece sul suo
capo è indicata una stella a sette punte racchiusa da due corna rovesciate a
forma di compasso. Non per nulla le sette stelle della costellazione dell’Orsa
Maggiore sono anche chiamate le “Sette Sorelle”, come sette erano le Muse, tra
cui Urania, la Musa degli astronomi.
Il successore di Toth e Seshat, nell’astrologia moderna, si
chiama Mercurio.
Mercurio in questi giorni di Settembre 2012 entra nel suo
domicilio diurno in Vergine e, di
conseguenza, al vertice della sua influenza su tutti noi.
Si percepisce ora la
natura della intelligenza che si manifesta in senso realistico, pratico,
concreto con considerazione per ciò che è astratto solo nella misura in cui può
essere applicato ed utilizzato nella pratica. Questa disposizione permette percezioni
che sono sempre molto nette, rappresenta lo spirito logico e numerico- scientifico. ad esempio con Mercurio in Vergine si trovano spesso grandi medici, chimici e specialisti in
materia di regime alimentare, ma anche ottimi assistenti sociali. Mercurio in
Vergine specialmente quando quadra la Luna invece fa emergere nella persona i
suoi difetti d'impazienza, e di critica distruttiva. Usato al meglio genera un
tipo di energia che riesce a curare le
incomprensioni e le malattie dell’anima (rappresentate molto bene dall’opposto
segno dei Pesci).